US Open, Auger-Aliassime: “Non ho mai pensato che un risultato come questo potesse non arrivare più”
Nel tennis è possibile giocare bene e perdere, oppure anche giocare male e vincere. Nel quarto di finale tra De Minaur ed Auger-Aliasssime nessuno dei due protagonisti ha giocato il proprio miglior tennis, ed è stato necessario per tutti e due trovare il modo di vincere giocando male.
D. Tu e Alex avete entrambi ammesso che non è stata una bella partita. È comunque soddisfacente vincere in una gara “brutta”, mostrando comunque solidità mentale?
FELIX AUGER-ALIASSIME: In un certo senso sì. Anche i vincitori di Slam giocano sette partite: se le giochi tutte perfette, tanto di guadagnato, ma di solito almeno due o tre sono complicate. Nella mia carriera spesso ai quarti o alle semifinali sono arrivato dopo incontri molto duri già nei primi turni. Qui invece avevo perso solo un set fino a oggi. In questa partita entrambi abbiamo avuto momenti di difficoltà, ma la differenza è credere che prima o poi le cose girino e farsi trovare pronti nei momenti decisivi.
D. Parliamo del secondo set. Eri sotto e poteva finire in un modo o nell’altro. Qual è stata la differenza che ti ha permesso di vincerlo, riequilibrare la partita e rientrare in gioco?
FELIX AUGER-ALIASSIME: È stato difficile. Ho faticato a trovare il livello di tutto il torneo, questa è stata la mia partita più complicata qui. Anche essendo sotto di un break, mi sono detto di continuare a crederci, di insistere con le stesse intenzioni senza cambiare troppo, convinto che prima o poi sarebbe tornata la giusta sensazione. Recuperare immediatamente il break è stata una grande risposta, sia mentalmente che nel gioco. Nel tiebreak ero sotto, ma non in modo irreversibile. Mi sono detto: basta un punto importante e ci sei. Alla fine è stato tirato, poteva andare da entrambe le parti, ma sono venuto fuori bene con buoni servizi e colpi. Una volta sull’1 set pari, ho potuto stabilizzarmi meglio nella partita.
Nonostante un buon inizio di stagione con il successo a Montpellier in febbraio e la successiva finale a Dubai, le sue performance negli Slam (2 vittorie e 3 sconfitte) e nei Masters 1000 (una vittoria e 5 sconfitte prima dei quarti raggiunti a Cincinnati) sono state molto deludenti.
D. Sono passati alcuni anni dall’ultima volta che sei stato in questa posizione quando eri più giovane. Mi chiedo: quando le cose sono andate male e hai subito parecchie sconfitte al primo turno, hai mai dubitato che questo momento potesse tornare?
FELIX AUGER-ALIASSIME: Non ci ho pensato molto, perché credo mi abbia aiutato il fatto di aver vissuto certi momenti piuttosto presto nella mia carriera. Se avessi avuto 35 anni forse mi sarei chiesto se sarebbe mai successo di nuovo, soprattutto se fossi uscito al primo turno a fine carriera. Negli ultimi anni ero però abbastanza giovane da non pormi questa domanda. Piuttosto pensavo a cosa migliorare, su cosa lavorare, quali cambiamenti apportare. Ero concentrato sul quotidiano e sul processo, non sul lungo termine.
D. Si è parlato molto della tua solidità mentale nelle ultime settimane. Hai fatto una preparazione specifica? Sembri anche più coinvolto col pubblico, e perfino tuo padre si è mostrato più espressivo nel box. C’è stato un focus particolare sul tuo atteggiamento mentale in questo torneo?
FELIX AUGER-ALIASSIME: No, sono sempre stato così. È parte del mio carattere. Anche nel 2021 mi fecero una domanda simile sulla mia compostezza in campo. Cerco solo di essere me stesso. Non sono una persona particolarmente esuberante neanche fuori dal campo, quindi non forzo nulla. Se arrivo a esultare, è spontaneo, quando un punto lo merita o quando l’energia del pubblico mi coinvolge. Ma so anche restare calmo e composto quando serve. Perciò, nessuna preparazione diversa. Quanto a mio padre, non so che cosa sia successo, di solito è tranquillo, invece questa volta è stato molto partecipe: meglio così.
In semifinale Auger Aliassime incontrerà un giocatore italiano, SInner o Musetti.
D. Ora aspetti di conoscere il tuo avversario in semifinale. Guarderai la partita? Cosa ti aspetti dal match tra Jannik e Lorenzo?
FELIX AUGER-ALIASSIME: Probabilmente guarderò, sì. Mi piace osservare le partite. Su Jannik… diciamo che non ha molti punti deboli. (Ride.) È stato straordinario a tratti. Ma a prescindere da chi troverò, quello che conta è che io giochi bene. Dovrò alzare il livello rispetto a oggi, non c’è altra strada.
D. Come descriveresti i progressi di Jannik negli ultimi due anni? E che pensieri hai del match che avete giocato di recente a Cincinnati?
FELIX AUGER-ALIASSIME: È migliorato moltissimo. Quando qualcuno lavora duramente e alza così tanto il suo livello bisogna solo dargliene merito. È ciò che spero di fare anch’io. Ovviamente sarebbe stato meglio batterlo a Cincinnati, ma almeno ho avuto l’occasione di affrontarlo di nuovo dopo anni. Adesso so cosa aspettarmi da lui nel 2024 rispetto al 2022: ho potuto sentire di nuovo il suo gioco e, se ci incontreremo, potrò prepararmi meglio.
D. Qual è la differenza principale che vedi in lui rispetto a un paio di anni fa?
FELIX AUGER-ALIASSIME: La fisicità e il movimento: è diventato più forte, si muove meglio. Il servizio e il diritto sono più precisi; il rovescio e la risposta erano già solidi. Questi sono i principali miglioramenti.
Nel clima festoso della conferenza stampa post-vittoria, c’è stata occasione anche di parlare dei preparativi delle sue imminenti nozze con la sua fidanzata Nina e del lavoro che sta portando avanti insieme a suo padre per aiutare lo sviluppo del tennis in Ghana, il paese in cui affonda parte delle sue radici.
D. Hai parlato della prova dell’abito lunedì e ovviamente il matrimonio è una parte importante della tua vita. Quanto sei stato coinvolto nei preparativi? E cosa sarebbe più emozionante per te: una semifinale degli US Open o andare all’altare?
FELIX AUGER-ALIASSIME: Bella domanda. Non saprei. La cosa positiva è che una semifinale l’ho già giocata; andare all’altare invece non l’ho mai fatto. Sarà una sensazione speciale e chi è già sposato può capirlo bene. Lo aspetto con piacere. Per quanto riguarda la prova dell’abito, non ci ho pensato molto, probabilmente dovremo rimandarla. I tempi sono stretti. Per l’organizzazione va dato merito a lei [Nina Ghaibi, la sua fidanzata n.d.r.]: ha fatto moltissimo. Io non posso dire di essere stato altrettanto coinvolto. Dopo il fidanzamento ho pensato che sarebbe stata una stagione pesante, con molti tornei importanti per me, quindi non avrei avuto il tempo per partecipare a tutte le riunioni o sopralluoghi. Lei è stata fantastica a occuparsene.
D. Hai fatto molto lavoro umanitario in Togo, e considerando anche l’origine ghanese del nonno di Jasmine Paolini, molti ti vedono come un volto importante del tennis per l’Africa. Quanto è importante per te valorizzare il tennis sul continente? Vedi potenziale per futuri giocatori o più tornei ATP/WTA lì?
FELIX AUGER-ALIASSIME: È un tema molto ampio. Il mio impegno lì è iniziato alla fine del 2019 ed è un aspetto della mia vita e carriera di cui vado molto fiero. Andare di persona e vedere la realtà è gratificante e mi aiuta anche ad avere prospettiva sulla mia carriera, confrontando le difficoltà dei bambini lì con ciò che ho avuto io. Mio padre sarebbe la persona giusta per rispondere sullo sviluppo del tennis in Africa, perché lui cerca da tempo di contribuire, specie in Africa occidentale. Non è semplice: servono infrastrutture, formazione, persone con competenza di alto livello. Io sarei felicissimo se in futuro un giocatore emergesse da lì. Quanto ai tornei ATP, le difficoltà logistiche sono le stesse: ci vuole tempo per creare infrastrutture adeguate. Dopo la mia carriera vedremo se potrò dare una mano; per ora mi concentro sul tennis e sul progetto che già porto avanti.