Sinner, adesso i ritiri sono tanti Troppo stress nel tennis di oggi?
Sta diventando uno sport impietoso, il tennis. E se in un torneo giocato a 30 gradi con l’80-90 % di umidità come a Shanghai i ritiri si susseguono e pure Jannik Sinner deve alzare bandiera bianca, allora vuol dire che si sta chiedendo troppo a questi eroi. Che poi eroi mitologici non sono e nemmeno macchine, anche se per Sinner questo aggettivo viene usato spesso soprattutto per la sua capacità di programmare tutto e di migliorare il suo tennis. Ritiri, malesseri in campo, impossibilità di finire le partite. C’è un limite e se si supera ecco un’immagine brutta per quanto cruda, Sinner che non riesce a stare in piedi, si appoggia alla racchetta come un anziano fa come un bastone. Eppure parliamo del numero due al mondo, di un professionista super allenato e che cura ogni minimo dettaglio. Eppure anche lui ha spinto troppo il motore e qualcosa si è rotto.
Programmazione e precedenti
Forse avrebbe dovuto fermarsi prima, i segnali erano arrivati già dal torneo di Pechino e a Shanghai era ancora più caldo e ancora più umido. Riavvolgendo il nastro della partita con Tallon Griekspoor le quattro palle break avute a suo favore sul 4-3 del secondo set avrebbero probabilmente chiuso la partita e magari allontanato i crampi. A volte nel tennis è una questione di attimi, tutto gira intorno a un punto a favore o contro. E il prolungamento al terzo set non ha certo fatto bene all’altoatesino. Poi c’è stata anche la regola della Federazione che non considera i crampi una situazione così grave da poter chiedere l’interruzione, tanto che l’intervento del fisioterapista che ha massaggiato Jannik è stato concesso solo per il minuto di sospensione tra i game. Troppo poco. L’allarme era già suonato due volte in questa stagione per Sinner: il ritiro a Cincinnati in agosto per una gastroenterite e poi i crampi a Pechino. E prima a gennaio i problemi a Melbourne con Rune e l’anno scorso a Wimbledon con con Medvedev.
Le reazioni
Il più pesante è stato Holger Rule, durissimo nei confronti dell’Atp per i calendari troppo compressi: “Volete che ci scappi il morto?”. Sicuramente esagerata la provocazione del danese anche perchè i giocatori possono scegliersi i tornei da giocare e molto spesso è l’attrazione per il denaro a spingerli anche oltre i propri limiti. Su Repubblica l’ex tennista Paolo Bertolucci ha invitato Sinner a non fermarsi: “Può succedere, è un problema doloroso ma non grave. Succede quando giochi in quelle condizioni, poi il tennis è diventato brutale. Molta meno tecnica e più fisico. E gli organizzatori vogliono i migliori e distribuiscono tanti soldi. Sinner non deve fermarsi, è stato già fermo tre mesi quest’anno, deve continuare a giocare”.