Rassegna Stampa – Sinner sperimenta in vista della prossima sfida del duello infinito. Il duopolio vedrà prima o poi un terzo incomodo? Capitolo Musetti: lasciamo a Lorenzo il diritto di essere se stesso
Sinner-Alcaraz. Cercasi terzo disperatamente (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Parlando d’altro, per non parlare sempre della loro sfida che tiene banco anche a 2.138 chilometri di distanza, quanti ce ne sono da Pechino a Tokyo. Si ritroveranno presto a mezza via, Shanghai, dove ieri hanno effettuato il sorteggio per un Masters 1000 che presenta una particolarità importante, sebbene non più inusuale. Ha nove italiani al via, un remake dell’Invasione degli Ultra Corpi in versione tennistica. Lì Sinner, numero due, dovrà
battere Fritz, Djokovic […] o Shelton, per arrivare in finale. Alcaraz dovrà occuparsi di Medvedev e poi De Minaur quindi di Zverev e Musetti […]. Ma in fondo, che cosa cambia? Non ce n’è uno, tra quelli appena citati, che porti con sé la certezza di battere i primi due della classe. E dunque Alcaraz contro Sinner; e così sia. Sempre e comunque, unico argomento di discussione. Una sfida che attraversa l’etere, e assume forme diverse come gli stormi che rientrano all’imbrunire verso i loro nidi. E anche unico elemento di divisione del tennis attuale, dato l’attivismo delle fazioni degli alcaristi e dei sinneriani, che ingrossano le loro file giorno per giorno. In attesa del terzo uomo, che serve come il pane. Chiunque esso sia, a dar vita alla terza indispensabile fazione, quella dei Fonsecani, o dei Draperoni, magari quella dei Fritzolati, o di “Carrara per Musetti”. Così, Sinner batte Marozsan e prima di sforzarsi di dire che è fortissimo, pericolosissimo, comunque “issimo”, parla volentieri del cappello che Khachanov gli ha messo in mano alla vigilia del torneo, sfilandolo dalla testa di un tifoso in prima fila, appartenente con tutta evidenza al nucleo di attivisti della cellula cinese “pro Sinner”. Un cappello da pescatore, che il tifoso ha riempito d’immagini di Sinner stampigliate l’una accanto all’altra. «Sono incredibili, ti fanno regali tutti i giorni, cose fatte a mano. Come potrebbe non farmi piacere. il tennis cinese sta trascendo, è sempre più presente nel circuito, e aumenta anche l’interesse verso di noi. Pechino ha il doppio di spettatori rispetto agli altri anni». Alcaraz preferisce invece occuparsi della sua fase introspettiva, cosa che gli capita spesso quando Sinner non c’è. Ha superato Ruud, non esattamente con i modi sbrigativi che è solito usare, ma alla fine ha raggiunto la finale, dove troverà Fritz […], che di recente alla Laver Cup gli ha fatto lo sgambetto. «Nel primo set con Ruud ho avuto molte occasioni, addirittura quattro palle break che non ho saputo sfruttare. Mi sono arrabbiato con me stesso, per questo, e ho deciso di giocare con più gioia, con il sorriso sul volto», ha raccontato Carlitos. Tattica insolita, ma non per questo meno proficua. I successivi due set Alcaraz li ha messi per il verso giusto, dando comunque l’impressione che i problemi alla caviglia distorta nella prima partita del torneo non siano del tutto scomparsi. In almeno due occasioni ha rinunciato a ribattere I colpi del norvegese per evitare ricorse troppo affannate e nuovi scivoloni pericolosi. E’ un fatto, Alcaraz è nella finale di Tokyo, mentre Sinner a quella di Pechino deve ancora arrivare. Battendo De Minaur […], poi Tien o Medvedev in finale. La classifica attende di essere aggiornata. Alcaraz vincendo con Fritz confermerà i suoi 11.540 punti. Sinner facendo altrettanto a Pechino, si avvicinerà di 250 punti […]. Situazione ancora più favorevole per Sinner quella di una sconfitta di Alcaraz, a fronte di un suo successo In questo caso il divario tra i due si accorcerebbe a 420 punti […]. Marozsan nel secondo set ci ha creduto… Ha rischiato di gettarlo via sul 4-3 per Sinner, poi ha colto un break insperato portandosi sul 4-5. Li si è spento. Sinner si è ripreso il break […] e sul 6-5 ne ha confezionato un altro per il 7-5 conclusivo. Dodici punti a uno per Jannik da quando l’ungherese è andato in vantaggio. «Fabian è stato particolarmente aggressivo nella seconda frazione, ha servito bene e ha alzato il livello. Poi ha sbagliato qualcosa, e io mi sono preso il set». Facile, no? Un’ultima informazione sull’invasione dei tennisti italiani a Shanghai. Tra le teste di serie ci sono anche Musetti […], Cobolli […] e Darderi […]. Poi Arnaldi e Sonego […], Nardi-Ofner; Bellucci-Watson. Meno fortunato Berrettini, subito contro Mannarino poi contro Cerundolo.
Lasciamo al talento di Musetti anche il diritto di “sclerare” (Andrea Scanzi, Il Fatto Quotidiano)
Lorenzo Musetti si è ritirato ieri ai quarti di finale dell’Atp 500 di Pechino. Era avanti di un set, ma un infortunio al gluteo lo ha costretto alla resa sul 4-6 6-3 3-0 per l’americano Tien. Musetti, classe 2002, è ora 9 al mondo […] e 8 nella Race. Se l’infortunio non si rivelerà grave, ha buonissime possibilità di qualificarsi alle Atp Finals. In qualsiasi altra epoca, Musetti sarebbe stato l’idolo di tutta Italia. Il nostro paese, da Panatta e Barazzutti a Fognini e Berrettini, ha passato più di quarant’anni senza un top ten. Con l’avvento di Sinner, molti sprovveduti del tennis reputano invece Musetti una sorta di “incompiuto”, quando non addirittura un “perdente”. Follia pura. È interessante soffermarsi sulle critiche che vengono rivolte regolarmente a Musetti. Appartengono a due tipologie: agonistiche e comportamentali. Le prime sono pertinenti e arrivano da chi conosce il tennis. Musetti è il classico prototipo del tennista genio e sregolatezza. Dotato di talento infinito, ha un gioco meravigliosamente “anacronistico” […] e per questo è adorato dagli esteti. Di contro, essendo talentuosissimo, non sarà mai veramente continuo. Può fare una settimana da Dio e quella dopo perdere al primo turno contro chiunque. Gioca troppo fuori dal campo, non ha un killer instict sviluppato, ha perso 5 finali di fila e spesso entra in quella modalità molto italiana da “soprammobile fighetto piccato”, alla Canè e Fognini, con un atteggiamento bambinesco tipo “sono vittima del sistema, ce l’hanno tutti con me, il mondo mi rema contro e quindi ora butto via cinque game di fila e perdo per dispetto!”. Ci sono poi le critiche comportamentali, che arrivano spesso […] da chi non segue il tennis. Due, in particolare: dice troppe bestemmie e sclera con eccessiva facilità. La prima critica corrisponde al vero: Musetti è toscano, per l’esattezza carrarino, e lì la bestemmia […] è letteralmente un intercalare. Succedeva anche a Buffon. Per i non toscani è una roba inconcepibile, per noi toscani è la cosa più naturale […] del mondo. Non è bello e non è elegante, ma Musetti non cambierà mai perché “lo hanno costruito così”. Poi c’è la critica relativa allo sclerare troppo. Proprio a Pechino, primo turno, Lorenzo ha sbroccato contro il pubblico, ripetendo due volte in un momento di nervosismo: “Tossiscono sempre ’sti cazzo di cinesi!”. Nulla di che: nel tennis, notoriamente “sport del diavolo” che mette a durissima prova i nervi, sono scene frequenti. Connors e McEnroe, per dirne due, facevano regolarmente di peggio. Musetti è un tennista, non un politico o un missionario, e quello che capita in campo […] nasce e finisce lì. Musetti sarebbe stato indifendibile se avesse detto quelle cose a mente fredda in un’intervista, ma dov’è il reato se durante un match gli si è chiusa la vena per cinque secondi e poi ha chiesto scusa? Con i social che tutto amplificano e con un pubblico di pettegoli che non vede l’ora di sindacare su tutto e non sa più distinguere tra pagliuzze e travi, il gesto di Musetti è diventato invece sommamente esecrabile. È stato accusato di razzismo e lo hanno divelto oltremodo, al punto tale che Musetti […] ha dovuto chiedere scusa […]. Ormai si è perso totalmente il senso della misura. Due giorni fa ho provato a parlarne sui social e c’è stata una spaccatura totale: chi minimizzava l’accaduto e chi riteneva Musetti una specie di Himmler contemporaneo: “Vergogna! ”, “i tennisti devono essere un esempio per i giovani” […], “ci ha fatto rischiare l’incidente diplomatico con la Cina”, “non merita di rappresentare l’Italia ”, “togliamogli la medaglia olimpica!”. Praticamente mancavano solo la condanna a morte o l’iscrizione a Italia Viva. Ora: detto che la scenata è stata sgradevole e che le bestemmie andrebbero evitate, non è che appena appena stiamo esagerando e ci stiamo rincoglionendo?
Duello a distanza (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Un’ora e venti minuti di partita in cui ha anche rischiato di perdere un set. Jannik Sinner, alla fine, ha superato l’ostacolo Marozsan e stamattina alle 8 italiane torna in campo contro Alex De Minaur. L’australiano che teme Jannik come il fumo negli occhi visto che mai, nei 10 incontri che li hanno visti opposti, è riuscito a portare a casa una vittoria […] .Sfuma invece la possibilità di una finale tutta italiana a Pechino: Lorenzo Musetti ha dovuto ritirarsi contro Tien per un problema alla coscia sinistra che non dovrebbe però avere ripercussioni sulla corsa alle Finals di Torino. […] Lo studente Sinner, che in questi giorni sta apportando piccole modifiche al suo gioco, ha chiuso con 7 ace e un doppio fallo, il 57% di prime in campo e un 61% di punti vinti anche con la seconda. Il numero 2 al mondo ha concesso due palle-break, salvandone una, e ne ha trasformate sei delle undici offerte dal suo avversario. La differenza, questa volta, l’ha fatta la risposta, da sempre il suo marchio di fabbrica, con cui ha portato a casa il 46% dei punti sulla prima di servizio di Marozsan e il 67% sulla seconda. Insomma i progressi ci sono, e il lavoro procede testando ora una sezione ora l’altra del gioco: «Ho provato ancora a giocare qualche smorzata […]. Ma non è che si deve sempre far punto con questo colpo, non sono a quel
livello. Nella partita scorsa ho fatto delle palle corte e poi ho sbagliato il passante. Sto provando a leggere sempre meglio cosa succede dall’altra parte della rete». Sperimentare, dunque, ma con giudizio: «Contro Marozsan era difficile cambiare ritmo da fondo campo perché tiravamo molto forte. Secondo me sto mettendo il 10% di sperimentazione e il 90% di quello che sono io abitualmente. L’aspetto più importante è adattare il proprio gioco all’avversario». Jannik, nella conferenza stampa post match, è entrato nei particolari del lavoro sul servizio che lo ha visto molto impegnato in questi giorni con Simone Vagnozzi, che lascerà poi il posto a Darren Cahill per gli ultimi tornei in Europa: «Mi ero posto l’obiettivo di rischiare un po’ di più, anche a costo di abbassare la percentuale di prime in campo. Abbiamo cominciato a tirare più forte in allenamento, stiamo provando a mettere dentro tante cose, ma per il match con De Minaur valuteremo, non bisogna servire sempre uguale». Prosegue su binari paralleli il percorso di Sinner e Alcaraz, che ha scelto di giocare l’Atp500 di Tokyo invece di quello di Pechino, dove lo scorso anno ha battuto l’italiano in finale. […] Carlos tira dritto come un treno, sempre meno sensibile a cali di tensione e momenti di buio. Ieri ha reagito molto bene alle difficoltà incontrate nella partita contro Casper Ruud, primo ostacolo davvero tosto sul suo percorso. Dopo aver perso il primo set, lo spagnolo è stato bravo a gestire mentalmente il terzo conquistando la finale di oggi alle 11 contro Taylor Fritz. Lo statunitense lo ha battuto pochi giorni fa alla Laver Cup: «Con Casper stavo giocando bene […], nei momenti di difficoltà ho cercato di dirmi cose positive, incoraggiarmi. Contro Taylor, se servirà, farò lo stesso. Ma prima di tutto, per batterlo, dovrò migliorare quello che mi è mancato alla Laver». La ricetta è servita.
De Minaur tra Sinner e la finale (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport Stadio)
Avrebbe potuto chiudere con ancora più facilità, ha poi rischiato di dover giocare un terzo set, e alla fine ha vinto 6-1 7-5. Jannik Sinner approda in semifinale all’ATP 500 di Pechino battendo Fabian Marozsan. Dopo un primo set in discesa, nel secondo
è successo un po’ di tutto, senza una logica apparente. L’azzurro ha tenuto due volte il servizio rimontando da 0-30, non ha sfruttato quattro palle break per andare a servire per il match, e ha infine perso la battuta. Ma sul 4-5, nel momento della verità, a tremare è stato Marozsan: gambe e braccio. Sinner ha piazzato il controbreak a zero, e da lì è arrivato un parziale di 12 punti a
1 per chiudere la partita. «Nel secondo set Fabian ha servito meglio ed è stato più aggressivo. Ho avuto prima io una chance, poi lui ha sbagliato un paio di colpi quando ha servito per il set e mi ha permesso di vincerla in due […]. Cambiare ritmo non era semplice, la palla viaggiava molto veloce. Appena si alzava un po’ il rimbalzo lui spingeva, quindi ho cercato di essere anche io più aggressivo». Con un altro successo in tasca, quali sono gli aggiornamenti al tema delle variazioni? Come anticipato da Jannik, in modo simile a quanto accaduto con Cilic, non era
facile inventarsi troppo. Già nei giorni scorsi aveva parlato della necessità di trovare un equilibrio, e se contro Atmane aveva definito il rapporto 80-20 tra proprio tennis ed esperimenti, ieri le percentuali si sono aggiornate: «Direi 90% me e 10% esperimenti. Sto provando a leggere di più quello che accade dall’altra parte della rete. Inoltre la smorzata non deve per forza portare il punto diretto, anche perché non sono ancora a quel livello (ride)». Un ragionamento più che logico: le smorzate, infatti, gli servono in costruzione del punto per poi finalizzare con il colpo successivo. La notizia positiva è che […]. la lettura dei momenti sta migliorando. E a lungo termine, quando in una finale dovrà ricorrere a quel tipo di soluzione, averla sperimentata sarà un fattore, a prescindere dal risultato dell’immediato. Sul servizio invece, dopo aver pensato a movimento e variazioni, ha provato a cambiare marcia aggiungendo più velocità: «Spingere di più era uno degli obiettivi del match. Se metti il 70% di prime ma fai meno punti, non serve. Ci sono tante piccole cose da vedere per arrivare dove vogliamo». Quest’oggi […] la semifinale contro Alex De Minaur, uno di quelli con cui non avrebbe bisogno di cambiare nulla. Dalle Next Gen Finals del 2019 all’Australian Open di quest’anno, il bilancio è impietoso: 10-0 per l’azzurro contro il numero 8 del mondo. Non è questione di valori assoluti, ma di abbinamento tecnico: il tennis dell’australiano sembra fatto per esaltare le doti di Jannik. «Alex è migliorato tanto negli ultimi quattro mesi, è un giocatore molto continuo e ogni volta cambia qualcosa nelle nostre sfide. Non mi aspetto niente di semplice», le caute parole dell’altoatesino. Conclusa l’avventura a Pechino, Sinner partirà alla volta di Shanghai. Ieri si è tenuto il sorteggio del Masters, all’esordio se la vedrà contro uno tra Altmaier […] e un qualificato. In prospettiva Fritz e Djokovic sono gli avversari più plausibili per quarti e semifinale. […] «È un ritiro che mi lascia molto amareggiato perché avevo giocato un ottimo primo set contro un avversario molto fastidioso. Stavo gestendo bene la partita e doversi fermare è un po’ uno spreco di quanto fatto. Era una bella occasione per raggiungere la semifinale e ottenere punti fondamentali per la corsa verso Torino». Non potrebbe essere più comprensibile il rammarico di Lorenzo Musetti. Dopo due belle vittorie su Mpetshi Perricard e Mannarino, ha dovuto alzare bandiera bianca nel quarto di finale contro Learner Tien. La sua avventura all’ATP 500 di Pechino si chiude a causa di un infortunio nella zona del gluteo sinistro, che da metà secondo set gli ha impedito di potersela giocare. Già in quel frangente era arrivato l’invito di Simone Tartarini a ritirarsi qualora non se la sentisse, Lorenzo ha provato a spingersi fino al punteggio di 4-6 6-3 3-0. […]
Il gluteo e Tien: Musetti si ferma (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Si è fermata nei quarti di finale la corsa di Lorenzo Musetti nel 500 ATP di Pechino. Il carrarino è stato costretto al ritiro, si auspica solo precauzionale, sullo 0-3 del set decisivo contro il 19enne americano Learner Tien, uno dei volti nuovi del circuito internazionale emersi in questa stagione. Gran primo set quello giocato dall’azzurro, in particolare nel settimo e ottavo gioco, che lo hanno visto prima strappare il servizio al rivale di giornata, poi capitalizzare il vantaggio al termine di una serie di colpi solo vincenti. Musetti ha chiuso 6-4 la prima frazione e in avvio di seconda si è procurato una palla break, non convertita. Sull’1-2 nel computo dei game ha chiesto un medical time out per un problema al gluteo, già comparso nel primo match giocato a Pechino contro il francese Mpetshi Perricard. Al rientro Tien ha tolto il servizio a Musetti e la partita ha decisamente preso un’altra fattezza. L’americano ha pareggiato il conto dei set con il 6-3 e nel terzo è scattato nuovamente meglio dai blocchi, aiutato da Musetti che si vedeva dibattuto tra provare a continuare e scegliere il ritiro. La decisione l’ha presa sullo 0-3, tra i “buuu” di disappunto degli appassionati locali, evidentemente ancora risentiti per le frasi “scappate” dalla bocca del carrarino nei giorni scorsi. Alle porte c’è il Masters 1000 di Shanghai, dove è la testa di serie numero 8 e dovrebbe entrare in gioco non prima di venerdì. Soprattutto c’è sempre l’obiettivo Finals di novembre a Torino […]. Ieri Lorenzo è stato scavalcato da Alex De Minaur nella “Race to Turin”, dove attualmente è ottavo con un buon margine sugli avversari più prossimi. Tutto è ancora in gioco ma ovviamente i punti in palio di qui al grande appuntamento di fine anno sono molti e perdere il passo sarebbe un peccato dopo un anno nel quale gli apici toccati dall’azzurro sono stati molti. Ora si attendono gli esami clinici del caso, che diranno di più sui prossimi impegni.
Sinner a colazione con De Minaur: Musetti si ritira (Massimo Calandri, La Repubblica)
La parola d’ordine è: «Costruire». Nel cantiere Sinner si lavora a testa bassa. Ogni giorno, un mattone. Un colpo al volo in più, una palla corta, un servizio in kick. Proviamoci. Non è semplice, perché ci vuole coraggio anche a fallire. Ma Jannik è determinato: sa che il solo modo per battere Alcaraz è variare il proprio gioco, e allora persevera in questo metamorfico percorso anche a costo di qualche piccolo inciampo. Gli è successo ieri con l’ungherese Marozsan, che verso la fine del secondo set gli ha strappato la battuta. «Devo trovare il giusto equilibrio tra le novità e le cose che so fare meglio». Ci vorrà tempo. Può aspettare. «Avere fiducia è molto importante, nel tennis». Stamani alle 8 italiane nella semifinale del China Open affronta Alex de Minaur, numero 8 del mondo ma affetto da un imbarazzante complesso di inferiorità nei suoi confronti: 10 sconfitte in 10 precedenti, ma l’australiano sa che la Volpe ha cambiato pelo, almeno un poco, e spera di approfittarne. Dietro l’angolo c’è la probabile sfida con quel parvenu di Medvedev, il russo che quando lo batteva fingeva di sbadigliare per la noia però poi ha smesso di fare il furbo, perché l’azzurro ha vinto 8 degli ultimi 9 incontri tra i due. Con quello di ieri, siamo a 40 successi […] nel 2025, e 13 semifinali, questa è l’ottava di fila sul cemento: tutte vinte. «Considerato che ho giocato solo 8 tornei, è un gran risultato». La fiducia, appunto. Ma c’è un tarlo, nella testa di Jannik: si chiama Carlitos. Ieri a Tokyo il murciano ha dato un’altra dimostrazione di classe purissima […] e vola in finale, dove se la vedrà con Fritz. I Duellanti hanno appuntamento a Shanghai, tra pochi giorni: se si incontreranno, sarà solo nell’ultimo match del torneo. Il sorteggio non ha sorriso troppo all’azzurro, che passa direttamente al secondo turno ma negli ottavi troverà forse quel pericoloso mattacchione di Bublik, poi Rune o Fritz, quindi Djokovic. Passerà al secondo turno di Shanghai anche Lorenzo Musetti, che sembra essersi assicurato un posto alle Atp Finals di Torino ma continua a sprecare occasioni d’oro. Era in vantaggio di un set e in pieno controllo, quando […] si è arreso nei quarti all’americano Tien per un problema muscolare. Un vero peccato: la finale con Jannik è solo rimandata.
Sinner, De Minaur è la prova dell’11. C’è in palio la finale: «Ma sarà dura». (Gabriele Tassi, QS – Il Giorno/ Il Resto del Carlino/ La Nazione)
Se la partita ogni volta è un test. Se il punto può diventare il foglio bianco di un esperimento. In quella piccola rivoluzione che Jannik Sinner a Pechino sta provando a portare nel suo gioco, anche il match vinto contro Marozsan, il numero 57 al mondo, somiglia a una prova per il futuro. Altrettanto sarà contro Alex De Minaur, che lo aspetta in semifinale. Nonostante lo abbia già battuto 10 volte su 10 e conosca tutti i dettagli tecnici del settimo giocatore della classifica mondiale. La vittoria su Marozsan […] è il successo numero 40 in stagione e porta un 90% del ‘vecchio’ Sinner e forse un 10% di novità: non eccessive in questo caso. Una partita impostata maggiormente da fondo e su una grande incisività della seconda di servizio. Qualche incertezza ed errore di troppo ancora sporcano la prestazione di Jannik. «Ho sbagliato un paio di cose alla fine, ho faticato a tenere il servizio ma sono contento per come ho lottato», ha detto l’azzurro a caldo. Oggi, non prima delle 8 di mattina, un altro passo da fare nella rivoluzione Jannik. Contro il ‘demone’, ‘Demon’, come lo chiamano sul circuito storpiandone un po’ il nome. Tutt’altro che diavolaccio: l’australiano è un soldatino cresciuto in Spagna dedito al punto. Gioca bene, è veloce, sa sacrificarsi e non si risparmia mai. Insomma, per dirla con le parole dell’altoatesino: «È una grande sfida per me. È migliorato molto negli ultimi mesi. Mi aspetto una partita molto dura. Qui ci sono condizioni piuttosto uniche, il campo a volte è lento, soprattutto con le palle usate. Sarà molto difficile superarlo». La sensazione è però che Sinner stia trovando piano piano la quadra al ‘nuovo’ gioco pensato per disinnescare Alcaraz. Che ieri a Tokyo ha faticato non poco contro Casper Ruud: Carlitos costretto a una rimonta in una giornata in cui è più falloso e nervoso del solito. Tra lui e la finale c’è un altro avversario complicato: Taylor Fritz. Intanto Jannik sa già che nel prossimo torneo, il Masters 1000 di Shanghai affronterà Daniel Altmaier o un qualificato. Pechino si fa invece amara per Lorenzo Musetti. Il carrarino cede il passo all’americano Tien e si ritira a causa di un infortunio, non senza aver lottato strenuamente. I primi problemi mentre Lorenzo è avanti 6-4 1-3: l’azzurro si fa trattare la coscia, che già aveva dato noie nel corso del torneo. Da quel momento Musetti non è più lo stesso, e si ritira dopo aver subito 9 game di fila. Sempre a Pechino oggi tocca a Jasmine Paolini puntare i quarti di finale. La toscana è impegnata […] contro la ceca Bouzkova: tutti punti importanti da rosicchiare in chiave Wta Finals.