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Sinner-Cahill, avanti insieme: meno viaggi per Darren, ma il rapporto continua

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Ad inizio anno, all’Australian Open 2025, Jannik Sinner si è lasciato scappare un possibile cambiamento nel suo team a partire dalla stagione successiva. Darren Cahill ha detto che è la sua ultima stagione: lo aveva detto lui in un’intervista, non è una novità, poi vediamo …”, aveva sommessamente dichiarato ai microfoni di ‘Eurosport’, salvo poi essersi accorto di aver rivelato troppo. E da lì è partita la puntuale caccia alla notizia, con domande precise a riguardo nella maggior parte delle interviste tanto al n° 1 del mondo quanto al coach australiano. Le varie conferenze stampa hanno sempre avuto come comun denominatore il quesito sulla possibile permanenza dell’ex tennista aussie.

Questo è quello che è accaduto anche al termine di Wimbledon 2025, nella conferenza stampa post vittoria di Jannik Sinner. Lì, però, c’è stato un siparietto e con esso la novità relativa alla scommessa fatta tra i due: Avevamo una scommessa, prima della finale. Gli ho detto ‘Se dovessi vincere domani, posso decidere se tu resti a fine anno o no’. Adesso la scelta è mia. Secondo quanto riferito da ‘Il Corriere della Sera’, nell’edizione in edicola questa mattina, Darren Cahill rimarrà al fianco del n° 1 del mondo. La collaborazione dovrebbe essere meno continuativa e l’australiano dovrebbe viaggiare di meno, ma nei momenti più importanti della prossima stagione dovrebbe essere comunque al suo fianco.

Cahill figura fondamentale nel team di Sinner

Il rapporto tra Jannik Sinner e Darren Cahill, come spesso emerge, è molto simile a quello tra padre e figlio. Come ovvio che sia il n° 1 del mondo si fida ciecamente dei consigli del coach australiano che comunque ha sempre dimostrato di avere una mentalità aperta. Questo è avvenuto anche all’indomani di uno dei crocevia della carriera di ‘Jan’, la sconfitta proprio a Wimbledon 2022 contro Novak Djokovic dopo essere stato avanti 2-0. In quell’occasione l’aussie chiese a Nole cosa pensasse dell’altoatesino: “Dopo quel match chiesi a Novak un colloquio, volevo sapere cosa pensasse di Jannik. Fu onesto e brutale: gioca troppo piatto, è prevedibile, non varia abbastanza i colpi, tira forte ma so sempre in anticipo dove”.

Con estrema sensibilità e capacità è stato in grado di prendere quelle parole e trasformarle, insieme al collega Simone Vagnozzi con cui è andato subito in sintonia, in insegnamenti positivi e costruttivi per Jannik Sinner. Quella stessa sensibilità che gli ha permesso di entrare comunque in punta di piedi nel team e che, in passato, lo aveva spinto ad aprirsi rivelando di aver sofferto di depressione e di aver perso 13 kg. La sua è una figura che si fonde benissimo con le altre del team del n° 1 del mondo e che può continuare, con la prosecuzione del rapporto, a dare insegnamenti importanti.

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