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WTA Ningbo: Rybakina rimonta Alexandrova, vince il titolo e si avvicina a Riad

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[3] E. Rybakina [4] b. E. Alexandrova 3-6 6-0 6-2

Partenza a rilento, con passaggi a vuoto molto fallosi. Poi il ridestarsi dal torpore di negatività, superando l’eccesiva emotività che troppo spesso la frena fino ad esprimere picchi di qualità tennistica, tranquillamente da prime tre della classe.

Elena Rybakina batte un colpo non indifferente, alzando il secondo trofeo del suo 2025 dopo il titolo sul rosso di Strasburgo: il decimo della carriera e il quinto sul cemento. Lo fa arginando l’euforia della neo top ten Ekaterina Alexandrova, che nella finalissima del WTA 500 di Ningbo deve arrendersi per 3-6 6-0 6-2 in due ore di gioco. Un acuto che avvicina sensibilmente la kazaka all’obiettivo FInals: con questo successo sale a quota 4305 punti, a soli 15 punti da Andreeva (ottava) e a 20 punti da Paolini (settima). E sia Mirra sia Jasmine (battuta in semifinale proprio dalla moscovita) non giocheranno la prossima settimana mente Elena sarà ai nastri di partenza di un altro cinquecento come Tokyo. Anche se in tutte queste considerazioni, non va dimenticato l’enigma sulla partecipazione di Keys – già qualificata ma che non gioca dallo US Open.

E’ la seconda volta che si affrontavano in Cina, il precedente scontro risaliva al loro primo incrocio in assoluto: a Shenzen e sempre in una finale. Nei quattro confronti diretti che avevano preceduto la sfida odierna, l’ex finalista di Church Road aveva gioito soltanto sulla terra di Roma.

Primo Set: Alexandrova è più lucida nei momenti topici, Rybakina troppo fallosa

A partire meglio dai blocchi è la russa che in avvio riesce a tagliare il campo alla perfezione, giocando con grande attenzione e concentrazione. Consapevole infatti di possedere meno potenza di fuoco, Ekaterina sa che ogni volta che ne ha l’occasione deve spingere e comandare. Entrambe fanno grande fatica nello spostamento laterale, per cui chi prima sarà abile a prendere in mano lo scambio alla lunga potrà portarsi a casa la maggior parte dei punti. E nei primi spunti che la partita offre, ad aprire il campo al momento giusto è quasi sempre Alexandrova che si porta subito avanti 3-0 “leggero”. Ma sono molti più i meriti russi che i demeriti kazaki: lo conferma lo score con Elena che ha perso due games ai vantaggi e uno a trenta.

Un inizio complesso sotto il profilo del punteggio che certamente non aiuta una giocatrice estremamente emotiva come Rybakina (già 10 gratuiti a metà frazione), che quantomeno può affidarsi ad una prima sicuramente più corposa della rivale per rimanere in scia e attendere il momento propizio per rimettersi in carreggiata. E difatti il primo frangente di reale difficoltà l’allieva di Andreev deve affrontarlo nel quinto gioco: quando pur avendo fin lì servito abbondantemente sopra l’80% di prime, si spegne con questo fondamentale subendo la rimonta dal 40-0 a game praticamente già vinto.

L’ex campionessa di Wimbledon si arrampica sino a conquistarsi due palle break, salendo di livello in particolare con la risposta: ottimamente aggressiva al fine di permetterle di incidere già con l’accelerazione successiva. E’ questo il suo piano, giocare sull’uno-due mentre al contrario l’avversaria non disdegna di allungare un po’ di più lo scambio forte della sua superiore capacità difensiva. Ogni volta che però l’aria si fa rarefatta, la più lucida è sempre la n°4 del seeding che cancella i due break point e vincendo il terzo gioco ad oltranza (l’ultimo da 14 punti) va sul 4-1. Non succede più nulla di rilevante nei turni di servizio, appena tre punti lasciati per strada alle ribattute negli ultimi quattro giochi del set, e così Alexandrova passa all’incasso dopo 41 minuti.

Secondo Set: ruoli invertiti, dominio incontrastato di Elena che trascina al terzo una sfida che ha cambiato volto

Dopo il toilet-break di Rybakina, il gioco riprende con la moscovita che in battuta corre immediatamente un grandissimo rischio estraendo dal cilindro sul 30-30 un dritto in corsa che ricade sulla riga esterna. Tale pericolo sventato, galvanizza Elena che come nel quinto game del primo set torna a ruggire in risposta con alcuni squilli vibranti (0-30). Delle autentiche sventole che tuonano sul campo, ecco che dunque si palesa la terza palla break della partita per la ventiseienne kazaka: ma ancora una volta continua ad essere discontinua e soprattutto vittima di pesanti mancanze quando c’è da confermare un vantaggio. La ricetta poi della russa in queste situazioni è sempre la stessa, costantemente produttiva, giocare al centro con buonissimo margine senza doversi prendersi chissà quale rischio e puntualmente in costruzione Elena quando non ha angolo va in confusione.

Se però Ekaterina crolla con le percentuali al servizio, a furia di concedere chances prima o poi la risposta kazaka il guizzo decisivo lo pesca: così, alla quinta opportunità complessiva arriva finalmente il break per Rybakina che a quindici conferma lo strappo salendo 3-0. In pratica il medesimo inizio del set precedente, solamente che a ruoli invertiti. Adesso chi è in forte difficoltà sul piano mentale è Alexandrova che fa fatica a tenere la palla in campo: è irriconoscibile, il vento è cambiato. L’eccessivo attendismo in apertura di set l’ha fatta precipitare in un vortice di negatività.

L’autostima di Elena cresce a dismisura con il passare dei minuti, contemporaneamente si sciolgono totalmente tutte le certezze russe con la trentenne che non riesce più a ribaltare lo scambio e sfruttare la pesantezza della palla avversaria per condurre le operazioni. Mentre le bordate kazake fanno sempre più male, così come aumentano copiosamente i punti diretti di Rybakina al servizio. Il risultato di questa inversione completa dell’inerzia è un inequivocabile 6-0 dell’ex n° 3 al mondo, a fotografare l’andamento di questo secondo parziale – e di come le cose si siano ribaltate – è il braccio di ferro che porta al primo set point dove al termine di uno scambio estenuante è la kazaka a gioire.

Terzo Set: Rybakina alza il livello, Alexandrova non tiene più

Dopo poco più di un’ora e un quarto, con inevitabile viaggio negli spogliatoi – stavolta – della russa, si riparte per il parziale finale. Come il match sia cambiato sul piano psicologico, lo si evince dal modo in cui ora Elena esprime il proprio tennis: sicura, sciolta, paziente, eccezionalmente efficacie al servizio.

Nel quinto punto del secondo set, assistiamo al punto più bello della partita: Rybakina trasforma clamorosamente l’azione difensiva in offensiva e Alexandrova si inventa un passante in chop di dritto in spaccata. Sul ritmo adesso c’è un abisso, la kazaka fa paura: sembra una macchina spara palle con velocità e angoli impossibli. Tira martellate a tutto braccio ed ottiene solamente vincenti. Il game kazako è immaginifico. Il coefficiente di rischio del suo tennis è rimasto elevatissimo, ma ora Elena non sbaglia mai. Tra cross splendidi e accelerazioni lungolinea si confeziona una qualità di gioco clamorosa.

Sembrerebbe non esserci più neppure la parvenza di una partita, ma Ekaterina non vuol essere da meno in termini di tenore e valore tennistico: allora, di rabbia dal 40-0 si rifà su tirando fuori un paio di impatti in risposta bellissimi che le garantiscono la palla del contro-break. Con la battuta, tuttavia, Elena riesce ad uscirne fuori indenne per il 3-0. Il tennis mostrato negli ultimi due games, entrambi decisi ai vantaggi, è stato di una qualità estrema. La striscia kazaka di ferma a 9 giochi vinti consecutivamente, la russa si sblocca col servizio. Dopo aver rifiatato, Rybakina torna ad essere inappuntabile alla battuta: almeno per un game visto che sul 4-2 Elena soffra tremendamente sulla seconda. Quando la prima non entra è come se d’un tratto smarrisse tutta la propria serenità, fa sotto 0-30 con tanto di doppio fallo (il terzo del match)

Il sunto di questa fase dell’incontro è il seguente: se la kazaka può giocare la prima fa sempre punto, tre su tre nel game analizzato, quando è costretta alla seconda è sempre la russa ad intascarsi il punto. Per fortuna della nativa di Mosca, sulla possibilità del contro-break la prima fa i buchi per terra e successivamente anche grazie ad un pizzico di fortuna si prende il 5-2. Ora è esclusivamente questione di tenuta nervosa, nient’altro. Ma superato il momento più delicato Rybakina ha la testa ormai sgombra: allora sale nuovamente in cattedra e chiude in bellezza col doppio break.

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