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Wimbledon, Osaka dopo l’eliminazione: “A Parigi ero in preda alle emozioni, ora non provo nulla”

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Sembrava essere la volta buona, ma il miglior piazzamento a Church Road rimane il terzo turno già raggiunto nel 2017 e 2018. Sette anni dopo l’ultima volta, di acqua ne è passata per Naomi Osaka ma l’erba rimane indigesta. La corsa della giapponese a Wimbledon si ferma ugualmente prima degli ottavi per mano di una grande Anastasia Pavlyuchenkova, con la russa capace di ribaltare l’esito della sfida 3-6 6-4 6-4. Una rimonta subita dalla nipponica che fa il paio con quella subita al Roland Garros da Paula Badosa. Un’altra delusione per l’ex numero uno al mondo che si presenta in conferenza stampa comprensibilmente abbacchiata concedendosi delle curiosi riflessioni sulla professione del tennista e sulla programmazione di quel che concerne il proseguo della sua stagione.

D. Rispetto a Parigi, ti senti allo stesso modo? Hai parlato di essere troppo dura con te stessa. Forse è ancora troppo presto per metabolizzare.
Naomi Osaka: “Penso che a Parigi, quando mi sono seduta qui, ero in preda alle emozioni. Ora non sento niente, preferirei non provare nulla rispetto a tutto.”

D. L’altro giorno parlavi dell’essere madre e del fatto che quando giochi a tennis la tua mente si concentra su questo aspetto. Com’è giocare da madre? Le cose possono migliorare? Sono migliorate o no? Cosa vorresti vedere migliorato qui e anche in altri tornei?
Naomi Osaka: “Mi dispiace molto. Puoi chiedermi questo… No, non di nuovo, ma non posso rispondere ora. Magari un’altra volta”.

D. Ovviamente oggi è stata una partita molto combattuta. Hai giocato molto bene in alcuni momenti. Senti che ti stai avvicinando a quel tipo di risultati importanti nei tornei del Grande Slam che probabilmente vorresti ottenere?
Naomi Osaka: “Sì, ma onestamente, in questo momento sono solo molto arrabbiata. Penso che se mi guardo indietro, posso essere contenta di come ho giocato. Credo di essermi trovata molto più a mio agio sull’erba. Chiaramente, devo lavorare su un paio di cose, ma sì…in generale, non so se Pavlyuchenkova sia una grande giocatrice da erba. Non ho guardato il suo record sull’erba, ma per me stava giocando abbastanza bene, quindi sì.”

D. Quanto non vedi l’ora di affrontare lo swing americano sul cemento duro?
Naomi Osaka: “Ad essere sincera, al momento non ne sono sicura. Ovviamente non vedo l’ora. Penso che l’anno scorso mi sono stressata molto perché so di avere una grande tradizione positiva su quei campi, anche nello swing asiatico. Non vedo l’ora, ma non voglio farmi prendere dallo stress, sì.”

D. Nonostante la sconfitta, vedi degli aspetti positivi nelle ultime settimane o stai ancora pensando alla giornata di oggi?
Naomi Osaka: “Mi sento di poter dire… Oggi mi sento un essere umano negativo. Mi dispiace molto. Non ho nulla di positivo da dire su di me, ed è una cosa su cui sto lavorando.
Sì, è stato il compleanno di mia figlia, quindi sono stata felice per questo questa settimana. A parte questo, oggi non faccio altro che rivedere la partita.”

D. Quando sei in campo e cerchi di superare i tuoi limiti in una partita così combattuta, c’è una sorta di dialogo interiore? Ti ritrovi a cercare di convincere te stessa a fare le cose che vuoi fare?
Naomi Osaka: “Sì, penso che ogni tennista parli con se stesso. Per questo siamo tutti un po’ pazzi. Per quanto mi riguarda, non riesco a essere arrabbiata con me stessa. Stavo pensando alle palle break che ho avuto. Lei ha servito in modo ottimo. Poi ha colpito un rovescio. Non posso farci molto.
Ovviamente continuerò a rimproverarmi un po’. Sì, credo che tutti noi parliamo a noi stessi.”

D. Accusi molto queste sconfitte. Pensi mai che potresti vivere la tua vita senza il tennis e goderti altre cose?
Naomi Osaka: “Sì. Mi sembrerebbe un po’ folle non pensarci, ma credo anche che in questo momento ho così tanti non obiettivi e cose che voglio provare a realizzare. Sento che finché ho l’opportunità di provarci, voglio farlo, anche se mi arrabbio molto quando perdo, ma credo sia la mia natura competitiva. È anche la sindrome della sorella minore. Sì, nessuno vuole sentirsi così più volte durante l’anno, ma i tennisti sono pazzi, quindi…”

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