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Wimbledon, Sinner: “Il colpo sulla palla del controbreak? L’unico che potevo giocare”

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Altra vittoria in tre set per Jannik Sinner: dopo Luca Nardi, è toccato all’australiano Aleksandar Vukic arrendersi al numero 1 del mondo. Sempre avanti nel gioco e nel punteggio, Jannik ha faticato solo al momento di chiudere: sul 5-3 e servizio, ha visto sfumare cinque match point prima di fronteggiare una palla del controbreak, annullata con un passante complicatissimo. E infine ha chiuso, evitando il rischio di un set che si allunga. Anche se, per quanto le sorprese in questa edizione continuino a non mancare, difficilmente si può immaginare un Vukic che si mette a giocare da fenomeno e complica il tutto. Di questo, di condizioni che cambiano, di Djokovic e di casi di doping si è parlato dopo il match.

D. [Simone Eterno] Ormai le fai sembrare tutte facili, quindi ti domando: qual è la sconfitta che ti ha sorpreso di più nel tabellone maschile? Una che hai guardato e hai detto, ‘cavolo, non me l’aspettavo’.
“Difficile da dire perché c’è anche da capire contro chi giocano e soprattutto alcuni fanno più fatica con un certo tipo di giocatore. È un attimo perdere una partita sull’erba. Lo abbiamo visto con me ad Halle. Certamente, tre su cinque è diverso. È difficile dirti, però ti fa capire che si deve restare sul pezzo tutto il tempo. Se hai la possibilità di vincere facile lo devi fare. Anche io oggi… se lui mi fa il break, la partita si potrebbe allungare. Non è detto ma potrebbe. Mi pare non sia mai successo che così tante teste di serie uscissero al primo turno, ma non te lo dico…”

D. [Vanni Gibertini] Stasera stavo parlando con Lorenzo Sonego e ha detto che lui ha vinto i due set abbastanza agevolmente, poi le condizioni sono cambiate e la partita è diventata più equilibrata. Avete giocato due giorni con grandissimo caldo e ora la situazione è completamente diversa. Tu hai percepito un cambio delle condizioni tra il primo e il secondo turno che possa effettivamente influenzare la partita?
“Sì, c’è una differenza enorme se giochi di giorno o di sera. Oggi sono entrato verso le sette e tra le sette e le otto, otto e mezzo, le condizioni cambiano tanto. Si inizia a scivolare un po’ di più. Forse sul Centrale e sull’1 si scivola anche di più perché passa di meno l’aria, poi a una certa ora chiudono il tetto e la situazione può cambiare ancora. I primi due giorni ha fatto tanto caldo e nei campi di allenamento, molto consumati ma non troppo, con l’erba gialla, la palla scivola ancora di più. Oggi era ancora diverso, ci dobbiamo adattare a tante condizioni. Non come a Parigi, perché quando fa caldo la palla rimbalza veramente tanto di più, ma anche qua c’è da adattarsi.”

D. Nell’ultimo game hai salvato un break point con quello che tu stesso hai definito un colpo fortunato. Quando la pressione è alta in quei momenti, pensi sia più facile tirare grandi colpi come quello o diventa tutto un po’ più difficile?
“Se parliamo di quel colpo specifico, c’era solo un tipo di colpo che potevo fare, no? Dovevo provarci, perché lui stava tagliando l’angolo. Se avessi colpito troppo al centro, avrebbe avuto una volée facile, quindi il punto era comunque perso. Dovevo rischiare. Non è questione di facile o difficile. In certi momenti devi improvvisare un po’ e capire quali sono le probabilità di vincere il punto. Lì mi è andata bene. Il match sarebbe potuto durare un po’ di più. Sono felice di essere seduto qui con questo risultato.”

D. Qualche settimana fa hai detto che spesso le persone ti paragonano a Novak. Hai detto che ci sono delle somiglianze nel vostro gioco e anche delle differenze. Potresti spiegare cosa vedi di simile tra te e Novak, specialmente sull’erba, e cosa invece è diverso?
“È difficile da dire, perché credo ancora che siamo due giocatori diversi. Abbiamo alcune somiglianze nel modo in cui colpiamo la palla, sia di dritto che di rovescio. Penso che lui abbia migliorato molto il servizio. Oggi ha servito in modo incredibile, ho visto il match. Il modo in cui si muove, mi sembra sia ancora molto più sicuro di me sull’erba. Ma questo è anche dovuto all’esperienza che lui ha più di me. Lui varia di più il gioco. Io forse tiro un po’ più forte. Ma d’altra parte sono anche abbastanza costante, no, come lo è lui. Ci sono alcune somiglianze. Però sì, credo che mi abbia dato molte informazioni che posso usare per rendere il mio gioco simile al suo, ma nel mio stile. Cerco sempre di osservare certi giocatori e capire cosa posso prendere da loro e vedere se funziona per me. Lui è sicuramente la persona principale da cui prendo ispirazione, cercando di fare alcune cose come lui.”

D. Sto scrivendo un pezzo su Kamil Majchrzak, che ha avuto un caso con l’ITIA per un test positivo qualche anno fa. Sono curioso: secondo te, dovrebbero esserci modi per aiutare anche i giocatori di classifica più bassa ad avere risorse quando devono fare ricorso o difendersi? Alcuni dicono che è molto più difficile per loro rispetto ai giocatori top, che possono permettersi avvocati e scienziati.
“Quello che penso è che io sono in una posizione in cui posso prendere un avvocato, un buon avvocato. Fortunatamente ho anche i soldi che magari altri non hanno. Ma il procedimento che ho affrontato è lo stesso. Non c’è un trattamento migliore. Magari ho una buona difesa perché ho bravi professionisti intorno e questo perché ho guadagnato i miei soldi e ora posso permettermelo. D’altra parte, il processo dell’ITIA e la velocità con cui tutto si muove è la stessa. So che in passato ci sono state scelte e decisioni difficili. Questo lo capisco. Però sì, quello che posso dire è che il mio caso è stato controllato non una, ma due, tre volte, ed è sempre emerso che ero innocente. Ecco, questo è tutto.

D. Pensi che si dovrebbe fare qualcosa per aiutare i giocatori che non hanno i soldi per un avvocato in queste situazioni?
“Sì, se posso aiutare, aiuto. Non è quello il problema. Però, di nuovo, se fosse successo a me quando avevo 18 anni, ad esempio, non avevo i soldi, quindi forse mi sarei trovato nella stessa situazione. È successo quando avevo già guadagnato e quindi ovviamente ho preso le persone migliori che potevo. È lo stesso discorso dei top player che hanno tutto il team con loro. Io ho due allenatori. Qui non ho fisioterapista e preparatore atletico. Puoi costruirti tutto. È la stessa cosa anche dall’altro lato.”

D. Sto lavorando su un pezzo su Dan Bloxham, che accompagna i giocatori all’ingresso del Centre Court e del Campo 1. Hai mai avuto interazioni con lui? Puoi parlarci del suo ruolo?
“Chi, scusa?”
D. Dan Bloxham. Lo conosci? È il cerimoniere. Accompagna i giocatori sul Centre Court e sul Campo 1.
“Sì, sicuramente lo conosco. Magari ora il nome mi sfugge. Quello che posso dire è che l’organizzazione qui è incredibilmente buona. Ci trattano come se fossimo a casa nostra. Siamo privilegiati. L’ingresso in campo è diverso. Soprattutto per chi gioca lì per la prima volta: di solito siamo noi a entrare per primi in campo. Magari ti perdi un po’ e allora hai bisogno di qualcuno che ti guidi. È sempre una sensazione molto speciale. Fanno in modo che tutto sia perfetto, che nessuno possa avvicinarsi a te prima del match. Fanno davvero un lavoro straordinario.”

M.S.

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