Coppa Davis, un altro ‘Caso Nazionale’?: perchè Sinner dovrebbe giocare a Bologna (e perchè no)
Il sorteggio della Final Eight di Coppa Davis 2025 ha regalato all’Italia – due volte campione in carica e testa di serie numero 1 – una serie di buone notizie: la nazionale azzurra, guidata dal capitano Filippo Volandri, nei quarti di finale di Bologna se la vedrà con l’Austria (un solo top 100, il numero 92 Misolic) e nell’eventuale semifinale dovrebbe affrontare con la vincente della sfida tra Francia e Belgio. Le due nazionali che, per motivazioni diverse, sembravano le più pericolose, sono finite dal lato opposto del tabellone e, oltretutto, si affronteranno immediatamente, nei quarti: ci riferiamo alla Repubblica Ceca (Mensik e Lehecka) e, ovviamente, alla Spagna (Alcaraz, in questo momento, è probabilmente l’unico giocatore del mondo in grado di battere il nostro numero 1). Già, Alcaraz e Sinner, e, ancora, Sinner e Alcaraz: il mondo del tennis del 2025 gira intorno a questi nomi, c’è poco da fare. Ma ci saranno a Bologna?
E’ sicuramente ancora troppo presto per una risposta definitiva – considerando che le Final Eight di Davis comincerà il 18 novembre, esattamente tra due mesi – ma la sensazione è che Carlitos, costretto a rinunciare (a causa delle fatiche newyorchesi) allo spareggio sulla terra battuta di Marbella dello scorso weekend, stavolta, a meno di problematiche di natura fisica, scenderà in campo con la propria nazionale. Lo spagnolo, nel corso della sua breve ma già clamorosa carriera, non è ancora riuscito ad arrivare al 100% per la parte conclusiva della stagione, raccogliendo poco o nulla (considerando ovviamente i suoi standard elevati) tra i tornei asiatici e quelli indoor europei: nel 2025 Alcaraz ha però cambiato ulteriormente marcia, raggiungendo il livello di continuità del dominatore, e ha tutte le intenzioni di scatenare la potenza e la bellezza del suo gioco anche sui campi più rapidi del circuito. La Davis sarà la ciliegina sulla torta del numero 1?
PERCHE’ SINNER DOVREBBE GIOCARE A BOLOGNA
Passiamo invece al nostro campione: Jannik Sinner, dopo le polemiche e il cosiddetto “Caso Nazionale” del settembre del 2023, ha trascinato la propria nazionale, nelle ultime due edizioni della Final Eght, alla storica doppietta di Malaga. Due anni fa la sua carriera prese la rincorsa definitiva con i tre match point annullati a Djokovic nel secondo singolare della semifinale con la Serbia: uno slancio tecnico ma soprattutto emotivo, che gli permise di arrivare con una memoria positiva alla semifinale dell’Australian Open, sempre contro Nole, di qualche mese dopo. Sinner trascinò l’Italia verso la conquista dell’insalatiera più prestigiosa del mondo con cinque vittorie, tre in singolo (Grieskpoor, Djokovic e de Minaur) e due in doppio (insieme all’amico Sonego). Un anno fa, invece – reduce da una stagione mostruosa, dal numero 1, dal dominio di Torino e dalle scorie della vicenda Clostebol – Jannik vinse facilmente i propri singolari e mise anche una firma importante sul doppio, delicatissimo, dei quarti di finale con l’Argentina, in coppia con Matteo Berrettini. Il calendario di Sinner, al momento, prevede i seguenti appuntamenti: ATP 500 di Pechino (25 settembre), Masters 1000 di Shanghai (1 ottobre), Six Kings Slam di Riyad (15 ottobre), ATP 500 di Vienna (20 ottobre), Masters 1000 di Parigi (27 ottobre) e, infine, ovviamente, le Nitto ATP Finals di Torino (che si concluderanno il 16 novembre, due giorni prima dell’inizio della Coppa Davis a Bologna). I due tornei asiatici, l’esibizione in Arabia Saudita e la partecipazione a Vienna (ufficializzata solamente qualche giorno fa) non sembrano essere in dubbio: la sensazione, al netto delle condizioni fisiche, è che se Sinner dovesse ottenere un buon risultato a Vienna potrebbe poi, di conseguenza, saltare il nuovo 1000 indoor parigino. Lo scorso anno, per capirci, Jannik non era volato in Austria e aveva saltato in ogni caso l’allora torneo di Bercy, rimanendo di fatto fermo da Riyad (ma si trattava pur sempre di un’esibizione – anche se ricchissima – e non di un vero e proprio torneo) a Torino: la verità è che tutto dipenderà dai risultati e dalla condizione atletica del numero 2 del ranking ATP. La vicinanza tra Torino e Bologna potrebbe rappresentare un fattore, così come l’affetto del pubblico di casa: Sinner, infatti, nel corso della stagione, saluta i “suoi” tifosi italiani solamente a Roma e a Torino, ma il pubblico delle Finals è un pubblico molto “internazionale” mentre quello della Davis potrebbe rappresentare la benzina giusta per il cuore e per il motore emotivo del campione. Sinner, poi, sta bene con i compagni di squadra, il gruppo della nazionale è un gruppo unito e l’esordio “soft” con l’Austria potrebbe anche consentirgli di saltare un giro, in modo tale da farsi trovare pronto per le semifinali. Discorsi da bar, certo, perchè, come dicevamo in precedenza, tutto dipenderà dai risultati dell’ultimo spicchio di stagione, dalla condizione fisica, da piccoli acciacchi e dalla voglia (o meno) di staccare con una settimana di anticipo. E, non lo escludiamo, dalla telefonata di qualche sponsor, perchè un’altra settimana italiana di Sinner rappresenterebbe una buona occasione anche per le aziende che lo seguono da vicino.
PERCHE’ SINNER NON DOVREBBE GIOCARE A BOLOGNA
Si tratta di un gioco, e, come premesso, di un parente stretto del discorso da bar: e quindi va preso con le pinze. Sinner ha trascinato l’Italia, per due volte consecutive, al trionfo in una competizione che mancava dalla nostra bacheca da quasi mezzo secolo. Il nome è lo stesso, Coppa Davis, la sostanza, invece, quella no, ma questa è un’altra storia: Jannik, in ogni caso, dopo le polemiche di 24 mesi fa, non deve più dimostrare l’attaccamento alla maglia azzurra, ammesso gliene sia mai importato qualcosa, di quelle polemiche. Scommettiamo di no. La stagione di Jannik è stata una stagione faticosa, caratterizzata dalle montagne russe della squalifica, del trionfo di Wimbledon, della sconfitta crudele di Parigi e della sconfitta netta di New York: il suo fisico va gestito, preservato e protetto, in vista dei prossimi tornei dello Slam, perchè alla fine, come da lui stesso dichiarato in numerose occasioni, lo sforzo principale sarà dedicato, nella parte centrale della carriera, ai Major. E allora dopo Torino bisognerà fare il punto della situazione: la situazione dei dolori, della benzina e delle motivazioni.
Una settimana in più dedicata al riposo, a quei livelli, rappresenta una cosa molto preziosa: Sinner, insieme al suo team, peserà i costi e i benefici, farà un tagliando al proprio motore, e poi deciderà.
L’azzurro – in un’epoca profondamente mediatica, in cui a volte gli sportivi (ma non solo) tendono a prendere la scorciatoia della ‘scelta più facile da spiegare’ e non la strada più faticosa della ‘scelta corretta’ – ci ha abituati a una specie di rivoluzione: Sinner – egoisticamente, ma chi siamo noi per giudicarlo – si tappa le orecchie e fa la cosa che gli sembra giusta, senza curarsi troppo dell’impatto mediatico della stessa, senza, per forza, dare la spiegazione che il pubblico si aspetta. Gli organizzatori spingeranno per averlo a Bologna, così come i giornalisti, il capitano, gli sponsor, le televisioni, i compagni di squadra (ma non è detto…) i media e tutto il resto. Noi, al momento, abbiamo una sola certezza: Sinner, prima di decidere, si tapperà le orecchie. Resta solamente da capire se il prurito di una, nuova, potenziale, sfida con Alcaraz, davanti ai propri tifosi, potrà fare la differenza.