Da Parigi a Parigi: Sinner torna n. 1 e fa 66 settimane in vetta. Come resistere all’assalto di Alcaraz?
Parigi è sempre una buona idea. Era il 4 giugno 2024 quando Jannik Sinner diveniva il numero 1 del mondo in pectore – per l’ufficialità si è dovuto attendere, come di consueto, l’aggiornamento del ranking del lunedì – nell’ovazione del Philippe Chatrier. L’azzurro si era fatto largo grazie alla vittoria all’Australian Open, preludio di una stagione trionfale, ai limiti dell’irripetibile, se non si trattasse di Sinner.
Infatti, nel 2025 Jannik è tornato in campo con nuove consapevolezze, con lo status di chi ai trofei unisce la costanza e la continuità di risultati. Fino a toccare le 65 settimane consecutive al numero 1. Adesso, grazie al successo al Master 1000 di Parigi, si appresta ad iniziare la 66sima al comando del ranking. E stavolta a celebrare il traguardo è stato un altro stadio: San Siro, con un emozionante tributo.
Da Parigi a Parigi: 65 settimane in vetta (più una)
Da quel pomeriggio di inizio giugno sembra passata un’eternità. Non solo perché il calendario tennistico soffre di un horror vacui perenne, destinato persino ad aggravarsi. Ma anche e soprattutto perché nella carriera del campione azzurro si è aggrovigliata una serie di eventi che ha dilatato la percezione del tempo. Niente, però, ha scalfito Sinner e il suo tennis. Il caso clostebol avrebbe potuto seriamente minarne la seconda metà di stagione, ma il campione altoatesino ne è uscito con la mentalità da fuoriclasse, contando sul supporto del suo team – almeno dei membri fissi del gruppo di lavoro come Simone Vagnozzi e Darren Cahill, dati gli avvicendamenti nelle posizioni di fisioterapista e preparatore atletico.
Il trionfo allo US Open e il punto esclamativo ribadito alle ATP Finals hanno contribuito a creare un solco in classifica tra lui e gli inseguitori. E in questa stagione Jannik ha ripreso da dove aveva lasciato: vincendo l’Australian Open. È pur vero che nel tennis i gap nel ranking non sono mai definitivi, è insito nei calcoli dei punteggi, ma il vantaggio di Sinner era talmente sostanzioso che, pur con una sospensione di tre mesi, nessuno è riuscito a minacciare la sua prima posizione. Neppure due avversari agguerriti come Carlos Alcaraz e Alexander Zverev. Entrambi coveranno i rimpianti a lungo, in particolare il tedesco che aveva una grande opportunità, a tre anni di distanza dalla prima, infrantasi nel grave infortunio alla caviglia del Roland Garros.
Al fenomeno di Murcia, invece, ci sono volute una primavera e un’estate da sogno, con nove finali consecutive e sei titoli, per potersi sedere di nuovo sul trono del numero 1. La vittoria proprio su Sinner allo US Open ha in qualche modo legittimato il suo ritorno in vetta e ha segnato il momentaneo passaggio di consegne, destinate a fare avanti e indietro nei prossimi anni.
Cosa succede adesso: Alcaraz favorito per il n. 1 a fine stagione, ma Sinner ha margine per sperare
Poi è arrivato lo spaccato di stagione che esalta maggiormente le caratteristiche tennistiche dell’azzurro, con Alcaraz che pare soffrire ancora le condizioni indoor. Il successo back to back Vienna-Parigi – e la contemporanea eliminazione all’esordio di Carlos in Francia – ha riportato Sinner sul tetto del mondo tennistico. Un primato che pare poter avere una scadenza precisa, ovvero le ATP Finals, dove Jannik deve difendere 1500 punti, mentre lo spagnolo ne scarterà solamente 200. Considerando che adesso l’azzurro e Alcaraz sono separati solamente da 250 lunghezze – 11500 contro 11250 – è difficile immaginare uno scenario alternativo rispetto al 6 volte campione Slam che termina il 2025 da numero 1.
Complicato non è sinonimo di impossibile, però. Jannik non è padrone del proprio destino in questo caso, ma c’è qualche incastro che potrebbe favorire un finale diverso. E Sinner deve confermare il titolo a Torino in ognuno di questi, possibilmente da imbattuto.
Se dovesse trionfare senza perdere match, Alcaraz non dovrebbe vincere i tre match di round robin né arrivare in finale. 
Se si riproclamasse “maestro” perdendo una partita nel girone, a Carlos basterebbero invece due vittorie in Piemonte.
Infine, se Sinner dovesse portare a casa le Finals con un solo incontro vinto nel girone, lo spagnolo dovrebbe lasciare Torino con un en plein di sconfitte.
Insomma, l’artificio dei calcoli matematici è sempre pronto ad avvolgere il mondo del tennis. In ogni caso, il campione azzurro rimpinguerà ancora le proprie statistiche. Come ha ricordato lo stesso Jannik, l’attenzione deve essere tutta focalizzata alla prestazione tennistica. Tutto il resto viene di conseguenza. Perché dopo New York era pressocché improbabile azzardare una previsione circa un sorpasso ai danni di Alcaraz a appena 56 giorni di distanza. Eppure è successo nella capitale francese. Nella medesima città che ha celebrato insieme all’azzurro il raggiungimento del traguardo la prima volta.
Da Parigi a Parigi. Dalla terra rossa al cemento indoor. È sempre Jannik Sinner.

