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US OPEN – Nottambuli all’erta per il derby azzurro da sogno. Sinner super favorito, ma Musetti darà più battaglia di Bublik

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ESPN mi ha fregato! Mi aspettavo tutta un’altra programmazione per la giornata di mercoledì, quella del derby azzurro da sogno Sinner-Musetti, perché pensavo che per ragioni di audience globale si tenessero in maggior conto i network europei e nordamericani.

Ma ESPN, il network americano il cui contratto con la USTA scade quest’anno e che ha pagato 75 milioni di dollari l’anno per 11 anni (2015-2025) – ma pagherà, come vedremo, più del doppio dall’anno prossimo in poi – ha deciso che il match serale dovesse essere proprio il derby italiano. Presumibilmente perché più spettacolare dell’altro quarto De Minaur – Aliassime. E, ahinoi, nemmeno per primo alle 19 di qua e alle 1 di notte in Italia, ma dopo il duello Osaka-Muchova che può durare anche 3 ore! Quest’ultima scelta è sicuramente comprensibile, dal momento che le ragazze dovranno giocare le semifinali il giorno dopo, ma va da sé che in Italia ci si potrebbe dover svegliare alle 4 del mattino. Eppure il duello fra De Minaur e Auger Aliassime sarebbe stato visto al mattino in Australia dai connazionali di De Minaur e praticamente alla stessa ora di qua a New York sulla costa est del Canada per quelli di Auger Aliassime (il Canada è…largo, da costa a costa e attraversato da cinque fusi orari). Insomma ESPN ha fatto un dispetto a tutto il mondo.

Se ESPN e USTA (ma conta più la tv) avesse programmato il nostro Sinner Musetti alle 11,30, voi in Italia avreste potuto vedere il derby alle 17,30 e io avrei potuto scrivere a un’ora decente. Macchè!

Intanto vi aggiorno sulla questione dei diritti qui. Per l’Italia sono di Supertennis, e anche SKY fino al 2027. Ma Supertennis li avrà fino al 2030…e Sky non si sa.

Sembra che dall’anno prossimo i diritti tv domestici, quindi per i soli USA, costeranno all’ESPN più del doppio, intorno ai 170 milioni di dollari l’anno. Cifre importanti. La ESPN prese il testimone dalla CBS, che aveva trasmesso il torneo per 47 anni consecutivi, proprio dopo la finale maschile del 2014 tra Cilic e Nishikori, la finale con i peggiori ascolti della storia del torneo anche perché fu giocata di lunedì e dopo che i due protagonisti avevano eliminato in semifinale i “Fab” Federer e Djokovic.

Serpeggiava poi allora già parecchia delusione per le performance assai modeste dei tennisti americani, mai più competitivi dacché Andy Roddick era stato l’ultimo degli indigeni ad aver vinto lo US Open nel 2003. Dopo di lui ci fu il quinquennio Federer, quindi l’alternarsi dei Fab.

E infatti in questo “undicennio” nessun americano è stato più capace di vincere il torneo, anche se finalmente un anno fa Taylor Fritz è quantomeno arrivato in finale, anche se contro Sinner non è mai stato in partita.

Ora però con lo stesso Fritz e Shelton nei primi 10, Paul e Tiafoe nei primi 20, Nakashima, Michelsen e Tien fra i primi 50, Giron, Opelka, Kovacevic, Korda, Quinn, Brooksby, McDonald nei primi 100 – anche se fra loro non c’è nessun vero fenomeno – la situazione made in USA sembra migliorata in campo maschile ed è ancora migliore in quella femminile, 5 ragazze fra le prime 11, una dozzina fra le prime 60.

Ora entrerà in vigore il nuovo contratto firmato un anno fa dal 2026 al 2037, per i diritti domestici, cioè per gli Stati Uniti. Un contratto di 12 anni, il più lungo mai concordato. Il valore stimato è di 170milioni di dollari l’anno, il che significa qualcosa di circa due miliardi di dollari che però esclude la produzione.

Fino a quest’anno la ESPN era l’host broadcaster, ovvero era ESPN che si occupava della produzione di tutte le immagini che vengono trasmesse alle (e dalle) varie televisioni. Dall’anno prossimo invece sarà la USTA che assumerà in proprio il ruolo di host broadcaster, come fa anche Wimbledon per avere un maggiore controllo sulle tecnologie. La ESPN (che appartiene al gruppo Disney) ritrasmetterà le immagini fornite dall’USTA, così come tutti gli altri broadcaster del mondo che hanno acquistato i diritti pagandoli all’USTA. Avendo “scucito” 2 miliardi, è evidente che sarà sempre ESPN a decidere la programmazione degli incontri, qualunque pressione cercheranno di fare i network nazionali perché si mostri a quel determinato orario una partita piuttosto che un’altra. ESPN Deportes conserverà i diritti per gli USA in lingua spagnola. La rete ammiraglia del gruppo Disney, la ABC, potrà trasmettere l’US Open in chiaro la domenica di mezzo e la domenica finale. ESPN ha accettato di pagare “soltanto” …più del doppio di quanto pagava, anche perché risparmierà i costi di produzione.

Tutta questa pappardella per dire che è inutile che i network nazionali, come SuperTennis e Sky Italia, si accingano a protestare per l’orario notturno del derby Sinner-Musetti.

Non c’era nulla da fare. Anche perché oggettivamente Sinner e Musetti, con il contrasto dei loro stili, sembrano poter assicurare uno spettacolo diverso e superiore rispetto a De Minaur e Auger Aliassime. Questo a meno che Sinner riesca a riservare all’amico Musetti – ma sul campo non si guarda in faccia a nessuno – lo stesso trattamento riservato a Bublik. La partita con il kazako proprio non c’è stata, così come non c’era stata quella fra Musetti e Munar, e neppure in altri 5 degli otto ottavi, visto che il solo ottavo che non era finito in tre set era stato quello vinto da Lehecka su Mannarino. E non era stato entusiasmante neppure quello. Diciamo serenamente che chi ha acquistato i biglietti nei passati tre giorni non ha goduto grande tennis. Eppure erano belli cari. Diverse centinaia di dollari.

Ricordo tanti anni fa che quando sia in Australia sia qua c’erano partite dei tennisti italiani – e non era come oggi che si possono vedere partite su più canali – Tele+ aveva un canale, massimo due, era Rino Tommasi in persona che andava a battersi con le varie produzioni nazionali per cercare di garantire agli italiani le “nostre” partite. Erano proprio altri tempi.

Quindi rassegniamoci, rassegnatevi, voi ed io, a fare le ore piccole se proprio vogliamo verificare che il pronostico generale, favorevole a Sinner, venga confermato.

Perché, 10 anni dopo la storica finale vinta il 12 settembre da Flavia Pennetta su Roberta Vinci 76 62, Sinner sia favorito è chiaro: è il n.1 del mondo, e gioca contro il virtuale n.8. Lo ha battuto le volte che lo ha incontrato, così come ha battuto sempre tutti gli italiani. 15 volte su 15, comprese due proprio contro Musetti: 62 62 a Montecarlo nei quarti (2023) e 75 62 a Anversa due anni prima (2021). Quest’anno ha vinto Jannik due Slam su 3 e anche se Musetti ha fatto semifinale a Wimbledon 2024 e a Parigi 2025, Sinner di semifinali ne ha già giocate sei. 

Come fra Pennetta e Vinci anche fra Sinner e Musetti c’è un anno di differenza. Ma Sinner è più maturo, è venuto alla ribalta del circuito maggiore prima di Musetti, sebbene Musetti si fosse distinto nell’attività junior che Sinner, per volere del suo coach Riccardo Piatti, non ha svolto. In termini di esperienza non ci sono paragoni. Di potenza idem. La palla di Sinner ti piega il braccio. Il tennis di Musetti è più leggero. Vero che Musetti non ha davvero nulla da perdere e quindi potrà affidarsi ancor più del solito alla sua mano fatata. Senza esagerare però, perché Jannik non gli regalerà nulla. Nemmeno ci pensa. Quando l’altra sera ha detto che doveva stare attento sul 6-1,6-1,4-1 del terzo set ma palla break per Bublik (che più rassegnato di così non poteva essere!) “perché le partite possono cambiare rapidamente”, si capisce quale sia l’atteggiamento di Sinner: non si distrarrebbe neppure se l’avversario fosse morto. Andrebbe a battere e cercherebbe di fare ace.

Il punto è: come si sentirà e come reagirà Musetti se dovesse perdere nettamente il primo set? Lui che, secondo molti – coach Tartarini incluso – ha il difetto di non credere abbastanza in se stesso, mollerebbe? O, stimolato anche dall’ambiente che sicuramente farebbe tifo per l’underdog rimastoindietro nel punteggio, si attaccherebbe al proprio orgoglio di campione – eh sì ragazzi, uno che è stato n.6 del mondo e continua a essere a 23 anni un top-ten è un campione – e cercherebbe di mostrare tutte quelle magie di cui è capace?

Avverto ancora molto scetticismo nei confronti di Lorenzo – mentre è evidente che Jannik non può minimamente essere messo in discussione avendo già vinto 4 Slam in 3 stadi diversi – come se il carrarino non avesse ottenuto i risultati straordinari che ha già ottenuto, ciò solo perché gli manca ancora un grande torneo.

Però a 23 anni Panatta, Barazzutti, Fognini e anche Pietrangeli non avevano ottenuto i risultati che già oggi Lorenzo può vantare. Quando Adriano, classe 1950, ha vissuto il suo magnifico 1976, aveva fra i 25 e i 26 anni. Barazzutti, classe 1953, ha avuto i suoi migliori risultati fra il 1977 e il 1978, 24 e 25 anni. Fognini – che ha fatto un solo quarto di finale negli Slam, Parigi 2011 – ha raggiunto il suo apice nel 2019 quando ha vinto Montecarlo ed è entrato tra i top-10, ma aveva già 32 anni.

Musetti sta dimostrando proprio in questi ultimi mesi grandi progressi. Al servizio, di dritto, al volo. Non gli basteranno quasi certamente per battere Sinner, ma perché non dovrebbe progredire ancora?

Certo è che due tennisti più diversi, in campo e fuori, di loro due, era difficile che ci fossero. D’altra parte quanti toscani assomigliano agli altoatesini? E i pusteresi sono anche altoatesini sui generis, mi dicono coloro che ci hanno a che fare più di me. È diverso tutto, lo spirito, il carattere, l’educazione, la cultura, lo stile, i gusti, gli interessi, il rapporto con la gente, la lingua. E anche il tennis non potrebbe essere più diverso e non soltanto per via di un rovescio bimane con uno ad una mano. Due rovesci che, nella loro diversità, possono essere considerati oggi i migliori del mondo (senza dimenticare perà quello di Djokovic!). Uno è metodico, essenziale, introverso in pubblico, senza mai una sbavatura o una concessione allo spettacolo come al pubblico (salvo che nei ringraziamenti di fine partita), lucido, freddo (ad eccezione di quando gli piombi addosso il più piccolo dei malesseri a stanare la sua ipocondria), refrattario ad ogni superstizione e debolezza psicologica, gioca il tennis più solido e costante di chiunque,l’altro è estroverso, spiritoso, quanto di più brillante e imprevedibile possa esserci nel tennis moderno, esteta, talvolta ai confini del narcisismo, ha un tocco di palla che entusiasma perfino John McEnroe – sì quello che di cui Gianni Clerici disse una volta in tv e con la sua vocina sussurrata a commento di una straordinaria drop-volley : “Ha un tocco così delicato che se io fossi un po’ più gay da lui mi farei accarezzare!” roba che oggi in tempi del politically correct Clerici l’avrebbero certamente cacciato da qualsiasi tv se Rino non l’avesse difeso a spada tratta come fece con Berlusconi nei primi tempi – ma chissà se riuscirà a giocare qualche palla corta dopo che Bublik ne ha provate 7 l’altra sera e non ha fatto un punto! Lori è genuinamente affettuoso in famiglia e con Simone Tartarini che è una sorta di secondo papà, è genuinamente anche entusiasta quando si carica per un coniglio fatto uscire dal suo magico cilindro, così come rischia di abbattersi quando non addirittura a deprimersi se le cose girano male un po’ troppo a lungo (anche se di rimonte ne ha fatte eh!).

Vabbè, ma se Jannik e Lorenzo sono diversi chissenefrega. L’importante è che l’Italtennis ha trovato due campioni di 23 e di 24 anni che ci regaleranno ancora tonnellate di successi e soddisfazioni. E magari ce li ritroveremo a Torino, per le finali ATP. Sarebbe una festa magnifica… se penso che fino al 2019, quando per le finali ATP di Londra, erano passati 41 da quando le aveva giocate Barazzutti e 3 anni prima Panatta, pensate a quanto sono cambiati i tempi. Quanto a stasera, nello stadio più grande del mondo-tennis (23.000 spettatori) vinca il migliore. L’importante è, piuttosto, che vinca poi anche dopo, semifinale e finale. Per questo è più probabile che tocchi prevalere ancora una volta a Jannik Sinner. Gli allenamenti dei due li ha seguiti per Ubitennis l’infiltrato Carlo Galati. Gli aspetti tecnici li ha sottolineati il nostro coach di Ubitennis: Luca Baldissera. Io mi permetto soltanto di augurare buon divertimento a tutti i nottambuli. E se aveste dormito, domattina aprite al risveglio il canale Ubitennis di YouTube (se vi foste iscritti meglio er voi, così vi arriva la notifica di quando escono i video) per sapere come è andata, per filo e per segno.

P.S. Intanto ho seguito per 3 ore e mezzo l’undicesimo match consecutivo vinto dall’immarcescibile Djokovic su Fritz che ha concluso la sua sfortunata fatica con uno scellerato doppio fallo, dopo aver annullato due matchpoint…ma anche dopo aver messo pochissime prima proprio nell’ultimo game. Djokovic seocndo me ha più chance di fare la sorpresa con Alcaraz – sfrutterà le due giornate di riposo – che non con Sinner che gioca alla…Djokovic, ma ormai meglio. Non è un caso che Djokovic abbia battuto 5 volte su 8 Alcaraz, e 4 delle ultime 5. L’ultima volta che Alcaraz ha battuto Nole è stata nella finale di Wimbledon 2024 (come già in quella del 20239, ma all’Australian Open quest’anno e in finale alle Olimpiadi l’anno scorso tutti pensavano che avrebbe vinto Alcaraz e invece non andò così.

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