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ATP Hangzhou: Matteo Berrettini, dov’eravamo rimasti? A breve il ritorno in campo

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“Ho bisogno di prendermi un po’ di tempo lontano dal tennis per capire dove voglio andare”. Diceva così Matteo Berrettini dopo la sconfitta patita all’esordio di Wimbledon, in cinque set, contro il polacco Kamil Majchrzak. “Mi sono rotto più di una volta in questi anni, e forse stavolta mi sono rotto anche qui (indicandosi la testa, ndr). Da quelle dichiarazioni londinesi del 29enne romano sono passati più di due mesi. Tra pochissimo ‘The Hammer’ tornerà sul rettangolo di gioco: al Lynk & Co Hangzhou Open, ATP 250 cinese in programma dal 17 al 23 settembre.

Per risalire alle ultime sfortune dell’azzurro bisogna tornare al Masters 1000 di Madrid negli ultimi giorni di aprile, quando Matteo si era ritirato contro Jack Draper dopo aver perso il primo set. Questo si era poi ripetuto a Roma, dove Berrettini era stato costretto ad alzare bandiera bianca contro Casper Ruud all’inizio del secondo parziale nel match di terzo turno. Dopo Roma ho passato settimane difficili, non sapevo se tornare o no. L’ho fatto ma non sono riuscito a trovare le energie per stare in campo, o almeno per farlo come voglio io. Non mi riconoscevo. Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa e non raggiungerla mai”, aveva fatto sapere il tennista italiano ai Championships.

Dopo il Masters 1000 di casa, una sequela di forfait aveva portato Matteo a Wimbledon, dove aveva raggiunto la finale nel 2021. Sui sacri prati inglesi, però, si è visto un Berrettini scarico a livello nervoso. Quindi la pausa e qualche apparizione fugace qua e là nei Social tra un ritiro e l’altro dai tornei nordamericani. Un allenamento con Jannik Sinner a Monte Carlo a inizio agosto e, più di recente, alcuni video che lo ritraevano durante sessioni di allenamento presso il Circolo Canottieri Aniene nella sua città. Se ‘The Hammer’ sta bene, il suo livello non si discute. Tutti i suoi tifosi non vedono l’ora di rivederlo all’opera in un torneo ufficiale, scaraventando servizi e dritti come lui e pochi altri al mondo sanno fare. Riaccendendo così un fuoco che, se ben alimentato, può far paura a tutti i tennisti in circolazione. La parola chiave è una: continuità. Speriamo questa sia la volta buona.

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