Coppa Davis – Credo che l’Italia sia favorita nella finale con la Spagna. Non lo era con la Germania. Ma Cobolli ha un altro impegno difficile
Cari lettori di Ubitennis
Questo mio editoriale oggi è un tantino particolare. Infatti, a causa di un terribile mal di testa che mi ha perseguitato per tutto questo sabato, nonostante abbia preso due Optalidon e due Advil, faccio fatica a tenere perfino gli occhi aperti.
Ma avevo fatto comunque i miei soliti due video giornalieri, uno per Instagram e l’altro per il canale Ubitennis su Youtube (al quale vi rinnoverei l’invito ad iscrivervi perché così ricevereste le notifiche di quando viene pubblicato).
E allora, grazie un sistema che consente di trascrivere quanto viene detto, non sentendomi in a grado di scrivere un editoriale completo – ed è passata mezzanotte – ho pensato di recuperare quanto ho detto a braccio nel video di stasera, registrato subito dopo che gli spagnoli avevano tenuto la loro conferenza stampa post vittoria sui tedeschi.
Per inciso parlando con uno del team tedesco posso dirvi che mi ha detto: “Dubito fortemente che Zverev rigiocherà ancora la Coppa Davis dopo questa brutta esperienza!”
Capisco che coloro che abitualmente mi seguono su YouTube si ritroveranno oggi a leggere quasi un doppione di quanto avranno già ascoltato, però non mi sentivo di fare diversamente e spero domani per la finale Italia Spagna di stare meglio e poter scrivere regolarmente.
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“Italia senza Sinner e Musetti, Spagna senza Carlos Alcaraz, però le due nazioni sono ugualmente approdate alla finale di Coppa Davis. Questo non era per nulla scontato. Diciamo che il cammino dell’Italia era più semplice, perché battere l’Austria e il Belgio con dei giocatori di classifiche abbastanza modeste era abbastanza prevedibile, se non proprio scontato. L’andamento del match Cobolli-Bergs dice che di scontato non cè quasi mai niente, nel tennis di alto livello. E soprattutto in Davis. Invece la Spagna ha fatto una bella impresa, perché prima ha affrontato la Cechia che aveva dei signori giocatori: Mensik, Machac e Lehecka. Poi, non abbastanza soddisfatta, la squadra capitanata da David Ferrer – uno che non mollava mai – ha battuto anche la Germania, che presentava a Bologna l’unico giocatore compreso fra i primi 15 del mondo, cioè Sascha Zverev numero 3. Gli spagnoli hanno vinto pur perdendo il match contro Zverev, come era abbastanza normale che succedesse, visto che Munar non poteva compiere miracoli. Anzi ha perso due set al tie break, quindi si è difeso piuttosto bene.
Bravi gli spagnoli che hanno vinto i doppi, e in particolare il doppio Granollers-Martinez contro i tedeschi Krawietz e Puetz, che normalmente in Coppa Davis sono ossi duri. Uno dei due tedeschi aveva vinto 21 partite su 22, l’altro 20 su 21, ed erano campioni del Masters del 2024. E invece Granollers e Martinez, sebbene Granollers giochi di solito con Zeballos da 7 anni, hanno vinto 6-3 3-6 6-3 conquistando il punto decisivo. Per me Granollers è il più forte doppista del mondo, oggi come oggi. Come chiude lui le volee, e come gioca strettini di dritto e di rovescio a una mano come lui, non c’è nessuno.
Ora tocca all’Italia misurarsi contro la Spagna. Mancano le star, però le due squadre hanno dimostrato di avere elementi validi. Cobolli è stato l’eroe della partita contro Bergs, ha annullato sette matchpoint, vincendo al settimo, 17 a 15. È sulle pagine di tutti i giornali con la maglietta strappata, il petto nudo che mostra i muscoli, il Gladiatore. Ha vinto una partita pazzesca, così emozionante che nel mio editoriale su Ubitennis ho scritto che in 50 anni di Coppa Davis ne avrò viste forse solo una decina di simili, e non so nemmeno quante ne ho viste: 300, 400, di più? Le prime da giornalista sono state nel ’74. Ma da raccattapalle, giudice di linea e tabellone segnapunti sono state nel ’59, ’60, ’62…Di emozioni ne ho vissute a profusione.
Cobolli ora dovrà giocare contro Munar, contro cui ha perso l’unico confronto diretto recentemente a Shanghai. Non si può stare quindi troppo tranquilli. Munar ha giocato questo sabato quindi ha un giorno in meno di riposo, ma anche Cobolli ha dovuto faticare dopo 3 ore e 4 minuti di durissima partita, con un tie break di 26 minuti contro Bergs, quindi potrebbe aver speso molto mentalmente.
L’altra partita è fra Carreño Busta e Berrettini – che scendono in campo per primi e i cui confronti diretti sono così antichi che risalgono al 2019 e secondo me contano poco – e bisogna vedere in che condizioni saranno i due oggi. Carreño Busta ha vinto contro Struff, vincendo il primo set 6-4, ma nel secondo era 6-1 sotto nel tiebreak ed è riuscito a fare sette punti consecutivi, con l’aiuto di Struff che ha sbagliato molte palle facili. Tanto di cappello a Carreño Busta, vecchio campione, semifinalista all’US Open, ex top 10, che sa affrontare i match importanti.
L’Italia forse è leggermente favorita. Ho scritto su Ubitennis nell’editoriale di sabato mattina che per me era meglio giocare contro la Spagna che con la Germania, perché con la Germania partivamo 0-1, con Zverev quasi sicuramente vincente e poi c’era il doppio tedesco che fino a ieri aveva statistiche impressionanti. Quindi meglio affrontare la Spagna, perché tutti e tre gli incontri appaiono equilibrati e quindi potremmo vincerli. Ciò non vuol dire però che l’Italia vincerà di sicuro. Se si andasse sull’1 a 1, contro Granollers e Martinez che lo affianca bene (anche se non così bene come Zeballos), non sarebbe certo una passeggiata per Bolelli e Vavassori. Oltretutto Bolelli ha anche qualche serio problema familiare, il papà non sta bene, situazione delicata da quasi tutto l’anno.
La Spagna ha vinto sei Coppe Davis, l’ultima nel 2019, la prima giocata a Madrid con la Caja Magica e la nuova formula. Nadal dette un contributo determinante. Sei Coppe Davis vinte e 4 perse in dieci finali. Gioca l’undicesima. L’Italia invece ne ha vinte tre: 1976, 2023, 2024 e ne ha perse 6. Questa domenica gioca la decima, la prima in casa dacchè perse nel ’98 quella con la Svezia di Norman, Gustafsson, Bjorkman e Kulti a Milano. Ora l’Italia cerca di vincerla per la terza volta consecutiva, cosa che non accade da quando ci riuscirono gli Stati Uniti tra il 1968 e il 1972, che la vinsero cinque volte di fila.
Le nazioni che l’hanno vinta tre volte di fila erano state la Francia negli anni ’20 (dal ’26 al 32 con i 4 Moschettieri Lacoste, Cochet, Borotra e Brugnon), il Regno Unito dal ‘34 al ‘36 con Fred Perry e Bunny Austin, poi gli Stati Uniti (32 volte) e l’Australia (28 volte), con tanti campioni straordinari. Sul sito Ubitennis, nel mio editoriale dell’altro giorno ho raccolto faticosamente tutti i giocatori vincenti dal dopoguerra: una volta la Coppa Davis era più importante di tutti gli Slam, fatta eccezione forse per Wimbledon. A vincerla erano tutti campionissimi. E tutti adoravano giocarla. Anno dopo anno. I tempi sono cambiati.
Riguardo a Italia-Spagna le cose stanno così: 7-6 per l’Italia nei precedenti. La prima nel 1932, vinta 4-1 dall’Italia. L’ultima vittoria italiana sulla Spagna risale al 1997 a Pesaro, 28 anni fa, quando Panatta schierò a sorpresa Camporese, ex top20 un quinquennio prima, ma retrocesso pesantemente in classifica in quanto vittima di vari infortuni, ma secondo Panatta l’unico che poteva battere Moya, fortissimo in quel periodo. E in effetti Panatta ebbe ragione: Camporese perse i primi due set al tie break con Moya, ma poi vinse terzo, quarto e quinto 6-1 6-3 6-3, quasi fosse diventato un maratoneta e un atleta come non era quasi mai stato. Furlan batté Albert Costa, futuro vincitore di un Roland Garros. Camporese e Nargiso conquistarono il terzo punto,l’Italia si portò avanti 3-0, e furono così inutili gli ultimi due incontri. Come dicevo sono passati 28 anni dal 1997.
Nel 2000 si va in Spagna e si perde 4-1. Sanguinetti e Gaudenzi perdono da Costa e Correja, mentre Balcells e Correja battono gli azzurri anche in doppio. Poi c’è il penultimo duello a Torre del Greco, dove incredibilmente l’Italia passa avanti: Seppi sorprende Juan Carlos Ferrero, il doppista aretino Bracciali (schierato causa infortuni/dissidenti, non ricordo se Volandri fosse tra i primi o tra i secondi) non può nulla contro Nadal, ma Bracciali/Galimberti clamorosamente battono Lopez/Nadal in doppio. Italia avanti 2-1, solo che Nadal rimette le cose a posto con Seppi e Ferrero batte Bracciali facilmente. Insomma si perde 3-2. Ultima partita a Santander, nei Paesi Baschi, risale al 2006. Ricordo con simpatia e dispiacere Bisteccone Galeazzi che si ingurgita chili di sandwich al caviale, purtroppo non c’è più, e mi manca, come naturalmente anche Rino Tommasi e Gianni Clerici. Volandri in quel match esordisce battendo Robredo, numero 6 del mondo, poi Seppi perde dal solito Nadal, Bracciali/Galimberti perdono da Nadal/Verdasco, Volandri viene battuto con onore da Nadal perché riesce a strappargli un set, infine Ferrer batte Seppi a risultato acquisito.
Ricordo altre partite particolari: Martin Mulligan, un australiano che ha vinto 3 volte gli Internazionali d’Italia e che ebbe anche un matchpoint contro Rod Laver in uno Slam nell’anno in cui Laver realizzò il Grande Slam del 1962, fu schierato fra le polemiche come oriundo (aveva una nonna italiana). Non fu praticamente più ripetuto l’esperimento dopo tantissime critiche che si abbatterono sulla Federazione, soprattutto per via della sconfitta. Non del tutto giustificate, visto che nella nazionale di calcio schieravamo Altafini, Sivori, Maschio, Angelillo e tanti altri, che erano oriundi come Martin Mulligan. Semmai era ridicolo storpiandogli il nome e farlo diventare Martino Mulligano!
Ricordo un’altra sfida vinta in Spagna: eravamo avanti 3-1 contro Orantes e Higueras, l’ultimo incontro non serviva, ma per rispetto al pubblico fu chiesto agli azzurri di giocarlo. Avrebbe dovuto giocarlo Zugarelli, che però non aveva portato le scarpe e la roba da tennis. Così all’ultimo momento convinsero Panatta a scendere in campo. Panatta si sacrificò e giocò di malavoglia, perse 6-1 6-0 contro Soler, impegnandosi fin dall’inizio così poco che la gente cominciò a fischiarlo e a insultarlo pesantemente. Lui per tutta risposta cominciò a tirare pallate ovunque fuorchè nel campo. Gli insulti crebbero a dismisura, finchè Adriano perse la testa e si buttò in tribuna a cazzottarsi con un gruppetto di spettatori facinorosi. Intervenne la sicurezza a separare i rissanti. Una scena indimenticabile!
Ma queste sono storie vecchie, ciò che conta è oggi domenica, la finale che ci potrebbe far vincere la nostra quarta Coppa Davis, la terza di fila. Quasi certamente giocheranno, a partire dalle 15, Carreño Busta e Berrettini nella sfida dei numeri due. E a seguire Munar contro…l’eroe di venerdì Cobolli. Lo penso e lo dico anche se le formazioni non sono ufficiali. Ma è difficile che i capitani cambino, visto che gli spagnoli che sono solo in quattro a seguito del forfait dell’ultima ora di Alcaraz, potrebbero soltanto schierare Martinez al posto di Carreno Busta, ma perché dovrebbero farlo? Granollers-Martinez giocano molto bene il doppio e l’hanno dimostrato vincendo contro i fortissimi tedeschi. Certo è strano pensare che questa squadra spagnola che nelle qualificazioni alle finali aveva dovuto salvare un matchpoint contro la Danimarca – fu Martinez ad annullarlo a Rune – si trovi in finale.
Questo è tutto qui da Bologna. Ho voluto raccontarvi qualche aneddoto e qualcosa che non tanti ricordano o sanno. Avrei potuto ricordare, già che ci sono, anche di Barazzutti in Coppa Davis che batté il grande Manolo Santana (anzianotto e meno performante ma pur sempre un grande giocatore) perché Panatta e Bertolucci erano stati squalificati per aver boicottato Wimbledon in solidarietà a Nikki Pilic, il tennista croato morto recentemente a 86 anni e che qui sono venuti a commemorare Djokovic, Becker e Ljubicic. Lo accenno alla fine, perché mi viene in mente adesso. Credo che alcuni di questi aneddoti non li possano raccontare in tanti. Io mi sono ricordato questi e me ne ricorderei tanti altri. Se volete servirvene…bene, mi fa piacere. E se invece no, con un clic sul cellulare, il tablet o il computer, è facile, potete sempre smettere di seguirmi. Io, con il mio mal di testa vi saluto e a risentirci, con chi vorrà, su YouTube, Instagram o qua, domani dopo la finale che mi auguro sia vinta dall’Italia. Secondo me siamo un filino più forti. Ma non vorrei che fosse il mal di testa a suggerirmi di scriverlo. Arrivederci a tutti”.
Ubaldo
p.s. In un altro articolo qui su Ubitennis troverete tutti i 13 incontri disputati da Italia-Spagna (7-6) con i dettagli, match per match.

