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Coppa Davis, qualificazioni: in campo Fritz, De Minaur e Rune ma non Alcaraz e Zverev

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La finale di domenica sull’Arthur Ashe Stadium non ha ancora emesso verdetti definitivi: Trump sarà riuscito con la sua presenza a distrarre l’attenzione da un’economia che punta verso la contrazione e dai documenti di quel Jeffrey di cui non ricordiamo il cognome? L’invito del presidente nel box di Rolex avrà conseguenze positive per i pesanti dazi nei confronti della Svizzera? Jannik Sinner si riprenderà da questa sconfitta o farebbe meglio a valutare il ritiro, un po’ come Novak Djokovic visto che negli Slam arriva sempre e solo in semifinale? E, rimanendo nel campo (tennistico) delle iperboli provocatorie (provocazioni iperboliche?), cosa dovrebbero fare allora tutti gli altri tennisti da Zverev a scendere? Dopo tutte le analisi e i numeri (più sotto i link per trovare tutto quanto vi siete persi) e in trepida attesa di risposte, lo US Open potrà anche essere finito ma il tennis non si ferma mai.

In realtà è fermo proprio in questi giorni. Il tennis maschile, specifichiamo, perché il circuito WTA prosegue imperterrito con i tornei di Guadalajara e San Paolo prima di volare in Estremo Oriente la terza settimana di settembre (per le giocatrici non impegnate in BJK Cup, altrimenti la quarta). Gli uomini con la racchetta, invece, saranno chiamati a difendere i colori nazionali in Coppa Davis nel secondo e decisivo turno di Qualificazioni (i Qualifiers) il 12 e il 13 settembre e negli scontri del Gruppo Mondiale I e II. Se di questi già vi avevamo anticipato chi ci sarà al netto di disdette dell’ultimo momento (Felix Auger-Aliassime, per cominciare), andiamo a dare uno sguardo ai sette confronti che promuoveranno altrettante formazioni allo status di Final 8 – se i conti non vi tornano, è perché l’Italia si è assicurata il posto a Bologna dal 18 al 23 novembre in quanto detentrice del trofeo. Da quasi due anni.

Finita quella roba di kosmosiano retaggio del Group Stage – la fase a gironi, un anno fa giocata a Bologna, Manchester, Valencia e Zhuhai – si torna al formato casa/trasferta anche in questo secondo turno. Vediamo allora i nomi di spicco e non che prenderanno parte alle sfide a base di due singolari il venerdì e due singolari e un doppio il sabato.

Partendo dall’alto del tabellone, entrano in gara i Paesi Bassi, finalisti dalla passata edizione e per questo esentati dal primo turno, che in casa sul veloce indoor della MartiniPlaza di Groningen affronteranno l’Argentina. Privo del numero 1 arancione Tallon Griekspoor, capitan Haarhuis si affiderà a Jesper De Jong e Botic van de Zandschulp, rispettivamente numero 79 e 82 ATP, oltre che a Den Ouden, Arends e Verbeek, mentre il suo omologo argentino può scegliere tra un paio di Francisco – Cerundolo, n. 21, Comesaña, 61 – e Tomas Martin Etcheverry, con il classe 1985 Zeballos che può dire ancora la sua in doppio (ha appena vinto il titolo di specialità allo US Open con il compare Granollers, per dire). Il miglior risultato della sineddoche Olanda è la finale dell’anno scorso, mentre l’Argentina ha alzato l’Insalatiera nel 2016.

Alla Ken Rosewall Arena di Sydney, cemento all’aperto, l’Australia vincitrice di 28 titoli, l’ultimo nel 2003, ospita il Belgio, tre volte finalista, l’ultima nel 2017. Lleyton Hewitt potrà schierare Alex de Minaur (n. 8 ATP), Alexei Popyrin (n. 36), Jordan Thpnson (n. 58, 16° in doppio) e Matthew Ebden. Non ci sarà Goffin, così il capitano Steve Darcis risponderà con Zizou Bergs (n. 46), Raphael Collignon (n. 91), Coppejans e i doppisti Gille e Vliegen. Ricordiamo, soprattutto a chi lo affronterà, che Bergs ha dato la… spallata decisiva per il passaggio del primo turno.

Il duro indoor della Fonix Arena di Debrecen sarà teatro del tie tra i padroni di casa dell’Ungheria e l’Austria. Fabian Marozsan (56), Marton Fucsovics (59), Zsombor Piros e Peter Fajta cercheranno la strada per Bologna contro Filip Misolic (94), Sebastian Ofner, Rodionov, Miedler e Erler.

Duro indoor anche all’Ariake Colosseum di Tokyo, dove il Giappone finalista nel ’21 (1921…) ospita la tre volte campione Germania (ultima volta nel 1993) senza Alexander Zverev e Daniel Altmaier. Kei Nishikori (93), Mochizuki, Watanuki, Nishioka e Yuzuki, sotto la guida di Go Soeda, se la vedranno con Jan-Lennard Struff (98), Hanfmann, Engel e i doppisti Krawietz e Puetz.

Sfida particolarmente interessante sul cemento all’aperto del Delray Beach Tennis Center tra gli Stati Uniti, primatisti della manifestazione con 32 successi, l’ultimo nel 2007, e la Repubblica Ceca, tre titoli, l’ultimo nel 2013. Non ci saranno Ben Shelton e Tommy Paul, ma Taylor Fritz, Frances Tiafoe, Reilly Opelka e i doppisti Ram e Krajicek contro Jiri Lehecka, Jakub Mensik, Tomas Machac, Brunclik e Pavlasek dovrebbero offrire un buon livello. Bob Bryan e Tomas Berdych i capitani.

Mancheranno Carlos Alcaraz e Alejandro Davidovich Fokina sulla terra battuta del Club de Tenis Puente Romano di Marbella nel tie della sei volte campione Spagna contro la Danimarca. David Ferrer conterà su Jaume Munar (37), Pedro Martinez (67), Carballes Baena, Carreño Busta e Marcel Granollers. Dall’altra parte della rete, Holer Rune (n, 11), Elmer Moeller (113), Holmgren, Sigsgaard e Ingildsen.

Infine, alla Dvorana Gradski Vrt di Osijek, terra indoor, la Croazia due volte vincitrice dell’Insaltiera attende la Francia. Il nuovo capitano Ivan Dodig non avrà a disposizione Borna Coric, ma ci saranno Marin Cilic (n. 60), Dino Prizmic, Matej Dodig (nessuna parentela con Ivan) e i doppisti Pavic e Mektic. Cilic è colui che nel 2018 ha consegnato al proprio Paese la seconda e ultima Insalatiera (“l’ultima vera”, potrebbe osservare qualcuno) proprio contro la Francia in finale. Non ci saranno Fils e Humbert, i primi due Bleus del ranking, nella città che ha dato i natali a Jelena Dokic e Donna Vekic, e allora capitan Mathieu porterà in Slavonia Giovanni Mpetshi Perricard (n. 36), Corentin Moutet (39), Benjamin Bonzi (45), Arthur Rinderknech (57) e Pierre-Hugues Humbert.

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