BJK Cup, preview finale: Italia-Stati Uniti verso il grande equilibrio, decisivo il confronto tra Paolini e Pegula
La vigilia dell’atto finale che metterà il punto esclamativo sulla Billie Jean King Cup 2025 sta per volgere al termine. Ecco allora una presentazione della finalissima che andrà in scena domenica a Shenzen. A contendersi il titolo numero 62 della storia saranno l’Italia di Tathiana Garbin e gli Stati Uniti capitanati da Lindsay Davenport, rispettivamente prima e terza compagine del Ranking mondiale per nazioni.
Le azzurre si apprestano a vivere la loro terza finale consecutiva dopo le due spagnole (la sconfitta di Siviglia per mano del Canada e lo storico trionfo di Malaga), impresa per l’ultima volta riuscita ad una nazionale femminile nel triennio 2014-2016 quando l’indomabile Repubblica Ceca conquistò tre titoli in fila. Qualora Jasmine e compagne realizzassero la doppietta, eguaglierebbero proprio la squadra ceca come l’ultima formazione capace di riconfermarsi campione del mondo. L’Italia va a caccia del suo sesto alloro complessivo, considerando anche il poker servito dalla generazione dorata di Pennetta, Schiavone, Vinci ed Errani (il vero anello di congiunzione tra le due epoche vittoriose), che la porterebbe a scavalcare Russia e Spagna nell’albo d’oro per piazzarsi al quarto posto dietro solamente Team USA (18 titoli), Cechia (11 titoli) e Australia (7 titoli).
Guardando in casa delle nostre avversarie, per la squadra statunitense quella del 2025 sarà la trentunesima finale nella competizione (inserendo nel conteggio anche le edizioni della vecchia formula: la defunta Fed Cup). Soltanto però la prima, per la nazionale più vincente nella storia delle squadre femminili, dal KO del 2018 con la Repubblica Ceca. L’ultimo successo a stelle e strisce risale invece all’anno precedente, con l’affermazione decisiva ottenuta in trasferta contro la Bielorussia. Gli ultimi cinque precedenti, tuttavia, sorridono tutti alle azzurre. Per ritrovare un successo statunitense ai danni dell’Italia, bisogna ritornare indietro nel tempo sino al 2003.
Nel confronto tra i due team va però aperto un capitolo apposito per l’intramontabile Sarita Errani. Un’eventuale vittoria tricolore farebbe entrare la tennista bolognese in un ristrettissimo cerchio di atlete della racchetta capaci di trionfare per almeno 5 volte nel torneo che mette in palio il titolo mondiale per nazionali. Finora soltanto in sei sono state in grado di realizzare tale scenario, tra cui troviamo la stessa Billie Jean King nonché l’attuale direttrice della competizione Conchita Martinez. L’esperienza di Sara, già vittoriosa nel 2009, 2010, 2013 e 2024, potrebbe rivelarsi l’asso nella manica di Garbin qualora la coppa si decidesse al doppio finale.
Se dunque per Errani la finale di domani avrà un sapore ancora più speciale, lo stesso si può dire per Davenport. Lindsay è una figura storica di Team USA: da giocatrice ha vinto per tre volte la Fed Cup, concludendo la carriera in nazionale tra le prime cinque di sempre per numero di vittorie ottenute. Un successo anche in veste di capitano garantirebbe all’ex tennista californiana di diventare appena la quarta della storia a trionfare sia in campo che in panchina: capaci di farlo solo tre autentiche icone immortali come Margaret Court, Chris Evert e Billie Jean King.
Il percorso
Per giungere all’atto conclusivo di queste Finals, le due formazioni hanno dovuto superare due turni. Ai quarti di finale, l’Italia ha superato la Cina (la compagine di casa si è arresa già dopo i singolari ma non senza lottare con Cocciaretto e Paolini costrette entrambe a rimontare sotto set e break) prima di battere l’Ucraina in semifinale dopo l’inziale svantaggio dovuto alla vittoria di Kostyuk su Elisabetta Cocciaretto. A rimettere le cose apposto ancora una volta ci ha pensato Jasmine Paolini, fantastica nel girare l’ennesima partita al cardiopalma quando ormai sembrava persa, e soprattutto contro Svitolina, sua bestia nera in questo 2025. Infine, la rimonta è stata completata dal doppio d’acciaio Errani/Paolini: una vera e propria certezza, nulla hanno potuto Kostyuk e Kichenok.
Il vero scoglio del cammino statunitense si è invece innalzato già ai quarti contro il Kazakistan, quando la sconfitta di Pegula servita per mano di Rybakina ha complicato e non poco le operazioni per le ragazze guidate da Davenport che avevano iniziato nel migliore dei modi la loro spedizione grazie al sofferto successo, nel singolare che contrapponeva le numero due, di Emma Navarro su Putintseva con tanto di due match point cancellati nel tie-break decisivo. La punta di diamante degli Stati Uniti si è però riscattata a dovere in doppio, dove al fianco di Townsend ha consegnato il passaggio in semifinale alla propria squadra avendo la meglio della coppia kazaka Rybakina/Putintseva. Nonostante l’incrocio con il team asiatico abbia visto le statunitensi dover ricorrere al doppio, non si può dire che la semifinale sia stata una passeggiata: in ambedue i singolari Emma e Jessica hanno dovuto rimontare un set di svantaggio prima di spuntarla su Kartal e Boulter.
Preview
Il match si presenta estremamente livellato, come qualsiasi finale che si rispetti. Indubbiamente però il rubber più squilibrato è quello che aprirà la contesa. In qualsiasi direzione ricada la scelta di Tathiana, Coccia come nei due incontri precedenti o alternativamente Bronzetti, partirà sempre e comunque favorita la numero due americana Navarro.
Decisamente più insondabili gli altri due confronti: quasi un terno al lotto l’incrocio fra la n°7 e la n°8 WTA. Pertanto servirà la miglior versione di Paolini per trascinare la sfida al doppio, dove per quanto le avversarie possano contare sulla numero 1 di specialità Taylor Townsend affiancata da una signora doppista – ex n°1 mondiale e finalista Slam con Gauff – come Pegula, la connessione di Sara e Jasmine frutto del loro essere coppia fissa e stabile durante il circuito dà i favori del pronostico alle azzurre pur riconoscendo un margine di superiorità veramente minimo.
Perciò, in conclusione, a fare da ago della bilancia – come spesso accade – saranno i primi violini Paolini e Pegula. Chi delle due riuscirà a esprimersi al meglio delle sue possibilità trascinando il resto del gruppo, in particolare le due professoresse del doppio Sara e Taylor, regalerà molto probabilmente la gioia finale alla propria Nazionale.