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Krejcikova, Muchova, Vondrousova: una riconciliazione con il tennis

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La Repubblica Ceca, per l’estensione territoriale e demografica che ha, rimane un caso di studio nella geografia dello sport mondiale. E soprattutto del tennis. Un Paese che oscilla tra 10 e 11 milioni di persone, quindi 6 volte in meno la popolazione dell’Italia e circa 34 rispetto a quella degli USA…eppure capace di produrre grandi campioni in serie. Sia dal lato maschile, come due top 20 quali Lehecka e Mensik, e uno prossimo all’arrivo come Machac.

Ma, soprattutto, dal lato femminile. Portato in alto da tre giocatrici ognuna a suo modo spettacolare, che val sempre la pena vedere: Barbora Krejcikova, Karolina Muchova e Marketa Vondrousova. Due di loro sono campionesse Slam, la prima e la terza. La seconda è stata protagonista però della finale Major femminile più bella degli ultimi anni. Tutte e tre, per la prima volta nello stesso torneo, sono ai quarti di finale dello Us Open. Vondrousova e Krejcikova potrebbero trovarsi nella semifinale della parte alta, sfideranno Sabalenka e Pegula rispettivamente (le due finaliste dello scorso anno). Muchova, nella parte bassa, avrà la rediviva Osaka. Ne tracciamo di seguito, con un tocco di gusto personale nell’ordine prescelto, i profili. Consapevoli che, più sane sono, più bene fanno al tennis.

Vondrousova, la più forte

Parlando di tennis giocato, e soprattutto di potenziale espresso specie contro le migliori, è Marketa Vondrousova a guidare il gruppo (con un fisico integro forse non solo tra le ceche). Classe 1999, una brillante carriera juniores la portò all’approdo nel circuito con grandi aspettative sul suo conto. Puntualmente ripagate, con una clamorosa finale al Roland Garros 2019 da 19enne, persa solo contro la dominante Barty dell’epoca. Frustate mancine al servizio, dritto incrociato poderoso e slice ad aprire il campo, palle corte per chiudere il punto: un arsenale completo e imprevedibile che hanno reso sin da subito Marketa uno spauracchio per le avversarie. Nonché una beniamina del pubblico. La ceca, per il tennis frizzante che porta e per il personaggio un po’ fuori dagli schemi che è (i tanti tatuaggi, più di 10 solo sulle braccia, ne sono la copertina), riscuote ovunque vada l’apprezzamento del pubblico.

Tanti, troppi infortuni le hanno finora negato la possibilità di giocare ad alti livelli in maniera costante. Nel 2023, una delle poche stagioni in cui il fisico non si è messo di traverso, ha vinto a Wimbledon chiudendo poi l’annata da n.7 al mondo. Il 2025 potrebbe essere l’anno di un definitivo rilancio per trovare la meritata pace? La vittoria su Sabalenka a Berlino, ora il quarto di finale allo Us Open nuovamente con la bielorussa, sono segni evidenti che qualcosa si sta muovendo. D’altronde, come ha tatuato sul suo gomito destro: “niente pioggia, niente fiori”. A ricordare che il successo e le cose più belle passano sempre dalle difficoltà.

Muchova, l’eleganza in racchetta

Karolina Muchova – US Open 2025 (foto Jeff Dean/USTA)

Quanto Vondrosuova sa essere forte, a tratti dominante, tanto Karolina Muchova vale sempre il prezzo del biglietto. Una giocatrice con un tennis delicato e che sa toccare la palla come 40 anni fa, ma capace di accelerare e verticalizzare il campo come serve nel tennis di oggi. Se l’eleganza avesse bisogno di una foto identificativa si opterebbe sicuramente per la sua. Anche in questo caso, seppur con qualche periodo tranquillo in più, troppe volte gli dei del tennis hanno chiesto una tassa sotto forma di infortuni per l’enorme dose di talento che le è stato concesso. A tal punto che, dopo l’ultima operazione al polso, Muchova pur di giocare è stata costretta a farlo con il rovescio a una mano. Che, tra l’altro, le riusciva discretamente bene. Anche qui, senza infortuni, staremmo raccontando una storia ancor più costellata di vittorie. Eppure c’è qualche ma.

Anche lei ha vissuto nel 2023 la propria miglior stagione, con una semifinale proprio allo Us Open (replicata nel 2024) e il picco della finale al Roland Garros. Persa contro Iga Swiatek, ai tempi nel pieno del suo dominio sul circuito e specialmente sulla terra rossa: Muchova, unica a portarla al terzo set in una finale parigina, per quasi 3 ore la riempì di tagli e volée, accelerazioni e variazioni, andando ad un passo dal distruggere la muraglia. Questo per dire che si tratta di una giocatrice che, quando sta bene, è vincente oltre che incantevole. Appassionata di musica e letteratura, proveniente da una famiglia di calciatori, è una da “big moments”: 7-5 in carriera contro le top 3, 7-2 prima di quest’anno e tre sconfitte arrivate non nella migliore condizione. A 29 anni, in piena maturità, potrebbe chiudere un ideale cerchio nel torneo che 7 anni fa le regalò la prima partita vinta in uno Slam.

Krejcikova, eternamente sottovalutata

Barbora Krejcikova in action during a women’s singles match at the 2025 US Open on Friday, Aug. 29, 2025 in Flushing, NY. (Rhea Nall/USTA)

La meno chiacchierata, eppure delle tre la più vincente. Barbora Krejcikova, oltre ad essere stata n.1 e autrice del Career Golden Slam in doppio, è stata anche n.2 del mondo in singolare. Soprattutto, ha vinto due Slam. Il primo al Roland Garros 2021, sfruttando un’edizione a detta di molti “debole”. Il secondo, sorprendendo il mondo, a Wimbledon 2024 contro Jasmine Paolini. Una vittoria meravigliosa, speciale nel ricordo della sua maestra ed ex campionessa Jana Novotna, scomparsa prematuramente. E ora, in una stagione fino alla vigilia dello Us Open da 8 vittorie e 6 sconfitte, il secondo quarto di finale nello Slam americano. Anche qui, in sordina, in maniera meno appariscente delle connazionali.

Eppure Krejcikova a tennis gioca in maniera deliziosa. Non avrà la stessa efficacia e forza da palcoscenico di Vondrousova, e non sarà tanto elegante e plastica come Muchova, ma gioca bene da fondo quanto a rete. Ha un rovescio in slice mortifero e pesante in top, oltre ad essere una regina a rete. Inoltre, e gli otto match point annullati negli ottavi a Townsend lo dimostrano, sa essere forte mentalmente. Anche lei spesso viene dimenticata perché tanti infortuni, soprattutto alla schiena, l’hanno costretta a lunghi stop, portandola anche a giocare non al meglio. Ma, quando il fisico permette, Krejcikova è tra le migliori giocatrici al mondo. E probabilmente è anche la vera leader di un gruppo ceco che, avesse tutte le tre campionesse sempre sane contemporaneamente…potrebbe diventare davvero il centro del mondo tennistico femminile.

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