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Race to Turin: Auger-Aliassime punta Musetti, Ruud e Medvedev sperano in un miracolo

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A tre settimane dalle Nitto ATP Finals di Torino, la corsa per un posto tra i migliori otto del 2025 sta raggiungendo il punto di massima tensione. Le certezze sono poche, le variabili ancora diverse, e come spesso accade nella parte finale della stagione sarà il rendimento indoor a decidere tutto.

In cima alla Race troviamo i tre nomi ovvi: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Novak Djokovic. Lo spagnolo e l’italiano hanno già in tasca da tempo la qualificazione, con margini ampi e una costanza di risultati che li ha tenuti saldamente ai vertici per tutto l’anno. Diverso il discorso per Djokovic: pur essendo aritmeticamente qualificato, il serbo ha lasciato aperto più di un dubbio sulla sua partecipazione. Dopo lo US Open, infatti, il numero 3 della race aveva dichiarato di non essere certo di voler disputare altri tornei oltre a quello di Atene, salvo poi apparire al Six Kings Slam in Arabia Saudita e nel Masters 1000 di Shanghai. Segnali contrastanti, che non chiariscono le sue intenzioni ma testimoniano che la voglia di competere non è certo svanita.

Alle loro spalle, Alexander Zverev occupa la quarta posizione con un margine ormai rassicurante: meno di 300 punti lo separano dalla qualificazione matematica. L’obiettivo, per il tedesco, è solo quello di consolidare la sua posizione in vista di Torino; certo, ‘Sasha’ in questa stagione ci ha tenuto a dimostrarci come anche quando un risultato sembra scontato lui è in grado di sprecare lo sprecabile, ma ci sembra assai difficile in questo contesto.

Subito dietro si collocano Taylor Fritz e Ben Shelton, rispettivamente quinto e sesto nella Race. Entrambi hanno costruito la loro classifica con buoni risultati sul cemento americano e restano ben posizionati per la qualificazione, nonostante – specie per ‘Big Ben’ – il margine si stia assottigliando vertiginosamente.

Il settimo posto, attualmente occupato da Alex de Minaur, rappresenta la soglia critica della qualificazione. L’australiano è attorno ai 3545 punti, ma la sua posizione è tutt’altro che sicura. Tra lui e Lorenzo Musetti, oggi ottavo, ci sono meno di 100 punti di differenza, e la lotta per l’ultimo slot disponibile promette di essere serrata fino all’ultima settimana. Musetti, dopo un’estate altalenante non è sembrato aver riguadagnato completamente la fiducia mostrata in primavera, ma ha lasciato intravedere qualche buona sensazione, complicando però le cose con la sconfitta nello ‘scontro diretto’ contro Auger Aliassime agli ottavi di Shanghai.

Il canadese, ‘costretto’ a stare fermo qualche settimana a causa del matrimonio, si è rilanciato con la vittoria nel torneo di Bruxelles, portandosi a 340 punti dall’azzurro. È lui, oggi, l’avversario più pericoloso nella rincorsa agli ultimi posti utili, forte di un rendimento in crescita dopo mesi difficili. Alle loro spalle, Casper Ruud, fresco campione a Stoccolma, è risalito a 2735 punti: un distacco ancora significativo, ma che tiene vive le speranze del norvegese, specie se riuscirà a capitalizzare nei tornei europei di fine ottobre.

Più indietro, è fresca la notizia dell’alzata di bandiera bianca da parte di Holger Rune, che ha dovuto interrompere bruscamente la sua stagione: l’infortunio al tendine d’Achille, confermato come grave, lo terrà fermo fino a tutto il 2025 e probabilmente anche per buona parte del 2026. Le sue possibilità di rientrare nella corsa si azzerano dunque del tutto.

Un capitolo a parte merita Daniil Medvedev, che dopo una stagione ai minimi storici sia sul piano del rendimento che fuori dal campo, nelle ultimissime settimane ha dato segnali di risveglio, e la vittoria nel 250 di Almaty potrebbe avere portato punti preziosi, oltre che importanti dal punto di vista psicologico. Il russo resta ancora distante dai primi otto, ma la sua esperienza e la capacità di trovare ritmo sul cemento indoor potrebbero trasformarlo in un outsider nelle ultime settimane.
Al decimo posto nella race ci sarebbe anche Jack Draper, ma per lui vale un discorso simile a quello affrontato per quanto riguarda Rune: anche l’inglese infatti dopo dei mesi invernali al massimo livello ha accusato qualche problema fisico, tanto da essersi visto costretto a chiudere la stagione in anticipo.

Complessivamente, la situazione vede quattro posti quasi certi — Alcaraz, Sinner, Djokovic (con asterisco), Zverev e Fritz — mentre per i quattro rimanenti la lotta è apertissima. Shelton e Fritz partono in leggero vantaggio, con De Minaur a inseguire, ma Musetti e Auger-Aliassime sono pienamente in corsa, con Ruud e Medvedev in agguato a distanze riducibili. Tutto dipenderà dal rendimento nei prossimi tornei, specie a Vienna e Parigi, dove la posta in palio in termini di punti è ancora consistente.

Se Djokovic dovesse rinunciare a Torino, la soglia di qualificazione si abbasserebbe ulteriormente, aprendo di fatto la possibilità anche a un nono classificato di entrare come riserva. È uno scenario tutt’altro che improbabile e che rende il finale di stagione ancora più incerto. Come ogni anno, la Race to Turin resta un cantiere aperto fino all’ultimo: tre posti già assegnati, cinque ancora in discussione e almeno otto giocatori ancora in corsa. Il calendario indoor europeo deciderà chi riuscirà a completare la scalata. La pressione cresce, i margini si assottigliano: per chi punta a Torino, da qui in avanti non ci sarà più spazio per passi falsi.

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