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Binaghi conferma le Finals a Torino nel 2026 e tuona: “Se necessario, tolgo il disturbo!”

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A pochi giorni dal trionfo di Jannik Sinner a Wimbledon, l’azzurra penisola italiana non vuol smettere d’attirare su di se i riflettori dell’intero mondo del tennis: presso il grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino, si è tenuta l’annuale conferenza stampa di presentazione del Masterplan delle Nitto ATP Finals 2025.
Presenti come relatori il presidente della FITP Angelo Binaghi, il sindaco della città di Torino Stefano Lo Russo e il presidente del consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro. Gli occhi di tutti, ovviamente, erano puntati sul presidente Binaghi, protagonista, negli ultimi giorni, di non poche tensioni col Governo italiano su un possibile decreto legge che influenzerebbe la gestione dei conti e metterebbe a rischio la permanenza delle Nitto ATP Finals nel capoluogo piemontese.

Nessun accenno alle ultime controversie da parte di Binaghi, almeno durante la prima parte di conferenza stampa, dove si sono regolarmente raccontate le principali novità di quest’edizione: 700 posti in più, destinati a divenire 1100 il prossimo anno, ampliamento delle aree hospitality e del Fan Village, 11 stelle Michelin con Iginio Massari, chef ufficiale, “La Credenza” e “Da Vittorio”, e il nuovo Gran Opening Show in programma alle ore 21 del 6 novembre, con protagonisti Max Pezzali e i Pinguini Tattici Nucleari.

Terminata l’ordinaria conferenza, non poteva che giungere, dalla platea, la fatidica domanda: “Presidente Binaghi, visti gli ultimi sviluppi, quali sono le sue idee sulle prossime edizioni?“. Di certo preparato a ciò che lo attendeva, Binaghi ha dato il via a una lunga risposta, quasi un comunicato stampa, chiarendo pubblicamente alcuni dei più discussi punti.

Propongo un patto: vi dirò alcune cose, ma mi limiterò a quelle. Una notizia: sono stato autorizzato dall’ATP ad annunciare che nel 2026 le Finals saranno a Torino.
Finchè ci sarò io, sarà impossibile una contrapposizione con lo Stato e il governo. Riconosciamo a loro il dovere di fare le leggi, a noi quello di rispettarle anche quando non ci piacciono. Sono un uomo delle istituzioni, un umile servitore dello Stato, e non dimentico l’aiuto ricevuto anche dagli attuali ministri. Certo mi sarebbe piaciuto che questo interesse per il tennis italiano lo avessi riscontrato qualche mese fa, quando abbiamo provato a far diventare Roma qualcosa di più grande: ora dobbiamo lottare per non retrocedere. Abbiamo fatto tutto, abbiamo rinnovato tutto: qua oggi non c’è più niente da fare, se non cercare di capitalizzare un successo straordinario dovuto anche alle imprese di un grandissimo giocatore

Abbiamo fiducia nel fatto che si trovi una soluzione, siamo a disposizione in attesa di vedere come andrà questa legge: noi faremo di tutto per cercare di rendere compatibili le leggi dello Stato, con gli obiettivi ambiziosi di una federazione come la nostra che, qualora non lo fosse già, vuole diventare la prima federazione di tennis al mondo. Per venir fuori dalle problematiche, visto che vogliamo fare tutto il possibile e sgombrare il campo da ogni possibile personalismo, i ministri competenti sono già informati del fatto che ho chiesto al consiglio federale di essere sollevato dall’incarico che attualmente ho riguardo la presidenza di tutti gli organismi nei quali collaboriamo con altri enti per gestire grandi manifestazioni. Se il problema dovesse essere la mia visione, di una federazione che vuole essere protagonista assoluta, il mio mandato è a totale disposizione. Io faccio l’ingegnere: mi sembra il momento migliore, nel caso fosse necessario, per chiudere questa venticinquennale esperienza. Abbiamo vinto tutto, siamo sul tetto del mondo, quale momento migliore? Laddove fosse necessario, leverei il disturbo immediatamente“.

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