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Il direttore dell’Open del Canada rivela: “Il 1000 saudita sarà prima di Indian Wells. C’è bisogno dei migliori giocatori in campo”

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Era nell’aria da tempo e ora è ufficiale. Dal 2028 l’Arabia Saudita ospiterà il decimo ATP Masters 1000 stagionale. Sull’argomento si sono già espressi top player come Jannik Sinner e Sascha Zverev, per un torneo che non sarà obbligatorio e avrà un tabellone da 56 giocatori, che quindi si daranno battaglia per una sola settimana, proprio come nei 1000 di Parigi e Monte Carlo. L’introduzione di questo evento non si sa ancora come andrà a impattare sul calendario e sugli impegni dei tennisti, che già da anni si lamentano dell’eccessiva lunghezza della stagione e dell’‘obbligo di partecipazione’ a determinati eventi (tra virgolette perché, come spiegato di recente dallo stesso Sinner, un giocatore può comunque saltare questi tornei a scapito però di ingenti somme di denaro, bonus e punti).

Si sa però che l’innesto di questo decimo ATP Masters 1000, categoria nata nel 1990 e denominata in questo modo dal 2009, sarà possibile grazie all’acquisto di alcune licenze di tornei da parte dell’ATP, che quindi sacrificherà alcuni 250 e 500 in favore del 1000 saudita, il quale verrà organizzato probabilmente su campi outdoor nel mese di gennaio o febbraio. Queste informazioni le sappiamo grazie a un’intervista di Ben Rothenberg, per il suo sito ‘Bounces’, al direttore del 1000 di Toronto Karl Hale, che ricopre questo ruolo da ormai due decenni. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni.

Il circuito ATP si espande

“Penso che il 2028 sarà un anno importante per il tennis. Per come si sta evolvendo il nostro sport, siamo in competizione con i principali campionati degli Stati Uniti e con la Premier League. Se vogliamo essere ai vertici dello sport abbiamo bisogno che i migliori tennisti giochino insieme più spesso e in tornei più importanti. L’aggiunta di un evento in Arabia Saudita ci aiuta molto in questo senso. Penso che parte di questo sia dovuto al fatto che ci saranno soldi in un fondo di riacquisto per aiutare i giocatori, eliminando così alcuni dei tornei che ingombrano il calendario. Penso che tutti ne trarranno vantaggio: i tifosi vinceranno avendo tornei migliori e più importanti e questo renderà il tutto un po’ più appetibile anche per i giocatori”.

Riacquisto delle licenze e un nuovo calendario

“Nell’ambito di questo accordo è stata stanziata una certa somma di denaro per riacquistare tornei 250 e 500. Non ricordo l’importo esatto, ma è una cifra considerevole. Il tennis è in un ottimo momento grazie alle nostre stelle, Alcaraz e Sinner (di cui si è però lamentato nel mese di agosto a causa della loro assenza dal torneo di Toronto, ndr). I montepremi stanno crescendo enormemente. Quest’anno si è parlato molto della durata dei tornei. Ma penso che il riacquisto di alcuni eventi dal calendario aiuterà i giocatori in questo senso. Per quanto riguarda i tennisti, che sono il nostro prodotto, avranno bisogno di tempo per adattarsi al nuovo calendario. Lo stesso è accaduto in passato con il coaching in campo, il live calling elettronico… non sono stati accolti subito molto bene da parte di tutti i giocatori. Anche le partite della domenica non erano molto apprezzate, ma ora tutti le stanno accettando (si riferisce agli Slam che ora iniziano con le partite del tabellone principale la domenica; tutti fuorché Wimbledon, ndr). Quindi, la cultura si adatterà se è la cosa giusta da fare. E la cosa giusta per il tennis è che dobbiamo essere competitivi con tutti gli altri sport.

Collocazione temporale del torneo e superficie di gioco

“Ci saranno alcuni tornei 500 e alcuni 250 [le cui licenze verranno riacquistate, ndr]; più tornei 250 che 500. Inoltre, quando entrerà nel calendario l’evento saudita, ci saranno alcuni cambiamenti anche in altri tornei a seconda della data concordata dai sauditi. Sarà sicuramente all’inizio della stagione, prima di Indian Wells. Ma per quanto riguarda la data precisa, non la conosco ancora. Come non so ancora se sarà un evento indoor o outdoor. Io credo che sarà outdoor. In ogni caso, penso che Andrea [Gaudenzi, Presidente dell’ATP] abbia fatto un ottimo lavoro e che il tour si stia evolvendo. Andrea condivide con i membri dell’ATP l’importanza fondamentale di avere i migliori giocatori nei tornei più importanti per promuovere il nostro sport. È l’unico modo per rimanere competitivi nel panorama globale. Quindi, avere un altro evento di livello 1000 aiuta davvero l’ATP Tour. Ovviamente il calendario è piuttosto affollato con la Coppa Davis, i tornei dello Slam… Perciò Andrea tiene molto conto di questo quando sceglie una data nel calendario.

I montepremi fanno gola

“Penso che l’ATP Tour Masters 1000 abbia deciso di giocare una partita a lungo termine. Il montepremi quest’anno era di circa 24 milioni di dollari e crescerà enormemente. Penso che il montepremi contribuirà in futuro ad attirare i giocatori a partecipare. Lo si è potuto vedere al Six Kings Slam: il denaro influenza sicuramente il comportamento. Quindi, pensiamo che il montepremi sarà d’aiuto e anche che i giocatori vedranno dove sta andando il Tour e capiranno che staremo continuando a crescere insieme sempre di più”.

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