ATP Parigi, il potenziale cammino di Sinner: è l’anno giusto per invertire la tendenza?
Il circuito ATP fa tappa nel nuovo impianto parigino de La Defense Arena, che prenderà il posto – dopo 38 anni di onorato servizio – del famigerato Bercy. Sarà anche l’ultimo masters 1000 del 2025 in quel della capitale francese, appuntamento che negli ultimi anni ha tenuto in penombra gli scintillanti Carlitos Alcaraz e Jannik Sinner. Quest’ultimo non è mai andato oltre gli ottavi di finale, mentre il murciano – attuale numero uno del mondo – fu fermato soltanto ai quarti nel 2022, da Holger Rune, nella medesima edizione che vide trionfare per la prima volta proprio il giovane danese. Gli scadenti risultati registrati in passato dai due fenomeni stridono (e parecchio) con il loro reale potenziale, limitato da un evento collocato in una zona “hot” del calendario tennistico, che dopo Parigi prevede – come ogni anno – le attesissime ATP Finals, e in quanto qualificati, i primi della classe tendono sempre a preservarsi nelle tappe antecedenti, poiché già certi della loro presenza a Torino (nuova sede delle Finals dal 2021).
L’ubicazione del torneo francese, però, non muta il suo prestigio. I punti a disposizione per il vincitore restano comunque 1000, il che rappresenta un’opportunità per muovere la classifica in caso di trionfo, e Sinner, attuale inseguitore di Carlitos Alcaraz nel ranking mondiale, ha tutte le carte in regola per far benissimo sul cemento indoor parigino. In virtù della fresca pubblicazione del main draw, conosciamo già i potenziali avversari del numero due del mondo, e anche se Shanghai ci ha insegnato che la teoria è distante anni luce dalla pratica, tentare d’imbastire il “cammino teorico” dell’azzurro nell’ultimo masters stagionale non è mica reato.
Jannik, in quanto testa di serie numero 2 del tabellone, godrà del bye al primo turno, proiettandosi già al secondo, dove scalpitano Alex Michelsen e Zizou Bergs. La sfida tra il belga e il giovane statunitense renderà noto il nome del primo avversario di Sinner a Parigi, che a prescindere dall’esito, partirà strafavorito con entrambi. Il tennis di Michelsen – già sconfitto due volte dall’azzurro – si sposa col cemento, ma in condizioni indoor – dove la velocità si moltiplica – non è poi così esaltante. Situazione che invece privilegia il gioco del belga, sempre frizzante sul veloce. Se il secondo appuntamento (o meglio dire primo) dell’avventura di Jannik sembra quasi una formalità, dal terzo turno in poi alcuni nomi potrebbero stuzzicare l’udito dell’altoatesino. Quest’ultimo potrebbe infatti affrontare agli ottavi uno tra Mensik, Cerundolo e Kemanovic. Considerando lo stato di forma tutt’altro che eccelso del serbo, il quale difficilmente approderà al tete a tete col numero 2, Jakub e Francisco si candidano non solo per sfidarlo, ma anche per mettergli qualche tarlo in testa. Il ceco e l’argentino sono due tennisti estremamente aggressivi e tenaci, con ottimi fondamentali e capacità di variare gioco, e seppur Jannik – sulla carta – sia ampiamente favorito, il terzo turno parigino potrebbe già essere un notevole banco di prova per l’ex numero uno del mondo.
Alla volta dei quarti di finale, uno tra Shelton, Rublev e Cobolli – al netto di clamorose sorprese – dovrebbe trovarsi dalla lato opposto del campo di Sinner, che a Vienna ha sconfitto il connazionale capitolino in due set. Flavio, dopo un inizio in salita, ha sprigionato il suo miglior tennis nel secondo parziale, ma non è bastato per prolungare il match contro turbo-Jannik, 17-0 nei match contro gli altri italiani nel tour. Circa gli altri due potenziali avversari, tra uno Shelton ancora lontano dal 100% e un Rublev a secco di vittorie dallo US Open, c’è da chiedersi se almeno uno dei due sarà realmente in grado di conquistare i quarti nello spietato tabellone parigino. Entrambi pagano attualmente un abisso di distacco dal nativo di San Candido.
Paradossalmente, i quarti sembrano più accessibili degli ottavi di finale per l’altoatesino, che una volta approdato in semi potrebbe ritrovarsi contro il vincitore dell’edizione 2024 del torneo: Sascha Zverev. Tra la vasta gamma di alternative (Musetti, Medvedev, Fokina), è quello del tedesco il nome più appetibile per una chance in semifinale a La Defense Arena, anche se, basandoci sui precedenti, un ipotetico scontro con Medvedev ai quarti rappresenterebbe un ostacolo apparentemente insormontabile per Sascha, uscito perdente dagli ultimi 5 tete a tete col russo.
Ed eccoci giunti alla fine della potenziale avventura di Sinner a Parigi. Non impressionatevi. Comprendiamo lo stupore, ma… Sinner potrebbe affrontare in finale Carlitos Alcaraz, che ha perso l’ultimo scontro – non ufficiale – con l’azzurro al Six Kings Slam. Qualora il murciano confermasse il trend degli scorsi anni, osservando col binocolo l’atto decisivo anche nel 2025, allora Sinner potrebbe sfidare uno tra Fritz, de Minaur e Ruud. Sembra quasi fatto di proposito, ma tra gli ultimi nomi citati si celano due delle “vittime” preferite dell’azzurro, che ha sconfitto ben 11 volte l’australiano e 5 il norvegese, senza mai perdere un match con entrambi. A differenza loro, Taylor Fritz è riuscito nell’impresa di piegare Sinner, nel 2021, a Indian Wells, durante il loro primo scontro ufficiale in carriera. Soltanto che poi Sinner non ha più smesso di vincere, battendo lo statunitense per quattro volte di fila.
Riuscirà Sinner a spezzare la maledizione della capitale francese e arrivare in fondo al torneo?

