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Feliciano Lopez: “Questo format è il migliore per la Davis. L’assenza dei migliori? Capita in tutti i tornei”

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Tra emozioni, tifo sfrenato e qualche polemica, è andata in archivio l’edizione 2025 della Davis Cup, conquistata per la terza volta consecutiva dagli indomabili azzurri di Filippo Volandri, altrettanto scatenati nei festeggiamenti post-vittoria. Non poteva desiderare di meglio il pubblico bolognese, che ha visto trionfare in casa la propria Nazionale, ancora vittoriosa, nonostante le pesanti assenze di Sinner e Musetti.

“Tribune strapiene. Tifo caldo ma rispettoso”

Immancabile, nella SuperTennis Arena, la figura del direttore delle Finals 8 di Coppa Davis, Feliciano Lopez, intervistato dalla Gazzetta dello Sport al termine del suddetto evento. Sono stati diversi i tennisti a lamentarsi di questo nuovo Format della Davis – tra i quali Sascha Zverev –, ma lo spagnolo ha invece sottolineato degli aspetti positivi, partendo proprio dalla risposta del pubblico: “È stata una vera e propria festa per tutto il tennis e specialmente per voi italiani. Il riempimento dell’impianto è stato di oltre il 90% per tutta la manifestazione. E quando giocava l’Italia le tribune erano strapiene, con un tifo caldo ma sempre rispettoso. Abbiamo assistito ad alcune delle partite più emozionanti della stagione. Non potevamo chiedere di meglio”, ha dichiarato l’ex numero 12 del mondo, conscio della trasformazione tennistica avvenuta in questi anni sul fronte azzurro: Prima eravamo noi a dominare il tennis. Adesso il modello è l’Italia – sottolinea Lopez – La Federazione ha avuto il merito di aver costruito un lavoro dalla base. Non c’è solo Sinner ma un movimento con 8-10 giocatori nei primi 100. Ricordo quando la Spagna aveva una presenza così numerosa nel ranking. Il segreto sta nel lavoro quotidiano. Il vostro è un modello di successo anche perché organizzate tantissimi Challenger: questo è un aiuto enorme per i giovani talenti che possono fare competizione senza dover spendere per le trasferte”.

“L’assenza dei migliori è un problema di tutti i tornei. Il calendario è congestionato”

Tornando al capitolo ‘Davis 2025’, la magra presenza dei top ha fatto storcere il naso agli spettatori, desiderosi di vedere i primi della classe protagonisti in quel di Bologna. Le preannunciate assenze di Lorenzo Musetti e Jannik Sinner potevano quantomeno essere accantonate, per un attimo, dall’entusiasmante presenza di Carlitos Alcaraz, numero uno del mondo e garante di spettacolo: “Alcaraz a Bologna ci è arrivato ma ha dovuto rinunciare all’ultimo per un infortunio – commenta Feliciano -. L’assenza dei migliori non è un problema della Coppa Davis. È un problema di tutti i tornei. Ci siamo abituati. Io dirigo anche il torneo di Madrid, e pure i Masters 1000 soffrono lo stesso problema. Semplicemente perché il calendario è congestionato, la stagione è lunga, i ritmi del tennis moderno sono frenetici e i top player, non potendo giocare ovunque, si trovano a compiere delle scelte”. In merito a delle eventuali modifiche da apportare al formato Davis, il direttore Lopez non si è mostrato poi così aperto a netti cambiamenti, dichiarando: “Ritengo che questo nuovo format, con le partite casa/trasferta durante l’anno e la Final 8, sia l’approdo migliore per la Davis – e sull’ipotesi di assegnare punti ATP ai partecipanti, ha detto – non sono mai stato un sostenitore di questa proposta, e non lo dico da direttore della Davis ma da ex giocatore. Quando lo fecero con l’Atp Cup, io non ero d’accordo. Nelle competizioni a squadre non è corretto dare punti per la classifica. Quando giochi la Davis devi farlo per il piacere di rappresentare il tuo Paese, e non per i punti o per i soldi”.

“Alcaraz e Sinner? Spero di averli entrambi a Bologna per il prossimo anno”

Archiviato il lungo e travagliato capitolo Davis, Feliciano Lopez ha parlato dei due fenomeni indiscussi del tennis moderno, nonché padroni della classifica mondiale: “Questa rivalità è una benedizione per il tennis. Dopo l’era dei Big Three e il ritiro di Federer e Nadal, sono arrivati loro. Siamo fortunatissimi ad averli. Non sono soltanto due grandi campioni: è il contrasto di stili di gioco e di personalità a rendere speciale questo duello. Spero di averli entrambi a Bologna il prossimo anno. Sarebbe un grande momento, direi unico, per la loro rivalità: giocare la finale al Roland Garros o agli Us Open non sarebbe la stessa cosa che affrontarsi nella finale della Davis, in casa di uno dei due, con tutta la gente a fare il tifo“.

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