Rassegna stampa – Sinner e Musetti, nel mirino il derby ai quarti
Dateci il derby (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Pizza e campioni. L’Italia che piace. E se per un sondaggio la Margherita è lo spuntino preferito dagli spettatori degli Us Open, da una settimana tra i menu più graditi di Flushing Meadows ci sono le partite di Sinner e Musetti. […] a Jannik vengono riservati l’affetto e la passione dovuti al più forte giocatore del mondo nonché campione in carica; Lorenzo viene sostenuto dall’amore di chi si fa prendere il cuore dall’eleganza dei gesti bianchi. E mercoledì, se negli ottavi di oggi i due gemelli azzurri rispetteranno il pronostico, le loro strade si incroceranno per una sfida che promette bellezza. Sarebbe la terza volta a livello Atp (2-0 Jannik) dopo quel duello giovanile da predestinati del 2019 alle prequalifiche di Roma. […] Intanto, il nostro prolungato rinascimento si intesta un altro record: non era mai accaduto nella storia che almeno due italiani raggiungessero gli ottavi di finale in tutti gli Slam dell’anno […]. Certo, oggi all’una di notte Jannik dovrà dedicarsi ad inseguire la terza rivincita del suo torneo: dopo Popyrin e Shapovalov, avversari contro cui non aveva mai vinto, si troverà infatti di fronte Bublik, l’unico giocatore insieme ad Alcaraz ad averlo battuto nel 2025 (a giugno, sull’erba di Halle). Match dalle mille insidie, il kazako ha trovato una continuità tecnica e mentale da top player ed è un rivale al quale non puoi imporre la partita, semmai fartela scorrere a seconda delle sue oscillazioni. Sinner, però, il pegno alle difficoltà lo ha già pagato con Shapovalov, e di solito negli Slam, quando emerge da un match complicato, poi si prende tutto il premio […]. Del resto, quando sei il più forte, più gravose sono le responsabilità: «Che ci sia pressione, che ci sia tensione, è normale. Sono numero uno da più di un anno e lo devo gestire: c’è sempre chi vuole batterti, e nel 90% dei casi quando gioco sono il favorito. Però fa parte del lavoro. È comunque meglio avere tutte queste pressioni che non averle, e tuttavia non sento il dovere di dover dimostrare sempre qualcosa, sono umano e non una macchina: posso vincere, posso perdere. Non mi metto la pressione di chi deve dimostrare per forza, viene tutto dal modo in cui vivi, ti alleni, prepari le partite, affronti la vita fuori dal campo. E comunque è bello che ci possano essere partite tra italiani così avanti nel torneo». […] Sembra un appello a Musetti, che è favorito contro Munar […]: «Jaume è molto solido e sta vivendo un’ottima stagione. Ci ho perso a gennaio a Hong Kong, fu una partita combattuta e sicuramente è un avversario che non ti regala nulla. Ha una condizione fisica ottima, commette pochi errori, devi essere preciso e costante per portarla a casa». Ma il nuovo Musetti, motivato e rasserenato dalla paternità nonché dall’indubbia maturazione tecnica, in particolare con il dritto, non può porsi limiti: «Sicuramente sento che molto lavoro è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare. È un lungo percorso, ma mi sento davvero bene in campo. Non mi sentivo così bene sul cemento da tempo, quindi apprezzo molto come sto giocando queste partite. La sensazione con la palla è la cosa principale, sono più aggressivo, penso di saper usare bene il mio gioco anche qui». Forza, regalateci lo spettacolo di un derby indimenticabile.
Sinner, il cubo di Bublik da risolvere (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Solamente due giocatori possono dire di aver battuto Jannik Sinner nel 2025: uno è Carlos Alcaraz, che c’è riuscito tre volte, l’altro è Alexander Bublik. Sarà proprio il kazako l’avversario del numero uno al mondo agli ottavi dello US Open […]. Reduce dal successo in quattro set ai danni di Shapovalov, l’azzurro tornerà in campo sull’Arthur Ashe, e lo farà contro un avversario insidioso: si tratta del terzo confronto, sulla terza superficie diversa, nel giro di pochi mesi. Qualche settimana prima della sorpresa maturata sull’erba di Halle, infatti, Sinner si era imposto sulla terra del Roland Garros […]. È però l’ottimo momento di forma che sta vivendo Bublik a far sì che l’esito del match non sia così scontato. Sono ben undici le vittorie consecutive ottenute dal kazako, che dopo i titoli sul rosso a Gstaad e Kitzbuhel ha deciso di prendersi un mese di stop, saltando gran parte della stagione sul cemento nordamericano. Tornato direttamente a New York, ha ottenuto due comode vittorie in tre set per poi sconfiggere al quinto Tommy Paul. Ma soprattutto è diventato il decimo giocatore nel 21° secolo a raggiungere gli ottavi dello US Open senza mai perdere il servizio. Zero break subiti in 55 turni di battuta e 12 palle break annullate. Di contro, Sinner viaggia a una media di un break ogni tre game. […] A scendere in campo con i favori del pronostico sarà proprio Jannik, capace di vincere gli ultimi 24 incontri negli Slam sul cemento e avanti 4-2 nei confronti diretti. «È dura. Al meglio dei cinque set non sono ancora riuscito a batterlo. Cercherò di sfruttare le mie occasioni» ha dichiarato il kazako. Su una cosa Sinner concorda: che sarà dura. Anzi, guardando i giocatori rimasti in questo lato del tabellone, probabilmente Bublik è l’ostacolo più pericoloso per l’azzurro sulla strada verso la finale. […]
Genio Bublik per l’ingegner Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Si puntano i fantasmi, dopo la grande paura. Spuntano dal nulla. O forse dai tombini della città del tennis […]. I newyorker ci credono. E li incolpano di tutte le nefandezze che accadono tra i campi e sulle tribune del torneo. Compresa la “maria” che tutti pippano felici e intorno al campo 17 si può fumare semplicemente respirando. […] Alexander Bublik […], pallido anche lui, emaciato, grande e grosso eppure etereo, il kazako cresciuto nell’oblast di Leningrado […], ce l’ha con tutti quelli che lo annoiano. «Nel tennis considerano normale solo chi vive di tennis. Io non ci riesco, il tennis rappresenta il 50 per cento della mia vita. Il resto lo tengo per me, per mia moglie Tatiana e mio figlio Vasili». Sinner è uno di quelli che lo annoiano profondamente, ma con rispetto. Perché lo considera un alieno […]. Un po’ come lui, ma con altre specifiche. Un sopravvissuto e un redivivo. Siamo messi così, in questi ottavi che spolverano i ricordi della sconfitta di Sinner ad Halle, contro un Bublik finalmente in grado di proporre il suo “caos organizzato”, la formula tennistica cui affida i propri estri. Così, mentre gli schermi di Flushing Meadows rilanciano la smorzata che Bublik restituì a Shelton nel 1000 canadese di un anno fa, con la palla colpita al volo dalla racchetta gettata a terra dal kazako (tranquilli, punto di Shelton), tornano alla mente le afflizioni di Sinner in quel match sull’erba tedesca, al quale si era presentato ancora stordito dai tre match point falliti nella finale di Parigi. E ci si chiede se dopo la grande partita generata da Shapo […], bravissimo per due set e mezzo a impedire a Sinner le sue esercitazioni balistiche, non sarà Alex Bublik a riuscirvi. Proprio come fece ad Halle, colpendo a duemila qualsiasi palla si fosse avventurata dalla sua parte della rete. «Non è così facile come credete, dice il russo acquistato (nel 2016) al tennis-mercato dal paperone kazako Bulat Utemuratov, presidente federale, «ho due vittorie su Sinner (ndr: una e mezzo, la prima fu per ritiro), e quattro sconfitte. L’ho battuto solo sull’erba, e mai in uno Slam. Con il suo gioco, la formula “tre su cinque” lo favorisce. Difficile farlo sbagliare così a lungo». […] anche contro Paul, battuto al quinto, Bublik ha tenuto alta l’asticella dei servizi: 22 ace, e l’83% delle sue “prime” trasformate in punti. Un pericolo da non sottovalutare mai. […] Bublik è una preoccupazione a latere anche se, come dice Stephen King, «i fantasmi esistono, sono dentro di noi e qualche volta hanno la meglio». Si conoscono, e credo che Bublik abbia ragione. In un match 3 su 5 le speranze del kazako di risultare impeccabile nei colpi, anche quando li tira a casaccio, si abbassano non di poco. Un ultimo appunto… Al passaggio degli ottavi, gli italiani sono 2, come gli spagnoli, i cechi, i francesi… Gli statunitensi erano 23, ne è rimasto uno solo (Fritz). Fino alla semifinale il percorso di Alcaraz (Rinderknech, Lehecka) sembra migliore di quello di Sinner (Bublik, Musetti), ma in semi Alcaraz avrà Djokovic (o Fritz) e Sinner con ogni probabilità De Minaur. L’arrivo in volata è dato alla pari.