Bublik e quella statistica guastafeste: 5 sconfitte in 7 partite contro avversari fuori dalla top 200
Se dovessimo trovare una definizione letteraria per Alexander Bublik forse potremmo chiamarlo il forestiere del tennis. Un giocatore che ha fatto dell’ordinario lo spauracchio più grande del proprio gioco. E anche dei propri risultati in alcuni casi, verrebbe da dire.
Il kazako è capace di essere tutto il contrario di tutto. Non un personaggio in cerca d’autore, bensì qualcuno che ha fin troppo chiaro il ruolo da ricoprire nell’universo della racchetta. “Se voglio essere un giocatore vero, se voglio essere parte della conversazione tra i big […] devo fare le cose in modo diverso. Devo avere un approccio diverso, una mentalità diversa” aveva confessato durante il Roland Garros, rispondendo, in conferenza stampa, a una domanda del direttore Ubaldo Scanagatta. “Non posso restare lì a palleggiare per ore. Quindi devo essere diverso. Sono più costretto ad esserlo che veramente desideroso di esserlo”.
Ecco. In un 2025 in cui le certezze granitiche di Bublik erano andate via via indebolendosi, assieme alla sua classifica, tanto da scendere di livello e giocare – e vincere – il Challenger di Torino, è emersa tutta l’essenza di Alexander. Ha rimesso insieme i cocci di una personalità esuberante e ha ritrovato il suo posto. Quattro titoli sulle tre superfici – unico insieme a Carlos Alcaraz a riuscirci – il conseguente best ranking alla posizione numero 16 e un occhio rivolto ancora sul capoluogo piemontese. Perché alla vigilia del Master 1000 di Shanghai si parlava di ATP Finals per lui, dopo il titolo a Hangzhou. Certo, l’ipotesi era remota già in partenza, però con il 28enne nato in Russia fare previsioni è tempo perso. Come dimostra lo stop all’esordio in Cina contro Valentin Vacherot, 204 ATP.
Il curioso score di Bublik contro i giocatori fuori dalla top 200
La sconfitta contro il monegasco è una delle prime sorprese del torneo. Trattandosi di Bublik, tuttavia, il risultato meraviglia fino a un certo punto. Soprattutto gli amanti delle statistiche. Il kazako in due stagioni – e il 2025 non è ancora finito – ha perso la bellezza di cinque incontri su sette disputati quando dall’altra parte della rete ha incrociato un avversario classificato fuori dai primi 200 del mondo.
La serie di sfortunati eventi ha avuto avvio a Rotterdam lo scorso anno, quando a estromettere Alexander dalla competizione è stato Milos Raonic, alla 309esima piazza del ranking. A emulare il canadese poi è stato Elmer Moller, 247 ATP, che, in rappresentanza della Danimarca, ha ottenuto il primo punto della sfida di Coppa Davis di settembre. Il trittico si completa con il successo di Yosuke Watanuki, 349 del mondo, a Indian Wells.
La vittoria colta sul 17enne tedesco Diego Dedura-Palomero a Monaco di Baviera riassesta leggermente questo dato. E al Roland Garros, dove Bublik ha raggiunto i primi quarti di finale in uno Slam, ha dato continuità battendo Henrique Rocha.
A portare cattive notizie è stata nuovamente la Coppa Davis, dove, battuto da Kwon Soonwoo, 478 ATP, è tornato a scricchiolare contro avversari di bassa classifica, benché la sconfitta sia arrivata per ritiro. Infine, si diceva, è toccato a Vacherot vivere il suo momento di gloria contro un top 20.
Il 2026 sarà l’anno della continuità per Sasha?
Quando si volge il pensiero a Bublik si pensa a un talento irriverente. Nel 2025, però, Sasha ha dimostrato, in primis a se stesso, semmai ne avesse avuto bisogno, che ci sono ancora pagine di carriera da scrivere. Senza riempirle di eccessi, che il pubblico ha ormai imparato a perdonargli quando prendono il sopravvento. I titoli a Halle, Gstaad, Kitzbuhel e Hangzhou restituiscono agli appassionati di tennis un giocatore che ha rischiato di smarrirsi nella foresta dell’inconsistenza, sprofondando al di fuori della top 80. Quando quella follia tennistica ha ritrovato l’ingegno, Bublik si è riaffacciato nel tennis d’élite, battendo anche l’allora numero 1 del mondo Jannik Sinner a Halle – tra l’altro, condividendo con Alcaraz un ulteriore primato, quello di essere l’unico ad aver sconfitto l’azzurro nel 2025.
Da Torino a Torino. Il Piemonte Open ha risvegliato la coscienza di Alexander. Tuttavia, la qualificazione alle ATP Finals dovrà attendere ancora un po’. Le battute d’arresto sopracitate e altre sconfitte inattese, come l’uscita al primo turno di Wimbledon, sono ancora troppe per poter ambire ad essere uno dei migliori otto tennisti della stagione. Almeno nel 2025.
Il prossimo anno il bohemien della racchetta potrebbe finalmente diventare grande. Con la fantasia a disposizione della continuità. Ovviamente alla maniera di Bublik.