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Rassegna stampa – Sinner per il bis, Musetti a due partite dalle Finals

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Il re delle Finals (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Lasciate che i bambini vadano a lui. Lo guardano estasiati come si ammira una divinità celestiale, ne ascoltano le parole come il sermone di un profeta e alla fine vogliono toccarlo, abbracciarlo, quasi a estrarne la linfa vitale di uomo e campione di successo. E pure lui, Sinner, il numero uno del mondo e sovrano in carica delle Atp Finals, quando si ritrova in mezzo ai ragazzi sveste l`aureola di fenomeno titanico per ritrovarsi giovane tra i giovanissimi, ricordando quando toccava a lui seguire le gesta degli idoli. La passione genuina degli allievi delle scuole tennis piemontesi gli regala un`ora di sorrisi e divertimento nel tradizionale evento organizzato al Nike Store, dopo che a mezzogiorno Jannik ha provato per la prima volta il Centrale della Inalpi Arena (e oggi replicherà dalle 11 all`una con uno sparring d`eccezione, l`arcirivale Alcaraz per una sessione di allenamento che promette di essere esplosiva). All`appuntamento pomeridiano dallo sponsor, Jannik si presenta con Vagnozzi e Cahill, a testimoniare la filosofia che da sempre permea il team: il trionfo del singolo è sempre l`apoteosi del lavoro di gruppo, tutti per uno e uno per tutti. Da un paio d`ore, peraltro, il detentore del titolo ha conosciuto gli avversari del suo girone, intestato a Bjorn Borg, e sicuramente la sorte ha voluto riservare al figlio prediletto una carezza benevola: Djokovic e Fritz, le alternative più solide al solito duopolio Jannik-Alcaraz, sono finiti dalla parte di Carlos. E così la Volpe Rossa si ritroverà a sfidare Zverev, Shelton e uno tra Auger-Aliassime e Musetti, quando l`intrigo dell`ultimo posto disponibile sarà finalmente sbrogliato. Con Sascha, due volte vincitore del torneo (2018 e 2021, nella prima edizione a Torino) Sinner è avanti 5-4 e lo ha sconfitto tre volte quest`anno, due negli ultimi 15 giorni, a Vienna e a Parigi. Con Shelton è 7-1 e lo ha battuto nei quarti al 1000 parigino una settimana fa, mentre con il canadese ha vinto a Cincinnati, agli Us Open e in finale domenica scorsa in Francia, e con Muso è 3-0. Insomma, la difesa della corona e del numero uno del mondo parte sotto il segno del Rosso, anche se è difficile immaginarlo in ambasce contro qualsiasi rivale che non sia Alcaraz. E di certo Torino, negli ultimi due anni, gli ha regalato momenti indimenticabili: «Sono super contento di essere tornato qui e di finire la stagione in Italia, è molto emozionante e spero di godermi una grandissima settimana. Credo le Finals siano diventate per me il torneo più importante di quest`anno, voglio finire bene». […] «Dopo la riconquista del primato ho fatto pochi festeggiamenti — confessa Sinner alla platea dei ragazzi seduti davanti a lui — perché dovevo partire subito per Torino, però mi sono concesso un hamburger e una Coca Cola. Quando vinco, condividere è la cosa più bella, il successo è un modo per ringraziare chi mi ha aiutato a raggiungerlo. Simone e Darren hanno personalità diverse, ma ci unisce la passione e poi a tutti e tre non piace perdere». Vagnozzi scherza ricordando che a Vienna e a Parigi Jannik ha trionfato senza di lui e quindi sarà difficile farsi accettare di nuovo al box, ma poi ai piccoli tifosi spiega il segreto dell`alchimia perfetta del team: «Intanto, Jannik è un tale esempio di professionalità che è lui a motivare noi. E poi nessuno si sente superiore all`altro, Darren aveva un curriculum straordinario eppure si è messo al nostro livello». Il coach australiano, dal canto suo, illustra quale sia la lezione che non bisogna mai dimenticare: «La perfezione non esiste, bisogna tendere solo al miglioramento. La nostra chiave è il rispetto reciproco e quello per gli avversari». E quando si tratta di individuare, in un giocoso quiz, cosa piaccia di meno a Jannik, la risposta è univoca: la sconfitta. Una parola che non appartiene al vocabolario degli dei.

Sinner-show, “Ma so dove batterti…” (Elvira Erbi, Tuttosport)

Una volpe rossa, i pinguini e tanto tennis. Di tutto un po` all`Inalpi Arena di Torino, sede dell`avvenimento più suggestivo in chiusura di stagione. Solo grandi tra i grandi, a ogni livello. Gli incontri alle Atp Finals sono strani e… sorprendenti. Succede che Jannik Sinner, tra una seduta e l`altra, si ritrovi a contatto con i Pinguini Tattici Nucleari, tra i protagonisti insieme a Max Pezzali del Grand Opening Show ieri sera. […] E i cantanti si trasformano in tifosi emozionati. Figurarsi in tribuna, dove staziona una tribù numerosissima e rumorosissima di bambini. […] Il boato che accoglie il rosso e il suo staff è pazzesco. Tanto affetto si ripaga con un sorriso grande così e il solito saluto con la mano alta. A dopo per l`abbuffata di selfie, autografi e quant`altro. L’allenamento sul centrale con Alex De Minaur, ormai un dassico quando conta e quando serve per affinare la condizione, si trasforma in una sfida nella sfida, perché il rosso che infiamma il pubblico italiano, e non solo, non vuole mai perdere, nemmeno a
bocce con le palline, figuriamoci nel suo sport. Botte da orbi, dritti e rovesci, sventagliati e lungolinea, ace da sballo con ohhhh di ammirazione da parte della platea. Il Demone australiano a un certo punto… applaude. Sorrisi e simpatia a go-go. D`altronde, il giorno prima, interagendo sui social, Alex aveva scritto il messaggio di sfida sotto al post di Sinner sul pomeriggio trascorso ai Roveri: a golf, il fenomeno non sembra ancora al top, anche se sta migliorando, come da copione. «Penso che finalmente potrei batterti in qualcosa», scrive Alex in riferimento a quel testa-a-testa che lo penalizza oltremodo con l`altoatesino: 12 match, 12 successi per il numero 1 (e quella sola partita di Parigi 2023 non disputata). […] La simulazione procede con il nostro che impera e la folla che si esalta, seppur a un certo punto indirizzata al silenzio dallo speaker. E tutti zitti… Ma quando arriva Carlitos Alcaraz, in staffetta con Sascha Zverev, il derby dei leader finisce sugli spalti. Anche lo spagnolo ringrazia la gente e fa gesti da attore consumato. E sono i Sincaraz a dare la scossa, in allegria. Abbracci, risate fra i due, dialoghi tipo: sei andato a giocare a golf senza di me, dobbiamo rimediare; no, non cominciare… Ragazzacci che oramai insieme sono una bomba. E oggi alle 11 e alle 12 si ritroveranno da una parte e l`altra della rete per la doppia sessione comune. Torino l`eletta raccoglie questo successo senza confini. Lo spot che annuncia le Finals è avvincente. E Sinner è un tutt`uno con l`ambiente: «Non c`è posto migliore per chiudere la stagione. Sarà un torneo molto importante per tanti fattori, sono contento di essere qui e di dare il mio massimo. È anche l`ultima competizione di quest`anno, cerchiamo di finire in modo positivo. Speriamo in una bella settimana – le parole al Nike Store, di fonte ai giovani interlocutori -. È un torneo speciale, abbiamo poche possibilità di giocare in Italia, finire qui è bello». Con Darren Cahill c`è anche Simone Vagnozzi, i due allenatori in simbiosi con il campione. Scatta il quiz. Facciamo un gioco: chi conosce meglio Jannik? Vi faremo delle domande e voi scriverete le vostre risposte. Chi è stato il primo idolo di Jannik? Vagno: «Andreas Seppi». Darren: «Chiunque abbia guidato una macchina di F1». Jannik: «È Seppi, ma anche la risposta di Darren è buona». La rivelazione: «La mia più grande paura è il buio. A volte dormo con le luci accese, oppure lascio la finestra aperta così la luce entra nella stanza quando giunge il mattino». […] Il rituale. Vagno: «Negli ultimi tornei non ero con loro, ci siamo sentiti dopo e ci siamo mandati lo stesso messaggio per 2 settimane». […] I colpi preferiti… dividono. Darren: «Dritto». Jan: «No, rovescio lungo linea». E poi la “lite” di Parigi con il rosso che aveva accusato quelli all`angolo di stare seduti. Cahill: «E’ colpa mia». Jannik: «No, non lo è». Cahill: «Sì, lo è. Noi allenatori dobbiamo capire quando è il momento giusto, nessuno è perfetto». E il n.1 aggiunge il segreto dei due coach: «Ogni tecnico che ho avuto è stato diverso, con qualcuno mi sono trovato meglio, con altri peggio. Loro due hanno la stessa mia passione. Abbiamo uno stile di vita diverso, ma siamo felici perché a volte facciamo anche altro, tipo giocare a golf Però lì Darren è imbattibile. Comunque, non ci piace perdere». Che poi è la chiave per vincere.

“Sinner si motiva da solo” (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Se li hai battuti tutti, più volte, potrebbe diventare quasi superfluo analizzare il sorteggio riducendosi a bene o male. Jannik Sinner parte da favorito: nel gruppo Borg come nelle Nitto ATP Finals. Alexander Zverev, Ben Shelton e chi la spunterà tra Felix Auger-Aliassime e Lorenzo Musetti nella estenuante corsa verso Torino. Sono questi, in ordine di classifica, i tre avversari di round robin dell`altoatesino. Tre di questi quattro li ha battuti non più di una settimana fa nella marcia trionfale di Parigi che lo ha riportato, seppur per una sola settimana, in vetta al ranking mondiale. Nell`eventuale derby con Musetti, qualora dovesse qualificarsi in extremis, comanda con un netto 3-0 nei precedenti. Ma come anticipato il ragionamento sarebbe stato molto simile anche con gli altri contendenti, quelli del Gruppo Connors. Oltre a Carlos Alcaraz, che per ovvi motivi non poteva incrociare il proprio destino con Jannik nella fase a girone, ci sono Novak Djokovic – che non scioglie le ultime riserve -, il finalista dello scorso anno Taylor Fritz e Alex de Minaur. Paradossalmente, se Musetti non dovesse qualificarsi ma dovesse arrivare la rinuncia di Djokovic, l`azzurro prenderebbe il posto del serbo e dunque in eredità riceverebbe il Gruppo Connors. Ma sono ragionamenti contorti e superflui, ai quali è meglio aspettare la realtà dei fatti. Fortunatamente dall`anno prossimo non ci sarà più questo problema, con la Race che culminerà ufficialmente con il Masters 1000 di Parigi. […] Ovviamente al via delle Finals ci sono anche Andrea Vavassori e Simone Bolelli, settima coppia del seeding. Sorteggiati nel gruppo Peter Fleming se la vedranno contro le seguenti coppie: Cash/Glasspool (1), Granollers/Zeballos (3), Krawietz/Puetz (6). Ancora non sono noti i giorni d`esordio di Sinner e rivali, dovrebbero essere resi noti questa sera, a due giorni dalla giornata inaugurale di domenica. Intanto Jannik ieri si è allenato per la prima volta all`Inalpi Arena con l`australiano Alex de Minaur, mentre nel pomeriggio è stato protagonista di un incontro con dei ragazzi delle scuole tennis al Nike Store di Via Roma. Insieme a lui anche Simone Vagnozzi e Darren Cahill, con i quali sono nati dei bei siparietti. Per esempio il team ha scherzato sul momento di frustrazione che ha visto Jannik rimproverare il coach australiano a Parigi: «Ho sbagliato io che non mi sono alzato quando ha brekkato, bisogna capire in fretta alcuni momenti», dice Darren tra il serio e il faceto, per poi essere subito giustificato da Jannik: «Non sono un giocatore facile. A volte sono nervoso e chiedo più supporto, ma altre non ne voglio troppo. Comunque quando si discute o c`è un confronto ci si chiede scusa e si va avanti. Sono una persona
che sbaglia tanto, non sono perfetto o altro. Simone e Darren sanno essere onesti con me
». Poi Cahill, che ancora non ha fatto sapere se seguirà Jannik nel 2026 o si dedicherà alla famiglia come inizialmente programmato, ha tessuto gli elogi del suo allievo: «Devi rispettare gli avversari e tutte le persone che ti circondano. La cosa bella di Jannik è che non crede di essere più importante di nessuno in questa stanza». A queste parole fa eco Vagnozzi: «La cosa incredibile di Jannik è che non ho mai dovuto spingerlo, viene sempre tutto da lui. Viene al campo con voglia di allenarsi e per lui non è stato un peso. La motivazione a migliorarsi viene da lì». […]

Alcaraz-Sinner, ossessione da n. 1 (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Il sorteggio c`è stato. La preghiera è di attenersi a ciò che ne è sortito, senza svolazzi di fantasia, ché le ali potrebbero sciogliersi al calore della realtà. Djokovic c`è, gioca. Ed è finito dalla parte di Alcaraz. Se poi non ci sarà, qualcuno ci metterà una pezza. Come, è tutto da vedere. La logica direbbe di sostituire un nome con un altro, in modo da non cambiare niente tranne la casella oggi assegnata all`antico Djo del tennis. Ma le regole potrebbero non essere d`accordo, di solito non lo sono quando devono confrontarsi con la semplicità. E se le regole impongono che il Djokovic numero 4 di queste Finals debba essere sostituito con un altro numero 4, allora la casella di Djokovic dovrebbe prenderla Shelton, che al momento è dalla parte di Sinner, e sarebbe tutto da rifare. Mi attengo dunque, al sorteggio. Gruppo Connors e Gruppo Borg, i due gironi eliminatori. Nel primo ci sono finiti Alcaraz, Djokovic, Fritz e De Minaur. Nel secondo, quello di Sinner, vi sono precipitati Zverev, Shelton e uno tra Auger-Aliassime e Musetti, ormai divisi da una manciata di punti nella Race. Anche ieri Lore ha vinto, contro Muller, ed è in semifinale. A due match dalla qualificazione. Da giocarseli però contro Korda, che di tanto in tanto si ricorda di essere un ottimo giocatore di tennis, e lo stesso Djokovic. Stando così le cose, il gruppo facile sarebbe quello di Sinner. Zverev non sta benissimo, ha un problema abbastanza serio alla caviglia, la stessa del tremendo infortunio subito al Roland Garros contro Nadal, nel 2022. Il tedesco vuole esserci, lui le Finals le ha vinte già due volte, una anche a Torino, ma conta anche di potersi battere al meglio. Contro Sinner, il rischio di non andare oltre un game è alto assai se non sei al 100%, come nella semifinale di Paris La Defense, chiusa per l`appunto sul sei-zero, sei-uno a favore dell`italiano. Sinner è 5-4 con Zverev, e quest`anno l`ha battuto tre volte su tre: finale a Melbourne, finale a Vienna e appunto la semifinale nell`Atp di Parigi. Con Shelton è 7-1, e anche per l`americano tre sconfitte nei tre confronti del 2025, in semifinale agli Australian Open, nei quarti a Wimbledon e nei quarti all`indoor di Parigi. Poi Felix Auger-Aliassime, con il quale Jannik era 0-2 a inizio stagione. Ora è 3-2. […]. Infine Musetti. Nei precedenti, Sinner è avanti 3-0. Quest`anno un solo confronto, nei quarti degli US Open. Alcaraz corre per il numero uno di fine anno. E Sinner corre dietro ad Alcaraz. Le Finals mettono in palio 1500 punti. Pagano 200 punti ogni vittoria nel Round Robin, 400 punti per la semifinale, e 500 per il successo finale. Tra Alcaraz e Sinner ballano al momento 1050 punti. Se l`italiano ripeterà il successo di un anno fa, sarà Alcaraz a dover rimediare almeno 500 punti per mantenersi in testa. Come? Vincendo tutti e tre i confronti del Round Robin, per esempio. Ma potrebbero bastarne due, se riuscirà poi ad aggiudicarsi la semifinale. Nessuno sa ancora in che vesti si presenterà a Torino. A Parigi, dove «tutto funziona al meglio» come fece in tempo a spiegare, si è fatto liquidare da Norrie. Sembrava quasi che la racchetta gli pesasse fra le mani. Ha uno strano rapporto lo spagnolo con gli ultimi mesi della stagione. Negli ultimi quattro anni, dopo gli US Open, ha raccolto una semifinale a Basilea nel 2022, la semifinale a Pechino (Sinner) e quella alle Finals (Djokovic) nel 2023, il successo a Pechino nel 2024 e quello di Tokyo quest`anno. Non pochissimo, ma neanche molto come si vede. E il suo girone non è il più semplice. […]

Nel girone di Sinner le sue vittime preferite (Carlo Galati, Libero)

Il sorteggio è il primo passo formale, il gong che inaugura la settimana finale di una stagione lunghissima, quella che mette i galloni al Maestro, quella che cristallizza le gerarchie. A Torino quel colpo è risuonato nitido: le Nitto ATP Finals entrano nel vivo, e al centro della scena c`è Jannik Sinner. In pectore numero uno del mondo, campione in carica, il volto non soltanto del tennis azzurro ma di tutto il movimento sportivo italiano che guarda a Torino con la speranza di chiudere il cerchio di una stagione iniziata con la vittoria in Australia. Le urne hanno definito i due gruppi, anche se una casella resta ancora sospesa. Da una parte la sicurezza assoluta: Jannik è la testa di serie del gruppo Bjorn Borg, affiancato da Alexander Zverev, Ben Shelton e dal vincente della corsa a distanza tra Lorenzo Musetti e Felix Auger-Aliassime. Dall`altra, nel gruppo Jimmy Connors, comanda Carlos Alcaraz, con lui Taylor Fritz e Alex De Minaur. L`ultimo nome dipende da Novak Djokovic: il serbo è formalmente presente, ma la sua partecipazione resta ancora in bilico. Se ci sarà, avremo un round robin da batticuore. Se non ci sarà, il posto andrà ad Auger-Aliassime, con Musetti potenziale prima riserva. Lo sguardo dell`Italia tutta si concentra sul gruppo Borg, quello di Sinner. Perché la composizione racconta una storia precisa: Sinner con Zverev, Sinner con Shelton, Sinner con uno tra Musetti e Aliassime. Poteva andare meglio? Visti i precedenti non c`è da lamentarsi: con Zverev non perde da quella maratona di oltre quattro ore agli US Open 2023, una delle notti che hanno segnato la sua crescita mentale. Con Shelton, l`unico ko risale a Shanghai dello stesso anno, finale punto a punto. Con Aliassime bisogna tornare a Cincinnati 2022 per trovare un successo canadese. E Musetti? Mai vincente contro Sinner. Il parziale complessivo degli ultimi due anni dice 14-0 per Jannik contro i possibili avversari del girone. Ridurre il tutto solo agli “head to head” però sarebbe riduttivo: Alcaraz a parte, anche con gli altri giocatori del girone Connors i precedenti sono dalla parte di Sinner. La distanza, soprattutto nel post New York, sta nel modo in cui Jannik entra in campo oggi: miglior servizio, maggiore attitudine alla rete e capacità di togliere tempo all`avversario come fosse naturale, soprattutto indoor. Un anno fa è diventato campione qui, davanti a un Paese intero: un titolo che non ha solo aggiunto un trofeo, ma ha cambiato la sua percezione nei confronti di tutti, iscrivendolo al girone dei dominatori. L`Italia del tennis però guarda anche verso Atene alla variabile emotiva che si chiama Lorenzo Musetti. Il carrarino alle Finals non è più solo suggestione, ma una possibilità concreta. Gli bastano due vittorie ad Atene per diventare lui il quarto del gruppo Borg. Ieri ha fatto il primo passo: 6-2 6-4 ad Alexandre Muller, avversario stanco ma non arrendevole. Oggi sfida Sebastian Korda: bilancio 2-2, ultimo incrocio indoor a Metz vinto dallo statunitense. Due ostacoli più mentali che tecnici. Se vince Atene, entra alle Finals. Se non ci riesce, dentro Aliassime. E se Djokovic decidesse di fermarsi, si aprirebbe un raro incastro: Felix ottavo, Musetti prima riserva, pronto ad entrare comunque. Proprio per questo motivo «gli orari – ha spiegato il presidente ATP Andrea Gaudenzi – verranno comunicati al più tardi domani sera (stasera ndr), in base ai risultati di Atene». […]

Musetti, altre due vittorie (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)

Il sogno ATP Finals continua. Lorenzo Musetti ha liquidato in due comodi set uno stanco Alexandre Muller ed è approdato in semifinale nell`ATP 250 di Atene, tenendo vive le speranze di qualificazione per Torino. Tutto facile per il carrarino, che ha avuto la meglio per 6-2 6-4 in un`ora e 20 minuti ed è sempre stato in controllo del match. Una vittoria comoda che ci voleva proprio, specialmente dopo il sofferto esordio contro Stan Wawrinka. Agevolato dal fatto che l`avversano fosse reduce da una battaglia di oltre tre ore nel turno precedente, Lorenzo non ha mai corso rischi e ha centrato la 24a semifinale ATP in carriera, la settima del 2025. «La chiave è stata il servizio, che mi ha permesso di essere più aggressivo, soprattutto sul dritto. Sono contento perché mi sono adattato su una superficie veloce, ma devo pensare partita dopo partita e prepararmi al meglio per la semifinale» ha dichiarato l`azzurro. Il suo prossimo avversario sarà lo statunitense Sebastian Korda, n. 52 ma con un passato in top 15 prima dello stop a causa di una frattura alla tibia. «Sebastian è molto forte sui campi duri» ha poi ricordato Musetti, memore delle due sconfitte subite proprio sul cemento indoor. In realtà il bilancio complessivo nei precedenti è di 2-2, ma l`ultimo confronto risale al 2022. Appuntamento alle ore 18. Sono quindi due le vittorie di cui ha ancora bisogno Musetti per scavalcare il canadese Felix Auger-Aliassime, che lo precede di
110 punti nella Race e staccare il pass per Torino. […]

Musetti vince ancora e intravede la Mole (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Ancora due vittorie per essere a Torino da protagonista e non riserva. E` la missione di Lorenzo Musetti, che raggiungendo le semifinali nell`Atp 250 di Atene resta in corsa per qualificarsi alle Atp Finals: per scalzare Felix Auger-Aliassime dall`8° posto nella Race (3845 punti) deve alzare al cielo il trofeo, arrivando in quel caso a quota 3885. L’azzurro, trovatosi a due punti dall`eliminazione mercoledì contro Stan Wawrinka nel suo match d`esordio nella capitale greca dove è seconda testa di serie, si è imposto per 6-2 6-4 nei quarti, dopo un`ora e 20` di gioco, sul francese Alexandre Muller. Il 23enne di Carrara si è così preso la rivincita per il confronto perso in tre set due anni fa sulla terra rossa di Marrakech con il 28enne di Poissy, che ha vissuto la sua miglior stagione (è n.43 del ranking dopo essere arrivato al 38° posto ad agosto). Una buona prestazione da parte del toscano, che non ha concesso chance all`avversario, sicuramente affaticato dopo aver annullato match-point sia al 1° turno contro Jan-Lennard Struff sia nel 2° contro Tomas Martin Etcheverry (Muller nel terzo game del secondo set si è toccato la gamba sinistra palesando difficoltà negli spostamenti e cercando di accorciare gli scambi il più possibile). «Sono partito meglio rispetto al giorno precedente e ho giocato meglio in generale. La chiave è stata il servizio e questo mi ha dato la fiducia per essere più aggressivo in campo, specialmente con il dritto. Questo è quello che devo fare su questa superficie, sono contento», l`analisi di Lorenzo per una partita con appena 8 gratuiti e ben 27 vincenti complessivi. Musetti nella sua 24a semifinale a livello Atp affronta stasera lo statunitense Sebastian Korda (n.52), con cui è in parità sul 2-2 il bilancio dei testa a testa: «E` un giocatore forte, e adora giocare indoor. Sarà dura, devo prepararmi al meglio e rimanere concentrato su me stesso e fare ciò che è necessario». […]

Musetti a due passi dal sogno Torino (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)

Mancano due partite, solo due partite. Lorenzo Musetti prosegue la sua corsa verso le Atp Finals. Mentre a Torino è già festa con Sinner e Alcaraz, ad Atene c`è chi lotta ancora per sostituire il proprio nome alla X scritta a penna sul gettone del sorteggio. È vero, il capoluogo piemontese ha accolto Jannik da star. Ma tutta Italia sogna la storica doppietta. Dal 1970 – prima edizione del “torneo dei maestri” – non è mai accaduto che si qualificassero due italiani. Nel 2021 Sinner era riserva e subentrò all`infortunato Berrettini. Quest`anno Musetti non vuole accontentarsi del ruolo di “alternate”. Ieri, nei quarti contro il francese n.43 del mondo Alexandre Mueller, ha ritrovato serenità, concentrazione e la consistenza dei giorni migliori, lasciando solo sei giochi a un avversario già in partenza meno attrezzato e per di più sfiancato dalla maratona di tre ore del giorno prima contro Etcheverry. Primo set senza storia (6-2); nel secondo, il francese ha giocato sciolto ma Lorenzo ha piazzato il break in avvio e non lo ha mollato più (6-4), chiudendo la pratica in un`ora e 21 minuti. Bene così, anche perché a questo punto della stagione centellinare le energie può fare la differenza: Lorenzo è al 21° torneo e, dopo una sola settimana di pausa post-Us Open, ha continuato a giocare senza mai fermarsi. […] Manca l`ultimo sforzo. Anzi, gli ultimi due. Musetti, nono nella classifica Race, deve necessariamente vincere ad Atene per sorpassare Auger-Aliassime: con i 250 punti (tolto lo “scarto” di 10 di Parigi) salirebbe da 3685 a 3925 punti, contro i 3845 del canadese rimasto ai box. Oggi sarà di nuovo in campo, per la semifinale, contro Sebastian Korda, n.52 Atp e figlio d`arte (il padre Petr conquistò gli Australian Open nel 1998). I precedenti dicono 2-2: lo statunitense si è aggiudicato le due sfide sul duro indoor, ma risalgono al 2021 e al 2022. «Contro Mueller ho giocato meglio che al debutto. Ora mi aspetta un match difficile, ma devo restare concentrato su me stesso e fare ciò che è necessario», ha detto Lorenzo. Dall`altra parte del tabellone, Novak Djokovic ha battuto il portoghese Borges 7-6 6-4, pur senza brillare. Oggi affronta il qualificato Hanfmann, predisponendosi a recitare la parte di terzo incomodo tra Musetti e il sogno Finals. Sempre che, alla fine, decida davvero di raggiungere Torino. 

L’evoluzione dei maestri (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

È un rapporto tribolato, complicato e complesso quello che ha visto il tennis maschile azzurro alle prese con le Finals. È sempre stato così. Dopo Panatta nel 1975 a Stoccolma, Barazzutti a New York nel 1978, abbiamo dovuto aspettare 41 anni per ritrovare un nostro rappresentante impegnato nell`atto finale del circuito. Per questo dobbiamo ringraziare Berrettini, che nel 2019 a Londra e nel 2021 a Torino ha portato sul campo il tricolore. Il suo ritiro alla fine del primo set nel match inaugurale del 2021 contro il tedesco Zverev a causa di un problema addominale ha spalancato le porte al giovane Sinner, in quell`edizione presente come riserva. In quel momento chi l`avrebbe mai detto che questo ragazzo della Val Pusteria sarebbe poi diventato quello che è oggi? Dopo la vittoria nel 2024, il numero uno del mondo si appresta a difendere il titolo conquistato l`anno scorso. Qualificarsi alle Finals di per sé è già un evento clamoroso. È da tanti, da troppi sottovalutato. Accedi a Torino solo dopo aver superato le forche caudine di un circuito infernale, attraverso tornei giocati in cinque continenti. Dopo esserti messo in mostra sotto il caldo torrido australiano, sulla terra europea, sull`erba inglese, sul cemento americano e poi sull`indoor a fine anno. Prima quello asiatico e poi ancora quello europeo. In altura, o sul livello del mare, attraversando fusi orari, con abitudini alimentari diverse, scendendo in campo magari la mattina alle 11 oppure nella tarda serata. Uno sforzo non solo fisico ma anche mentale che logora. In nessuno sport è richiesta una tale adattabilità alle varie situazioni. E proprio per questo rientrare tra i primi otto della classifica al termine di questo tour de force significa essere dei grandissimi. Ma tutto ciò poi non sarebbe neppure sufficiente se non si fosse in grado di programmare al meglio la stagione, evitando di arrivare poi alla fase finale con il fisico debilitato e la mente offuscata. Saper rinunciare a un torneo in favore di un richiamo ed essere in grado di ascoltare e capire il proprio corpo è un`esigenza basilare anche se da pochi compresa a dovere. Dopo le quattro prove dello Slam, le Finals sono sicuramente il torneo più ambito da parte dei giocatori per mille motivi. Noi l`abbiamo sempre seguito con interesse, quando si giocava a New York, a Stoccolma, piuttosto che a Londra. Ovviamente anche per l`assenza di giocatori italiani era sempre visto come un frutto proibito, un qualcosa che non ci coinvolgeva al cento per cento, riservato agli appassionati di tennis, ma non alla massa dei tifosi di oggi. Questo per due motivi. Il primo è la presenza di Sinner. Con i suoi successi si sono tutti quanti riscoperti tifosi di tennis. Il secondo è il fatto che adesso da qualche anno le Finals si svolgono in Italia, a Torino, e quindi si può toccare con mano e vedere da vicino quello che accade, quello che fanno i giocatori, come si preparano. […] Nel tempo le Finals sono state vinte solo da grandi campioni, ma ognuno di loro è stato un fuoriclasse nella propria epoca. Se dovessi fare un paragone direi che Sinner è un Djokovic 2.0 per mille motivi. Ma allo stesso tempo Jannik è già molto lontano dai Nadal, dai Federer e dai Murray che insieme al serbo hanno segnato l`epoca tennistica più vicina all`azzurro. Negli anni il mondo è cambiato, di conseguenza anche il tennis ha conosciuto una naturale evoluzione. Mentre negli Anni 70, quando a trionfare erano i vari Smith, Nastase, Vilas e Connors, si andava a una velocità ridotta. Ora stiamo conoscendo un altro mondo, un`altra epoca dello stesso gioco. In 55 anni è cambiato l`attrezzo, sono cambiate tante cose all`interno del punteggio, degli arbitri, dei giudici di linea. Mille cose si sono evolute. Pensiamo solo alle riprese televisive: come si vedeva il tennis prima e come viene proposto oggi. […] Da non sottovalutare l`evoluzione fisica. Adesso sono tutti alti, fisicamente molto più prestanti di prima. Si va a duemila all`ora, non c`è il tempo di riflettere. Purtroppo si è sempre giocato su superfici dure, quasi sempre al coperto, proprio perché siamo a fine stagione. Non c`è mai stato un Masters sulla terra. È l`unica pecca di questo torneo. Durante la stagione si gioca sempre su tutte le superfici, in tutti i continenti, poi però questo torneo si disputa sempre a livello indoor, anche perché la stagione si conclude in Europa e i giocatori non hanno nessuna intenzione di volare da un`altra parte del mondo. Vogliono chiudere qui una stagione iniziata a gennaio. […]

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