Rassegna stampa – Il bis di Errani-Vavassori; US Open, sorteggiati i tabelloni
Vavassori con la Errani, trionfo bis: “Orgogliosi” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Cambiano le mode, ma l’italian style rimane inimitabile. E conquista il mondo. Gli organizzatori degli Us Open si erano inventati una nuova formula del misto, da esaurire in due giorni nella settimana che precede il torneo e con set ai quattro game (tranne che per la finale), allettando così i più forti singolaristi del mondo, già a New York per prepararsi all’ ultimo Slam stagionale, convinti pure dal milione di dollari (857.000 euro) riservato ai vincitori, cifra mai vista per qualunque genere di doppio. Speravano di premiare Djokovic, oppure Fritz o ancora la stella emergente Shelton, e invece, come un anno fa, i fuochi d’artificio notturni della Grande Mela esplodono per la meravigliosa coppia Errani-Vavassori. Giusto così. Perché sono i più forti della specialità, come testimoniano i tre Major vinti in 12 mesi (i due Us Open 2024 e 2025 e il Roland Garros di quest’anno). E pensare che li avevano invitati solo con una wild card per allargare lo show a chi il doppio non lo gioca mai. La finale è stata una partita vera, perché superwoman Swiatek (è arrivata lunedì notte dopo la vittoria a Cincinnati e si è subito sciroppata quattro partite in 24 ore, seppur edulcorate dalla rapidità di scorrimento dei set) e il norvegese Ruud, pur senza nessuna esperienza insieme, si sono dimostrati molto affiatati. Ma accanto all’esperienza e all’armonia, Sarita (che ha servito da sotto nel match point…) e Wave hanno messo in campo l’orgoglio degli specialisti che non volevano certo abbassare la testa, come in molti pensavano, di fronte a due singolaristi top: «Abbiamo dimostrato che i doppisti sono grandi giocatori — gongola Vavassori — anche se durante il torneo abbiamo sentito la pressione. Noi eravamo la coppia che aveva tutto da perdere. Se avessimo perso contro Fritz-Rybakina già al primo turno, non sarebbe stato un bel segnale per gli specialisti. Credo che tutti pensassero che avremmo perso contro di loro. Quindi dimostrare che si sbagliavano era importante per noi». E la Errani, di rimando: «Penso che abbiamo mostrato quanto sia importante sapere giocare in doppio: non è solo servire bene, colpire bene, rispondere bene. Bisogna saper vedere, saper incrociare, tante altre cose che non sono solo colpire la palla. Abbiamo mostrato che bisogna pensare, essere intelligenti». […]
Errani-Vavassori d’oro: “Dedicato ai doppisti” (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Nuova formula, nuovi avversari, stessi vincitori. Sara Errani e Andrea Vavassori si sono confermati campioni allo US Open, conquistando il titolo in doppio misto per il secondo anno consecutivo. Se ci fosse un ranking di specialità, la prima posizione sarebbe occupata sicuramente dalla coppia azzurra, che ha sbaragliato la concorrenza – composta quasi interamente da singolaristi – e conquistato il terzo Slam insieme, il secondo stagionale dopo il Roland Garros. E ha anche incassato un milione di dollari, in confronto ai 200.000 guadagnati lo scorso anno. Dopo una bella prova di forza nella giornata inaugurale, grazie alla quale si erano assicurati un posto in semifinale, Errani e Vavassori hanno completato l`opera il giorno seguente. Nella cornice di un Arthur Ashe Stadium gremito – circa 20.000 spettatori – il duo italiano ha prima liquidato con un doppio 4-2 Collins/ Harrison, subentrati al posto di Jannik Sinner e Siniakova, per poi sconfiggere in finale Swiatek/Ruud con il punteggio di 6-3 5-7 10-6. Una vittoria speciale per Errani e Vavassori, che per la prima volta non sono scesi in campo solo per se stessi o per l`Italia, bensì in rappresentanza di un`intera categoria. «Penso che questo successo sia per tutti i doppisti che non hanno potuto partecipare al torneo» ha dichiarato Errani, che ci ha tenuto a dedicare la vittoria ai colleghi. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Vavassori: «Abbiamo dimostrato che il doppio è un ottimo prodotto e può funzionare. Credo che in futuro avremo bisogno di più visibilità. Il singolo resterà sempre la categoria principe, ma il doppio ha grandi margini di crescita». Accompagnato fin dall`annuncio da numerose polemiche, il nuovo format ha infatti escluso gli specialisti del doppio per dare spazio ai singolaristi. E a rischiare di farne le spese sono stati gli stessi azzurri, la cui partecipazione era tutt`altro che certa. «Senza le nostre dichiarazioni critiche sull`evento, non so se saremmo stati invitati a difendere il titolo» ha ricordato Vavassori in conferenza stampa. […]
Sara e Andrea, i giganti! (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Passione, energia, precisione e pensiero veloce nella lettura delle situazioni, ovvero tutti gli ingredienti (insieme ad alchimia di coppia) indispensabili per interpretare al meglio una disciplina complessa nella sua particolarità come il doppio misto. Ecco le qualità messe in campo da Sara Errani e Andrea Vavassori, capaci di confermarsi campioni in questa specialità agli US Open. Cambia il format, cambiano gli avversari, ma non il risultato, con il primo duo tutto tricolore di sempre a conquistare uno Slam nel misto, dodici mesi fa (poi è stato trionfo anche al Roland Garros a giugno), a centrare uno straordinario bis, che vale anche un assegno da 1 milione di dollari, premio per la coppia vincitrice. Dopo le due affermazioni che martedì avevano aperto loro le porte della semifinale, la 38enne di Massa Lombarda e il 30enne di Torino (nonostante un affaticamento muscolare) hanno completato il loro capolavoro: prima hanno sconfitto 4-2 4-2 gli statunitensi Danielle Collins e Christian Harrison, poi si sono imposti per 6-3 5-7 10-6 sulla polacca Iga Swiatek e il norvegese Casper Ruud, qualificatisi per il match clou piegando 3-5 5-3 10-8 l`americana Jessica Pegula e il britannico Jack Draper. Non è bastata la ferrea determinazione della ex n.1 del mondo e dello scandinavo ex n.2 del ranking per arginare i due azzurri, in gara con una wild card ma autentici giganti al cospetto delle stelle del circuito. «Siete due grandissimi giocatori, ci avete mostrato di cosa siete capaci in doppio» il tributo di Swiatek, a cui ha fatto eco Ruud: «Sapevamo che eravate la coppia favorita e ci avete dimostrato perché». «Siamo in missione», aveva del resto sottolineato Vavassori, riferendosi al fatto che giocavano anche per le decine di colleghi esclusi dalla scelta degli organizzatori a vantaggio dei top player del singolare nell`intento di spettacolarizzare la competizione. Una missione compiuta fino in fondo in modo esemplare. Dimostrando che gli specialisti più forti del doppio, per quanto indietro nel ranking individuale (Vavassori n. 306, Errani 291 dopo aver detto basta al singolo), possono superare i singolaristi più forti del mondo. E soprattutto che anche i doppisti puri, pur meno famosi dei big, possono dare spettacolo trascinando il pubblico. «Questo successo è anche per tutti i giocatori di doppio che non hanno potuto disputare questo torneo», ha ribadito Sara, che a dispetto degli storici detrattori del suo servizio ha messo sotto avversari potenti quali Fritz e Rublev con il bagaglio tecnico di cui dispone, fra risposte, pallonetti millimetrici, passanti, tocchi al volo e smash, aggiungendo un`altra emozione a una carriera ricca di perle preziose. […] «In questi due anni abbiamo fatto qualcosa di straordinario – afferma Wave – Nel maschile ho fatto ottime cose con Simone Bolelli, ma giocare con te è eccezionale. Sapevamo di essere più organizzati, svolgendo un lavoro specifico, anche tattico nel preparare le partite. Grazie a tutto il nostro team, a chi ha fatto il tifo per noi, qui e davanti alla tv. Abbiamo dimostrato che il doppio è un prodotto che funziona ed è importante abbia più visibilità anche in futuro, da membro del Player`s Council mi batterò per questo». […]
US Open, poche trappole per Sinner se ha recuperato (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Mi pare che il tabellone dell’Us Open, che dovrebbe portare all’ennesima finale fra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, sia ben bilanciato. Non vedo molte trappole, ma è sempre un tour di due settimane, con ostacoli certi, ma ampiamente alla portata dei primi due giocatori al mondo. La griglia è equilibrata per le teste di serie: potrebbe esserci Shelton nei quarti a dare qualche apprensione ad Alcaraz prima delle fasi finali, o l’insidia Paul oppure Bublik agli ottavi per Sinner, considerando anche il precedente di Halle, con quella sconfitta non pronosticabile di Jannik contro il kazako. Sono giocatori imprevedibili a livello tecnico e tattico, ma temibili solo quando si gioca 2 set su 3: sui 3 set su 5 i primi due del ranking hanno sempre la possibilità della lunga distanza che consente loro di recuperare una partenza con marce ridotte. Più avanti Sinner potrebbe avere Zverev in semifinale, mentre Alcaraz aspetterebbe uno fra Fritz, Rune o Djokovic: sono nomi di sostanza, ma quando hanno incontrato uno dei primi due al mondo sono usciti con le ossa rotte. Per batterli devono essere in una grande giornata e sperare che Jannik o Carlos non siano al 100%: allora ci sarebbe partita. […] Mentre Alcaraz non ha problemi di forma ed è in piena condizione, il ritiro di Sinner a Cincinnati qualche interrogativo lo lascia: ha recuperato? Può spingere subito? Può ritrovare in gran parte la condizione nei primi giorni? Al 2° turno Jannik ha Popyrin e serve che sia in forma perché l’australiano conosce bene la superficie e potrebbe essere pericoloso per un Sinner che non fosse in condizione. Quanto agli altri azzurri, Musetti con Mpetshi Perricard al 1° turno ha un brutto cliente: speriamo ritrovi la condizione persa con l’infortunio di Parigi e salga di livello perché il francese non dà ritmo e sarà un match complicato. Dopo potrebbe esserci l’incrocio con Cobolli al 3° turno: ormai, per fortuna, sono così tanti gli italiani in tabellone che non dobbiamo meravigliarci dei tanti derby tricolori. […] C’è da augurarsi che la finale di Cincinnati abbia ridato a Jasmine Paolini fiducia e serenità, ma non ha un tabellone agevole. Negli ottavi avrebbe Rybakina che ha talento e se è in giornata è pericolosa; dopo ci sarebbe Sabalenka: la numero 1 in alcune giornate è ingiocabile per velocità e pesantezza di palla, ma in altre fatica a vedere dove sono le righe e commette tanti errori. Tutto può essere, ma fra lei e Jasmine vedo troppa differenza di peso fisico.
Ci rivediamo in finale (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Toh, chi si rivede dopo cinque giorni. Abbracci, sorrisi, pacche sulle spalle: e la finale di Cincinnati è già una pagina passata del loro romanzo agonistico. Ma il saluto sincero tra Sinner e Alcaraz sull’Arthur Ashe — lo spagnolo aveva appena finito l’allenamento (con Musetti), l’italiano stava per cominciarlo — che ha finito per coinvolgere anche i due team, […] porta in grembo la notizia più attesa: Jannik è guarito, come aveva d’altronde vaticinato coach Cahill mercoledì. Il virus intestinale che lo ha debilitato a Cincy, togliendolo in pratica dalla partita per il titolo contro il grande rivale (23 minuti di sofferenza prima dell’abbandono), è solo un amaro ricordo, e Sinner ha così potuto tornare a maneggiare con profitto l’amata racchetta. Sgargiante maglietta rossa, il solito manicotto al braccio destro che ormai è diventato la sua coperta di Linus, Jannik ha ricominciato a martellare sulla palla. Ma più dell’intensità della sessione con l’argentino Comesana, n.54 del mondo, durata un’ora anziché due perché sui campi scoperti c’era troppo vento, a colpire sono stati i tanti sorrisi che il più forte giocatore del mondo ha dispensato al pubblico estasiato, deciso sintomo di ritrovata serenità. E così l’incrocio casuale con Alcaraz potrebbe aver rappresentato in realtà solo una simpatica anticipazione di ciò che attenderà il mondo il 7 settembre, giorno della finale a Flushing Meadows: immaginare una sfida che non li veda di nuovo uno contro l’altro adesso pare utopia. Intanto, proprio negli istanti in cui i due dominatori si incontravano, il computer ha sfornato i tabelloni, e almeno all’apparenza stavolta sembra aver riservato più benevolenza a Sinner. Che comincerà contro il ceco Kopriva la difesa dello scettro conquistato un anno fa: un rivale mai affrontato prima che si è costruito una classifica assai dignitosa ( è n.87) grazie ai challenger, in particolare a quelli sulla terra (ha vinto a Napoli contro Darderi). Al secondo turno la Volpe Rossa potrebbe poi incrociare l’imprevedibile australiano Popyrin, capace un anno fa di vincere il Masters 1000 del Canada (ma senza big) e tuttavia da lì in poi piuttosto alterno. Prima testa di serie eventualmente al terzo turno, quello Shapovalov che curiosamente è uno dei pochi avversari ad avere un record positivo con Jannik in virtù dell’unico precedente vinto agli Australian Open del 2021. Negli ottavi, il cammino dovrebbe riservare al n.1 l’americano Paul, ma da quella parte volteggia Bublik e c‘è Sonego: e allora perché non sognare un derby azzurro. Nei quarti toccherebbe poi a Draper (o magari a Musetti) sfidarlo: l’inglese è uno dei suoi migliori amici sul circuito, vorrà prendersi la rivincita della semifinale persa nettamente un anno fa, però prima del doppio misto di questi giorni non giocava un match ufficiale da Wimbledon e le sue condizioni fisiche sono un’incognita. Se i pronostici saranno rispettati, la semifinale dovrebbe mettergli di fronte il n.3 Zverev, che però dalla finale persa in Australia è piombato in una spirale di negatività da cui fatica a risollevarsi del tutto. Certamente più accidentato, a prima vista, il percorso di Alcaraz. Già al turno d’esordio, dove lo attende il gigante Opelka (2.11), il cui servizio, se in giornata, è un’arma non convenzionale e non ti consente di comandare il ritmo come piace allo spagnolo. Carlitos potrebbe poi incrociare uno dietro l’altro due italiani, Bellucci e Darderi (testa di serie numero 32), prima di un possibile ottavo contro Medvedev. Il russo sembra in crisi nera (non vince un torneo da Roma 2023), è crollato al n.13 del mondo, ma a New York vinse nel 2021 distruggendo il sogno di Grande Slam di Djokovic e in generale agli Us Open ha sempre giocato partite di alta qualità. […]
Sinner-Alcaraz, la resa dei conti (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Il vento a New York segue i tortuosi percorsi del traffico, alla ricerca di scappatoie ai lati, proprio come le auto guidate da chi ha fretta. Prende la rincorsa lungo le avenue maestose, rallenta ai semafori e si comprime sulle volte dei building scalciando refoli impazziti verso le street, alla ricerca di percorsi alternativi. Dieci chilometri da Manhattan, nella zona dei laghi scintillanti a Corona Park, la città del tennis offre un tetto per ripararsi dalle folate più minacciose. Là sotto, di fronte a non meno di diecimila spettatori, la metà di quanti ne contenga l`Arthur Ashe, il più grande stadio di tennis del mondo, i campioni affrontano i primi allenamenti quasi fossero in passerella per una sfilata. Si dividono pochi minuti ciascuno, mezz`ora, non di più, ma la lista è lunga e sugli altri campi è impossibile giocare. Sinner compare alle 18, maglietta rossa e manicotto bianco sembra uno di quei cartelli che indicano il pericolo di forti mareggiate. Saluta Alcaraz, un sorriso, un abbraccio e qualche parola. Lo spagnolo ha finito l`allenamento con Musetti. Sinner si è trascinato dietro Francisco Comesana, argentino numero 54, felicissimo di fare da partner, magari anche da punching ball. Come sta Sinner? Pare bene, il virus di Cincy o se n`è andato o ha preparato le valige per farlo. Vagnozzi e Cahill osservano, il coach australiano – gira voce – sembra disponibile a restare ancora un anno con Sinner, pare abbia detto che non vuole lasciare il suo assistito in un momento così delicato. Frase allarmante, se davvero l`ha pronunciata… Di sicuro Darren non si riferiva al virus, e allora a che cosa? Teme contraccolpi per la probabile fine della prima esperienza di Jannik da numero uno? Sinner si gode gli applausi del pubblico, la mezz`ora termina presto, ma c`è tempo per qualche game. Poi la foto di gruppo, che finirà nella bacheca dei ricordi di Comesana, e due chiacchiere con Djokovic, che è pronto per il suo allenamento con Sascha Zverev. Mentre Sinner era in campo si sono aperti i giochi del sorteggio. L’esordio del numero uno è contro Vit Kopriva, ceco di Bilovec, 87 Atp. Non si sono mai incontrati, ma Vit agli US Open non ha mai passato un turno. Poi Popyrin (pericoloso) e in terzo turno uno tra Bu il cinese nato a un passo dalla Mongolia e Shapovalov, un tempo top ten, oggi alla ricerca di se stesso. Ottavi più difficili, Bublik o Paul, Sempre che tra i due non riesca a inserirsi Sonego, subito contro Schoolkate. Per i quarti la testa di serie più alta è Jack Draper (5), ma è possibile che debba vedersela con Musetti (10), subito opposto a Mpetschi-Perricard, il francese dai servizi a 240 orari, o con Cobolli (contro un qualificato). […] Ad Alcaraz tocca dunque Djokovic (in primo turno contro Tien, poi un qualificato, Norrie o Korda in terzo, Rune o Tiafoe negli ottavi), e anche una partenza complicata, contro il gigante Opelka. Poi Bellucci (contro Shang) in secondo turno e Darderi (Hijikata) in terzo. Gioco di squadra italiano, a favore di Sinner? Vedremo. Daniil Medvedev e Davidovich-Fokina si propongono per un ottavo contro Carlitos. Nei quarti Shelton o Ruud, in semifinale Djokovic o Fritz. […]
La corsa di Sinner riparte da Kopriva (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
L’, ‘attesa è finita, i tabelloni dello US Open hanno finalmente preso forma. Dopo l`antipasto gustoso del doppio misto vinto da Vavassori ed Errani, domenica 24 agosto si alzerà il sipario sulle difese ai titoli di Jannik Sinner e Aryna Sabalenka. Non sono ancora noti i giorni esatti d`esordio dei protagonisti del torneo. Quel che è certo è che l`avventura del numero 1 del mondo, ieri tornato in campo con Francisco Comesana per il primo allenamento newyorkese, inizierà contro Vit Kopriva. Un primo turno inedito contro il ceco numero 87 del mondo, appena eliminato al secondo turno a Winston-Salem da Sebastian Korda. Tecnico e ordinato, Kopriva non è un giocatore che offre particolari lampi: per questo può essere un avversario ideale per entrare in condizione. Le cose potrebbero farsi più interessanti e ostiche al secondo turno, con uno tra Ruusuvuori e Popyrin. Il finlandese, frenato da problemi fisici nell`ultimo anno, non gioca da maggio ed è entrato con il ranking protetto poiché oggi numero 749 del mondo. Ben diversa la situazione dell`australiano, a soli tre spot dall`essere testa di serie e nel 2024 campione del Masters 1000 di Montreal. Popyrin si è addirittura aggiudicato l`unico precedente giocato con Sinner, seppur datato Madrid 2021. Scorrendo il dito sul tabellone, in un eventuale ottavo di finale sono Bublik e Paul i pericoli più accreditati. Ai quarti potrebbe materializzarsi la sfida tra amici con Draper o quella con il compagno di nazionale Musetti. […] Nella parte bassa invece troviamo Alcaraz e Fritz, con la solita mina vagante Djokovic che quest`anno ha giocato le semifinali di tutti e tre gli Slam. Il serbo si affaccerà nel torneo contro il giovane americano Learner Tien, in un primo turno tutt`altro che semplice. Alcaraz aprirà invece contro Reilly Opelka, con un possibile secondo round contro Mattia Bellucci, impegnato all`esordio con il cinese Shang. […] Fino all`eventuale finale, riparte la sfida a distanza tra Sinner e Alcaraz. Il sorteggio è stato relativamente più favorevole all`azzurro, eccezion fatta per un secondo turno insidioso. In basso il percorso appare più tortuoso: da Fritz a Djokovic, passando per il campione di Toronto Shelton e un sempre imprevedibile Rune. […] Nel torneo femminile, sarà un crescendo per Jasmine Paolini, testa di serie numero 7. Al debutto l`aspetta una qualificata, poi una tra Jovic e Sasnovich. All`orizzonte, in un eventuale ottavo, la sfida con Elena Rybakina (testa di serie n.9), e nei quarti potrebbe esserci il big match contro la campionessa in carica Aryna Sabalenka. Ai nastri di partenza anche Lucia Bronzetti ed Elisabetta Cocciaretto, la prima come Paolini attende una qualificata, la seconda affronterà Yulia Putintseva.
Paolini, effetto Usa (Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport)
La rinascita di Jasmine Paolini cerca conferme allo Us Open, ma il sorteggio non è stato fortunato per la leader azzurra. Risalita all’ottavo posto del ranking mondiale grazie alla finale di Cincinnati, testa di serie numero 7 per il forfeit della cinese Zheng, la toscana è finita nel quarto di finale presidiato da Aryna Sabalenka. E, prima di incrociare la numero 1 del mondo e detentrice del titolo, dovrà tirare fuori tutta la propria grinta e intelligenza tattica. Un percorso non semplice. Dopo il debutto contro una qualificata, al secondo turno ci sarà una tra la bielorussa Sasnovich (121 Wta) e la statunitense Jovic (76), diciassettenne in ascesa. Poi, eventualmente, la n.32 del seeding Kessler e, agli ottavi, la n.9 Rybakina. A Flushing Meadows, Jasmine punta a fare meglio dell’anno scorso, quando venne sconfitta al quarto turno dalla ceca Muchova. All’esordio toccherà una qualificata pure a Lucia Bronzetti, mentre Elisabetta Cocciaretto sfiderà la kazaka Putintseva. Negli ultimi giorni Paolini ha ritrovato quelle piacevoli sensazioni che, dopo il trionfo in casa agli Internazionali, erano svanite. La pressione di difendere la doppia finale al Roland Garros e a Wimbledon, teatri degli exploit 2024, ha inciso non poco, così come la girandola di allenatori. A fine marzo c’era stata la separazione dopo 10 anni da Renzo Furlan, il cui sodalizio era stato alla base della scalata ai vertici della classifica, fino al best ranking del 4° posto raggiunto lo scorso ottobre. È durata appena tre mesi, invece, la collaborazione con Marc Lopez, salutato dopo l’eliminazione al secondo turno di Wimbledon contro la n.80 Rakhimova. La Federazione è venuta in soccorso della sua stella “prestandole” il tecnico Federico Gaio per la trasferta americana. A Montreal il match-manifesto della crisi: in vantaggio 6-2 4-1, la 29enne di Bagni di Lucca si è fatta riprendere e battere dalla qualificata giapponese Ito, 110ª in classifica, commettendo 67 errori gratuiti. Cincinnati è stato il torneo del rilancio. Jasmine ha fatto fuori la n.2 Gauff, come al Foro Italico, e in semifinale è stata brava a reagire alla rimonta della russa Kudermetova nel secondo set. Le parole di Sara Errani, presenza fissa all’angolo, hanno toccato le corde giuste, e Jasmine è volata in finale dove ha lottato alla pari con una Swiatek in grande spolvero. «Sono state due settimane straordinarie, dopo un periodo difficile per me», ha detto durante la premiazione. […] Paolini è nona nella Race, a soli 34 punti di ritardo dalla statunitense Pegula, ottava. L’obiettivo dichiarato è la qualificazione alle Finals di novembre a Riad, per il secondo anno consecutivo. In doppio, in coppia con Errani, il pass è ormai ipotecato.