Us Open Junior, Mecarelli vince all’esordio: “Tifavo Nadal, mi rivedo in Baez” [ESCLUSIVA]
Se dovessimo provare a raccontare questa prima settimana a New York, utilizzando le sensazioni, ci serviremmo dal cemento bollente e il brusio continuo del Billie Jean King National Tennis Center. Ed è in questo meraviglioso Luna Park del tennis che, in un angolo di Flushing Meadows, ha preso il via l’avventura di Michele Mecarelli allo US Open Junior. Un debutto che vale doppio: non solo la prima vittoria in uno Slam, ma anche la conferma che il ragazzo di Jesi ha la stoffa per reggere il peso di cotanto palcoscenico.
Il diciottenne marchigiano ha battuto con autorità l’americano Marcel Latak, wild card di casa, con il punteggio di 6-2 6-3 in un’ora e un quarto di gioco. Prestazione convincente, costruita con ordine e solidità: 19 vincenti e la capacità di gestire la pressione di un pubblico che naturalmente spingeva per il giocatore di casa.
“Era la mia prima esperienza allo US Open – ci racconta in esclusiva – ed ero emozionato. Sapevo che il pubblico avrebbe sostenuto il mio avversario, essendo americano, ma sono riuscito a gestire bene la tensione. Sono molto contento della mia prestazione e di poter giocare ancora su questi campi meravigliosi”.
Mecarelli: “Sono un giocatore completo”
Se gli chiedi di descriversi in campo, Mecarelli non ha dubbi: “Sono un giocatore completo. Alla fine riesco a cavarmela un po’ su tutto, riesco a fare tutto. Forse non eccello in un colpo in particolare, ma la mia forza è proprio la varietà”. Non manca il sorriso quando parla di sé come persona: “Sono un ragazzo di 18 anni che vive per il tennis e che studia, solare e simpatico, cerco sempre di divertirmi e di prendere le cose positive da ciò che faccio”.
Il tennis per lui è identità, passione, ma anche modello di vita. “Da piccolo tifavo per Nadal – confessa – non è il mio stile di gioco, ma mi piaceva la sua grinta, la sua capacità di lottare su ogni punto. Se devo paragonarmi a qualcuno, forse più a Baez, anche se è un nome un po’ fuori dagli schemi. Non sono altissimo e mi sento vicino al suo modo di stare in campo”.
Sogni, obiettivi e il prossimo test
Il prossimo ostacolo sarà di quelli probanti: il finlandese Oskari Paldanius, numero 8 del ranking junior e sesta testa di serie, semifinalista all’Australian Open e con già nove titoli in carriera. “Non l’ho mai affrontato – dice Mecarelli – ma sarà un bel test, una grande esperienza. Cercherò di godermela, dando il massimo punto dopo punto. Il mio obiettivo? Imparare, crescere, guardare i campioni che girano per il circuito. Poi ovviamente più si va avanti meglio è”.
Sogni a lungo termine? L’azzurrino non si nasconde: “Il sogno è arrivare in fondo a un torneo come questo e vincerlo. Ma tra dieci anni spero di essere nella Top 100 ATP. Sarebbe il coronamento di tutto il lavoro fatto”. Parole semplici ma piene di convinzione, pronunciate con quella serenità tipica di chi si sente nel posto giusto. E non è un caso che Michele sia arrivato a New York con il vento in poppa, forte delle semifinali conquistate a Repetigny (J300) e a Casablanca, oltre ai quattro titoli già messi in bacheca tra il 2023 e il 2024. Un percorso di crescita costante che ora trova la sua vetrina più luminosa.
Crivellato, battaglia amara
Non è andata invece a Gabriele Crivellato, l’altro azzurro impegnato nella giornata inaugurale. Il veneto ha lottato per quasi due ore contro lo spagnolo Andres Santamarta Roig, numero 2 del tabellone e già ex leader del ranking junior, ma si è arreso 5-7 6-2 6-3. Sorteggio ingrato e partita che ha comunque mostrato il carattere del 18enne italiano, chiamato ora a voltare pagina e guardare avanti.