Notizie

Il 2025 di Jasmine Paolini, dalla magia alla consapevolezza

0 3

Deve aver avuto una prontezza di spirito e una leggerezza d’animo di alto livello Jasmine Paolini nel momento in cui ha dato il via, lo scorso dicembre, alla sua stagione 2025: intelligente com’è, sapeva benissimo a cosa stesse andando incontro in termini di tifo a proprio favore e di alte aspettative inevitabilmente generate dagli insperati risultati del magico 2024. Nel primo impegno in United Cup Jasmine batte subito Belinda Bencic, tennista in recupero dopo la maternità; nei quarti della competizione a squadre Karolina Muchova, numero 22 della classifica, nel primo match di una certa consistenza, la supera molto nettamente.

Esattamente da questo primo stop nell’opinione pubblica vengono espresse le prime perplessità, anche di tutta legittimità, accompagnate sulle piattaforme social dalle classiche stroncature di grana grossa di cui un brevissimo florilegio potrebbe essere: “ha ballato una sola estate”, “dove vuole andare con quel servizio”, “appena ne trova una forte perde”. L’Australian Open si interrompe al terzo ostacolo, che peraltro è Elina Svitolina, Doha e soprattutto Dubai, dove è campionessa uscente, al secondo; le sconfitte arrivano da Ostapenko e Kenin, tenniste già vincitrici Slam, estrose ma discontinue e tuttavia capaci entrambe di lasciare solo quattro game a testa alla tennista azzurra.

I tornei americani che ci accompagnano all’inizio della primavera coincidono con un acuto di altissimo livello, la semifinale a Miami contro l’inarrivabile Sabalenka; al cospetto della numero uno del circuito di nuovo Jas non supera il bottino dei quattro giochi, equamente divisi tra i due set. In seguito la terra battuta si rivela amica di Paolini, che a Stoccarda raggiunge nuovamente il penultimo incontro del torneo, stoppata ancora dalla Tigre bielorussa ma solo per 7-5 6-4 in un match che induce i propri tifosi a guardare con maggiore ottimismo al periodo più difficile da superare in termini di punti in scadenza. Infatti, dopo la fugace presenza a Madrid, Jas compie il capolavoro della stagione e certamente uno dei picchi più alti della sua carriera: il titolo al Foro Italico con successo in finale contro Coco Gauff.

Gli Internazionali d’Italia sorridono nuovamente a un’italiana a quarant’anni dal successo di Raffaella Reggi a Taranto nel 1985, Jas è lanciatissima verso Parigi e i rimpianti sono non pochi quando nella capitale francese si deve arrendere ancora a Svitolina nonostante tre matchpoint a favore nel secondo set. La sconfitta negli ottavi di finale è comunque ampiamente accettabile, vista la carica agonistica e l’istinto della campionessa che animano i match della ex numero tre della classifica; la delusione è maggiore per la stagione sull’erba, che la vede uscire al secondo turno a Wimbledon e nel complesso giocare soltanto sei partite, una in meno di quelle disputate l’anno precedente solo in quel di Londra.

La sconfitta all’interno dei Doherty Gates contro Rakhimova, ottantesimo nome nel ranking al suo successo di gran lunga più prestigioso in carriera, precede il punto più basso del 2025, con tutto il rispetto per la giapponese Ito che, fuori dalla top 100, batte Paolini a Montreal ritornando da un 2-6 1-4 e dopo aver cancellato una palla-gara. Sessantasette errori non forzati, di cui sette con la seconda palla di servizio, Jasmine non attinge alle sue strepitose capacità di leggere la strategia della rivale, per il cui dritto spezza-ritmo in chop non sa architettare una contromossa valida, naufragando tra sbagli e dubbi.

La reazione, peraltro, non si fa attendere e Jas a Cincinnati supera ancora Gauff e si ferma a un passo dal titolo, perdendo dopo una magnifica prova di coraggio contro Iga Swiatek, ancora troppo forte per lei. L’avvicinamento all’ultimo Slam della stagione tocca il suo picco di rendimento proprio alla sua vigilia ma il terzo turno newyorchese è fatale alla nostra portacolori: a batterla è Marketa Vondrousova, per l’ennesima volta una giocatrice discontinua, anche per via di molteplici problemi fisici, ma tennisticamente molto dotata.

Per le sue ambizioni le luci su New York si spengono anzitempo ma il morale torna alto grazie alla casacca azzurra e al secondo titolo a squadre consecutivo: Jasmine supera nettamente Jessica Pegula e compie un’opera maestra battendo in semifinale Xin Yu Wang di ritorno da 4-6 3-5. Nel giorno della finale Jas sa ricaricare le batterie nervose e compie un’altra rimonta da un set e un break di ritardo, stregando per la prima volta in carriera Elina Svitolina.

Il trionfo con le azzurre di Tathiana Garbin apre l’ultimo sforzo dell’atleta toscana alla ricerca della qualificazione per le WTA Finals: Paolini è nei quarti a Pechino, dove cede il passo ad Anisimova, e in semifinale a Wuhan, dove si ferma con Gauff dopo aver battuto con una prova monumentale 6-1 6-2 Iga Swiatek. Un’altra semifinale, a Ningbo contro una straordinaria Rybakina, conclude la sua gimkana per il mondo WTA e le porge la qualificazione per le Finals.

La sua partecipazione al G8 del tennis femminile si rivela di modesto rilievo, per le avversarie ma anche per una forma fisica scadente, condizionata com’è dall’influenza. Quattordici giochi sono la voce attiva di un bilancio nero, racimolati in sei set contro Sabalenka, Gauff e Pegula.

Il rendimento con le rivali: Top 10, 20 e le altre

La prestazione anonima a Riad danneggia solamente le statistiche di Jasmine, non certo l’importanza della sua stagione e alcune considerazioni a didascalia dei numeri lo potranno spiegare. Paolini ha nei confronti delle colleghe top ten un record indicativo: nella stagione appena terminata vanta cinque vittorie e dieci sconfitte con un 33% di vittorie che è la stessa percentuale raccolta al termine del 2024.

Lo scorso anno però gli incontri erano stati solamente nove e tra i conseguenti tre successi (non si conta quello per rinuncia di Rybakina nei quarti di Dubai) figuravano quello ai danni della numero nove del ranking, Ons Jabeur negli ottavi di Stoccarda, e quelli contro la numero quattro Elena Rybakina, superata sul campo a Roland Garros nei quarti e alle Finals di Riad nella fase che precede le semifinali.

Quest’anno Jasmine può fregiarsi di una vittoria con la numero 7, Pegula, nelle finali della Billie Jean King Cup, e di un poker di successi contro le top 5: Gauff per tre volte, (Stoccarda e Roma come numero 4 e Cincinnati come numero due) e Swiatek a Wuhan, con la campionessa polacca a ricoprire la piazza d’onore in classifica. Ampliando l’analisi alle prime venti del listone WTA il record della prima tennista italiana è 10-11, con il 48% che migliora il 44% del 2024, maturato attraverso un 7-9 complessivo; nel 2025 dunque Jas è 5-1 con le seconde dieci, decisamente meglio del 4-3 contro il drappello di atlete di analogo livello della stagione precedente che vede la tennista toscana sconfitta per due volte dalla ventesima in graduatoria (Navarro a Miami e Garcia in gennaio di nuovo in United Cup).

Nei confronti delle colleghe posizionate oltre il ventesimo livello, la ragazza nata a Castelnuovo di Garfagnana passa da un 34-12 (74%) a un 36-10 (78%) che testimonia a favore della sua solidità nei confronti delle giocatrici meno quotate di lei, considerando inoltre che nelle dieci sconfitte figurano nomi quali Muchova, Ostapenko, Svitolina, Kenin, Samsonova, Sakkari, Jabeur e Vondrousova, un manipolo di atlete da cui guardarsi sempre, anche quando languono in posizioni di retrovia.

Un altro dato che suggerisce capacità di lettura del match, spirito agonistico e sangue freddo della numero otto del mondo è quello che si riferisce alle partite concluse al terzo set: il bilancio negativo di 10-11 del 2025 dopo un anno si tramuta in un 13-5 (72%) che si esplica nel corso della stagione in numerose lotte durissime che spesso hanno premiato l’intensità di gioco della nostra rappresentante. Tra le perle non citate finora vogliamo ricordare i quarti di finale a Roma con l’incredibile rimonta ai danni di Diana Shnaider, la semifinale a Cincinnati con Veronika Kudermetova e i quarti a Ningbo con Belinda Bencic.

Anche considerando un inizio di 2024 non ancora in linea con i risultati che sarebbero arrivati in primavera ed estate, le risultanze paiono suggerire una maggiore dimestichezza con le prime della classe e in generale con il gruppo delle migliori, e un balzo in avanti anche nei match che la vedono entrare in campo da favorita contro avversarie che non hanno nulla da perdere e sono cariche per la chance di ben figurare con una top ten. Tutto questo si è tradotto a nostro avviso in una stagione tutt’altro che di transizione, che magari non può mettere sulla copertina del libro una finale Slam ma che riluce della coppa del Foro e soprattutto di un atteggiamento in campo straordinariamente positivo e conscio delle proprie virtù.

Paolini non si è fatta travolgere dalla magia di un anno da favola, al contrario ha ispessito le sue qualità di stratega e ha saputo mantenere a distanza le outsider che hanno provato a insidiarla: la magia ha lasciato spazio a una meravigliosa consapevolezza nei propri mezzi, che l’ha così meritatamente confermata ai piani altissimi della WTA.

Il sorriso di Wimbledon

Quale immagine scegliereste per racchiudere in un frame l’indimenticabile 2024 di Jasmine Paolini? Gli scatti con il piatto destinato a chi occupa la piazza d’onore a Parigi e a Londra sono indimenticabili, così come il primo titolo in un Master 1000 in febbraio a Dubai o il ritorno sul gradino centrale del podio in Billie Jean King Cup insieme con Sara Errani, Elisabetta Cocciaretto e Martina Trevisan, ma se rovistiamo negli anfratti della memoria, negli istanti che paiono unicamente far volume ma che, proprio per la loro normalità, celano i significati di un’intera stagione, quale diapositiva vi piace di più?

Si potrebbe obbiettare dicendo che siamo qui per dire in merito al 2025, che l’anno precedente, meraviglioso, non va dimenticato ma non va nemmeno tenuto come eterno riferimento ideale attraverso cui esprimere la valutazione di un periodo diverso; eppure, come abbiamo visto, il giochino ha un perché e il momento che vogliamo richiamare racchiude secondo noi il senso dell’incantesimo lungo un anno che Jasmine Paolini ha saputo consolidare e normalizzare in un 2025 di grandissimo valore e significato. È il giorno della finale a Church Road e Jasmine finisce a terra dopo un colpo sbagliato; l’impressione è che Barbora Krejcikova stia riprendendo la guida delle operazioni dopo aver vinto il primo set e perso il secondo.

Jasmine si ritrova seduta sull’erba e sorride verso il suo angolo, per un attimo dismette la concentrazione, sfila la maschera agonistica e dà sfogo ai pensieri, alle sensazioni. Questa è l’immagine-simbolo secondo noi: cosa cela il suo viso apparentemente luminoso in quell’istante, o cosa ci leggiamo? A noi par di scorgere il lampo di intelligenza, quell’improvviso flusso di coscienza che ci assale quando tentiamo un’impresa difficile e temeraria e, dopo un inizio promettente, le prime difficoltà ci vengono a confermare quanto sia dura giungere al termine vittoriosi. Quando, insomma, non dubiti di quanto bene stai facendo, ma del fatto che riuscirai a ottenere quello che vuoi.

Ma davvero pensavi che potessi vincere?” è la frase che ci piace immaginare in viaggio telepatico da Jas a Renzo Furlan, il suo coach di allora, forse il momento in cui la tennista lucchese intuisce la sconfitta o ne comincia a sentire l’imminenza e l’ineluttabilità. Paolini, come sempre, lotterà fino all’ultimo istante e sfiorerà il contro-break nel game che darà poi il titolo alla campionessa morava, ma lì distesa sul prato forse non sa nascondere a sé stessa, proprio per la sua lucidità, che portare a termine un’impresa così grande e improbabile necessiterebbe probabilmente di un grado superiore di follia, di incoscienza.

E sorride, perché è pur vero che oggi potrebbe andare così, ma più avanti chissà… che differenza dal sapore di un altro sorriso di Wimbledon, quello altrettanto bello e però malinconico e amaro di Martina Navratilova, che nel 1994 si specchiò in sé stessa invecchiata e capì, dopo la sconfitta in finale con Conchita Martinez, che il decimo alloro londinese non sarebbe mai arrivato: “non è vero che con il passare degli anni si è più tranquilli, al contrario cresce la paura perché sai che le possibilità che avrai non saranno più molte” disse allora la divina di Revnice.

Ai nostri occhi nel sorriso sereno di Jasmine alberga invece la capacità di attribuire la corretta dimensione e importanza a ogni cosa, anche quando ci si trova a un passo dal sogno di una carriera; il dono di poter ammirare e accarezzare la chimera da vicino e quando tutto finisce di sapersene allontanare quietamente, alla chetichella e con la fierezza di chi ha comunque saputo arrivare sin lì.

E’ nei germi di quel sorriso che indoviniamo la serenità di chi sa oltre ogni dubbio che tutto quanto è fuggito potrà ripresentarsi a patto però di farsi trovare pronti, compito che Jasmine Paolini ha portato a termine egregiamente anche nel 2025, che le ha regalato la gioia inestimabile del Foro Italico e che guiderà, ne siamo certi, la ragazza toscana anche nel suo 2026, allungando ulteriormente la storia e il mistero della tennista che fino alle fine del 2023 vantava un record Slam di 11-27 includendo le sette vittorie nei tabelloni di qualificazione, e solamente quattro secondi turni.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored