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US Open, Alcaraz: “Federer mi ha consigliato di non guardare troppo al futuro. Meno mago e più robot? Non è la mia essenza”

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Carlos Alcaraz torna in finale allo US Open, dopo la vittoria del 2022, in quello che è stato il suo primo Slam. A distanza di tre anni lo spagnolo conta nella sua bacheca cinque Major su tre superfici differenti. Sul cemento, però, dal primo storico trionfo a Flushing Meadows non era più riuscito a raggiungere una finale Slam. Domenica non solo avrà la possibilità di rimpinguare il palmares, ma, analogamente a quanto è successo nel 2022, potrebbe anche tornare numero 1 del mondo se dovesse sollevare al cielo il trofeo. Sarebbe la ciliegina del suo 2025, che, dopo un inizio in sordina, si è acceso in primavera. Lo spagnolo è infatti all’ottava finale consecutiva – precisando che non ha preso parte al Masters 1000 di Madrid – e va alla ricerca del settimo titolo stagionale. Intanto, Carlos ha raccolto la prima vittoria sul veloce contro Novak Djokovic, sconfitto in semifinale con il punteggio di 6-4 7-6(4) 6-2.

D: Carlitos, congratulazioni. Ottima partita. Prima volta che approdi a una finale Slam senza perdere un set. Come ti fa sentire questo risultato e pensi che rifletta un nuovo livello di professionalità nei tornei dello Slam per te quest’anno?
CARLOS ALCARAZ: “Per me è fantastico. È qualcosa su cui sto lavorando, la costanza nelle partite, nei tornei, nell’arco dell’anno. Non avere alti e bassi durante la partita. Il livello con cui inizio la partita voglio mantenerlo molto alto per tutta la durata dell’incontro. Credo di esserci riuscito in questo torneo, cosa di cui sono molto orgoglioso. Vediamo. Probabilmente sto maturando, sto imparando a conoscermi meglio, capendo di cosa ho bisogno dentro e fuori dal campo. Penso di fare molto bene anche le cose fuori dal campo, il che aiuta molto a esprimere il mio miglior tennis. Sta andando sempre meglio

D: Considerando le ultime partite contro Novak, finora non eri mai riuscito a batterlo su cemento. Oggi eri più nervoso del solito rispetto al resto del torneo?
CARLOS ALCARAZ: “Probabilmente sì, ma non per le precedenti partite contro di lui. Era più per il fatto che stavo giocando una semifinale e che il mio avversario era Novak. Non è facile affrontarlo. Si pensa alla leggenda che è, a ciò che ha ottenuto in carriera. È difficile non pensarci e questo rende la sfida ancora più impegnativa. Sono felice di aver ottenuto la mia prima vittoria contro di lui su cemento e di essere di nuovo in finale qui. Oggi non ero particolarmente nervoso, solo un po’ per questo motivo

D: Carlos, come descriveresti i maggiori miglioramenti che hai fatto negli ultimi anni e quelli che ha fatto Jannik Sinner nello stesso periodo?
CARLOS ALCARAZ: “Penso che lui, soprattutto dal punto di vista fisico, sia migliorato molto, ed è evidente. Non è un segreto. Ha parlato lui stesso della necessità di migliorare la sua condizione fisica e, nell’ultimo anno o due, l’ha fatto davvero tanto. Ora affronta partite molto impegnative dal punto di vista fisico e riesce a mantenere il 100% per due, tre, quattro ore. Questo secondo me è stato il suo miglioramento più grande.
Per quanto mi riguarda, credo sia la costanza e il non avere alti e bassi durante le partite. Anche fuori dal campo sono cresciuto tanto, ho capito quanto sia importante curare ogni dettaglio per essere perfetto. Questo penso sia stato il mio miglioramento principale

D: Potresti ritrovare Sinner in finale. Prenderai spunto dalle ultime sfide tra voi due o pensi che sarà una partita completamente diversa?
CARLOS ALCARAZ: “Vediamo, ma prendo sempre spunto dalle partite precedenti. Se dovessi affrontare Jannik, ovviamente analizzerò le ultime partite giocate contro di lui. Riguarderò le ultime, anche le ultime tre, per capire cosa ho fatto bene e cosa ho sbagliato, così da prepararmi bene per la finale. Se invece dovessi giocare contro Felix, farò lo stesso: guarderò le partite precedenti e prenderò nota di ciò che ha funzionato e di ciò che invece non è andato

D: Se vinci lo US Open, terrai questo taglio di capelli?
CARLOS ALCARAZ: Anche meglio (sorride). Anche meglio. Vedrete, vedrete. Sarà una sorpresa (ride)

D: È prevista la presenza di Donald Trump alla finale di domenica. Come pensi sia giocare una partita davanti al Presidente degli Stati Uniti in carica?
CARLOS ALCARAZ: “Penso che sia un privilegio per i tornei avere il presidente di un Paese a seguire il torneo, a sostenere il tennis e la partita. Per me, giocare davanti a lui… Cercherò di non pensarci, di non farmi condizionare. Non voglio diventare nervoso per questo. Però penso che la sua presenza sia positiva per il tennis, avere il presidente alla finale è una bella cosa

D: Novak ha 38 anni e quest’anno ha raggiunto quattro semifinali negli Slam. Vorresti giocare anche tu fino a 38 anni? Pensi sia una buona idea per te? Cosa significa arrivare a certi livelli a quell’età? Cosa rappresenta per te come giocatore?
CARLOS ALCARAZ: “Per fortuna per me è un traguardo ancora molto lontano (sorride). Una persona una volta mi ha detto che non bisogna pensare ai 35, 38 anni, a giocare così a quell’età. Mi ha detto di concentrarmi sui prossimi cinque anni, da qui ai 27 anni. Poi, una volta arrivato a 27, di pensare altri cinque anni. Non bisogna pensarci in termini di 15 o 20 anni, ma procedere anno dopo anno, o massimo pensando a cinque anni. Vedremo fino a che età riuscirò a prendermi cura del mio corpo nel miglior modo possibile. Ora ho ancora tanti anni davanti a me

D: Cosa pensi di ciò che ha ottenuto, quasi quarantenne, raggiungendo quattro semifinali?
CARLOS ALCARAZ: “È impressionante. È impressionante quello che ha fatto quest’anno negli Slam, arrivare in semifinale in tutti, sfidando la nuova generazione. Il modo in cui ci mette alla prova è straordinario. Gli dico sempre che fisicamente sembra avere 25 anni, mantenersi così a 38 è davvero impressionante

D: Puoi dirci chi ti ha dato quel consiglio sui cinque anni? E poi, separatamente, volevo chiederti del servizio: è il momento in cui ti senti più sicuro al servizio nella tua carriera?
CARLOS ALCARAZ: “Chi me l’ha detto è stato Roger. Credo che sia la persona migliore da cui potesse arrivare questo consiglio e cercherò di seguire le sue parole. Sì, probabilmente questo è il livello migliore o la sensazione migliore che ho avuto finora nei tornei o nel corso dell’anno. Cercherò di continuare così

D: Hola Carlos, innanzitutto congratulazioni. Vorrei sapere come arrivi a questa finale, come ti senti tu stesso, se pensi di aver messo da parte un po’ quella magia e ora sei più consistente, se sei meno mago e più robot adesso sul campo e in questo torneo in particolare
CARLOS ALCARAZ: “Non lo penso. Cerchiamo di fare entrambe le cose. Bisogna avere chiara quale sia la propria essenza e la mia essenza è provare cose diverse, così è come mi diverto e come mi sento bene quando gioco, sia durante il match sia in generale. Cerchiamo di essere il più costanti possibile senza perdere la parte creativa. Penso che si sia visto nei tornei: ci sono stati match in cui ci sono stati colpi spettacolari, highlights sia miei che dell’avversario, e credo che questo piaccia alla gente, è ciò che piace anche a me. Sono molto contento di essere riuscito a mantenere quella parte senza aver perso in consistenza.
Come arrivo alla finale? Fisicamente molto bene, mentalmente alla grande, con una sensazione in campo e nei colpi molto buona. Cercheremo di continuare così, ma intanto siamo arrivati in finale con ottime sensazioni

D: Carlos, Novak ha detto che tu e Jannik siete troppo forti. Questa è la terza finale consecutiva in uno Slam: senti di essere arrivato a quel livello alto? Senza voler parlare di cambiamento generazionale, ma comunque dimostri che questo è il tuo livello e tre finali di fila lo confermano
CARLOS ALCARAZ: “Penso di sì. Jannik ha già fatto tre finali consecutive, ora cerca la quarta, come me che sono a tre di fila. Siamo a un livello molto alto, i risultati lo dimostrano: è evidente. Non si tratta di un exploit in uno o due tornei, ma è davvero il mio livello. Penso che non sia ancora il massimo, ho ancora margine, però il livello è già molto alto

D: Carlos, ancora congratulazioni. Date la significatività di questa partita, le circostanze, i protagonisti, hai la sensazione di aver vinto qualcosa che va oltre la semifinale dello US Open? Pensi che sarà ricordata per qualcosa di più e puoi commentare in spagnolo anche l’effetto dell’arrivo di Trump alla partita, se potrebbe distrarti, cosa ne pensi di questa circostanza?
CARLOS ALCARAZ: “Non credo. Ovviamente battere Novak è sempre speciale. Credo sia la prima volta che lo batto su una superficie veloce e in una semifinale dello US Open, è qualcosa di speciale e bello, ma non ho la sensazione di aver conquistato qualcosa di più che una semifinale Slam. Per me è stato un match importante, ma è semplicemente il passaggio alla finale di un torneo dello Slam, questa è la cosa a cui do più valore: avere un’opportunità di giocarmi un titolo Slam di nuovo, ed è ciò su cui devo concentrarmi. E che venga Trump domenica, come ho detto, penso che sia positivo per il torneo, per lo US Open in questo caso. Che venga il presidente, che sostenga il torneo, il tennis, penso che sia utile anche per il nostro sport. Cercherò di non pensarci troppo, non voglio agitarmi per questo, ma lo considero buono per il torneo che il presidente venga e lo sostenga

D: Carlos, quando è finita la partita, per lui ovviamente è difficile perdere, ma ho visto molto rispetto tra voi, quasi affetto. Che cosa vi siete detti, perché vi siete parlati per alcuni minuti e sembravano parole molto belle?
CARLOS ALCARAZ: “Ovviamente il tennis è uno sport in cui quando entri in campo, come accade in tutti gli sport, non ci sono amici, si lotta per lo stesso obiettivo, si vuole dare il massimo e cercare di fare il massimo danno sportivamente parlando, tutto ciò che si può. Ma una volta che la partita è finita, Novak è una splendida persona, ci siamo parlati molto, anche con il suo team. Lui è sempre disponibile, aiuta i giovani, chiunque abbia una domanda o bisogno di una mano, e il rispetto che ho per lui come tennista è grande, ma quello che ho per lui come persona è anche più grande. Il rapporto che abbiamo è molto buono e per questo c’è stato affetto fra noi dopo il match, le belle parole che mi ha detto sono un onore per me e anche poter condividere il campo con lui. Comunque sono parole che restano tra noi, ma sono stati bei commenti

D: Carlos, parlando della tua regolarità, hai detto più volte che hai migliorato molte cose fuori dal campo. Di che dettagli si tratta? Cosa hai migliorato per sentirti così bene sul campo?

CARLOS ALCARAZ: “Abbiamo capito quanto sia importante mangiare bene, riposare bene, fare le cose corrette, anche divertirsi fuori dal campo, ovviamente con autocontrollo. In questo torneo ho avuto tempo per riposare, mangiare bene, stare con amici, staccare e divertirmi. Penso che tutte queste cose siano molto importanti per poi tornare e concentrarsi al massimo nel torneo; si capisce che quando le cose vanno bene fuori dal campo, non è strano che vadano bene anche dentro. Alla fine le due cose sono collegate, quindi è ciò che abbiamo migliorato di più

D: Carlos, innanzitutto complimenti. Ti volevo chiedere sulla riconquista del numero uno: se tutto va bene e vinci la finale sarebbe come una piccola doppietta, titolo e ritorno al numero uno. Ci pensi, ti motiva o ora pensi solo a vincere la finale?

CARLOS ALCARAZ: “Ovviamente il numero uno è un obiettivo importante, ma in questo torneo ho cercato di non dargli troppa importanza. Ho preferito concentrarmi sugli obiettivi che ci siamo posti, sia negli allenamenti che nelle partite, piuttosto che pensare al ranking. Se Jannik vincerà, questa finale mi ricorderà quella del 2022, in cui mi sono giocato uno Slam e il numero uno: sarà un po’ come un flashback. Vedremo cosa succederà, ma per me, prima di tutto, viene il fatto di giocare una finale e provare a vincere un titolo Slam, poi il pensiero di recuperare il numero uno

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