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US Open, Sinner: “Non sono una macchina, si possono avere dei momenti di difficoltà” [VIDEO]

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Non siamo abituati a vederti in una partita così combattuta negli ultimi mesi, dove sei stato anche in svantaggio. Quali sfide ti ha posto l’avversario e con quali difficoltà ti sei trovato quando eri sotto di un set e 3-0?
JANNIK SINNER: È normale, non si può sempre vincere con punteggi netti. Ogni partita è difficile, ogni sfida è impegnativa. Ci sono giocatori che hanno più qualità o potenziale, e lui è uno di questi. Quando serve bene e ha colpi da fondo puliti, è fisicamente molto forte, e può mettere in difficoltà qualsiasi giocatore. Sapevo già prima della partita quanto sarebbe stato duro. Oggi mi sono trovato in una situazione difficile, il punteggio era contro di me, ma ho provato a restare lì mentalmente. Sono davvero felice di essere riuscito a vincere oggi, perché è una vittoria molto importante.

Oggi è il tipo di partita che ricorda quanto sia difficile difendere un titolo in un torneo così? Fa caldo, puoi trovare un avversario particolarmente in forma…
JANNIK SINNER: Non ci penso, si vive giorno per giorno. Ogni giorno hai un avversario diverso e provi a giocare il miglior tennis possibile. È un lungo cammino per difendere un titolo. Ora posso dire di essere arrivato alla seconda settimana, che è già un ottimo risultato, poi vedremo cosa succederà. Ti alleni per queste partite, per superare momenti e situazioni complicate e per trovare soluzioni. Alla fine è questo il tennis. È stata una grande partita da entrambe le parti, una specie di montagne russe. Ma sono davvero felice.

In caso nel prossimo turno incontrassi Tommy Paul, che hai già affrontato qui l’anno scorso, quali sono gli aspetti più difficili del suo gioco e come ti confronti con lui?
JANNIK SINNER: Devono ancora giocare, può succedere di tutto. Ho grande rispetto per entrambi. Bublik, ad esempio, non perde da tanto tempo e batterlo è molto difficile. Prima voglio vedere chi vince. Se mi chiedi di Tommy, è difficile soprattutto con il supporto del pubblico di casa. Abbiamo già avuto battaglie molto dure in passato, è un giocatore molto veloce e sa far tutto. Vedremo cosa succede. Se fosse Bublik, sarebbe diverso: ha vinto l’ultimo scontro tra noi sull’erba. È un grande battitore e molto imprevedibile. Vedremo.

Pochi giocatori, oltre a Carlos, ti hanno messo così tanta pressione negli slam recentemente. Cosa hanno fatto bene Denis oggi e Grigor a Wimbledon? Come sono riusciti a metterti in difficoltà?
JANNIK SINNER: Hanno servito molto bene, spingendo tanto. E poi, non sono una macchina. Anche io incontro delle difficoltà. Oggi però sentivo che da parte mia non c’era sofferenza; giocavo un ottimo tennis, così come lui. La partita allora è davvero punto a punto. Voglio sempre arrivare alle partite sentendomi preparato. Se mi sento così, per me è una buona sensazione, perché mi sento sicuro dei miei mezzi, ma ogni partita è diversa dall’allenamento. Serve restare lì mentalmente. Denis è un giocatore incredibile, lo ha dimostrato ancora una volta. Ha vinto due titoli quest’anno, è in forma, lo abbiamo visto oggi, serve e risponde bene e può succedere di tutto.

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Jannik, complimenti. Bei livelli in campo per lunghi tratti della partita. Cosa ti è piaciuto di più di te e cosa magari un po’ meno, e dall’altra parte del campo, cosa ti ha sorpreso in positivo di Denis e dove hai pensato che forse potevi sorprenderlo?
JANNIK SINNER: Oggi Denis ha giocato un ottimo tennis, ha servito molto bene e ha letto piuttosto bene il mio servizio. Se mi chiedi della battuta, non mi sento come vorrei in questo momento, ma è normale: in alcuni tornei senti meglio alcune cose, peggio altre. Per ora devo accettarlo. Mentalmente però ero in buona forma, e oggi serviva soprattutto quella parte lì. Alla fine è stata una partita ottima, molto dura e tesa, con alti e bassi, una vera partita da Slam, tre set su cinque. Sono contento di come sono rimasto in campo con buon atteggiamento, e ovviamente di averla portata a casa, cosa molto importante.

Qual è stato il momento in cui hai pensato di riprendere in mano la partita dopo un inizio difficile? Hai mai temuto di rischiare di perdere il titolo di campione in carica o il numero uno?
JANNIK SINNER: L’ho già detto prima: non sto pensando tanto a difendere o al numero uno. Le partite sono lunghe, ognuna ha la sua storia. Giochi ogni giorno, hai un avversario, devi trovare soluzioni: questo è il tennis. La partita è un po’ cambiata quando gli ho fatto il break nel terzo, da 3-1 a 3-2: quello è stato un momento chiave, se fosse andato 4-1 sarebbe stato molto diverso. Anche nel primo set, sul 5 pari, ho avuto una palla break, ma ha girato verso di lui. Ci sono sempre un po’ più di momenti decisivi rispetto ai due set su tre.

Tu senti di portare, come ha detto Alcaraz, un grande bersaglio sulla schiena? Avverti la pressione di dover sempre dimostrare qualcosa, di vincere, con tifosi e sponsor? Un anno e mezzo fa non eri ancora arrivato al numero uno, la pensavi così essere sul tetto del mondo nel tennis?
JANNIK SINNER: Che ci sia pressione, che ci sia tensione, è normale. Sono in questa posizione da più di un anno e la devi gestire: o ci riesci o non ci riesci. Non penso di essere il numero uno, credo che bisogna sempre pensare che qualcuno vuole superarti, c’è sempre chi vuole batterti, e nel 90% dei casi quando gioco sono il favorito e lo devo gestire, anche gli aspetti extra campo. Però fa parte del lavoro. È comunque meglio avere tutte queste pressioni che non averle; vuol dire che sei lì. Ma bisogna anche viverla con positività, con tranquillità.

Riesci a gestirla in modo tranquillo? Riesci ancora ad avere leggerezza? Capita di sognare una sconfitta?
JANNIK SINNER: Sì, alla fine riesco a stare tranquillo. È molto importante avere le persone giuste intorno a sé: alla fine questa è la ricetta, ti fanno vedere le cose da un altro punto di vista, ma anche con molta onestà. Io sbaglio a volte, loro devono dirmi quando va bene e quando sto sbagliando, così cresco come persona e riesco ad accettare meglio le cose rispetto a un po’ di tempo fa. Bisogna sempre amare quello che si fa; non sento il dovere di dover dimostrare sempre qualcosa, sono umano: posso vincere, posso perdere. Ho dimostrato che posso vincere tornei importanti, ma non mi metto pressione che devo dimostrare per forza, viene tutto dal modo in cui vivi, ti alleni, prepari le partite, affronti la vita fuori dal campo: tutto insieme.

In una partita come quella di oggi, dove ci sono stati dei momenti di difficoltà, il debrief dopo il match con Simone e Darren si concentra più sugli aspetti tecnici o sulla gestione della partita?
JANNIK SINNER: Dopo la partita si fa un mix di cose, sia tecnico – come può essere il servizio – sia tattico. Oggi credo di aver interpretato abbastanza bene la partita; all’inizio mancava un po’ di profondità nei miei colpi, sempre piuttosto corti, ma il formato tre su cinque ti dà la possibilità di trovarti meglio col gioco man mano che la partita avanza. Si parla di tutto: di quello che si è fatto bene e quello che si è fatto male. Domani avremo una giornata per prepararci alla prossima partita, vediamo chi sarà, poi vediamo.

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