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ATP Next Gen Finals 2025, i protagonisti: Learner Tien, il mancino americano incubo dei top 10

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Il 2025 di Learner Tien è stato un ottovolante di emozioni. Una crescita vertiginosa, dopo un 2024 altrettanto brillante, ha proiettato il mancino di origini vietnamite dentro la top 30 ATP – attualmente n.28 – dopo essere partito dalla casella numero 120. Un stagione ricca di soddisfazioni, cominciata con la vittoria ai danni di Medvedev all’Australian Open e culminata con il titolo vinto a Metz (ATP 250) contro Cameron Norrie. Adesso il 19enne di Irvine, California, si appresta a partecipare alle Next Gen ATP Finals per il secondo anno consecutivo; e nonostante la presenza di un “peso massimo” come il ceco Jakub Mensik, Tien promette battaglia: “Esco in campo e cerco semplicemente di divertirmi il più possibile”.

IL MANCINO DI ORIGINI VIETNAMITE:

Learner Tien è nato il 2 dicembre 2005 a Irvine, California, nel quartiere multietnico Oak Creek Village, un posto dove gli americani si sono “mischiati” per generazioni con cinesi, coreani, indiani e vietnamiti appunto. Papà Khuong è un avvocato immobiliare, mentre mamma Huyen fa l’insegnante in una scuola elementare. “Io ho avuto la fortuna di arrivare negli Stati Uniti in aereo e di atterrare a Los Angeles” ha detto il padre, classe 1972. La madre invece giunse negli Stati Uniti dopo dieci giorni di tumultuose scorribande via nave. “Lungo il percorso abbiamo incontrato diversi pirati e ho visto persone morire”, ha affermato. Il destino, bizzarro, li ha fatti incontrare su un campo da tennis. Non poteva essere altrimenti.

Khuong faceva l’istruttore mentre frequentava il college, lei lo aveva approcciato con la scusa di una intervista per la sua tesina. Da quell’incontro nacquero la primogenita Justice e poi Learner. A tennis Tien ha cominciato a giocare quando aveva poco più di un anno: dai 4 agli 11 anni d’età, il suo unico maestro è stato il padre. “Credo [ci fosse] una delle vecchie racchette di mio padre che erano in giro per casa. Quindi in realtà non si aspettavano nemmeno che io o mia sorella cominciassimo a giocare a tennis così presto. Non è che fossero pronti con racchettine da bambini o qualcosa del genere” ha raccontato lo scorso marzo al quotidiano britannico Guardian. Il bambino si dimostra portato, tanto che a 5 anni vince il primo torneino presso il Racquet Club di Irvine.

Tien però è anche un piccolo genietto sui banchi di scuola, uno che brucia le tappe – vizietto che ha mantenuto anche giocando – tanto da entrare al liceo in anticipo, a soli 11 anni, e diplomandosi a 16. “Studiavo tutto l’anno, non facevo le vacanze estive o cose del genere, quindi ho finito naturalmente i primi anni molto in fretta”. Certo il tennis gli piace più della scuola, e infatti, nel 2022, si iscrive alla USC (University of Southern California), ma dopo un semestre decide di virare con forza sul tennis: “Ho capito che volevo davvero perseguire un futuro nel tennis e a quel punto ero disposto a fare tutto il necessario per farlo accadere”.

I PRIMI PASSI: IL DOMINIO NEI FUTURES, LE VITTORIE NEI CHALLENGERS E IL SALTO TRA I PRO NEL 2024

I risultati gli daranno ragione. Tien vince due volte i Campionati Nazionali Under-18 della USTA, nel 2022 e 2023. Il primo dei quali a Kalamazoo, con due anni d’anticipo, proprio come aveva fatto Michael Chang nel 1987 (ne risentiremo parlare). Nello stesso anno raggiunge due finali negli Slam junior, all’Australian Open e allo US Open, sconfitto rispettivamente dal belga Alexander Blockx e dal brasiliano Joao Fonseca – entrambi qualificati per le Next Gen di Jeddah, anche se il brasiliano ha poi dato forfait. Arriviamo al 2024, l’anno spartiacque della sua giovane carriera, quando entra da giovanissimo nel programma di sviluppo della USTA (la Federtennis statunitense), sotto la guida dei tecnici Eric Diaz e Jay Leavitt.

Il 2024 di Learner Tien è una epifania: gioca 77 incontri e ne vince 63, infilando tra questi una striscia di 28 successi consecutivi. Durante l’anno il californiano scala la classifica passando dal numero 473 al 114. I primi mesi li ha trascorsi dominando i Futures, dove ottiene 15 vittorie consecutive. Poi inanella una striscia di 13 vittorie di seguito nel circuito Challenger, conquistando due titoli e accelerando la scalata. A fine anno gioca le sue prime Next Gen Finals, dove perde in finale contro Fonseca.

A rendere tutto ancora più epico è il fatto che si sia bloccato per tre mesi tra febbraio e maggio per una frattura alla settima costola. Non è arrivata a seguito di un trauma, probabilmente avevo sovraccaricato troppo quella parte” ha raccontato Learner. Al rientro vince cinque tornei consecutivi: gli eventi ITF di San Diego (due di fila), Rancho Santa Fe e Lakewood. Poi arriva il primo titolo Challenger a Bloomfield Hills. L’esordio nel circuito ATP risale a Winston Salem, dove raggiunge i quarti partendo dalle qualificazioni. Allo US Open ottiene la terza wild card di fila ma perde da Arthur Fils, chiudendo però l’anno vincendo i Challenger di Las Vegas e Fairfield.

STAGIONE 2025: L’AMMAZZA GIGANTI E L’INGRESSO DI CHANG NELLO STAFF

La stagione 2025 del californiano è un’ascesa costante, in netta continuità con quella passata. Si presenta all’Australian Open partendo dalle qualificazioni, dove raggiunge il tabellone principale senza intoppi. Al primo turno di Melbourne subito la prima battaglia: una vittoria al quinto, dopo quattro ore di gioco, contro Camilo Ugo Carabelli. Poi l’impresa al secondo turno contro Daniil Medvedev, sconfitto al set decisivo dopo quattro ore e 48 minuti di agonia, centrando in un colpo solo la prima vittoria contro un top 5 e top 10 della sua carriera. Dopodiché batte in tre set il francese Corentin Moutet, prima di cedere agli ottavi a Lorenzo Sonego. Diventa così il secondo statunitense più giovane nell’era Open e il più giovane in assoluto dai tempi di Rafael Nadal nel 2005 a raggiungere la seconda settimana a Melbourne.

Quell’entusiasmante cavalcata lo issa al numero 80 del mondo, garantendogli l’accesso diretto ai tornei ATP più piccoli. Ma è solo l’inizio, perché ad Acapulco sorprende Alexander Zverev, allora numero 2 del mondo, e diventa così il più giovane statunitense a battere un Top 3 dal 2001, quando Andy Roddick superò Gustavo Kuerten in Canada. Dopo tali exploit, un calo era inevitabile, e infatti subisce due premature eliminazioni a Indian Wells e Miami (contro Fonseca). Sul rosso le cose non migliorano, essendo una superficie che non esalta il suo gioco d’anticipo, e l’unica vittoria la ottiene contro Reilly Opelka a Roma.

A luglio, in piena stagione su erba, la decisione (che si rivelerà azzeccatissima) di affidarsi all’ex numero 2 del mondo Michael Chang. L’impatto del campione statunitense è immediato, a riconoscerlo lo stesso Tien. “Porta tantissima esperienza, tantissima conoscenza del tennis. Io non ho molta esperienza, è tutto nuovo per me, quindi avere nel team qualcuno che sa davvero come funzionano le cose, con così tanti anni alle spalle, mi aiuta tantissimo.”

Sull’erba intanto arrivano vittorie importanti come quella su Ben Shelton a Maiorca, ma è soltanto un vivace peregrinare in attesa di riemergere sul cemento, la sua superficie. Arrivano sei vittorie in tre tornei prima dello US Open, incluse quella di grande rilievo contro Andrey Rublev a Washington. A Flushing Meadows incrocia la racchetta all’esordio con Novak Djokovic, che lo rimanda a settembre in attesa di maturazione. Dall’America Tien si sposta in Asia, dove finalmente può brillare come un rubino vietnamita. Arrivano i quarti ad Hangzhou, ma a Pechino compie un autentico capolavoro, centrando la finale contro Sinner nell’ATP 500. Prima però fa in tempo a eliminare quattro Top 25 (Francisco Cerundolo, Flavio Cobolli, Lorenzo Musetti e Daniil Medvedev), centrando per la prima volta la Top 40.

Con la finale al China Open l’americano diventa il più giovane ad accedervi – per la categoria 500 – dai tempi di Holger Rune a Basilea nel 2022. E’ inoltre il finalista con la più bassa classifica a Pechino dal 2008, quando l’allora numero 92 Dudi Sela perse contro Andy Roddick.

Una stagione così non poteva che concludersi con la ciliegina del titolo a Metz, dove batte il britannico Cameron Norrie, settima testa di serie, con il punteggio di 3-6 6-3 7-6(6). Con questo successo, Tien è diventato il più giovane campione del torneo dal 2006, quando un altro diciannovenne – tale Novak Djokovic – compì la stessa impresa.

L’anno si chiude con degli scalpi eccezionali, vantando un record di 5-3 contro giocatori Top 10, tra cui: Alexander Zverev, Ben Shelton, Andrey Rublev e Lorenzo Musetti. “Mi piacciono davvero quelle partite, le vedo come grandi opportunità. Non penso che ci siano molte aspettative su di me perché vinca, specialmente a inizio anno”, ha detto Tien. “Vado in campo, gioco libero, gioco bene e ho avuto la fortuna di portarne a casa molte.”

LE NEXT GEN ATP FINALS E LE ASPETTATIVE SULLE SUE SPALLE

Learner Tien tornerà a Jeddah per il secondo anno consecutivo dopo la finale raggiunta nel 2024. E’ certamente il naturale favorito assieme a Jakub Mensik, ma lui non vuole sbilanciarsi. “Penso che tutti i giovani facciano un ottimo lavoro nel spingersi a vicenda. Aiuta vedere facce familiari in posti nuovi, dice Tien. “Tanti ragazzi vivono quasi la stessa vita che vivi tu… Rassicura sapere di avere così tanto in comune con chi ti circonda”

Tien non si pone obbiettivi, ma solo orizzonti da inseguire, per poter andare avanti, senza guardarsi indietro. Gli americani stanno aspettando il loro nuovo messia da più di 20 anni, da quando Andy Roddick vinse lo US Open nel 2003. Io non so se Tien è il ragazzo che l’America sta aspettando, forse sì, forse no. Io so solo che pensando a lui mi viene in mente una frase celebre del grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: “L’utopia è là nell’orizzonte. Mi avvicino di due passi e lei si distanzia di due passi. Cammino 10 passi e l’orizzonte corre 10 passi. Per tanto che cammini non la raggiungerò mai. A che serve l’utopia? Serve per questo: perché io non smetta mai di camminare

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