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US Open: Musetti solido e in crescita, Cobolli fermato dal fisico. Il derby finisce con un ritiro

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L.Musetti b. F. Cobolli 6-3 6-2 2-0 rit.

Finisce con un abbraccio a rete tra i due, il derby newyorchese al terzo turno dello Us Open, tra Flavio Cobolli e Lorenzo Musetti, con quest’ultimo uscito vincitore dalla contesa quando era in vantaggio di due set e di due game nel terzo set, cioè quando Flavio Cobolli ha scosso la testa, guarda il suo amico, oggi rivale, e detto basta; ha scelto la via della saggezza Flavio, quella che può sembrare la più difficile ma che alla lunga ripaga: alzare bandiera bianca quando il corpo dice basta. La sua avventura newyorkese, che lo aveva già visto combattere due maratone da cinque set nei primi due turni, si è infranta al terzo turno. Non per demerito tecnico, non per mancanza di voglia, ma per un fisico fiaccato dalla fatica e dai colpi inferti dai giorni precedenti.
Musetti, dal canto suo, ha giocato una partita ordinata e in crescendo, senza mai strafare ma con la lucidità necessaria per capire quando spingere e quando contenere. Ha trovato subito le misure sul rovescio di Cobolli, ha usato con intelligenza variazioni e slice, e soprattutto non si è lasciato distrarre dai momenti in cui l’amico-rivale sembrava pronto a rientrare.
Il primo set, chiuso 6-3, ha visto il carrarino allungare nel momento giusto, mentre Cobolli cercava di reggere l’urto di un tennis più brillante e incisivo. Nel secondo, più che la tecnica ha parlato la resistenza: Flavio ha messo in campo cuore e orgoglio, reagendo anche a un primo doppio break subito, ma l’intervento del fisioterapista sul braccio destro ha reso chiaro a tutti che la partita stava prendendo una piega difficile da invertire. Musetti, con freddezza e pazienza, ha chiuso 6-2 il parziale, nonostante qualche sbavatura.
Nel terzo set non c’è stata storia. Già il primo game ha mostrato il volto di un Cobolli provato e senza energie, incapace di reggere la spinta e costretto dopo pochi minuti a fermarsi definitivamente. L’abbraccio sotto rete è stato l’epilogo più giusto: rispetto, amicizia e consapevolezza che certe volte arrendersi è l’unico modo per proteggere il futuro.
Per Cobolli resta il rammarico, certo, ma anche la certezza di aver dato tutto, di essere arrivato al limite e di averlo toccato con mano. Per Musetti invece la consapevolezza di aver ritrovato colpi e ritmo, di poter continuare a dire la propria in un torneo che potrebbe vedere nei quarti di finale un altro derby, questa volta con Jannik Sinner.

Primo set – Il rovescio che spacca l’equilibrio

Musetti parte al servizio e subito si capisce che non sarà un avvio semplice. Cobolli è pronto, aggressivo, conquista una palla break già nel primo game e mette pressione all’amico. Lorenzo si salva con coraggio, sfrutta il servizio e costringe Flavio a forzare il rovescio che finisce in rete. Primo campanello: Musetti non vuole concedere terreno.
Nei giochi successivi entrambi tengono bene la battuta. I punti sono rapidi, lo scambio raramente supera i quattro colpi. Cobolli prova a spingere di dritto, Musetti risponde con variazioni continue: slice, cambi di ritmo, rovesci in diagonale che non danno riferimenti. Sul 3-2 per il carrarino, il primo vero squarcio nell’equilibrio. Dodici colpi intensi, la palla che viaggia veloce: Cobolli resta rigido, perde profondità e il rovescio muore a metà rete. È palla break. Musetti non esita: affonda un lungolinea da applausi che lascia immobile l’avversario. 4-2, il primo strappo è servito.
Con l’inerzia in mano, Lorenzo gestisce bene la pressione, tiene il servizio a zero e porta Cobolli sull’orlo del burrone. Flavio ci mette orgoglio, annulla una palla set con una prima potente e accorcia 5-3. Ma il treno è già partito: Musetti costruisce altre tre occasioni per chiudere e non sbaglia. 6-3 dopo 38 minuti, il primo capitolo del derby è suo.

Secondo set – Il braccio di Flavio chiede aiuto

Il secondo parziale conferma la sensazione che il vento soffi dalla parte di Lorenzo. Parte forte, conquista subito tre palle break, e sfrutta l’occasione con un dritto incrociato che lascia di sasso Cobolli. È 1-0 con break in tasca, la strada sembra in discesa.

Flavio però non si arrende. Si aggrappa a ogni punto, rimane attaccato allo scambio anche quando sembra perduto, trova recuperi prodigiosi che gli valgono applausi scroscianti. Nel terzo gioco dà vita al punto più bello della partita: rincorre tutto, rimanda palle impossibili e strappa un colpo sbagliato a Musetti, che incredulo spedisce uno smash comodissimo oltre la riga di fondo. È l’ennesima dimostrazione che il romano ha cuore e coraggio da vendere.
Ma la fatica accumulata nei turni precedenti presenta il conto. Alla fine del quarto gioco Cobolli chiama il fisioterapista: dolore al braccio destro, massaggi e stretching, il pubblico trattiene il fiato. Flavio rientra, stringe i denti, trova persino il controbreak con una volée elegante che riaccende la speranza. Sul 4-2 però, le gambe si fanno pesanti, la spinta cala.
Musetti rimette subito le cose in chiaro: variazioni di ritmo, slice velenosi e un servizio sempre più sicuro lo riportano avanti. Flavio ha ancora la forza di conquistare due palle break quando Lorenzo serve per il set, ma qui esce fuori la differenza: Musetti alza la qualità, annulla tutto con classe e mette il punto esclamativo con un servizio esterno che il braccio stanco del romano non controlla: 6-2 in un’ora e venti di gioco complessivo, due set a zero.

Terzo set – La resa inevitabile

Il terzo set si apre come i precedenti: Musetti aggressivo, Cobolli costretto a rincorrere; ma stavolta la benzina è davvero finita. Un paio di errori in serie, il break immediato di Lorenzo e il linguaggio del corpo che parla più delle statistiche. Flavio cammina a testa bassa, scuote il braccio destro, cerca soluzioni che non ci sono più.
Dopo appena due game arriva la scelta più dolorosa ma inevitabile: stop. Cobolli si avvicina a rete, guarda l’amico e lo abbraccia. Un gesto che vale più di mille parole. Il tabellone dice 6-3 6-2 2-0 ritiro, ma la cronaca racconta di un momento emozionante vissuto in campo e sulle tribune che dice molto del rapporto tra i due.
Per Musetti la strada verso gli ottavi si apre, con l’attesa del vincente tra Munar e Bergs. Per Cobolli, invece, resta l’amaro ma anche la saggezza di aver protetto il futuro: meglio fermarsi oggi che rischiare di compromettere la stagione. Per Musetti invece la conferma di poter proseguire il proprio cammino agli US Open con maggiore freschezza e mostrando comunque in campo una superiorità tecnica ad oggi indiscutibile. Agli ottavi sfiderà il vincente tra Jaume Munar e Zizou Bergs.

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