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ATP Toronto: campi più veloci? Il passato e i break dicono il contrario

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Il tennis, si sa, è lo sport del perfezionismo e ogni dettaglio può fare la differenza, sfiorando una maniacalità di cui forse solo i primi attori riescono a cogliere l’estrema rilevanza che tale possa avere. L’oggetto del contendere più discusso tra i giocatori del circuito maggiore è sicuramente il teatro dove vanno in scena: il campo da gioco. Anche sulla stessa superficie ci sono dei parametri che conferiscono ad ogni campo una sfumatura differente. Gli hard court si prestano perfettamente a queste eterogeneità che, spesso e volentieri, fa storcere il naso agli interpreti della disciplina. Analizziamo cosa ha portato in dote la giornata inaugurale del corrente Masters 1000 di Toronto.

Oltre a quelle climatiche, ci sono altre variabili che alterano la superficie che un tennista era abituato a conoscere. A marzo era toccato a Carlos Alcaraz pronunciarsi contro i campi da gioco di Indian Wells, reputandoli troppo veloci rispetto alle due edizioni che lo avevano visto trionfare nel 2023 e 2024. Il tutto fu spiegato dagli organizzatori del Master californiano che con un cambio radicale hanno abbandonato l’azienda Plexipave, per affidarsi a un nuovo fornitore, la Laykold già selezionata dai “cugini” del 1000 di Miami e dallo US Open. Il cambio irritò lo spagnolo, ma raccolse consensi da Daniil Medvedev. Questione di gusti. Il murciano non sarà tenuto a entrare nel merito dei campi del Canadian Open, essendo il suo uno dei tanti e illustri forfait, mentre proprio il torneo nordamericano solletica positivamente il palato del russo, già vincitore a Toronto quattro anni fa.

Per i meno avvezzi, è bene ricordare come il Canadian Open attui una singolare alternanza tra il circuito maschile e quello femminile circa la location dei rispettivi due 1000 disputati in contemporanea: un anno a Toronto, l’altro a Montreal e viceversa. Dai dati raccolti su Tennis Data Innovations è stata stilata una tabella secondo cui i “big” di scena in Ontario non abbiano brillato nella loro percentuale di qualità in risposta, nonostante abbiano strappato il passaggio del turno anche senza cedere set. Tutti, meno lo sfortunato Thomas Machac che, nonostante la medaglia d’argento condivisa con Ben Shelton e il loro 6.6 raccolto, è stato eliminato da Reilly Opelka: inutile aggiungere quale sia il colpo migliore dello statunitense.

A guidare questa classifica – in una scala che va da 0 a 10 – c’è il redivivo Arthur Fils, che con 6.8 di punteggio non ha avuto particolari problemi a strappare tre volte la battuta a Pablo Carreno Busta. Dopo Machac, seguono Khachanov e Rublev fino ad arrivare a tre coppie, con due italiani coinvolti in altrettanti tandem: De Minaur e Cobolli a 5.9 e Cerundolo-Musetti appaiati a 5.8. Poi è la volta di Medvedev e Mensik, con il ceco sempre più specialista dei 1000, che condividono un 5.6. Seguono a ruota Fritz, Ruud, Tiafoe, Zverev e Rune fanalino di coda con 4.5.

La lettura di questi dati spiattellati così potrebbe suggerire un interrogativo troppo consequenziale: i giocatori non rispondono bene perchè i campi sono troppo veloci?. La risposta, in questo mare magnum tennistico, non può essere univoca e la verità assoluta non è così a portata di mano, ma è interessante dare un’occhiata a qualche evidenza circa l’excursus avuto dall’ATP di Toronto nelle sue due precedenti edizioni: quella del 2021 e quella del 2023.

Se una rondine potrebbe non fare primavera per quanto riguarda il torneo corrente, un paragone tra l’annata vittoriosa di Daniil Medvedev e di Jannik Sinner è plausibile sotto questo aspetto. La sintesi finale è che quello vinto dall’azzurro è stato un 1000 giocato su un campo più lento rispetto al moscovita. A distanza di due anni, in mezzo la vittoria di Pablo Carreno Busta nel 2022 a Montreal, il Canadian Open maschile ha virato verso un cemento che strizza l’occhio ai giocatori abili in risposta e abbassa il numero degli ace messi a referto.

I numeri, le percentuali e le statistiche comparate vanno verso questa direzione, oltre a quelle dei due vincitori. Secondo Tennis Abstract la percentuale di Surface Speed nel 2021 era 1.26 mentre nel 2023 si attesta a 1.07 con una percentuale di ace totale che arriva al 14,1% mentre due anni dopo si abbassa drasticamente al 9,4%. Ma passiamo a chi ha sollevato il trofeo. Nonostante non fosse leader in questa voce, il semifinalista di quell’anno Davidovich Fokina guida con 47,8%, Sinner ha sbaragliato gli avversari facendo leva su un ottimo 42,5% per quanto riguarda la percentuali di punti vinti in risposta, con 24 ace in tutto il torneo. I servizi vincenti dell’altoatesino sono poca roba comparati a quelli di Medvedev due anni prima, il russo scrive 64 e si fa bastare un discreto 37,3% in risposta per avere la meglio su tutti.

E’ ancora presto per stabilire se la direzione presa dal torneo canadese sia quella di un ritorno al passato, meno plausibile, o di una continuità rispetto all’edizione vinta dall’attuale numero uno al mondo. Nonostante la tabella succitata offra degli spunti interessanti, il numero dei break nelle partite prese in esame non sembra sposare il concetto di campi ultra veloci, con Medvedev che si fa strappare il servizio quattro volte da Svrcina, con tutto il rispetto per il ceco numero 120 del ranking. Ora tocca ai giocatori in campo rispondere, meglio.

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