Rassegna stampa – E’ il giorno dell’Italia; Alcaraz, no alla Davis
Difendiamola (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
La maledizione di Coppa appieda uno degli eroi più attesi e dilata le ambizioni azzurre. Alcaraz si arrende all`infortunio patito durante la finale del Masters contro Sinner ed è già a curarsi a Murcia, così secondo i signori dei pronostici la sua assenza ribalta le quote per la vittoria della Davis 2025: la Spagna favorita della vigilia sale da 2 a 7.50, l`Italia scende da 4 a 2,5 mentre Repubblica Ceca e Germania a questo punto si dividono con 5 le chance di diventare la seconda forza. Non si esulta delle disgrazie altrui, e di certo non lo faranno capitan Volandri e i suoi ragazzi, consapevoli che i match per l`Insalatiera nascondono insidie ad ogni anfratto contro qualunque avversario, ma senza Carlitos (che avremmo trovato nell`eventuale finale di domenica) l`inseguimento al terzo titolo consecutivo appare più agevole. La sfida di oggi alle 16 contro l`Austria, nei voti, non avrebbe comunque dovuto suscitare timori, tuttavia l`ombra del numero uno del mondo aleggiava sulle Finali di quest`anno popolando i pensieri delle altre sette nazionali. E invece Alcaraz ha preso un volo per casa già ieri mattina, subito dopo aver ufficializzato una rinuncia che era nell`aria fin da domenica sera: «Sono davvero dispiaciuto di annunciare che non potrò giocare con la Spagna la Coppa Davis a Bologna. Ho un edema all`ischiocrurale della gamba destra e la raccomandazione medica è di non competere. Ho sempre detto che giocare per la Spagna è la cosa più grande che ci sia e mi entusiasmava molto poter aiutare a lottare per l`Insalatiera. Me ne torno a casa con dolore… Non sempre le cose vanno come vorresti… Ora devo tornare a casa e riprendermi il prima possibile, così da poter essere lì per la pre-stagione e iniziare l`anno nel migliore dei modi. Tiferò la squadra da casa». Tra l`altro, il regolamento impedisce al capitano Ferrer di poterlo sostituire, e dunque la Spagna si ritrova con quattro giocatori e Munar, 36 del mondo, come improvvisato numero uno. […] Ora per l`Italia di Volandri testa all`Austria, la squadra meno accreditata tra le otto finaliste ma proprio per questo forte della serenità di chi non avrà nulla da perdere. E poi, oltre alla responsabilità di dover confermare i due titoli degli ultimi due anni, per di più senza Sinner e Musetti, si aggiunge la pressione di una finale in casa, evento che nell`ultrasecolare storia della Davis per noi è accaduto solo una volta in precedenza, nel 1998 a Milano con la Svezia (perdemmo 4-1). Serviranno nervi saldi e carisma, qualità che dipingono il ritratto di Berrettini, la cui presenza nella prima partita degli azzurri è tuttavia in dubbio per un fastidio alla schiena (si deciderà stamattina): «Quando si è convocati si sogna di giocare partite come queste e ti dai sempre la chance di essere pronto per tutto quel che può succedere. Quando si entra in campo con la maglia della Nazionale, si sente la responsabilità di dare tutto, che si vinca o si perda, e lo si fa insieme. Sarà dura ma non penso di avere un ruolo diverso rispetto agli altri, in squadra siamo tutti uniti e pronti». […]
Matteo e Flavio in pole position (Pietro Corso, Corriere dello Sport)
Mai come quest`anno una chiacchiera ha tirato l`altra ma adesso, come sempre e come giusto che sia, l`ultima parola spetta al campo. Dopo il bis di Malaga e i forfait di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, l`Italia campione in carica torna in campo per la Final Eight di Coppa Davis. Lo fa alle ore 16 contro l`Austria dell`ex numero 8 ATP Jurgen Melzer, che ha tutto da guadagnare. Quello odierno è il settimo scontro diretto tra le due nazionali, con l`Italia che conduce 5-1 nei precedenti e ha perso l`ultima (e unica) sfida nel 1990. […] L’Italia non ha ancora sciolto le riserve su chi scenderà in campo a Bologna Fiere. Nella giornata di lunedì sulla SuperTennis Arena è sceso in campo Matteo Berrettini insieme allo sparring Jacopo Vasamì, mentre ieri si sono visti Flavio Cobolli e lo stesso “The Hammer”. Ciò potrebbe essere indirettamente una conferma sui due singolaristi che apriranno la Final Eight, con Lorenzo Sonego che si siederebbe in panchina. Ma in Davis, si sa, tutto può cambiare all`ultimo minuto. Ciò che è stato sotto gli occhi di tutti è la crescita di condizione del romano classe 1996, già capace lo scorso anno di caricarsi i suoi sulle spalle insieme a Sinner. In caso di parità, ci sarebbero ovviamente Simone Bolelli e Andrea Vavassori pronti a dire la propria nel doppio decisivo per la qualificazione in semifinale.
Anche Alcaraz abbandona (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
E’ successo tutto nella notte tra lunedì e martedì: i compagni non hanno fatto in tempo a salutarlo che Alcaraz era già diretto a Murcia. Il numero 1 del mondo non giocherà la Coppa Davis e domani, senza di lui, la Spagna esordirà contro la Repubblica Ceca. La buona volontà non era mancata. Nonostante il problema accusato nel match contro Sinner alle ATP Finals, Carlitos era comunque arrivato due giorni fa a Bologna. Poi sono attivati gli esiti della risonanza al bicipite femorale destro e il consulto con il suo medico personale, Juanjo Lopez. La diagnosi: edema muscolare. Giocare avrebbe significato correre un rischio troppo alto. Nella notte anche il dottore della nazionale ha confermato il verdetto, e il capitano David Ferrer ha preso atto senza discussioni, pur restando orfano della sua stella. I compagni, andati a dormire nel dubbio, lo hanno scoperto solo al mattino, eccezion fatta per l`ex top 10 Pablo Carreno Busta, che scenderà in campo da secondo singolarista: «Carlos mi ha scritto un messaggio dicendomi `preparati`. Io sono pronto». Da possibile grande favorita, la Spagna ora si ritrova outsider contro la Repubblica Ceca. In singolare giocheranno Munar e Carreno Busta, mentre il doppio toccherà a Granollers e Pedro Martinez. Gli iberici, peraltro, si erano già presentati a Bologna senza il loro n. 2, Davidovich Fokina, Il numero 14 del mondo aveva declinato la disponibilità in due occasioni prima di questa Final Eight, di conseguenza Ferrer non lo aveva scelto quando doveva consegnare i primi 4 nomi. La decisione non era piaciuta a Davidovich, che poi, chiamato come quinto membro, non ha dato l`ok. In conferenza è stato chiesto al capitano iberico se oggi rimpianga la gestione del giocatore, ma la replica è stata secca: «Prossima domanda, non risponderò». Tra un Alcaraz al limite dell`infortunio, un Sinner prudente che preferisce concentrarsi sulla preparazione e un elenco crescente di scontenti (vedi Zverev che non ha ritrattato le parole di Torino) prende sempre più piede la proposta di disputare il torneo in un ciclo biennale e tornare definitivamente al formato tradizionale con le trasferte. […] «Con questo calendario è difficile che ogni anno ci siano i migliori – aveva spiegato Sinner con lucidità-. Purtroppo non ho mai giocato la vera Coppa Davis, quella con trasferte in Argentina o Brasile dove l`intero stadio tifa. Se a Bologna si giocasse Australia-USA non sarebbe la stessa cosa del format tradizionale». La visione dell`altoatesino coincide con quella del suo rivale spagnolo: «Rappresentare il proprio Paese è un privilegio enorme. Se si giocasse ogni due o tre anni sarebbe ancora più speciale e i giocatori si impegnerebbero di più. Non
si può giocare ogni anno». […]
Forza ragazzi! Ora tocca a voi (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Centoventicinque anni di Storia e una patina leggendaria di competizione fuori da ogni schema, nella quale i pronostici saltano come pop corn in una teglia sul fuoco. La Davis è sempre stata la Coppa dei ribaltoni. Una prova per cuori duri e animi temprati. Difficile anche per i campioni, perché il peso dei colori nazionali si fa sentire sulla scorza di tutti, dei più forti e dei più duri, e capita di scoprire che cosa sia “il braccino” anche contro avversari che in un qualsiasi torneo non sarebbero andati oltre il ruolo di sparring partner. In Davis (la Davis di un tempo, si dirà, ma a certe caratteristiche anche la nuova Davis non è stata in grado di rinunciare) si scoprivano le proprie bestie nere, Panatta ne aveva una – Franois Jauffret, si chiamava – che aveva un`aria mesta da vecchietto malvissuto, ma anche due gambette nodose che lo portavano ovunque. Ivan Lendl conobbe in Coppa il disonore di un doppio sei-zero, e fu proprio Adriano a infliggerglielo sulla terra rossa del Foro. Altri, come Jimmy Connors, la evitavano come la peste, e quelle poche volte che accettarono di giocarla, fu chiaro il perché di tanta diffidenza. Gli scossoni prendevano forma sussultante quando l`arbitro decretava il via all`incontro, ma le Finali a Otto di Bologna, che oggi vedranno la discesa in campo dell`Italia contro l`Austria, hanno introdotto un`interessante variazione su tema. Lo scossone propedeutico, quello che arriva prima del via e cambia ugualmente le carte in tavola. Talmente violento, in questa occasione, da azzerare tutto ciò che è stato detto e scritto fino a pochi giorni fa. No Sinner niente Musetti e addio anche ad Alcaraz, per un edema all`ischiotibiale che deve essere assorbito… Così, i numeri della sfida hanno ribaltato i pronostici. Con Musetti e Cobolli l`Italia manteneva il primato di squadra da battere. La somma delle classifiche dei primi due singolaristi (8 Muso, 22 Cobbo) dava cifra tonda, 30. Migliore di quella ceca (17 Lehecka, 19 Mensik, totale 36) e di quella spagnola (1 Alcaraz, 36 Munar totale 37). Seguivano la Francia priva di Humbert (64), l`Argentina senza Baez (81), la Germania (87), il Belgio (129) e l`Austria (256). Fuori Musetti e Alcaraz, è la Czechia la squadra da battere, seguono Italia (61, con Cobolli e Sonego), Francia, Argentina, Germania, Belgio, quindi la Spagna di Munar e Carreno Busta (125) e l`Austria. Ma i numeri, come sempre, non dicono tutto. Una squadra che può assumere valore strada facendo è la Germania, che al fianco di Zverev, numero 3 del ranking, schiera Struff, oggi numero 84, in realtà giocatore sempre pericoloso su una superficie indoor e con Kravietz e Puetz, che nel Round Robin delle Finals hanno superato Bolelli e Vavassori, vanta uno dei doppi migliori in gara. Gli azzurri partono dall`Austria (oggi, ore 16), un match che li vede favoriti, ma che merita la massima attenzione. In campo Cobolli e Berrettini, forse… Con l`opzione Sonego (più che discreti i suoi ultimi risultati) da non scartare sia per il ruolo da numero uno, al posto di Cobolli, sia per quello da numero due (Berrettini). […] A Matteo Berrettini la squadra chiede anche un ruolo diverso da quello di giocatore esperto (e imbattuto in Coppa a Bologna). Dovrà fungere da capo squadra, da guida. Avversari Filip Misolic, numero 79 del ranking ATP e Jurij Rodionov, numero 177. […]
Moutet, che follia, poi ci pensa Bergs. Belgio in semifinale (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)
Nella prima sfida delle finali bolognesi di Coppa Davis, che hanno individuato l`eventuale avversario dell`Italia in semifinale (il Belgio), c`è un fotogramma che, più di tutti, resterà a lungo impresso. Non è la posa da Hulk inscenata da Bergs dopo aver conquistato il punto decisivo contro Rinderknech. […] Riavvolgiamo il nastro all`incontro tra i numeri 2. Moutet è avanti di un set e lotta per trascinare Collignon al tie break: 6-2 5-6 15-15. Il punto è praticamente cosa fatta, ma lui, anziché giocare un comodo smash, tenta il colpo tra le gambe. Errore e svolta del pomeriggio. Perderà il servizio, il parziale (7-5) e, con un doppio fallo conclusivo, il terzo set (7-5), aprendo la strada al 2-0 a sorpresa del Belgio sulla Francia, completato dal chiaro successo di Bergs su Rinderknech per 6-3 7-6 (4). Clown In conferenza, inevitabilmente, la prima domanda è su quella follia. Corentin, a cosa stavi pensando? «Cosa vuoi che ti dica? È stato il colpo migliore da giocare? Non ne sono sicuro. Era la scelta migliore in quella situazione? Nemmeno di questo sono sicuro. Posso dire però che l`ho fatto molte volte. La gente dice che sono un genio quando lo faccio. Ora probabilmente diranno che sono un clown. È così che mi sento adesso». Moutet, n.35 del mondo, l`estroso personaggio del tour che incanta la platea con le sue magie e irretisce gli avversari con il servizio da sotto, è fatto così. Prendere o lasciare. Nulla di tutto questo, però, scalfisce i meriti di Collignon (86° posto nel ranking), già protagonista a settembre del trionfo belga in Australia, con tanto di primo scalpo di un top ten (De Minaur): rimontona dopo più di tre ore, nonostante i crampi. «C`era un`atmosfera incredibile, è stato un match folle. All`inizio ero molto teso, poi il capitano Darcis, che è anche il mio coach, mi ha dato delle indicazioni e da lì ho preso fiducia e ho capito di poter lottare alla pari», la gioia di Collignon. […]
La Francia è eliminata. Urlano i Diavoli rossi (Roberto Bertellino, Tuttosport)
La prima sorpresa dalla Final 8 di Davis Cup a Bologna è giunta nella giornata inaugurale. Dopo 28 anni il Belgio è tornato a battere la Francia, numero 6 del ranking e lo ha fatto al termine dei due singolari. A “sparigliare” le carte ha pensato Raphael Collignon che nel match tra i numeri 2 delle rispettive formazioni ha superato in rimonta il talentuoso ma “scriteriato” Corentin Moutet. Il belga si è imposto 2-6 7-5 7-5, con merito e approfittando delle pazzie tecniche del rivale, che sul 6-5 Collignon nel secondo parziale ha giocato un game inguardabile condito da due doppi falli é un tentativo di demi-volée sotto le gambe a dir poco leggero e mal riuscito. Così ha rovinato quanto di buono fatto in precedenza e bocciato la scelta di capitan Mathieu che lo aveva preferito a Mpetshi-Perricard: «Non sono sicuro – ha detto in conferenza stampa Moutet – che fosse il colpo giusto da fare. Se dovessi rigiocarlo lo farei in maniera diversa. Ero molto teso in quel momento e ho pagato lo stress. La responsabilità quando giochi per il tuo Paese è più grande e non ho molta esperienza in Davis». Bravo poi Collignon a chiudere il set e ripetersi nel terzo, ancora concluso con un doppio fallo del mancino francese: «Sono molto felice – ha sorriso Collignon al termine – per aver portato il primo punto alla mia squadra. In avvio ero molto teso e lui ha giocato bene, comandando gli scambi. Poi il capitano, che è anche il mio coach (Steve Darcis n.d.r) mi ha detto le cose giuste e ridato fiducia. C`era un`atmosfera incredibile e guardando sia la panchina che i nostri tifosi ho trovato sempre più forza». Collignon, che in stagione era già riuscito a sconfiggere un top ten come Alex De Minaur, pur sofferente per i crampi, ha passato il testimone a “Zizou” Bergs. Contro di lui il francese Arthur Rinderknech, uno dei più in palla a fine stagione come ricorda la finale nel
1000 di Shanghai giocata e persa contro il cugino Vacherot. […] La prima frazione è volata via veloce con Bergs che l`ha chiusa 6-3. Nella seconda il break conquistato dal belga nel quinto gioco sembrava aver indirizzato definitivamente il match verso di lui. Bergs ha però sentito a sua volta la tensione quando è andato a servire sul 5-4 per chiudere. Rinderknech ha reagito e ripreso per un attimo le redini del confronto, salendo sul 6-5 e procurandosi anche un set point. Il belga, sostenuto dal capitano, si è però rifugiato nel tie-break dove grazie a un passante stretto di rovescio è andato al cambio campo sul 4-2. Il primo match point è arrivato sul 6-3, quello realizzato poco dopo, per un piccolo salto nella storia. […]

