Binaghi: “Italia leader emergente. Mai così vicini a riscrivere la storia della Coppa Davis”
Nella conferenza stampa che ha chiuso la Coppa Davis 2025, il presidente della FITP Angelo Binaghi ha presentato i dati economici, sociali e sportivi dell’evento, illustrando l’evoluzione del torneo e del movimento tennistico italiano. Le sue dichiarazioni hanno toccato temi organizzativi, di visibilità mediatica e di prospettiva tecnica, con particolare attenzione al ruolo dell’Italia nel panorama internazionale.
Angelo Binaghi apre il suo intervento sottolineando il valore dell’occasione: ospitare le finali proprio nell’anno in cui l’Italia disputa l’atto conclusivo della Davis. Un risultato che attribuisce alle istituzioni, in particolare al Ministro Abodi e al governatore De Pascale, capaci — dice — di cogliere un’opportunità decisiva. “Hanno vinto la loro scommessa: è stata una grande occasione per la nostra nazionale, per i tifosi e per il territorio”
Bologna, scelta come sede, si è rivelata secondo Binaghi una città con ampio potenziale, destinata a migliorare ancora con il nuovo palazzetto in costruzione a pochi metri dall’attuale impianto. L’organizzazione, afferma, ha portato alla luce margini di crescita simili a quelli visti nei primi anni torinesi.
Il presidente passa poi ai numeri, e il quadro è notevole: oltre 61.000 presenze giornaliere, un pubblico internazionale in forte aumento e biglietti venduti in 73 Paesi, quasi il doppio rispetto al 2024. A sorprendere sono anche le nazioni più rappresentate tra gli spettatori: Spagna, Repubblica Ceca e Germania, seguite però da Regno Unito e Stati Uniti, che non avevano neppure giocatori in campo. Una conferma, osserva Binaghi, del valore globale dell’evento e della sua attrattiva indipendente dal semplice tifo nazionale.
L’impatto economico è altrettanto significativo, costruito sulle spese degli organizzatori e su quelle dei visitatori, con una media di 80 euro al giorno per una stanza. Binaghi ricorda l’articolazione in impatto diretto, indiretto e indotto, sottolineando come l’intera filiera — dagli alberghi alle lavanderie — benefici di un afflusso continuo e immediato. A ciò si aggiunge un importante ritorno sociale: l’emulazione sportiva, il benessere diffuso, la consapevolezza che il proprio territorio può ospitare eventi di livello mondiale. Un risultato che, dice, è amplificato in modo decisivo dalla copertura televisiva.
“Circa metà dei benefici sociali deriva dal fatto che SuperTennis e Rai trasmettono l’evento in chiaro”, spiega Binaghi, aggiungendo una nota personale: “Vedere il tennis monopolizzare la sera del canale principale della TV di Stato… è uno dei più bei sogni che si avverano”.
Sul piano sportivo, il presidente definisce la finale “molto equilibrata”, convinto che le due squadre abbiano trovato motivazioni supplementari nonostante l’assenza dei rispettivi numeri uno. Per la Spagna, afferma, un eventuale successo avrebbe un sapore rocambolesco; per l’Italia, invece, significherebbe entrare in un territorio inesplorato. Un terzo trionfo consecutivo, un risultato che manca dal 1972, unito alla prima Davis vinta in casa, e alla conferma di essere — parole sue — “la nazione emergente del tennis moderno”.
Non manca un riferimento alla Billie Jean King Cup e alla crescita del movimento femminile, con il richiamo alla presenza di Elisabetta Cocciaretto, “emblema di ciò che ti può succedere di positivo quando giochi per la tua nazione”.
Il passaggio più emozionante del suo intervento arriva nel ricordo di Nicola Pietrangeli. “È la prima volta da 25 anni che non abbiamo Nicola con noi. Nicola è la storia della Coppa Davis in Italia. Vorremmo dargli la forza perché l’anno prossimo sia di nuovo con noi”.

