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Wimbledon, Sinner vola in semifinale: Shelton superato in tre set

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[1] J. Sinner b. [10] B. Shelton 7-6(2) 6-4 6-4

Con una prova solida, ordinata e priva di sbavature, Jannik Sinner fuga ogni dubbio sul proprio stato di forma e archivia anche il quarto di finale contro Ben Shelton, proseguendo la sua corsa sull’erba dell’All England Club. Il numero uno del mondo ha regolato in tre set il mancino americano con il punteggio di 7-6(2) 6-4 6-4, accedendo, per la seconda volta in carriera, alla semifinale dei Championships.

Sinner ha saputo interpretare al meglio una partita potenzialmente insidiosa, contro un avversario capace di spezzare il ritmo e cambiare repentinamente l’inerzia dello scambio con colpi dirompenti. Ma al netto delle fiammate isolate del ventunenne di Atlanta, è stato il giocatore italiano a mantenere costantemente le redini dell’incontro, forte di un tennis sempre più adattato ai ritmi e alle geometrie dell’erba londinese.

Il primo set si è risolto al tie-break, dopo una fase iniziale piuttosto equilibrata in cui Sinner ha concesso pochissimo al servizio e ha atteso con pazienza i momenti propizi. Del resto, la differenza di solidità si è fatta subito evidente: Jannik ha stretto le maglie in risposta e non ha lasciato spazio all’estro – spesso disordinato – del suo avversario. Da lì in poi, la sua partita ha preso una piega netta: il controllo da fondo campo si è fatto più incisivo, la risposta sempre più profonda e varia, mentre Shelton ha faticato a trovare continuità al servizio, finendo spesso per affidarsi a soluzioni estemporanee.

In poco più di due ore di gioco, l’altoatesino ha così completato la sua marcia verso la semifinale, raggiungendo un traguardo che – per quanto ormai consueto per un giocatore della sua caratura – assume un valore storico per il tennis italiano: Sinner è infatti il primo azzurro a raggiungere per due volte le semifinali di Wimbledon, oltre a essere il quarto italiano della storia a riuscirci almeno una volta, dopo Pietrangeli, Berrettini e Musetti.

Quella di venerdì sarà per lui la settima semifinale in un torneo dello Slam – la quarta negli ultimi cinque Major disputati – ulteriore conferma di una continuità di rendimento da fuoriclasse. Ad attenderlo ci sarà il vincente della sfida tra Novak Djokovic, a caccia dell’ottava corona londinese, e Flavio Cobolli, rivelazione assoluta di questa edizione del torneo.

Primo set: Sinner è perfetto al servizio e si impone al tie break

I due protagonisti cominciano subito con le marce alte: il gomito di Sinner, protetto da un manicotto, sembra rispondere bene alle prime vibrazioni della partita mentre Shelton, dal canto suo, rinuncia alla fase di studio, lasciando andare tutta la potenza dei propri colpi. Il punteggio segue i binari ordinati dei turni di battuta, con Sinner che serve in maniera molto solida: nel settimo game, il più spettacolare dei primi minuti di gioco, l’americano difende la battuta ai vantaggi, sopravvivendo agli scambi più divertenti dell’incontro (4 a 3) e all’aggressività dell’avversario. Si arriva rapidamente – e senza scossoni – al tie break, con Sinner che, nell’arco di tutto il set, ha lasciato per strada un solo punto in sei turni di servizio: Shelton parte bene, si porta sul 2 a 0 ma il numero 1 reagisce da numero 1, gioca un punto meglio dell’altro, sfrutta la chiave del rovescio lungolinea, lascia andare finalmente i piedi in fase difensiva, vince sette punti di fila e chiude per 7 a 2 dopo 52 minuti di gioco. Per Jannik un buon 9/12 a rete e solamente due punti persi alla battuta. (Con la collaborazione di Jacopo Gardarco)

Secondo set: una scossa al gomito spaventa Sinner, che però reagisce e vince anche il secondo parziale

Sinner si rilassa, commette un paio di errori gratuiti e nel primo game rischia di subire, all’improvviso, il primo break del pomeriggio: il numero 1, però, mette a posto il mirino del servizio e recupera con freddezza, da 15-40, portandosi sull’uno a zero. Shelton – nonostante lo svantaggio del punteggio – continua a servire con una continuità impressionante e, nel settimo game, è ancora Sinner a tremare: l’azzurro stecca un dritto, sente una scossa e spaventa i suoi tifosi, toccandosi il gomito malandato. Jannik rivede gli incubi di lunedì, si preoccupa, abbassa la potenza dei propri colpi, sbaglia un paio di esecuzioni piuttosto comode ma alla fine – grazie alla tenacia – si salva ai vantaggi, per la gioia di Cahill e di Vagnozzi, che scattano in piedi per sostenere e per proteggere il loro pupillo (4-3 Sinner). Scampato il pericolo, il numero 1 si tranquillizza e cambia marcia: Shelton risponde da campione nel game successivo, annullando la prima palla break della partita con un dritto esplosivo ma, sul 4 a 5, l’americano, dal 30-0, viene travolto dall’avversario. Jannik impatta i servizi più potenti, vola in fase difensiva, guadagna campo e si scatena, vincendo gli ultimi quattro punti del set: 7-6(2) 6-4 dopo 1 ora e 40 minuti. (Con la collaborazione di Jacopo Gadarco)

Terzo set, Sinner tiene il timone: Shelton lotta ma cede alla distanza

Il terzo set si apre nel segno della continuità per Sinner, impeccabile al servizio e subito incisivo nei primi scambi. Il numero uno del mondo tiene la battuta a zero nel game inaugurale, chiudendo con uno smash di rimbalzo che certifica la sua tenuta mentale e il controllo del match, esattamente come nei primi due parziali.
Ben Shelton risponde con un turno solido, sfruttando la sua prima palla e trovando buoni angoli. L’americano alterna sprazzi di grande tennis a qualche imprecisione gratuita, ma riesce a rimanere in scia. Nel terzo game, però, Sinner alza ulteriormente l’asticella: trova il sesto ace della sua partita, si porta rapidamente sul 30-0 e poi chiude con un altro servizio vincente. Ennesimo game tenuto a zero e fiducia alle stelle per l’azzurro.

Shelton continua ad affidarsi al servizio per rimanere agganciato nel punteggio. Nella fase centrale del set, il nativo di Atlanta riesce a contenere l’urto, ma Sinner appare in totale controllo. Il numero uno del mondo gioca in modo pulito, senza forzature, e al cambio campo si presenta avanti 3-2.
Nel nono game, l’americano prova un ultimo assalto: aumenta la profondità in risposta e cerca di mettere pressione. Ma Sinner resta freddo nei momenti chiave. Un passante millimetrico lungolinea spegne le velleità di rimonta del mancino statunitense e consegna a Jannik il 5-4.

Chiamato a servire per il match, l’azzurro spreca due match-point ma non si scompone: è un errore di dritto di Shelton a chiudere i conti. Sinner vince l’incontro con autorevolezza e dà un’altra dimostrazione di maturità tennistica.

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