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ATP Challenger: nel torneo che poteva essere italiano trionfa Kamil Majchrzak

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A Grodzisk in Polonia avevamo tre italiani ai quarti di finale, ma non è bastato per portare a casa il trofeo.

Siamo sinceri, dopo che avevamo visto ben tre italiani qualificati ai quarti di finale del Challenger 75 di Grodzisk (Polonia, cemento) un pensierino al titolo l’avevamo fatto. Ma evidentemente era solo un sogno di mezza estate svanito al sole polacco che scalda, molto più moderatamente che da noi, questo paesone di 13.000 abitanti situato nella parte occidentale del paese.

Infatti, nessuno dei nostri tre moschettieri è riuscito ad approdare alle semifinali ed in realtà nemmeno a vincere un solo set. Federico Cinà, dopo due splendide vittorie contro Kyrian Jacquet e Alsan Karatsev, si inchinava (7-5 6-4) a Ugo Blanchet (n.201), al termine di un match molto combattuto in cui il 18enne palermitano ha avuto le sue occasioni, come nel primo set quando era avanti 5-3. Preoccupato? Per nulla, Federico sta solo affrontando normali tappe di crescita in un processo che presumibilmente lo porterà lontano. Nello specifico, a parte che il francese non è tennista banale, ha forse messo in mostra anche po’ di stanchezza dopo un’estate molto intensa, da professionista vero.

Discorso decisamente diverso per Giulio Zeppieri che, al netto dei tanti problemi fisici che l’hanno afflitto negli ultimi tempi, continua a non convincere. Anche per lui bisogna riconoscere come Harold Mayot (n.156), che gli ha inflitto un netto 6-3 6-2, non fosse avversario morbido, ma l’azzurro ci ha comunque messo del suo. Non sappiamo se per il mancino laziale sia un problema tecnico o di atteggiamento mentale, probabilmente un mix delle due cose. Quel che sappiamo è che la forbice con l’ex fratello gemello Lorenzo Musetti si è ormai allargata in maniera irrimediabile e sappiamo come Giulio sentisse molto l’amicizia/rivalità col carrarino.

Siamo allora sicuri che il divorzio del 2022 dallo storico coach Piero Melaranci sia stato un buon affare? Ma qui ci fermiamo per non correre il rischio di aprire il classico vaso di Pandora dentro il quale troveremmo diverse prove a sostegno della nostra tesi (molto conservativa) riguardo alla moda di cambiare staff non appena i risultati non coincidono più coi desideri.

Altra storia quella di Franceso Maestrelli che è incappato in Dino Prizmic, probabilmente il giocatore più caldo del circuito che qui ha raggiunto la sua quinta semifinale consecutiva. Il 6-3 6-4 finale è stato senza appello per il tennista pisano che sta comunque disputando una buona stagione, al di là di qualche up and down di troppo. Prizmic da parte sua ha continuato la sua cavalcata fino ad approdare alla finale dove è stato rovinosamente disarcionato dal padrone di casa Kamil Majchrzak che si è imposto con un netto 6-4 6-3.

Al di là degli indubbi meriti del 29enne polacco (tre break contro nessuno concesso), caldamente sostenuto dal numeroso ma correttissimo pubblico, il giovane croato ha di nuovo evidenziato i suoi difetti e cioè la poca predisposizione a variare il ritmo e l’assoluta mancanza di un piano B quando lo spartito principale inizia a steccare. Detto questo non possiamo che fare i complimenti al buon Kamil che del resto già sui prati inglesi aveva dimostrato di essere in gran forma, conquistando un ottimo quarto turno, dopo aver eliminato, tra gli altri, il nostro Berrettini. Per lui è l’ottavo successo a livello Challenger che lo proietta di nuovo a ridosso del suo best ranking, quel n. 75 ATP risalente a tre anni fa.

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