Notizie

Ancora sui ‘1000’ lunghi: perchè il modello tennis riesce sempre a scontentare (quasi) tutti

0 10

Arrivati al giro di boa della doppietta Canada-Cincinnati, quest’anno per la prima volta nella versione 12-96 (ovvero spalmata su 12 giorni con il tabellone a 96 tennisti) e con l’inedita combinazione a incastro per finire tutto in tre settimane anziché le solite quattro, non accennano a placarsi i borbottii da parte di giocatori e appassionati sulle storture di questo nuovo formato.

Record di pubblico

Il Canadian Open con la consueta configurazione sdoppiata ha fatto registrare il record di pubblico in entrambe le sedi: 287.329 a Montreal per il torneo femminile (il precedente record femminile per il torneo di una settimana era 219.667 registrato nel 2023) e 217.531 a Toronto per il torneo maschile (superando i 175.003 spettatori del 2023).

Grande soddisfazione proclamata dai due direttori del torneo nel corso dell’incontro finale con la stampa: il direttore di Toronto Karl Hale ha fatto notare come nel tabellone maschile fossero arrivati negli ottavi di finale 15 teste di serie su 16, anche se gli è sfuggito che tre di quelle teste di serie non erano comprese tra le prime 16… “Ricordo che in passato, alle 10, il pubblico era sparito. [Quest’anno] i tifosi sono rimasti per la seconda partita fino a mezzanotte. Non siamo riusciti a far scendere le persone dalle tribune superiori perché c’era troppa gente”, ha continuato Hale, riferendosi all’abitudine di far accomodare tutti gli spettatori nell’anello inferiore durante l’ultima partita notturna per creare atmosfera.

Quindi c’era gente e c’era entusiasmo, i giocatori sono stati contenti della nuova zona di “sport science”, che forse è stata creata come investimento sul nuovo formato, ma lo sarebbero stati anche con un torneo di una settimana.

Le parole della direttrice

Siccome eravamo in Montreal, abbiamo chiesto al direttore del torneo femminile Valerie Tetreault la sua posizione sul “formato 12-96”, e anche cosa ne pensa della programmazione del torneo, che anche quella è stata oggetto di parecchie critiche.

Ho due domande. Una riguarda il quadro generale dei tornei Masters 1000 e WTA 1000. L’altra riguarda più specificatamente Montreal. Ora, per quanto riguarda il formato di 12 giorni e 96 giocatori, negli ultimi mesi le proteste dei giocatori sono state piuttosto consistenti. Voglio dire, a livello ATP, due dei primi tre giocatori della scorsa settimana hanno dichiarato di preferire il torneo di Monte Carlo perché dura una settimana e non amano stare sul posto per 12 giorni. Ora, ai giocatori non piace, ai media non piace, ai tifosi non piace. C’è una forte opposizione. Gli unici a cui sembra piacere sono quelli che si occupano di contare i soldi, il che va bene, ma dal punto di vista dell’ATP Tournament Advisory Council, potete permettervi di ignorare questa opposizione, che è senza precedenti nella storia del tennis? Per quanto riguarda Montreal, è ovvio che state cercando di fare qualcosa di molto nuovo con le finali negli ultimi giorni della settimana. Mi chiedevo, c’è qualcosa che avreste fatto diversamente, guardando ora, ad esempio, in termini di programmazione? Ad esempio, ieri sera Victoria ha giocato la prima partita e la seconda partita era piuttosto vuota perché tutti erano piuttosto stanchi dopo tre ore. Cose di questo tipo.

VALERIE TETREAULT: Inizierò con la prima domanda. Ovviamente eravamo ben consapevoli, anche prima dell’inizio del nostro evento, del forte dissenso da parte dei giocatori fin dal 2023, cioè dall’inizio di questo nuovo formato a Roma, e soprattutto a Madrid.

Credevamo però che, con l’alternanza tra Canada e Cincinnati, forse fosse una via di mezzo giusta, perché se guardiamo a Indian Wells/Miami, Madrid/Roma, quei tornei si giocano fondamentalmente in quattro settimane, mentre per noi e Cincinnati sono tre settimane. Quindi è un modello completamente nuovo, che non esiste da nessun’altra parte, e questo è dovuto ovviamente a un calendario già piuttosto fitto. Wimbledon e gli US Open non cambieranno data, quindi abbiamo a disposizione solo le settimane che abbiamo. Penso che questa fosse parte della sfida, ed è per questo che sono ancora necessari alcuni aggiustamenti in termini di programmazione.

Ma in generale, penso che sia un modello piuttosto valido su tre settimane. Nel modello che avevamo su sette giorni – e mi riferisco a quello che è successo l’anno scorso – non appena piove, si crea molta pressione sulla programmazione. Alla fine, sono i giocatori a pagare il prezzo più alto, oltre ovviamente ai tifosi, che a volte non riescono a vedere il tennis che vorrebbero perché i giocatori non riescono a dare il meglio di sé, non avendo abbastanza tempo per recuperare.

Ecco perché sono ansiosa di vedere quali saranno i riscontri generali dopo aver completato il ciclo completo tra il Canada e Cincinnati. Chi lo sa? Forse i giocatori spingeranno affinché Indian Wells, Miami, Madrid e Roma si giochino in tre settimane invece che in quattro. Questo è ciò che rende così unico il fatto che quest’anno finiamo di giovedì. Ovviamente non c’è nessun altro evento che finisce a metà settimana, così come non c’è nessun altro evento che inizia a metà settimana, come è il caso di Cincinnati in questo momento [questo però non è corretto, perchè i tornei di Pechino e Shanghai in Cina finiscono e iniziano a metà settimana n.d.r.]

Detto questo, penso che alla fine quello che stiamo cercando di fare è continuare a far crescere questo sport. Quindi i giocatori vogliono premi più alti. Vogliono che più persone vengano a vederli, e questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di adottare questo formato, ovviamente con l’aiuto dell’ATP e della WTA. Ma questa era davvero la convinzione alla base di questo pensiero e di questa visione.

Poi forse dopo, specificamente su Montreal, la domanda era?

Continua a pagina 2

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored