Wimbledon, Darderi: “Thompson è stato più bravo”
Luciano Darderi ha salutato Wimbledon al terzo turno, battuto dall’australiano Jordan Thompson in quattro set: 6-4 6-4 3-6 6-3 il punteggio. Un match condizionato da una notte complicata (“ho avuto un po’ di febbre”) e da episodi curiosi come un punto giocato con il cappello in mano dall’avversario, ma l’azzurro non cerca attenuanti: “Non sono uno che dà scuse, lui oggi è stato più bravo”.
“Ieri sera ho avuto un po’ di febbre, anche stamattina. Durante il match stavo un pochino meglio, ma ho fatto fatica a stare al 100%”. Un malanno improvviso, probabilmente passeggero, ma sufficiente a levare quel 10% di brillantezza che in partite come queste può fare la differenza. “Lui è forte, comunque si può anche perdere, no?”, dice Luciano con naturalezza. E poi guarda già avanti: niente torneo la prossima settimana, “mi cancellerò per prepararmi bene per gli ultimi due tornei sulla terra della stagione”. È già tempo di resettare e pianificare.
Il punto del cappello: regola o buonsenso?
Nel match c’è stato un momento curioso, quasi surreale, che ha fatto discutere: un set point deciso mentre l’avversario giocava con il cappello in mano. “Io pensavo che si dovesse ripetere il punto, perché lo aveva preso in mano mentre giocava, con la mano sinistra. Invece ha continuato e l’arbitro non ha detto nulla”. Darderi si è fermato un attimo, forse aspettando un intervento del giudice di sedia. “Non mi sembrava normale giocare un punto col cappello in mano”, ma poi, con equilibrio, concede: “È stato un episodio strano, ma non ha cambiato la partita”.
Ritmi, attese e regolamenti
Altro piccolo fastidio, questa volta psicologico, arriva dalla gestione del tempo da parte dell’avversario. “Mi sembrava che tra prima e seconda ci mettesse un po’ troppo. Non c’è un timer, e questo alla fine può diventare un vantaggio per chi rallenta”. Darderi non alza mai i toni e smorza sul nascere eventuali polemiche, ma è un tema. Un tema che va affrontato per una regola che è così solo a metà.
Nel quarto set la sensazione di potercela fare
Nel quarto set, la sensazione di potercela ancora fare. Il match gira su un paio di punti, un game che vola via per un nonnulla. “Sinceramente stavo calando un po’ di energie. Cercavo di restare su di atteggiamento, ma ero un po’ giù. Lui ha giocato bene il game del 3-2, mi ha brekkato lì ed è stato bravo a non darmi più chance”. Darderi non nasconde la fatica, ma nemmeno si tira indietro nell’elogio all’avversario: “Ha giocato molto bene nel quarto, venendo avanti, poco ritmo… sì, oggi è stato più bravo lui”.