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ATP Vienna, Sinner: “Ho un senso di lealtà verso Vienna, qui l’atmosfera è quasi come in Italia”

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Dal nostro inviato a Vienna

Al termine di una partita tosta, ma il cui finale pareva quasi inevitabilevisto come Sinner ha stretto sempre più le sue spire su un coraggioso Zverev, che ha provato in tutti i modi a ribellarsi – il n.2 del mondo è intervenuto in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni.

DOMANDA ATP MEDIA: Congratulazioni Jannik, altro titolo a Vienna, come ti senti?

SINNER: “La partenza è stata difficile, perchè nel game di apertura al servizio di Zverev ho avuto palle break, poi nel game successivo ero salito 0-30 ma non sono riuscito a breakkare. Poi nel secondo e nel terzo set ho cercato di restare lì mentalmente e di trovare le soluzioni giuste nei momenti importanti. Quindi sono molto contento di aver portato a casa un altro titolo qua a Vienna, che per me è sempre speciale. Adesso la priorità è cercare di recuperare al massimo per Parigi”.

DOMANDA SKY SPORT ITALIA: Un’altra vittoria qua a Vienna, ha un significato speciale?

SINNER: “Ogni titolo ha il suo significato, questo è un torneo abbastanza vicino a casa. Tante persone possono arrivare qui anche in macchina. Ho visto che qua c’erano anche i miei primi allenatori di tennis e di sci; quindi è molto bello aver vinto qua davanti a loro.

DOMANDA SKY SPORT ITALIA: Tu guardi sempre al futuro, però se dovessi pensare a questa settimana cosa ti viene in mente?

SINNER: “Ero arrivato qua subito dopo Riad ed è molto difficile partire subito bene in un torneo quando uno arriva all’ultimo momento. Credo che qua però io ci sia riuscito molto bene. Abbiamo provato a gestire le energie nel modo migliore e anche mentalmente sono stato molto continuo tutta la settimana, per cui credo che siano queste le cose da portare a casa”.

DOMANDA SKY SPORT ITALIA: Invece guardando alla finale di cosa sei più contento?

SINNER: “Nel primo set non sono partito male, ma comunque anche se l’ho perso sono rimasto lì mentalmente e nei punti importanti poi ho spinto nel modo giusto e questo mi ha dato fiducia. Poi alla fine ho anche servito meglio” (infatti la percentuale di prime palle in campo è passata dal 58% del primo set al 74% del secondo e al 71% del terzo, ndr).

DOMANDA SKY SPORT ITALIA: Abbiamo visto che qua c’era anche il tuo allenatore di tennis d’infanazia…

SINNER: Ho sempre avuto un bellissimo legame con lui e anche con gli altri allenatori che ho avuto: sono grato a tutti. Il giocatore che sono ora non dipende solo dagli ultimi due anni ma anche da tutto il lavoro che c’è dietro; è un percorso che ha coinvolto tante persone differenti e ognuno mi ha dato la sua energia, per cui sono sempre contento di rivederli”.

DOMANDA SKY SPORT ITALIA: Questa settimana non c’era Simone Vagnozzi, gli vuoi lasciare un messaggio?

SINNER: “Simone è a casa e gli ha fatto bene passare del tempo con la moglie e la famiglia. Non nego però che sono molto contento di rivederlo a Parigi, noi comunque siamo sempre in contatto”.

D: Com’è andata dal punto di vista fisico e delle sensazioni in campo? Hai avvertito crampi o fatica?

SINNER: Sì, nel finale c’è stato un po’ più di pressione e ho avuto dei piccoli crampi — proprio minimi, capita. A Shanghai mi erano già capitati, ma ho imparato qualcosa anche da quella situazione per capire come gestirli. In generale non è stata una partita troppo intensa, ho servito abbastanza bene e questo mi ha dato energie, ma alla fine mi sento bene, anche se magari sono un po’ stanco visto che la settimana è stata intensa”.

D: come valuti gli aggiustamenti al tuo gioco che stai facendo? Ad esempio vuoi parlarci del rovescio slice?

SINNER: “Credo di essere riuscito a fare delle variazioni, la palla corta è un colpo che sento più naturale invece il rovescio in back è un colpo su cui devo lavorare, perché devo pensarci per usarlo. Ma sicuramente è un colpo su cui devo lavorare per dare maggiore respiro al mio gioco. Le smorzate hanno funzionato bene. Contro Sascha è difficile perchè lui gioca profondo, ma nel futuro lo slice sarà un colpo importante da aggiungere.

D: Nel primo set hai preso break quando eri avanti 40-0, è un qualcosa che ti ha condizionato?

SINNER: Lui ha lavorato bene in quel game e bisogna accettare anche questo. Quando si incontra un giocatore come Sascha, che serve così bene, poi è difficile rientrare. Per questo nel secondo set volevo partire bene e per fortuna ci sono riuscito. In partite così bisogna anche accettare che non puoi controllare tutto. Nel primo set ho avuto delle opportunità che non sono riuscito a convertire, ma comunque ho preso gli aspetti positivi”.

D: Quanto è importante vincere questo tipo di partite lottate contro i top, anche per il vantaggio mentale e il testa a testa?

SINNER: In uno Slam, in finale o semifinale, c’è un’altra energia e c’è più pressione: è difficile paragonare queste situazioni con tornei più piccoli. Detto questo, è importante non “andare sotto” nell’h2h. Io cerco sempre di restare positivo: ci sono giocatori con cui sono indietro e devo cambiare questa cosa, imparare il più possibile da partite così. Ma ogni contesto è diverso: il campo qui a Vienna non è come a Torino per esempio. L’obiettivo è aggiungere sempre qualcosa e divertirsi, anche se non è facile“.

D: Cosa significa per te vincere qui a Vienna, con tanto tifo anche dall’Austria e dal Tirolo?

SINNER: “Significa molto. So che qui ci sono tanti altoatesini; erano venuti qua anche la famiglia, cugini e così via: è bello e mi dà energia positiva. Il pubblico è stato fantastico sin dal primo turno, la sala piena: indoor lo senti ancora di più ed è un piacere per qualunque giocatore, dà molto energia. Poi sento come un senso di riconoscenza: Vienna è il torneo che mi ha dato la wildcard per giocare qua (e che ha consentito a Sinner di entrare per la prima volta nei top 100, nel 2019, ndr). Poi conosco tutti ormai e mi trattano benissimo, conosco già tutto per cui giocare è anche più semplice, oltre al fatto che la città è bellissima. Nella mia testa insomma è un torneo importante. Probabilmente continuerò a scegliere Vienna rispetto a Basilea. Poi dipende da come si arriva per la parte finale della stagione, Parigi e – speriamo – Torino: magari una settimana di pausa, a volte serve, vediamo. Al 99% la linea è questa. L’atmosfera è quasi come in Italia: vengono tanti tifosi dal Sud Tirolo e dall’Italia. Io cerco solo di essere il miglior tennista possibile ogni giorno in cui scendo in campo; il resto viene da sé.

DOMANDA UBITENNIS: Jannik, congratulazioni per la vittoria intanto! Nel primo e nel secondo set hai usato parecchio la palla corta, mentre nel terzo sei tornato allo schema base da fondo campo: forse sentivi un po’ la tensione alla fine e preferivi giocare più ‘standard’?

SINNER: Credo che alla fine le ultime due o tre smorzate che gli avevo fatto cominciava a capire quando le facevo, poi lui ha cominciato a giocare un po’ più profondo e aggressivo, per cui era difficile trovare il tempo per giocarle. Sicuramente mi sentivo anche un po’ meno sciolto, con la tensione non me la sentivo tanto di giocarle di nuovo e così ho fatto questa scelta”.

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