Coppa Davis, Cobolli: “Siamo una squadra unita, inseguiamo il nostro sogno”
Era il sogno del Flavio bambino, quello di giocare la Davis. Lo scorso anno Cobolli ha assaggiato l’atmosfera della competizione durante la fase a gironi, non riuscendo, però, a rientrare tra i convocati per la Final Eight, complice anche un infortunio che ne ha compromesso il finale di stagione.
Dopo una falsa partenza, il 2025 del tennista romano si è infiammato. Due titoli, l’ATP 250 di Bucarest e il 500 di Amburgo, i quarti di finale a Wimbledon e l’asticella del best ranking fissata al numero 17 a corroborare quanto di buono fatto. Mancava un ultimo tassello, la famosa ciliegina sulla torta di un’annata di crescita tennistica e personale. La Davis da protagonista.
“L’altro giorno, dopo la vittoria con Misolic ho detto che era la giornata più bella della mia vita e questa l’ha superata” racconta Cobolli in un’intervista sulle colonne della “Gazzetta dello Sport” dopo la vittoria che vale all’Italia la terza finale consecutiva, con quel tiebreak epico. “Sono felice, stanco, emozionato. Ho rischiato un po’, mi sono fatto un bel viaggio sulle montagne russe, ma il pubblico è stato straordinario, mi ha spinto, mi ha dato una grande mano e lo ringrazio per questo”.
Cobolli sulla finale: “Dobbiamo inseguire il nostro sogno. Siamo bellissimi”
Cobolli ha sempre dimostrato di tenere particolarmente alla maglia azzurra. Sotto questo punto di vista, il 2024 è stato un anno di delusioni, che necessitava di un riscatto immediato. Essere rimasto fuori dalle Olimpiadi di Parigi e dalla Final Eight di Coppa Davis aveva lasciato quell’amarezza tipica dei sogni sfumati per responsabilità da suddividere tra se stesso e le contingenze tennistiche che sfuggono dal controllo individuale.
Le defezioni dei numeri 1 e 2 d’Italia, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, ha caricato di responsabilità Flavio, divenuto improvvisamente il faro della squadra cui affidare le redini dei tie. Contro Austria e Belgio ha ereditato da Matteo Berrettini una situazione di punteggio di relativa sicurezza, consentendogli di mettere il punto esclamativo a entrambe le sfide.
“Siamo cinque ragazzi che danno tutto quello che hanno ogni volta che scendono in campo. Sono riuscito a portare a casa questa vittoria solo grazie a loro. Siamo una squadra molto unita, lottiamo tutti uno per l’altro. Lorenzo è stato straordinario, anche Matteo. Bolelli e Vavassori si stavano già preparando per il doppio. Stiamo cercando di raggiungere il nostro sogno. Siamo bellissimi” confessa emozionato il numero 22 del mondo.
Contro Zizou Bergs, Cobolli ha avuto bisogno di tutto ciò che ha potuto mettere da parte per gli ultimi scampoli di stagione. Dopo un primo set da manuale, Flavio non è riuscito a domare il rientro prepotente del belga. Il finale è ormai noto: il tiebreak chiuso 17-15, l’esultanza rabbiosa con la maglia strappata per la troppa adrenalina e la grande umanità che lo ha portato a consolare il suo avversario in lacrime per una partita da sette match point non sfruttati.
“Effettivamente di solito non rompo la maglietta. A volte ci ho anche provato a dire la verità però non ci sono mai riuscito” scherza sull’esultanza finale. “Stavolta forse la maglietta non era troppo solida…O forse l’adrenalina mi ha aiutato”.
Poi è già tempo di focalizzarsi sulla finale. Le possibili avversarie sono la Spagna orfana di Carlos Alcaraz e la Germania di Alexander Zverev, unico top 10 presente a Bologna.
Alla domanda se abbia una preferenza, Cobolli risponde: “No, non pensiamo a queste cose. Sono entrambe squadre molto forti ma adesso dobbiamo goderci questa bellissima giornata per qualche ora”.
Flavio si approccia alla prima finale di Davis della carriera. Sicuramente godrà del sostegno dei compagni di squadra che, nelle edizioni addietro, hanno accumulato quell’esperienza da poter mettere a disposizione.
“Questa è la terza finale dell’Italia, noi pensiamo tutti insieme, come un gruppo. Ragioneremo un punto alla volta e io se sarò chiamato in causa cercherò di farmi trovare pronto. Dobbiamo inseguire il nostro sogno”.
Cobolli dedica la vittoria alla famiglia e a Bove: “Ciò che è successo a Edoardo mi ha cambiato. Questa vittoria è per lui e per la mia famiglia”
In tribuna, gli affetti non hanno mai lasciato solo Cobolli. Gli occhi attenti della famiglia e degli amici fraterni hanno accompagnato ogni punto e i loro volti spesso sono stati traditi dalla tensione dei momenti più concitati.
Papà Stefano da sempre sdoppia il suo ruolo, tra allenatore e genitore, e non può che raddoppiare l’orgoglio.
“Nel tempo il nostro rapporto si è evoluto, equilibrato” confessa Flavio. “Non sempre è facile dividere i due ruoli, ma entrambi siamo cresciuti da questo punto di vista. Questa vittoria è anche sua”.
A fine partita suo fratello Guglielmo non è riuscito a trattenere le lacrime.
“Lui è metà del mio cuore. Abbiamo quasi sei anni di differenza, ma andiamo molto d’accordo. Quando può, viene sempre a vedermi”.
Cobolli non ha potuto fare a meno di dedicare il successo ai suoi genitori, al fratello e all’amico fraterno Edoardo Bove, con la speranza che possa tornare a inseguire il suo sogno dopo il malore dello scorso dicembre quando indossava la maglia della Fiorentina.
“Sono molto legato a Edoardo, e ciò che gli è capitato mi ha cambiato in qualche modo” confessa emozionato. Flavio e Edoardo sono cresciuti insieme, tra il calcio e il tennis. “Ho capito che non bisogna mai dare per scontatala fortuna di fare quello che si ama, di giocare partite come queste”.

