Wimbledon: incubo Anisimova, Swiatek non le lascia nemmeno un game e vince il sesto Slam
[8] I. Świątek b. [13] A. Anisimova 6-0 6-0
Iga Świątek torna a vincere un torneo dopo più di un anno, conquista ił sesto titolo dello Slam della carriera e si impone per la prima volta a Wimbledon: la campionessa polacca ha sconfitto Amanda Anisimova con il punteggio di 6-0 6-0 in 57 minuti di gioco, dominando, dall’inizio alla fine, un match che, di fatto, non è mai iniziato. La tennista statunitense, inizialmente pietrificata dalla tensione, è stata travolta dalla rapidità dei piedi e dalle geometrie di una rivale in stato di grazia, e la storia del punteggio è diventata, con il passare dei minuti, sportivamente drammatica: Iga ha vinto gli ultimi tre set del suo torneo (compreso il secondo della semifinale con Bencic) con il punteggio di 6-0 e, di conseguenza, gli ultimi 20 game, mettendo il timbro finale sulla settimana migliore della carriera e trovando la svolta più inaspettata – quella di oggi, peraltro è stata la 100esima partita portata a casa nei tornei dello Slam – dopo un anno contrassegnato dai dubbi e dalle sconfitte più dolorose. Recentemente i giornalisti polacchi avevano ipotizzato che Swiatek potesse addirittura saltare la stagione sull’erba: per sua fortuna si trattava solamente di voci di corridoio.
L’unica finale di Wimbledon che si era conclusa con il punteggio di 6-0 6-0 era stata quella del 1911, in cui Dorothea Lambert Chambers aveva sconfitto Dora Boothby. L’ultima finale Major che era invece terminata in questo modo era stata quella del Roland Garros 1988, con la celebre vittoria di Graf ai danni di Zvereva in appena 34 minuti di gioco. Grazie a questo successo – arrivato nel Major teoricamente più sfavorevole, dove non aveva mai superato i quarti di finale – Iga, che non ha mai perso una finale Major, tornerà al numero 3 della classifica mondiale. Anisimova, dal canto suo, una volta smaltita la delusione di un incubo travestito da partita di tennis, potrà consolarsi con il nuovo best ranking di numero 7 e con tutte le memorie positive di due settimane quasi perfette.
Primo set: dominio Swiatek, che concede le briciole all’avversaria
La giornata è una di quelle speciali e la tensione domina i pensieri di tutte le persone presenti sul Campo Centrale: già, di tutte le persone, Swiatek esclusa, che, grazie all’esperienza, parte in scioltezza, dominando i primi minuti di gioco. I piedi della polacca volano, Anisimova fatica a lasciare andare i propri colpi, venendo costantemente punita dalla profondità e dai contrattacchi della polacca, che scappa rapidamente sul 2 a 0. Il terzo game, con Anisimova al servizio, profuma già di ultimo appello: la statunitense spreca quattro palle dell’1 a 2, di cui due consecutive, Swiatek disegna il gioco con le sue geometrie, anestetizzando la potenza della rivale. Amanda si arrende con il doppio fallo, regalando il doppio break di vantaggio (0 a 3) e Iga prende la rincorsa definitiva verso un 6-0 nettissimo: 25 minuti di dominio polacco e 27 punti a 9. Era dal 1983 che una finale di Wimbledon non si apriva con 6-0.
Secondo set: si materializza l’incubo di Anisimova, Swiatek non cede nemmeno un game e vince il torneo
Il secondo parziale riparte esattamente dal copione del primo: Anisimova sembra sempre più tesa, sbaglia addirittura con il rovescio, subisce altri due break e consente all’avversaria di volare rapidamente, ancora una volta, sul 3 a 0 (pesante). Swiatek – come darle torto – comincia ad accarezzare il trofeo e regala qualche piccolo errore gratuito ma Amanda è completamente pietrificata: il dritto della polacca disegna angoli acuti e l’avversaria, appena viene costretta dalle circostanze al colpo in corsa, perde completamente le misure del campo. La partita si avvia, purtroppo, verso l’epilogo più inevitabile: Anisimova vince 15 punti, si affaccia per un paio di volte ai vantaggi ma non conquista nemmeno una palla game. Finisce 6-0 6-0 in 57 minuti di gioco, con Swiatek che chiude con uno splendido rovescio lungolinea, si tuffa sull’erba e festeggia il titolo più prestigioso della carriera.