Wimbledon, Djokovic uomo dei record: “Ma per battere Sinner ci vorrà il meglio di me”
Alla veneranda età di 38 anni, Nole Djokovic è tornato – per l’ennesima volta – tra i migliori quattro a Church Road. Se dovessimo fare un salto temporale a ritroso, a circa un anno fa, probabilmente quasi nessuno avrebbe puntato un centesimo sul mantenimento delle performance del serbo, che dopo aver completato il “Career Golden Slam” con la conquista delle Olimpiadi, sembrava già incline a chiudere il sipario della sua brillante carriera. Ma così non è stato, anzi. Forse c’è ben poco da meravigliarsi, poiché chi si nutre per un ventennio, tutti i giorni e tutte le ore, d’allenamento e competitività allo stato puro, difficilmente può dare un taglio netto a tutto ciò, specialmente se retto da un fisico ancora in perfetta condizione.
Gli acciacchi non sono mancati, nemmeno gli infortuni più preoccupanti. Ma Nole è eterno, ed è attualmente l’unico tennista “anni 80” a reggere il passo dei nuovi fenomeni Next-Gen, che sull’erba londinese hanno sempre tenuto conto della sua presenza, più di altri tornei. Dopo aver ceduto il primo set, Djokovic ha sepolto i sogni di gloria di un ottimo Flavio Cobolli, che si è destreggiato alla grande nella sua prima volta al Centrale di Wimbledon, ma la legge del più forte non risparmia nessuno, nemmeno un fantastico e talentuoso ragazzo come Flavio. I numeri del serbo pesano sempre di più nella storia del tennis, e mentre i due storici rivali hanno ormai appeso la racchetta al chiodo da qualche tempo, Nole trascina in solitaria il carro della generazione passata, quella che ha dominato la scena per quasi vent’anni.
Roger Federer, The Maestro, è tornato nella “sua dimora” qualche dì or sono, sedendo nel Royal Box assieme alla moglie Mirka, e ammirando – da spettatore – le gesta del serbo, forse nel match più complicato disputato quest’anno a Wimbledon, contro Alex De Minaur. Per omaggiare la sua presenza, Nole ha dato show nel corso del quarto set, rimontato l’avversario australiano da uno svantaggio di 4-1. Pochi giorni più tardi, il 38enne di Belgrado, ha raggiunto la sua 14esima semifinale a Church Road, superando Roger – a quota 13 – tra i giocatori dell’Era Open. Come se non bastasse, in quello che è ormai “il giardino di casa sua”, Novak ha eguagliato persino l’impressionante primato all-time (tra uomini e donne) di 52 semifinali Grand Slam raggiunte, primato appartenente a Chris Evert, almeno sino alla giornata di ieri.
Dunque basta mentire, questa versione della leggenda classe ’87 è ancora in grado di far tremare le stelle Alcaraz e Sinner, che Nole affronterà proprio in semifinale: “Spero di poter giocare ad un livello tale da poter stare con lui per cinque set, perché so che per battere Jannik ci vorrà il meglio di me“, ha dichiarato Djokovic in conferenza stampa, consapevolissimo dell’attuale livello del fenomeno altoatesino, dal quale ha rimediato l’ultima sconfitta Slam soltanto poche settimane fa in quel di Parigi. E anche se adesso le vittorie a Wimbledon per Nole sono diventate 102 – superando ogni record personale di vittorie ottenute in un torneo – l’ostacolo più grande si palesa soltanto adesso, e contro l’azzurro, dopo quel fatidico titolo ottenuto alle ATP Finals 2023, si è innescata una striscia di 4 sconfitte consecutive. Il green londinese riuscirà a spezzare la maledizione?