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Russell su Fritz: “Di natura è introverso, ma se si tratta di parlare di tennis può farlo per ore”

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Taylor Fritz vede campi in erba e si esalta. Dopo una prima parte di stagione piuttosto deludente, il numero uno americano si è rimesso in carreggiata grazie allo swing europeo sul verde. Due titoli 250, a Stoccarda e a Eastbourne, e ora la semifinale raggiunta a Wimbledon, che lo mette di fianco a nomi quali Sam Querrey, John Isner e Andy Roddick (che giocò addirittura tre finali) tra gli statunitensi capaci di issarsi sino al penultimo atto dei Championships.

Risultati che non arrivano per caso, ma che sono frutto di un grande lavoro insieme al suo team. Sicuramente, rispetto agli anni passati, è migliorata tanto “la sua capacità di ascoltare e assorbire, è maturato molto, ha fatto sapere Michael Russell, allenatore di Fritz dal 2021 (e vincitore del premio ‘coach dell’anno 2024’), in un’intervista realizzata da Ben Rothenberg per il suo sito ‘Bounces’. “Che sia in campo o in palestra, si sta finalmente aprendo, soprattutto negli ultimi due o tre anni. Lo abbiamo visto: ha fatto un lavoro migliore andando avanti, la sua forma fisica è migliorata. Continua a evolversi e a migliorare, il che è fantastico. E ci sono ancora molte cose su cui può perfezionarsi.

Taylor però si sta impegnando moltissimo dal punto di vista fisico, perché è consapevole che ormai tutti nel tour lavorano sodo. E lui non vuole essere da meno. “È in questo che ha fatto un ottimo lavoro: massimizzare. Lavora sodo in palestra e continua a lavorare duro, e potrebbe farlo persino di più. Ma è semplicemente più responsabile. Sta facendo un lavoro migliore come professionista: riscaldamento, recupero. Bisogna impegnarsi, perché tutti sono allenati. E la forma fisica è una cosa che si può controllare. Come diciamo tutti, ‘controlla ciò che è controllabile’. Quindi, non perdere una partita semplicemente perché sei stanco.

Inoltre, una scintilla che spesso crea un fuoco dentro al numero uno americano è proprio la sana competizione con i suoi connazionali che, nonostante gli siano ancora dietro, sono sempre più agguerriti. Vedere alcuni dei suoi colleghi americani fare bene lo spinge ancora di più. Non vuole rimanere indietro. Per lui la priorità è essere il numero uno americano. Quindi, si spronano a vicenda e lui usa questo come motivazione. Sono tutti amici ed è una sana competizione, ma sono tutti dietro di lui. Stanno però crescendo e giocando alla grande. È quello che amiamo vedere: gli americani fare bene. Anche Taylor ama vederli fare bene, ma lui vuole essere il numero uno”.

Ma come si fa a essere il numero uno? Ancora una volta, con tanto lavoro e grandi abilità di anticipo e visione del gioco che in una superficie come l’erba restituiscono a Fritz i meritati dividendi. È davvero bravo ad anticipare i colpi degli avversari. L’erba poi gli permette di anticipare efficacemente e di usare il suo rovescio piatto che attraversa il campo. Inoltre, le sue velocità di dritto sono tra le più alte nel tennis maschile, il che gli permette di ottenere punti gratuiti con il dritto e di creare colpi vincenti”.

L’esuberanza tennistica in campo, però, nasconde un po’ di timidezza fuori dal rettangolo di gioco. Ma, come spesso accade, una persona più riflessiva e sulle sue cela una grande conoscenza tecnica riguardo uno o più ambiti. In questo caso, il tennis. “In realtà, è piuttosto introverso di natura, ma quando si tratta di parlare di tennis può farlo per ore e ore. Ha un ottimo QI tennistico, è molto analitico. Quindi sì, facciamo delle belle conversazioni. E a volte si mette nei guai perché pensa troppo durante le partite, dato che è così bravo ad analizzare. Quindi, molte volte cerchiamo solo di semplificare, di non pensare troppo durante le partite, e glielo ripeto a volte dal box. È molto consapevole di ciò che accade nel match. Ed è uno dei motivi per cui è un giocatore così bravo”.

Dovrà essere persino più bravo di Carlos Alcaraz, suo prossimo avversario in semifinale, che arriva da 23 vittorie consecutive. Taylor è fiducioso, il suo allenatore pure. “Ovviamente Carlos ha tanta potenza di fuoco nel suo arsenale e tante opzioni. A volte può sentirsi un po’ gratificato; quindi, può rilassarsi un po’ emotivamente e calare nell’intensità durante le sue partite. E se succede, allora ovviamente bisogna accelerare quando lo fa e approfittarne. Basta esserne consapevoli. Bisogna sempre essere concentrati e mantenere il focus, perché può regalare momenti in cui ha qualche cedimento. Carlos non ha perso una partita quest’anno sull’erba, ma ha giocato molte battaglie e ci sono stati molti incontri equilibrati. E questa è la superficie migliore di Taylor. Si tratta semplicemente di conoscere i propri punti di forza e di debolezza fin dall’inizio, senza lasciarsi impressionare da chi si sta affrontando. È più facile a dirsi che a farsi. Ma si tratta di concentrarsi su quello che si sta facendo. In fin dei conti, stai giocando contro un avversario che è un grande giocatore. Ma allo stesso tempo, lo sei anche tu, e quindi devi avere fiducia e sicurezza nel tuo gioco”.

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