Coppa Davis, Tennis Canada in rosso: “Gli incontri ospitati nel 2025 non hanno raggiunto il pareggio”
Durante le recenti Finali di Coppa Davis che hanno visto la nazionale italiana trionfare per la terza volta consecutiva in tanti hanno detto la loro opinione sulle storture di una formula ancora alla ricerca di sé stessa.
Molti dei critici che hanno espresso la propria opinione (noi stessi inclusi) non però esperienza diretta di quali sono gli ostacoli organizzativi cui bisogna far fronte per mandare in scena le varie fasi della competizione. Certo, a Bologna si è visto grande entusiasmo di pubblico e anche durante i turni preliminari si sono visti alcuni stadi pieni di gente, ma non è sempre così.
Durante il nostro ultimo incontro con Tennis Canada si è parlato anche di Coppa Davis, e ci è stato rivelato che i due incontri ospitati in Canada nel 2025 hanno lasciato un passivo di diverse centinaia di migliaia di dollari nei conti della Federazione Canadese.
Rosso per due
Il Canada ha giocato il primo turno in casa ospitando l’Ungheria a Montreal, uscendone sconfitta per 3-2, e poi nello spareggio di settembre per evitare la retrocessione ha dovuto ospitare l’Israele, battuto agevolmente per 4-0 ad Halifax in un incontro giocato a porte chiuse a causa del timore di proteste contro la Nazione ospite.
“Per me non abbiamo ancora trovato la soluzione ottimale – ha detto Valerie Tetreault di Tennis Canada, direttrice dell’Omnium Banque Nationale di Montreal, in esclusiva a Ubitennis – la stiamo cercando da parecchi anni: ci sono stati alcuni cambiamenti qua e là, ma non sono sicura che si siano fatti grandi progressi, e lo si vede anche nella partecipazione. Posso dire che abbiamo ospitato diverse sfide negli ultimi anni e il timing è complicato. L’anno scorso è andata anche peggio perché hanno posticipato il sorteggio di una settimana e abbiamo saputo in dicembre che avremmo avuto il tie in casa. Con le festività [natalizie], i tempi sono così stretti che è molto difficile vendere abbastanza biglietti per arrivare almeno al pareggio. Abbiamo avuto anche il tie contro Israele, in circostanze eccezionali, ma nel complesso alla fine del 2025 abbiamo perso parecchi soldi.”
Corsa a perdi…fiato (e soldi)
Infatti i tempi della Coppa Davis costringono i Paesi organizzatori a veri e propri salti mortali logistici per mettere in campo il primo turno (o Qualifiers 1) a inizio febbraio. Infatti per come funziona la formula è necessario che il sorteggio avvenga dopo che sono note le finaliste dell’edizione precedente, quindi in ogni caso a fine novembre. Dopodiché sono necessari almeno una decina di giorni per produrre il dossier da presentare all’ITF per chiedere l’approvazione della sede degli incontri (la deadline è 14 giorni), e l’ITF di solito si prende almeno una decina di giorni per rispondere. Di conseguenza si arriva intorno a metà dicembre, proprio a ridosso del periodo natalizio quando le attività produttive inevitabilmente rallentano.
Quello che rimane quindi è il mese di gennaio per organizzare tutto e cercare di promuovere l’evento. Il tutto senza considerare che i tempi così stretti costringono a scelte obbligate per quel che riguarda la sede. Soprattutto in Canada, dove giocoforza l’incontro si deve disputare al coperto, non è semplice trovare un’arena adatta nel bel mezzo della stagione di hockey con così poco preavviso.
Porte chiuse
Nel 2025 il Canada ha ospitato l’Ungheria all’interno del proprio Centro Tecnico a Montreal, di fianco allo stadio che in agosto ospita il torneo ‘1000’, quindi risparmiando anche sull’affitto di un impianto esterno. A settembre con Israele, invece, la scelta era caduta sullo Scotiabank Centre di Halifax, in Nova Scotia, dove però qualche giorno prima della sfida motivi di ordine pubblico avevano convinto le autorità a far disputare l’evento a porte chiuse.
“Con Israele a settembre è stato un caso particolare, ma è vero che non siamo riusciti ad andare in pareggio nemmeno a febbraio. Se si guarda il quadro complessivo della Davis Cup nel 2025, abbiamo perso una cifra significativa, alcune centinaia di migliaia di dollari”, ha confermato Tetreault.
Il Brasile a febbraio
Nel 2026 il Canada si trova per la terza volta a giocare in casa il Qualifier 1, questa volta contro il Brasile di Joao Fonseca. “Stiamo valutando le opzioni e non sono molte, perché con la stagione dell’hockey è complicato trovare grandi arene disponibili. Non serve solo il weekend: c’è bisogno della struttura per sei‑sette giorni. Questo rende la ricerca di una sede ancora più difficile. Dobbiamo anche farci un’idea di chi giocherà per il Canada, perché cambia molto se Felix [Auger- Aliassime] fa parte della squadra come numero 5 del mondo. Anche Denis [Shapovalov] ha ancora il potenziale di attirare parecchi spettatori. Questi sono elementi chiave che ci aiuteranno a prendere una decisione. Inoltre, negli ultimi anni abbiamo giocato molto a Montreal, ma la nostra visione è promuovere il tennis in tutto il Paese. Dobbiamo quindi trovare opzioni anche in altri mercati dove andiamo meno spesso.”
Successivamente è poi stato annunciato che l’incontro Canada-Brasile sarà ospitato al Doug Mitchell Thunderbird Sports Centre alla University of British Columbia di Vancouver. L’arena da circa 8.000 posti è la stessa nella quale l’Italia di Seppi e Fognini perse il quarto di finale del 2013 contro il Canada di Raonic e Pospisil.

