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Rassegna stampa – C’è la Spagna tra l’Italia e la Davis

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Tutti per una! (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La santissima trinità della Davis, per l`Italia, passerà dunque dalla Spagna. Oggi alle tre del pomeriggio le Furie Rosse di capitan Ferrer, che hanno eliminato la Germania di Zverev, proveranno a stingere l`azzurro che da due anni brilla sull`Insalatiera. Ed è curioso che la finale pronosticata da tutti quando si pensava che Sinner ed Alcaraz avrebbero viaggiato fino a Bologna, si concretizzi anche in assenza dei due giocatori più forti del mondo. Giusto così: entrambe hanno certamente spremuto motivazioni extra dall`opportunità di dimostrare che il loro destino non fosse legato soltanto a quello dei titani mancanti, e hanno onorato la Coppa con cuore, orgoglio e volontà di esplorare il cammino fino in fondo. E poi sono due squadre che in questo millennio si sono costruite una tradizione d`acciaio: gli spagnoli hanno vinto tutte le loro sei Coppe negli ultimi 25 anni (la prima nel 2000, l`ultima nel 2019), gli azzurri inseguono il terzo trionfo di fila che manca dal 1972, quando gli Stati Uniti completarono un filotto di cinque. Certo, giocare e vincere in casa, lasciarsi avvolgere e travolgere dalla passione dei diecimila della Supertennis Arena costituirà un atout determinante per l`Italia, anche se capitan Volandri giustamente non si fida: «Una finale non ha mai un pronostico definito, si affrontano due grandi squadre che hanno lo stesso 50 per cento di possibilità di conquistare il trofeo». Dunque, come accade quando si danza pericolosamente sul filo dell`equilibrio, la partenza indirizzerà umori e favori: e perciò forza Berrettini. Matteo è un animale da Coppa, si esalta nel clima delle battaglie per il proprio Paese, ha vinto gli ultimi dieci singolari di fila in Davis e il suo carisma, da tre anni, è un valore aggiunto in campo e fuori. Con Carreño Busta si partirà da 1-1, ma i precedenti (sul veloce) risalgono al 2022, praticamente la preistoria: «Giocare per primo non mi dispiace, ma mi è capitato di giocare anche per secondo, mi piace allo stesso modo. Io credo sia una questione di feeling, di trovare le extra-motivazioni, che stai 1-0 sotto o stai 1-0 sopra e vuoi chiuderla. Mi è capitato di giocare l`anno scorso il doppio a secco, senza aver giocato il singolo. Secondo me è solo una questione di essere pronti, di far sì che le emozioni non ti invadano troppo ma che te la goda senza perdere la bussola». La sua missione sarà quella di convogliare la finale verso il Tricolore e di concedere così a Cobolli l`opportunità dell`apoteosi. […] Con Munar ha appena perso l`unico precedente a Shanghai, ma la Davis è un`altra cosa: «Siamo cinque ragazzi che danno tutto quello che hanno ogni volta che scendono in campo. Siamo una squadra molto unita, lottiamo tutti uno per l`altro. Stiamo cercando di raggiungere il nostro sogno e siamo bellissimi». […]

Spagna, che sorpresa. Fa fuori anche Zverev, e Alcaraz tifa per loro (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)

Come uno di quei titoli volatili in Borsa, le quotazioni della Spagna hanno oscillato giorno dopo giorno: ai massimi fino a lunedì (facile: aveva in squadra il numero 1 al mondo), in picchiata martedì (un intero Paese in lacrime per il forfeit di Alcaraz), in risalita giovedì (battuta la Repubblica Ceca ai quarti), di nuovo ai massimi in queste ore. Senza Carlitos, ha avuto ragione capitan Ferrer a puntare sui suoi uomini di fiducia, rinunciando al 14° del ranking Davidovich Fokina. La classe operaia che va in paradiso. Sì, perché la finale, fatte tutte queste premesse, è già un`impresa. Non era favorita contro i giovani talenti cechi Mensik e Lehecka, non era favorita contro la Germania del numero 3 Zverev. A questo punto, perché non sognare di riportare a casa la Coppa dopo sei anni? L`ultima volta, nel 2019, il leader era Nadal, a chiudere l`epopea di sei titoli in un ventennio. Erano i tempi del modello spagnolo, di Albert Costa e Ferrero, di Moya e dello stesso Ferrer, per non parlare, appunto, dell`inarrivabile Rafa. «Ora il modello è l`Italia», ci dice con una punta di invidia il direttore della Final 8 di Bologna, Feliciano Lopez, che contribuì anche lui a quei trionfi. Questa Davis è un`altra cosa. La formula della fase conclusiva, con due singolari e la “bella” del doppio, esaspera il fattore-sorpresa. Ed è questa una delle ragioni della scalata degli outsider spagnoli. Sia nei quarti sia in semifinale, il punto decisivo è stato portato da Marcel Granollers e Pedro Martinez, la coppia perfetta. Il primo, 39 anni, è un mostro sacro della specialità: ex numero 1, attualmente al 6° posto nella classifica di doppio, in questa stagione ha vinto Roland Garros e Us Open. Il secondo ha concluso in calo il tour (è 95° in singolare dopo essere stato 36° a febbraio) ma in Davis ha fatto l`en plein: sei partite vinte su sei, tra singolare e doppio. Dopo avere rischiato l`eliminazione a settembre contro la Danimarca di Rune (da 0-2 a 3-2), Ferrer ha puntato a Bologna su due singolaristi da battaglia. Il numero 1 è Jaume Munar, 28enne entrato solo in questa stagione nella top 50 (è 36°) […]. Numero 2 è Pablo Carreño Busta, 34enne ex top ten e oggi all`89° posto Atp, dotato di un gioco che si adatta bene a questi campi, tanto da rendere riduttiva l`etichetta di terraiolo doc: lo ha dimostrato ieri battendo Struff, con un pazzesco recupero nel tie break del secondo set (da 1-6 a 8-6). […] Come sempre, a distanza, ci sarà il supporto del grande assente. Alcaraz ha scritto sui social anche ieri: «Vamooooooos! Mañana a por la Copa Davis». Non serve la traduzione…

La vinciamo così (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Potrà sembrare un`ovvietà, ma il primo singolare avrà un`importanza capitale, perché Cobolli contro il Belgio ha dimostrato di essere un guerriero e porta la maglia azzurra stampata sulla pelle, ma tuttavia potrebbe avvertire la pressione qualora dovesse scendere in campo con la squadra in svantaggio e in un contesto così importante. Insomma, pur consapevoli del suo enorme potenziale, non ne conosciamo le reazioni in una situazione estrema: per questo un successo di Berrettini galvanizzerebbe subito l`ambiente e metterebbe Flavio nelle condizioni ideali. Matteo si esalta nel clima delle gare a squadre e non mi preoccuperei del fatto che giocherà la terza partita in cinque giorni: intanto ieri si è riposato e inoltre nei due match vinti contro Austria e Belgio non ha sprecato troppe energie. […] Carreno Busta è avversario esperto, che non disdegna le superfici veloci (due semifinali a New York), ma non ha il colpo che spacca e potrebbe anche soffrire la pressione ambientale. Sta invece giocando una grande Davis Jaume Munar, ritrovatosi n.1 spagnolo dopo la rinuncia di Alcaraz: il suo rendimento indoor ha sorpreso anche Ferrer, ma l`aggressività e il servizio di Cobolli, soprattutto se l`azzurro giocasse con la leggerezza del vantaggio, possono indubbiamente scardinarne le difese. Cosa potrebbe accadere invece se la finale dovesse essere decisa dal doppio? L`Italia, per meriti suoi, non ha dovuto ricorrere a questa soluzione, mentre la Spagna l`ha già esplorata due volte con altrettante vittorie, e dunque la sua coppia sarebbe più rodata; inoltre Granollers si sta confermando uno dei più forti specialisti del mondo. […] Le scelte italiane verrebbero ovviamente determinate dall`andamento dei primi due match, specialmente se Volandri dovesse pensare a Berrettini, ma non possiamo dimenticare che Bolelli e Vavassori sono tra le otto migliori coppie del mondo e quindi forniscono eccellenti garanzie: io mi fido di loro. Nel 1998 ebbi la fortuna di disputare da capitano l`unica finale che fin qui si era giocata in Italia e dunque sono consapevole di quale spinta possa dare il tifo del pubblico. Purtroppo in quell`occasione Andrea Gaudenzi, il nostro miglior giocatore, si infortunò già nella prima partita e praticamente la nostra avventura finì lì e non fummo in grado di sfruttare il calore del pubblico. Stavolta sarà diverso, anche nella malaugurata ipotesi di una sconfitta nel primo singolare avremo comunque la possibilità di rimettere in sesto la sfida e scrivere un`altra pagina di storia, e la passione di Bologna avrà un ruolo fondamentale sia nell`accompagnarci in caso di vantaggio acquisito sia nello spingerci qualora dovessimo produrci in una rimonta. Insomma, sono sempre stato critico su questa formula, ma il fascino della Davis, seppur sfigurata, resta impareggiabile.

C’è la Spagna tra l’Italia e la Davis (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

A Bologna sarà Italia-Spagna. Non quella di Sinner e Alcaraz che sognavamo un paio di mesi fa, ma quella di due movimenti solidi, con radici sane e gruppi coesi. Due scuole capaci di vincere e restare grandi anche senza i loro fuoriclasse. Gli azzurri di Volandri ripartono da un finale epico e da un gesto: la maglietta strappata da Cobolli dopo aver dato tutto per l`azzurro. In questa Davis è lui il nostro uomo copertina; in passato lo è stato Berrettini, quando c`è monopolizza tutto Sinner e, naturalmente, i suoi momenti di gloria li ha anche Musetti. Il tennis italiano è sempre più ricco, vario e di successo. La Coppa Davis aiuta a generare nuovi idoli e nuovi appassionati, soprattutto attraverso partite come quella che ha consacrato Cobolli – il più giovane del gruppo di Volandri – dopo aver annullato 7 match point a Bergs e averne falliti 6 in precedenza. Pragmaticamente, un comodo successo in due set sarebbe stato più incoraggiante, ma all`Italia servono anche serate così: dense di pathos e di eroi inattesi. Dopo tante polemiche, sorte per i motivi più sbagliati, è giusto che la Nazionale ritrovi il suo volto più autentico e genuino. Ha saputo fare lo stesso la Spagna di Ferrer, orfana dell`infortunato Alcaraz e del n. 2 Davidovich Fokina, al centro di vari dissidi con il capitano per la mancata chiamata. Due favole simili, ma diverse: gli iberici hanno ribaltato i pronostici contro Repubblica Ceca e Germania. Gli azzurri, pur senza Sinner e Musetti, godono di una profondità che è valsa loro i favori dei pronostici contro Austria e Belgio. Seppur di poco, sarà ancora così quando alle ore 15 Berrettini e Carreno Busta metteranno piede sulla SuperTennis Arena per il primo singolare. Dopo i due trionfi di Malaga, quello del 2023 sull`Australia e quello del 2024 sull`Olanda, adesso c`è l`occasione di fare la storia con un tris che arriverebbe nel primo dei tre anni di Final Eight a Bologna. […] Questa Davis ha dato tanto e può dare ancora di più agli azzurri. Cobolli, da giovane leader, è sempre più consapevole quando conta. Berrettini, arrivato a 10 vittorie consecutive in singolare con la maglia azzurra, dalla
Nazionale ne è sempre uscito più forte. E anche se non ha sconfitto rivali di primissima fascia, l`impatto emotivo resta tangibile. C`è poi il doppio Vavassori/Bolelli, scalpitante dopo la semifinale alle ATP Finals: non sono ancora stati necessari, ma oggi potrebbero essere determinanti in caso di 1-1. Pronto a dare una mano anche Sonego, tornato in gruppo dopo il ruolo da protagonista nel 2023 e rinfrancato da un finale di stagione positivo. […]

Ieri impresa contro la Germania (Pietro Corso, Corriere dello Sport)

L`ultima volta che l`Italia e la Spagna si sono affrontate in Coppa Davis, a settembre del 2006, il mondo era un posto diverso. Il nostro Paese aveva ancora negli occhi l`impresa nella Coppa del Mondo di calcio a Berlino, mentre nel tennis le cose andavano diversamente. Due interpreti però c`erano e ci sono ancora, seppur in vesti diverse: Filippo Volandri e David Ferrer. 19 anni fa si trovavano in campo nel “tie”, in cui le “Furie Rosse” sconfissero da favoriti gli azzurri per 4-1 a Santander. Oggi sono in panchina a guardare i propri ragazzi, sognando di tornare a sollevare “l`insalatiera d`argento”. Dopo la delusione del 2024 e le lacrime per il ritiro di Rafael Nadal, gli iberici sono arrivati a Bologna, tra le polemiche per la mancata convocazione del n.14 ATP Davidovich Fokina, con la speranza di rifarsi aspettando Alcaraz. Il n.1 del mondo li ha raggiunti dopo la finale di Torino, ma la gioia di ritrovarsi è durata il tempo di un esame strumentale che ha evidenziato l`edema ai bicipite femorale. Invece di abbattersi, i quattro uomini di “Ferru” si sono compattati, trovando energie che forse non sapevano di avere. Prima la vittoria nei quarti contro la Repubblica Ceca. Poi l`impresa contro la Germania di Zverev, nazionale favorita per la vittoria finale. Per i tedeschi non è bastato il punto portato dal n. 3 ATP, con Carreno Busta che ha alzato la voce contro Struff e l`altro sigillo dei doppisti contro due veterani della specialità come Krawietz/Puetz. «Tutti abbiamo portato almeno un punto, bisogna dare credito a questa squadra», ha detto l`ex n. 10 del mondo sottolineando la forza dei suoi. Gli azzurri partono con i favori del pronostico, ma non sarà una passeggiata di salute. […]

Destinazione Paradiso (Daniele Azzolini, Tuttosport)

E’ una Davis da vincere, ma non ancora vinta. Una Davis che fin qui ha offerto lacrime e sorrisi, infinite conferme e rassicurazioni. Ma non vede gli azzurri pienamente favoriti. Magari un po’, una lieve superiorità tutta da dimostrare. Dalla parte degli azzurri c`è la spinta di un pubblico che va oltre il tifo. Da quella degli spagnoli, i fasti ritrovati del numero due Pablo Carreno Busta, che ieri ha aperto le porte alla vittoria sui tedeschi, dando modo a Granollers di governare – tra i pochi che lo sappiano fare – il doppio decisivo. Italia e Spagna era il match dell`ennesima sfida tra Sinner e Alcaraz, sarà la finale degli “altri campioni”. Quelli che hanno fatto volare l`Italia. Le feste della Davis sono sempre bagnate e coinvolgenti, spesso liberatorie. Lacrime e champagne si mescolano, i turbamenti – se ci sono – sono pregati di accomodarsi all`uscita. C`è spazio soltanto per un presente che allarga i cuori. E l’Italia è a un passo dalla quarta Davis, la terza consecutiva, e se cercate un perché lo trovate proprio nelle immagini di festa che hanno colorato queste giornate bolognesi, negli abbracci tumultuosi che si stringono sugli azzurri. È l`Italia che ha il numero due, ed è un privilegio, e ha pure il numero otto, ma anche una squadra che ha mille doti da mettere in campo. Cuore, carattere e coraggio, le tre “C” che hanno fatto la differenza nei quarti con l`Austria e in semifinale con il Belgio. Ma ce n`è una in più, quella che batte più forte di tutte, l`amicizia. Il 2024 promosse l`alleanza complice e solidale di Jannik Sinner e Matteo Berrettini, in una edizione di Coppa Davis che il numero uno di allora volle giocare per permettere a Matteo, che l`anno prima si era fatto in quattro fuori dal campo, da vero uomo-squadra, per far sentire agli azzurri tutto il calore del tifo azzurro. Due tipi all`opposto, Jannik e Matteo, e forse proprio per questo destinati a diventare davvero amici. Berrettini accolse l`avvento di Sinner con grande affetto, schierandosi dalla sua parte, e lo stesso fece nella dura stagione delle accuse per il noto caso Clostebol. Era il ragazzino che gli sfilava la supremazia nel tennis italiano, ma Berretto seppe accogliere Jannik come una sfida a migliorare se stesso. E quest`anno è stato Jannik a invitare Matteo ad allenarsi assieme nella sua Monte Carlo, in uno dei periodi più incerti e dunque a rischio della carriera del tennista romano. Adesso i riflettori sono puntati su Flavio e Matteo, ma si tratta di un`altra amicizia, più familiare e di lungo corso. Due ragazzi di Roma cresciuti assieme sui campi dell`Aniene. Berrettini, sei anni di più, era il fratello maggiore. Cobolli si presentava ai primi tornei di categoria under 10 mano nella mano a Matteo, che gli faceva da accompagnatore ufficiale, altrimenti la mamma non lo avrebbe mandato. «Ringrazio Berrettini, perché quando lo vedo giocare in Davis mi ispira e mi insegna come devo comportarmi anch`io», ha detto Flavio l`altra sera, dopo aver battuto l`austriaco Misolic. E i cenni d`intesa tra Berrettini e papà Stefano Cobolli su che cosa avrebbe potuto, o dovuto, fare Flavio, nel terzo set più incandescente dell`intera stagione, contro il belga Zizou Bergs, hanno fatto da sinossi alle pagine più belle del match epico durato tre set e oltre tre ore per l`incredibile numero di quattordici match point complessivi. Pablo Carreno Busta viene da molti infortuni e qualche proposito di ritiro. Ha 34 anni, è stato numero 10 in classifica (nel 2017), gioca molti challenger, è risalito al numero 89 del ranking. […] Jaume Munar non ha mantenuto le promesse. Nadal avrebbe scommesso una bella cifra sul ragazzino, il primo di spessore a frequentare la sua Accademia. Ma la frenata, rispetto ai propositi iniziali, è stata forte. Ha 28 anni, maiorchino, numero 36 della classifica, il suo best ranking. Sempre combattivo e sempre pallettaro. […]

L’arma in più iberica è il doppio. Germania a casa (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Anche senza i big Carlos Alcaraz (e Alejandro Davidovich Fokina) e Jannik Sinner (e Lorenzo Musetti) saranno Spagna e Italia a contendersi la Coppa Davis 2025. Ventiquattro ore dopo l`affermazione degli azzurri sul Belgio, la squadra capitanata da David Ferrer, con solo quattro elementi a disposizione dopo il forfait per infortunio del n.1 del mondo, ha ancora una volta fatto leva su compattezza e spirito di gruppo per mettere a segno un`altra impresa contro pronostico in questa edizione che l`ha vista sgambettare la Danimarca nel turno di qualificazione in settembre e poi nei quarti a Bologna la più accreditata Repubblica Ceca. A cadere sotto i colpi delle `Furie Rosse` è stata la Germania, alla quale non è bastato calare sul tavolo un asso come Sascha Zverev (n.3 del ranking) per tornare a raggiungere una finale che manca da 32 anni, da quando ha alzato la mitica Insalatiera d`Argento nel 1993, fermandosi per la sesta volta in semifinale. Il primo pesante mattoncino nella costruzione dell`exploit iberico lo ha messo Pablo Carreno Busta, che con lucidità, pazienza e la giusta resilienza ha disinnescato la maggior potenza di Jan-Lennard Struff, ancora una volta poco concreto nei momenti cruciali. Come nel decimo gioco del 1° set, quando ha perso battuta e frazione (6-4), e soprattutto nel tie-break del 2°, condotto con autorevolezza fino al 6 a 1 dal 35enne di Warstein, che però poi, sempre più teso e pasticcione, non ha più raccolto un punto. «Ho cercato di rimanere calmo e di proiettarmi già verso il terzo set perché da quel punteggio è davvero complicato potercela fare – ha ammesso il 34enne di Gijon – Invece ho vinto i due punti successivi sul mio servizio, lui non ha più trovato la prima e questa è stata la chiave perché da lì abbiamo cominciato a scambiare dal fondo e lui ha iniziato a commettere qualche errore». A tenere accese le speranze teutoniche ha pensato Alexander Zverev, aggiudicandosi per 7-6(2) 7-6(5) il suo singolare. […] Peccato che il desiderio di Sascha di disputare una finale Davis non sia stato realizzato dalla coppia Kevin Krawietz e Tim Puetz, vincitori delle Finals 2024, sconfitti 6-2 3-6 6-3 da un superlativo Marcel Granollers e Pedro Martinez, capaci davvero di gettare il cuore oltre l`ostacolo, sostenuti senza pause dai tifosi fino allo smash che manda in delirio la Spagna, di nuovo in finale dopo il trofeo conquistato nel 2019. […]

Finale di famiglia (Stefano Semeraro, La Stampa)

Quindi sarà la Finale dei Senza: l`Italia dei Senza Sinner contro la Spagna dei Senza Alcaraz che in semifinale – mentre Carlitos si godeva la diretta dal tinello di casa e Jannik lucidava un ferro 7 – ha seccato l`unica nazione che in formazione aveva un top ten, la Germania di Sascha Zverev. Il n. 3 del mondo, tornato in nazionale dopo anni di renitenza solo per vedersi spegnere il sogno dalla classe (operaia) di Jaume Munar (n.36), Pablo Carreno-Busta (89), Pedro Martinez (95) e del doppista Marcel Granollers. Sascha il suo dovere l`ha fatto (7-6 7-6 a Munar), a tradire sono stati Struff, rispedito al mittente 7-6 6-4 dal 34enne Carreno, e il doppio Krawietz-Puez, sommerso dalla garra di Granollers e Martinez (6-2 3-6 6-3) l`eroe per caso che già nelle qualificazioni aveva salvato gli iberici orfani di Alcaraz. Per l`Italia, dal 1960 a oggi, è la Decima in Davis, la seconda che giochiamo in casa dopo Milano `98. Ne abbiamo vinte, per ora, tre: una con il formato classico, nel 1976 a Santiago del Cile, le altre negli ultimi due anni a Malaga, con Sinner mattatore. Stavolta non ci sarà neppure Lorenzo Musetti, […] del resto la Spagna ha deciso – per scelta umana più che tecnica – di fare a meno anche di Davidovich-Fokina, n.13. Ma le emozioni di Coppa, è la regola, non conoscono classifiche. Fra Italia – che prova a diventare la prima nazione dopo gli Usa nel 1971-73 a vincere tre Coppe consecutive – e Spagna circola piuttosto un`aria di famiglia, mediterranea e allargata. I precedenti dicono 7-6 per gli azzurri, le furie rosse però sono in striscia positiva da tre. L`ultimo urrah lo gridò Camporese a Pesaro, nel 97, rimontando il n.1 di allora Carlos Moya. Nella sfida più recente 19 anni fa a Santander, in campo c`erano i due capitani di oggi, Filippo Volandri e David Ferrer. «E pensare che Granollers ha giocato per due anni in Serie A con noi all`Aniene», sorride Vincenzo Santopadre, perno tecnico-sentimentale del clan italico in quanto ex-coach storico di Berrettini, attuale coach di Sonego, amico da sempre di papà Stefano Cobolli e padrino del figlio Flavio. Matteo ha raccontato di quando, sempre all`Aniene, faceva da baby sitter a Cobbo junior, che lo considera «un fratello, un punto di riferimento», Vincenzo sottolinea le lunghe partite, ma di pesca, che Stefano «il peggior pescatore della storia, ma un appassionato totale» infligge a tutto il clan: «L`unica volta che abbiamo preso qualcosa è stato durante la finale di Wimbledon fra Djokovic e Alcaraz, che abbiamo visto sul telefonino». Lui e Cobolli senior, papà e coach si sono «rimpallati» Berrettini dai 13 ai 18 anni all`Aniene, il periodo felicemente formativo in cui la squadra di Serie A ha fatto da palestra ad un gruppo che ora si trova con il cuore gonfio a lottare per la Davis, a fianco di Sonego – altro amico fraterno di Berrettini – e Vavassori e Bolelli che per ora non hanno toccato palla ma diventerebbero decisivi sull`1-1. […]

Italia-Spagna, è la finalissima di Coppa Davis (Carlo Galati, Libero)

E alla fine, da Torino a Bologna, il filo rosso del tennis mondiale resta sempre lo stesso: Sinner-Alcaraz, Italia-Spagna. Le due nazioni che non solo marcano il presente, ma dettano il futuro di questo sport. La finale di Coppa Davis 2025 diventa così la conclusione più logica: gli Azzurri, bicampioni in carica e in missione per un tris che avrebbe il sapore della dinastia, con una Spagna coriacea che a Bologna ha piegato la Germania 2-1 dopo l`ennesima maratona fatta di doppi e tie-break. Carreño Busta apre la strada, Zverev riporta tutto in equilibrio, poi il verdetto arriva dal doppio: Granollers e Martinez superano Krawietz e Puetz 6-2, 3-6, 6-3 e mettono il sigillo sulla finale. Una sfida che, anche senza Sinner e Alcaraz in campo, resta comunque l`emblema dei due movimenti migliori al mondo. […]

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