Masters 1000: dal tetto de La Défense al cielo del Foro Italico, quanto costa il sogno del tennis
Se pensavate che il tennis fosse solo per portafogli d’élite, il Masters 1000 di Parigi è qui per smentirvi — o almeno per addolcire la pillola. Certo, la qualità si paga, ma alla Paris La Défense Arena i conti tornano: i biglietti diurni partono da 15 euro e arrivano a 200 per le tribune centrali; la sessione serale va da 18 a 200 euro, mentre i pacchetti “day + night” partono da 26 e toccano quota 113 euro. Numeri che, per uno dei tornei più prestigiosi del circuito, suonano del tutto accessibili.
Già dal secondo giorno si sale — fino a 250 euro, con pacchetti combinati da 133 euro — ma il colpo d’occhio resta invitante. Nel secondo turno si vola a 350, negli ottavi fino a 400, mentre nei quarti si tocca quota 550 euro. Il weekend, tra semifinali e finale, è da veri appassionati: 950 euro per le tribune centrali, ma con alternative che restano sopra i 50. In sintesi: Parigi offre un ventaglio di scelte che permette a più fasce di pubblico di vivere il grande tennis indoor europeo in prima persona.
E qui arriva il paragone inevitabile: Roma. Gli Internazionali BNL d’Italia giocano su tutt’altra frequenza di prezzo. Le tribune centrali nelle giornate clou arrivano a 321 euro la mattina e 517 la sera, mentre la finale tocca la vertiginosa quota di 1.525 euro. E per chi vuole l’esperienza top, una suite da 7 posti costa circa 35.910 euro. Anche gli abbonamenti raccontano la stessa filosofia: 2.820 euro per la tribuna centrale e 3.615 per il Club Open d’Italia.
Il confronto è eloquente. Parigi parte in maniera più soft, resta gestibile fino ai turni intermedi e mantiene una logica di prezzo pensata anche per i più giovani. Roma, invece, punta sull’esclusività — e sul fascino eterno del Foro Italico — ma con tariffe che sanno più di investimento che di passione, ed essendo un torneo outdoor è inevitabilmente legato al meteo, oltre che alla magia di uno dei luoghi più belli del mondo.
C’è poi un dettaglio che fa la differenza: la Federazione Francese di Tennis (FFT) ha un’arma segreta chiamata Roland Garros. Il major parigino genera introiti giganteschi che si traducono in fondi per tutta l’attività federale, permettendo una gestione più “ragionata” del Masters 1000 indoor. In altre parole, Parigi può permettersi di essere più democratica senza rinunciare alla qualità.
Dal punto di vista dello spettatore, dunque, il verdetto è semplice: Parigi è l’esperienza premium più abbordabile del circuito, un torneo che fa respirare tennis d’élite senza obbligare a ipotecare le ferie. Roma resta il palcoscenico più affascinante, ma anche il più costoso. E alla fine, come sempre, dipende dal cuore: chi vuole vivere il tennis come una festa trova in Parigi la porta d’ingresso ideale; chi invece cerca il brivido eterno sotto il cielo del Foro Italico sa che ogni euro speso è una dichiarazione d’amore. In fondo, tra i riflessi metallici della Défense e le luci dorate del Foro Italico, il tennis resta lo stesso: un’emozione che vale ogni euro. O ogni sogno.

