Wimbledon, Luca Baldissera ospite alla radio ufficiale del torneo: “Incredibile, in Italia il tennis sta superando il calcio” [AUDIO]
La grande giornata degli italiani a Londra, con tre azzurri impegnati negli ottavi di finale, è iniziata con un gradito invito per il nostro Luca Baldissera a Wimbledon Radio Channel, per raccontare e analizzare insieme al vincitore degli Australian Open 2002 Tomas Johansson il momento magico del tennis tricolore.
La bella chiaccherata negli studi all’aperto è iniziata analizzando gli impegni di Cobolli contro Marin Cilic, Sinner contro Grigor Dimitrov e Sonego contro Ben Shelton.
Su Cobolli, Luca conferma che “siamo davvero stupiti in positivo, pochi anni fa Flavio diceva di non capire l’erba, ma lui viene dal calcio, e ha un ottimo gioco di gambe, oltre a colpire bene la palla. La differenza su erba si fa con le gambe, ha battuto Mensik più con quelle che con il dritto o il rovescio, e ora ha grande fiducia in se stesso”.
Sul match contro Cilic: “Marin fa sempre paura, io ero qui nel 2017, e mi ricordo bene di quanto forte sia sui prati. Flavio sa che sarà una partita diversa rispetto alla vittoria al Roland Garros, Cilic ha i colpi perfetti per questa superficie. Però dobbiamo considerare Cobolli favorito per la classifica, per l’età, ma bisognerà stare molto molto attenti”.
Tomas Johansson è d’accordo con il pronostico, visto anche che Cobolli è il migliore del torneo per le statistiche per quanto riguarda i punti vinti da fondocampo: “Gli ritorneranno molte palle, troppe, Flavio sta giocando bene, Marin è più anziano, e diventerà una partita fisica”.
Dopo un simpatico momento in cui i conduttori e Johansson provano a indovinare da che parte dell’Italia venga Luca, e per che squadra di calcio faccia il tifo (sbagliando tutti, nè Milano, nè Roma, nè Napoli, nè la Juventus, ma Udine e l’Udinese, n.d.r.), si passa a parlare di Sinner contro Dimitrov. Tomas afferma che “sarà il primo test per Jannik, sappiamo che Grigor può infastidire chiunque, ma per me sarà una vittoria in tre set, il suono della sua palla è come un colpo di pistola”.
A Baldissera viene chiesto com’è Sinner come persona: “Jannik è abbastanza diverso a microfoni spenti, personalmente lo conosco ma non così bene ovviamente, posso dirvi che per esempio ricordo Vienna 2019, aveva 17 anni, e aveva appena perso da Monfils, all’epoca numero 13 ATP in piena lotta con Berrettini per andare alle Finals. Parlai con lui da solo, ed era furibondo per la sconfitta. Lì ho capito che avrebbe fatto strada, con quel tipo di mentalità. È estremamente focalizzato sul tennis, forse pure troppo, penso a Carlos che vince, poi va in vacanza con gli amici, poi ritorna a giocare. Jannik invece è sempre lì, sul pezzo. Ma ha ragione lui, guardate i risultati”.
Tomas conferma l’attitudine di Sinner, ricordando un campus estivo con Riccardo Piatti all’isola d’Elba: “Ero lì con i miei figli, Jannik aveva forse 15 o 16 anni, Piatti mi chiese se avevo con me la roba da tennis, e mi propose di allenarmi con lui un paio di giorni. Come colpiva la palla! Mi impressionò moltissimo, e come hai detto era super focalizzato. Credo che la rivalità con Alcaraz durerà molti anni, e che Sinner avrà una carriera migliore alla fine. Per me è più solido, certo Carlos è più pericoloso quando gioca al massimo, ma Jannik è così consistente, credo avrà una carriera migliore alla fine”.
Sui cambi nel team di Sinner, Luca rassicura sul fatto che non avrà conseguenze in questo torneo: “Il lavoro fisico è stato fatto prima, lui è preparato, sta bene, ha il suo osteopata con lui, dovremo vedere che decisioni prenderà dopo. Lui ci ha ripetuto più volte che la separazione (da Panichi e Badio, n.d.r.) non ha avuto nulla a che fare con la qualità del lavoro svolto, che è stato eccellente. C’è stato qualcosa che non ha funzionato nella chimica del team, che per un professionista è più vicino della famiglia, devi legare e andare d’accordo a un livello che non è sempre facile da ottenere, semplicemente.”
Tomas ribadisce che “quello che hanno fatto Simone Vagnozzi e Darren Cahill con Jannik è stato un lavoro magnifico, aggiungendo variazioni e tocchi al suo gioco, ha imparato a tagliare la palla, fare smorzate, chiudere a rete.”
Su Sonego contro Shelton, Luca rileva che “il confronto tecnico ha delle similitudini con quello tra Cobolli e Cilic, ho parlato con l’agente e il coach di Lorenzo ieri, e mi hanno detto che alla fine potrebbe essere proprio l’erba la superficie dove ha più possibilità, perchè la conosce meglio, come Cobolli anche Sonego ha delle ottime gambe, va giù bene, è un lottatore. Per me, decisamente non è favorito, me potrebbe essere vero il discorso sull’erba. Però è una partita che dipenderà da Shelton, e come Tomas sa bene, non è mai piacevole quando non dipende da te, ma devi aspettarti che sia l’altro a concederti qualcosa”.
“Molto vero”, conferma Johansson. “Devi rispondere il più possibile, anch’io ho parlato col suo coach, devi bloccare le risposte. Lorenzo ha possibilità ma Shelton è favorito”.
Su Jasmine Paolini, Baldissera spiega che “è un po’ esaurita mentalmente, come Matteo Berrettini, e questo ha conseguenze su tutto il suo gioco. Lei non è Sabalenka, non ha quei colpi, lei deve correre, pensare, essere lucida, giocare con gli angoli, e quando di testa non sei al 100%, a quei livelli semplicemente perdi.”
Sulla passione per il tennis in Italia adesso, Luca ricorda: “Ero a New York nel 2015, quando ci fu la storica finale tra Roberta e Flavia, e pensavamo tutti di stare vivendo un momento irripetibile. Ora sta succedendo di nuovo, anche per noi media e tecnici è incredibile, vittorie Slam, un numero 1 del mondo. Per 15 anni il migliore era stato Fognini, che è fantastico, lo abbiamo visto qui al primo turno, e ora stiamo rivaleggiando con il calcio. Le finali Slam di Sinner hanno avuto più spettatori in TV di qualche partita della nazionale di calcio, che non sta andando bene in effetti, ma per un paese calcio-centrico come il nostro vedere i giornali sportivi con il titoli sul tennis e Sinner in prima pagina è una rivoluzione.”
Sulle difficoltà di Matteo Berrettini, Baldissera racconta che “non penso che possa addirittura smettere, ma ci ha detto che deve guarire la testa, ha passato tanti anni curandosi il corpo, e ha trascurato la mente. Lui è uno che ha un gran bisogno di essere felice e positivo in campo, lo conosco bene avendoci lavorato qualche anno con il suo sponsor, a volte scherzo sul fatto che è forse tropo sensibile. Se Matteo è sereno, è letale, lo abbiamo visto, ma di nuovo, a questi livelli se cali del 5% di testa perdi.”
Johansson nota che la cosa impressionante del movimento in Italia è che “ci sono tanti giovani forti dietro a Jannik, noi in Svezia abbiamo avuto una grande storia nel tennis ma non siamo riusciti a ottenere lo stesso. Molto importante è anche avere tanti tornei nel vostro paese”.
Luca conferma che “una delle ragioni del successo italiano è anche che la Federazione ha fatto un ottimo lavoro nel cambiare prospettive, prima era tutto molto centralizzato tra Roma e Tirrenia, ora i team privati sono più liberi e vengono sostenuti sia tecnicamente che economicamente. Avere tanti tornei professionistici è utilissimo, si può arrivare anche verso i primi 200 ATP senza quasi uscire dall’italia. Per un giocatore sudamericano, in confronto, dal punto di vista logistico è un incubo farsi strada nel circuito”.
Il “panel” si conclude con i complimenti e i saluti reciproci di rito, l’audio integrale lo potete ascoltare qui sotto.