ATP Pechino: Medvedev bloccato dai crampi, sarà Tien l’avversario di Sinner in finale
L. Tien b. [8] D. Medvedev 5-7 7-5 4-0 rit.
Learner Tien (19 anni, numero 52 ATP) approfitta del ritiro di Daniil Medvedev (29 anni, numero 18 del ranking mondiale) e si qualifica per la finale del China Open di Pechino: il tennista russo, dopo aver sprecato l’opportunità di servire per il match (7-5 5-3) nel corso del secondo parziale, è stato bloccato dai crampi (che l’hanno prima “morsicato” sul braccio sinistro per poi spostarsi nella zona delle gambe) e si è ritirato sul punteggio di 5-7 7-5 4-0 in favore del suo avversario dopo 2 ore e 27 minuti di gioco. Un match caratterizzato dalle montagne russe delle rimonte, da un primo set estenuante (93 punti) e dai crampi del’ex numero 1 del ranking mondiale che alla fine, dopo la solita polemica arbitrale (Medvedev è stato penalizzato con il più surreale dei warning per scarso impegno) si è dovuto arrendere, consentendo a Learner Tien di qualificarsi per la prima finale a livello ATP della carriera. Il giovane giocatore statunitense – che in ogni caso, al netto dei problemi fisici dell’avversario, ha messo in mostra tutte le migliori geometrie del proprio gioco e la consueta maturità nella condotta della partita – nella finale di mercoledì 1 ottobre affronterà Jannik Sinner. Tien, grazie a questo risultato, metterà la firma sul nuovo best ranking di numero 36.
Primo set: Medvedev rimonta due break di svantaggio e si porta in vantaggio (ha collaborato Beatrice Becattini)
Era l’inizio della stagione, gennaio per la precisione, quando Learner Tien si è presentato al mondo, eliminando al secondo turno dell’Australian Open in cinque set Daniil Medevdev. Dopo più di otto mesi i due tornano a sfidarsi. Lo statunitense inizia nel migliore dei modi la sua prima semifinale ATP. Sfruttando un game in cui l’ottava testa di serie non è precisa con i colpi in uscita dal servizio, si prende il break al terzo tentativo, dopo aver sprecato due palle break, prima perdendo il rovescio in manovra, poi rimanendo un po’ piantato con i piedi al momento di colpire un diritto. Ci pensa Daniil a consegnare il vantaggio al suo avversario, sparando un rovescio in rete. Il russo ha fretta e, pur portandosi 0-30 in risposta, non ha la pazienza di costruire lo scambio come sa fare. Tien conferma il break ai vantaggi. Dopo appena tre giochi il set si compromette ulteriormente per l’ex numero 1 del mondo, quando perde il servizio per la seconda volta. Ritrovatosi a fronteggiare tre palle break consecutive, Medvedev risale fino al 30-40, ma, in seguito a un tentativo di serve and volley nemmeno mal riuscito, stecca lo smash che gli avrebbe consegnato la parità. Dopo il torpore, Daniil dà segnali di risveglio. Un diritto lungolinea gli consente di recuperare uno dei due break di svantaggio. Con un turno tenuto a 15 si rimette in scia (2 a 3), e comincia una nuova partita: il russo, con il passare dei minuti, comincia a dominare il match dal punto di vista atletico mentre Tien inizia a subire gli scambi lunghi ed estenuanti. Il giovane talento statunitense difende il vantaggio fino al 4 a 2 ma, da quel momento, i suoi turni di battuta diventano una specie di tortura mentre quelli di Medvedev scorrono via lisci: Tien cede ancora il servizio dopo un game caratterizzato da 16 punti (4 pari), si salva dopo un altro gioco infinito (5 pari, 14 punti e un set point annullato) ma alla fine cede, perdendo l’ultimo game di battuta da 30-0, con un doppio fallo – il primo della serata – che sa di resa. Medvedev vince quindi il primo parziale con il punteggio di 7-5 dopo un’ora e 8 minuti di tennis estenuante (93 punti totali, 13 palle break e pochissimi punti gratuiti dal servizio per i due protagonisti): per il russo tanta esperienza, una trentina di errori gratuiti ma una grande condizione atletica.
Secondo set: Medvedev, nel momento di chiudere, viene travolto dalla tensione e dai crampi
La partita sembra scorrere via verso l’epilogo più scontato: Medvedev allunga il parziale (5 game consecutivi, 20 punti a 4) e prova a spezzare il match portandosi rapidamente sul 3 a 0: Tien rimane aggrappato al punteggio, rimontando da 15-30 sia nel corso del quarto game (1 a 3) che nel corso del sesto (2 a 4) ma il russo controlla con serenità questa fase della semifinale, caratterizzata dalla fatica (mentale e fisica) di Tien e da scambi più rapidi. Ad un passo dal traguardo i fantasmi del 2025 (decisamente la stagione più complicata della carriera, da tutti i punti di vista) dell’ex numero 1 del mondo tornano improvvisamente a galla: l’americano piazza un break sorprendente (3 a 4) ma, nel game successivo, perde ancora la battuta, a 15, regalando al rivale l’opportunità di chiudere la pratica. Ma i fantasmi di Medvedev – dicevamo – sono i fantasmi più pesanti: il russo, infatti, cede sul più bello, subisce un parziale di quattro game consecutivi, in balia di un problema al braccio (verosimilmente un crampo). Tien mantiene la freddezza, non si preoccupa di quello che accade dall’altra parte della rete e vince un set incredibile con il punteggio di 7-5, portando il match al terzo dopo 2 ore e 5 minuti di gioco. Il crampo di Medvedev si è spostato verso la gamba, e il russo prova a rifugiarsi negli spogliatoi.
Terzo set: Medvedev non c’è più e si ritira dopo quattro giochi
La partita riprende dopo una lunga pausa ma si capisce, in pochissimo tempo, che durerà ancora per poco: Medvedev, in balia dei crampi, è completamente immobile, fatica a tenere in mano la racchetta e prova – senza grandi risultati – a rifugiarsi nella bagarre dei servizi “da sotto”. Tien, comprensibilmente destabilizzato dalla situazione e dal comportamento di un avversario agonisticamente disperato, sbaglia tre servizi consecutivi ma difende il break di vantaggio conquistato nel primo game (2 a 0): l’arbitro dell’incontro, Adel Nour, non mostra alcuna pietà nei confronti di Daniil, penalizzandolo con un warning per “scarso impegno”. Medvedev ne approfitta per guadagnare tempo, mettendo in scena – per una volta con delle ragioni più che valide – il solito show di proteste e provocazioni. Il russo, vittima di una palese ingiustizia, ai limiti del surreale, chiede l’intervento del supervisor, zittisce Nour in maniera maleducata ma alla fine accetta il verdetto: “Io sto provando a giocare con quello che ho, nonostante tutto, chi sei tu per dirmi che devo abbandonare il match?”.
I crampi, però, non lasciano in pace Medvedev, che alla fine, in svantaggio per 4 a 0, cede definitivamente, ritirandosi dal match e consentendo all’avversario di qualificarsi per la prima finale ATP della carriera: vince Tien per ritiro, con il punteggio di 5-7 7-5 4-0 dopo 2 ore e 27 minuti di gioco.