Auger-Aliassime, luci e ombre del 2025: l’obiettivo Finals non è un’utopia
Dunque, Felix, dov’eravamo rimasti? La stagione del tennista canadese classe 2000 – considerato un profilo di grande talento, che ha già bazzicato nelle zone d’élite della classifica mondiale – è iniziata così bene da illudere gli spettatori del panorama tennistico di un ritorno in auge del nativo di Montreal. Il doppio successo conquistato all’alba del nuovo anno, tra Adelaide e Montpellier, e gli ottimi risultati ottenuti sul cemento arabo hanno immediatamente indirizzato Aliassime verso un 2025 dal sapore di riscatto, ma una volta giunto nelle tappe cruciali, ove gli avversari affilano le lame, e i punti in palio incominciano a salire vertiginosamente, Felix non ha nemmeno risposto all’appello.
Alcune delle performance messe in atto dal canadese durante l’ultimo inverno sono pressocché inspiegabili. Dopo aver chiuso il capitolo tra le coste del Golfo Persico con la finale di Dubai, dove una buona versione di Auger andò a sbattere contro l’unica – ed ultima – esaltante settimana di Stefanos Tsitsipas dell’ultimo anno – poi crollato a picco nel resto della stagione -, si susseguì una serie infinita di passi falsi da parte di Aliassime, che una volta partito in direzione Stati Uniti per il Double Sunshine, raccolse meno delle briciole tra Indian Wells e Miami, dove fu eliminato al secondo turno da Lorenzo Musetti. Proprio durante l’incontro con l’azzurro, partito persino in svantaggio di un set, si evidenziarono le decine di problematiche di un canadese già limitato da un pregresso fastidio fisico, infatti sceso in campo con una vistosa fasciatura alla gamba sinistra e destabilizzato anche da una vescica al pollice della mano destra. Sul campo Butch Buchholz della splendida città della Florida, l’inconsistenza di Auger-Aliassime regnò sovrana. Il carrarino mise in cascina una cifra spropositata di errori del venticinquenne canadese, che gli servì la remuntada sul piatto d’argento. È un Felix irriconoscibile, e chiaramente turbato da qualche elemento fisico che gli vieta di muoversi in modo fluido e di colpire col solito eccellente timing la pallina.
Tornato in Europa per l’inizio dello swing sul manto rouge – durante il quale, l’anno precedente, aveva raggiunto la finale nel ‘1000’ di Madrid – la terra non gli sorrise nemmeno, voltandogli le spalle con tre pesantissime sconfitte di fila rimediate a Montecarlo, Monaco di Baviera e Madrid, dove l’eliminazione all’esordio contro Juan Manuel Cerundolo gli costò un’infinità di punti e l’uscita dalla top 20. In cerca di un feeling disperso mesi or sono tra le metropoli arabe, Felix – nel contempo scivolato alla trentesima posizione del ranking – ripiega sul Challenger di Estoril, con l’obiettivo di ritrovare il suo tennis e prepararsi al meglio per il Masters ‘1000’ di Roma.
I programmi vanno in fumo. In terra portoghese, l’ottimo terraiolo Andrea Pellegrino lo spazza via in due set, e a pochi giorni dall’appuntamento capitolino, Aliassime alza bandiera bianca a causa di un infortunio: “Dopo una buona settimana di allenamento qui a Roma, purtroppo mi sono bloccato la schiena durante il riscaldamento – comunica il canadese sui social – Non ho potuto giocare il mio match per questo motivo e al momento sto valutando la natura del mio infortunio. Spero che non sia nulla di troppo serio e che non mi terrà lontano dai campi per troppo tempo. Grazie Roma e alla prossima stagione”.
La primavera avanza imperterrita, e i giorni senza vittoria di Aliassime si aggirano attorno alla sessantina, fino a quando, in un giorno di fine maggio, la terra di Amburgo restituisce il sorriso al giovane Felix. In Germania, batte Altamaier all’esordio, supera la flotta francese composta da Perricard e Muller, ma si ferma in semifinale contro Rublev – che riaffronterà mesi dopo, ma con un sapore diverso. La scossa di Aliassime arriva, ma la sua estate non decolla, deludendo parecchio al Roland-Garros e a Wimbledon, e collezionando una modesta semifinale nel 250 “erbivoro” di Maiorca.
Il canadese non vede l’ora di ritornare sul suo amato cemento, dove ha conquistato tutti i suoi 7 titoli a livello ATP, e nel quale non è riuscito a esprimersi durante lo swing statunitense, depistato da infortuni e un gioco poco brillante. Il ‘1000’ di Toronto, però, non invia segnali incoraggianti, e Marozsan gli sbarra la strada imponendosi in due set. Il calendario va di fretta e non attende nessuno, soltanto chi è pronto riesce a salvarsi, e in quel di Cincinnati, Felix torna a fare l’Auger-Aliassime. Delle buone e convincenti prestazioni lo trascinano al cospetto di Jannik Sinner, ai quarti di finale – che mancavano, a livello ‘1000’, dal cammino vittorioso del Mutua Madrid Open – ma il numero uno al mondo, così come Carlitos Alcaraz, viaggia semplicemente su frequenze diverse rispetto alla concorrenza, e il canadese riesce soltanto a mettere in cassaforte due game, nel corso della frustrante ora e trenta contro l’altoatesino.
Quella del canadese è una buona reazione. La sinergia dei colpi di Felix è tornata a pieno regime, ma è a Flushing Meadows che il classe 2000 di Montreal torna a stupire il grande pubblico del tennis. Con ritmo incalzante e spedito, stende Harris e Safiullin, e una volta giunto al terzo turno, sa che quelle potrebbero essere le ultime ore di permanenza a New York, perché Sascha Zverev, sui campi della Grande Mela, e con un servizio così possente, è una mina vagante. Effettivamente, il numero 3 del mondo non delude le aspettative, e porta a casa il primo set senza intoppi. La sessione serale del Louis Armstrong, però, regala agli spalti una sensazionale rimonta che vede arrivare il canadese per primo al traguardo. Il Felix sceso in campo nei mesi precedenti sembra soltanto un vecchio – e triste – ricordo, perché la versione newyorkese è più che scatenata. Dopo 4 anni dall’ultima volta (2021), Aliassime rivede la seconda settimana dello Slam statunitense, rincontrando agli ottavi colui che lo sconfisse nella “settimana della resurrezione” ad Amburgo: Andrey Rublev. Contro il russo, Felix aziona il turbo sin da subito, liquidandolo in tre set. Uno scenario impensabile sino a poche settimane prima, ma Auger è tornato, e adesso sfiderà ad armi pari il velocipede di Sydney, Alex De Minaur.
Un cambio di rotta drastico, che adesso fa pensare al canadese persino alla classifica Race To Turin, sognando di rientrare tra i migliori 8 per le Finals di novembre. Attualmente, Felix si trova in 11° posizione, a quota 2,305 punti, alle spalle di Rublev, in vantaggio di 105 punti. Il distacco si amplifica parecchio con Jack Draper e Lorenzo Musetti, primo dei “virtualmente qualificati” per le Finals di Torino: l’azzurro gode al momento di 3,070 punti, ben 765 in più rispetto al canadese. La corsa per la qualificazione, però, è ancora apertissima, e se Aliassime dovesse battere de Minaur si assicurerebbe altri 400 punti, balzando a 2705, e scavalcando così Rublev nella classifica Race.