“Sono Ben Shelton, benvenuti”: anche l’americano apre il suo canale YouTube
Di Silvia Frigeni
Ben Shelton, attuale n. 9 della classifica ATP, ha scelto di inaugurare un proprio canale YouTube. Lo ha annunciato tramite un video in cui afferma di voler condividere coi fan “un po’ dei dietro le quinte della mia vita dentro e fuori dal campo, non editati e senza filtri”. Dopo Sinner, quindi, Shelton diventa il secondo tennista d’élite a decidere di raccontarsi in prima persona tramite dei vlog su YouTube.
Il canale servirà a condividere The Long Game, una docuserie digitale creata in collaborazione con Wheelhouse Sports, come rivelato in un’intervista a Front Office Sports. Nel video promozionale, Shelton si rivolge ai fan come se fosse un influencer: “Fatemi sapere nei commenti quello che vorreste vedere, iscrivetevi al canale e iniziamo!”. Compare anche la fidanzata, Trinity Rodman, che in videochiamata istruisce il team sui contenuti da mostrare: “Ovviamente c’è bisogno di creare dei buoni contenuti per la sua pagina, ma niente roba ammiccante così evitiamo che le ragazze diano di matto, ok?”.
La centralità del social
Nell’epoca della disintermediazione, i tennisti sono sempre più consapevoli dei vantaggi che porta in termini di popolarità la gestione diretta della propria immagine. Alcuni di loro, come Taylor Fritz con Morgan Riddle, si affidano ai video delle fidanzate o mogli influencer. Più giovane e più carismatico di Fritz, Shelton si sta facendo notare oltre che per i suoi successi – quest’anno ha vinto a Toronto il suo primo Masters 1000 ed è arrivato a essere n.5 in classifica, dopo aver iniziato l’anno fuori dalla top 20 – anche per un’estetica piuttosto aliena a quella tradizionale del tennis.
Le sue esultanze e il modo in cui si presenta si ispirano allo stile scintillante, sicuro di sé e sfacciato (swag) delle star del basket americano. Ha una fidanzata famosa che, come lui, sembra fatta per stare davanti a uno schermo. È insomma il portabandiera ideale del tennis statunitense che, quando non si chiede quando finirà la crisi dei risultati dopo la stagione di Sampras e Agassi, si interroga sul come rendere lo sport più appetibile per le giovani generazioni, che le statistiche dànno sempre meno interessate a seguire le partite di tennis.
Come riporta il canale Substack Hard Court, si prevede che nel 2026 altri tennisti seguiranno l’esempio di Sinner e di Shelton e si apriranno un loro canale YouTube. Tuttavia, nel pezzo di Hard Court viene sottolineato che le attuali regole dei tornei limitano fortemente il materiale che i creator e i tennisti stessi, o le loro fidanzate, possono condividere sui social. All’Australian Open di quest’anno, lo stesso Sinner si sarebbe inizialmente visto rifiutare l’autorizzazione alle riprese per il suo canale, e avrebbe dovuto mostrare i video di alcune WAG per argomentare che anche lui aveva diritto a una libertà di accesso analoga.
Proprio il successo che negli ultimi anni hanno riscosso i video delle WAG avrebbe portato gli organizzatori a cercare di proteggere il proprio materiale da violazioni di copyright. Il circuito ha cercato di contrastare il fenomeno creando e diffondendo sui propri canali dei contenuti originali, a volte con risultati grotteschi. La scelta da parte dell’ATP di puntare sulla condivisione di video brevi in cui ai tennisti vengono fatte domande del tipo: “Che cosa scegli tra Ice Spice, un croissant e Ben Shelton?”, o di affidare la comunicazione delle ATP Finals a dei tiktoker senz’alcuna competenza tennistica, mostra la difficoltà e la lentezza con cui il circuito si sta adattando a un panorama digitale ormai non nuovissimo, ma che sarà sempre più presente negli anni futuri.
Nel secondo video pubblicato sul suo canale, Shelton mostra qualche dietro le quinte del suo anno e in particolare dello US Open, conclusosi col ritiro per infortunio al terzo turno contro Mannarino. A parte qualche scena dalle conferenze stampa, e qualche battuta scambiata con Alcaraz e Sinner agli allenamenti durante le ATP Finals, il resto sono scene girate in stanze private, in palestra o in macchina, comunque lontano dal campo da tennis. C’è da chiedersi se nella docuserie riuscirà a comparire anche del tennis giocato, o se gli obblighi contrattuali del tour con le emittenti televisive abbiano impedito a Shelton di mettere le scene cruciali della sua vita da sportivo professionista. Lui ha promesso che mostrerà la versione meno editata, più vicina al vero possibile. Vedremo cosa succederà.

