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Wimbledon, Bellucci: “Conto Lehecka forse la vittoria più importante della mia carriera”

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Mattia Bellucci ha conquistato una delle vittorie più importanti della sua carriera contro Jiri Lehecka, la terza contro un top 30. Per la prima volta al terzo turno di uno Slam, il lombardo ha parlato in conferenza stampa al termine del suo incontro. Di seguito le sue dichiarazioni.

D. Prima volta al terzo turno di uno Slam, che sapore ha?
Bellucci: “Particolare, dato che quello che poteva essere l’ultimo game della partita è stato particolarmente difficoltoso. Ho cercato il punto con il mio colpo migliore, ma direi che non è arrivato e ho dovuto fare un po’ di pulizia. Per fortuna ho giocato un ottimo game sul 5 pari che poi mi ha permesso di arrivare alla fine della partita un po’ più leggero. Sono contento di giocare contro Norrie il terzo turno, come ho detto altre volte è una grande fonte di ispirazione.”

D. L’hai battuto a Monte Carlo, nelle qualificazioni.
Bellucci: “Sì, era stata una lotta, mi ricordo di un secondo set in cui ero andato un po’ di fretta, ma sicuramente sto ritrovando un buono stato di forma. Andiamo con calma e vediamo cosa ci riserva questo terzo turno.”

D. [Ubaldo Scanagatta, Ubitennis] Il tuo tennis sull’erba è particolarmente adatto? Il rovescio a due mani, piatto, e il fatto di essere mancino, quelle traiettorie esterne sul servizio…?
Bellucci: “La superficie su cui mi trovo meglio, ma anche in termini di spostamento rispetto ad altri giocatori che possono avere un po’ più di difficoltà. Sono abbastanza leggero e mi muovo tranquillamente in campo. Il servizio per me è un’arma importante. Quando sono in bolla è la superficie su cui posso esprimermi meglio.”

D. [Luca Baldissera] Come ti trovi con i mancini? Perché non piacciono a nessuno…
Bellucci: “Quando ho giocato al Queen’s contro Mouutet, ho odiato quella partita. Ci sono state sicuramente partite in cui mi sono trovato bene, non ho avito particolari problemi. Altre volte in cui sei meno abituato ad affrontarli, soprattutto essendo mancino, però cerco di stare concentrato sulle mie cose, non mi sono ancora proiettato nel mood della partita di venerdì, spero di giocare un buon doppio domani e di godermi questa mattinata di riposo e vediamo come va.”

D. [Ubaldo Scanagatta, Ubitennis] Qual è il servizio più veloce che hai mai tirato? Perché ho visto delle misure pazzesche.
Bellucci: “Non lo so, però oggi rispetto ad altre partite non credo di aver servito benissimo, specialmente nei primi due set, avevo grosse difficoltà con il lancio di palla, tanto che me lo sono ricordato più volte. Anche Fabio [Chiappini] da fuori mi ha dato dei suggerimenti. Non ti so dire la velocità più alta. Qua ho visto 132 miglia [212 km/h]. In termini di velocità, ho guardato più quella di oggi del mio avversario perché a un certo punto aveva abbassato la velocità per giocare in una determinata direzione. Ho cercato di muovermi in risposta di conseguenza. Il servizio mi ha aiutato molti in alcuni momenti, specialmente verso la fine della partita. Da una parte era moto complicato servire perché c’era tanto sole e da mancino ce l’avevo proprio lì, ma alla fine è un punto di forza sull’erba.”

D. [Vanni Gibertini] Best ranking virtuale, non so se ti interessa… Più che altro sei entrato come ultimo all’Open del Canada ed essendo anche salito in classifica signfica che per il resto della stagione non dovresti avere grossi problemi a fare tutti i tornei che vuoi.
Bellucci: “C’è un grosso carico di punti da difendere. La prima parte della stagione non è stata brillante, a parte lo squillo di Rotterdam. A prescindere dai punti, l’obiettivo resta lo stesso: trovare continuità, specialmente a questo livello. E poi sono partite come questa ad aiutarmi perché mi sono reso conto di averla gestita molto bene contro un avversario che avevo visto contro De Minaur al Queen’s mi aveva dato impressione di mega solditià, quindi oggi trovarmi in campo e riuscire a gestirla in questo modo mi fa essere fiero del lavoro.”

D. [Luca Baldissera] Ti ho sentito fare dei bei discorsi automotivazionali… Che ti dici? Ti inca***, ti perdoni…?
Bellucci: “Tante volte non mi perdono, ma in generale non è che io sia uno molto gentile con me stesso. In alcuni casi sono un po’ troppo strong… Sicuramente quando riesco a perdonarmi faccio la differenza, ma questo dipende anche da come mi presento in partita, mi rendo conto che anche lo stato d’animo durante la giornata fa la differenza. Posso sembrare logorroico, ma è il modo di stare in campo, sono in generale molto energico e mi piace esserlo anche in campo:”

D. Durante i cambi campo ho notavi che facevi un certo movimento con i polsi. Co’era, per tenerli caldi, un rituale…?
Bellucci: “No, non era per scaldarli o un rituale, è una cosa che mi dà da fare lo psicologo che trovo particolarmente utile. Mi serve per non portarmi sul risultato, infatti l’ho fatto in alcuni momenti delicati. Ho questa tendenza a desiderare di vincere e non stare sulla prestazione e con giocatori come questa non ho la possibilità di farlo perché altrimenti mi ammazzano. Una cosa che ho trovato utile.”

D. [Ubaldo Scanagatta, Ubitennis] A Parte Rotterdam, considero questo il risultato più importante della tua carriera? Aver battuto la tds n. 23 a Wimbledon dove non eri mai approdato al terzo turno? O ti viene in mente un’altra partita?
Bellucci: “In realtà ho tantissimi buoni ricordi. A cuore mi viene in mente Goffin a Wimbledon quando mi ero qualificato l’anno scorso. Mi viene in mente Wawrinka. Certo il terzo turno qui è qualcosa degno di nota che non mi apsettavo, specialmente dopo aver giocato male otto o nove settimane, senza ottenere buoni risultati. Quindi sì, è un risultato importante, forse il più importante della mia carriera“.

D. [Ubaldo Scanagatta, Ubitennis] Anche perché Goffin e Wawrinka hanno una certa età, questo è più giovane…
Bellucci: “Per quanto mi riguarda, questo è poco rilevante perché Wawrinka e Goffin hanno dimostrato di essere grandissimi giocatori. Goffin è ancora nei primi 100, ha fatto finale al Masters. Per me, soltanto il fascino di entrare in campo contro Wawrinka su un campo come quello allo US Open e portare a casa la partita era stato qualcosa di emozionante. Non entravo in campo con l’idea che il mio avversario potesse essere alla fine della carriera, in difficoltà o vecchio:”

D. A Parigi abbiamo scoperto che ti piace leggere, Murakami, Dostoevskij. Qua hai portato qualcosa?

Bellucci: “Sto cercando di stare abbastanza concentrato sulla prestazione. Mi sono reso conto che in questo momento è una priorità assoluta e quindi sto cercando di guardare un po’ più di tennis, le mie partite, ne parlo tanto anche con Fabio.”

D. [Ubaldo Scanagatta, Ubitennis] Sulla tua tecnica del servizio, come sei arrivato a battere così forte? Sei alto 178 cm, come Fognini e tutti a dire ‘ah, se Fognini avesse servito..’, ma non è mai riuscito a servire come servi te. Come ci sei arrivato?
Bellucci: “In realtà non lo so. Ho questo ricordo di aver forse sempre cercato velocità, che magari il mio corpo in quel momento non poteva supportare, tanto che alcune volte perdo precisione. Con l’allenamento mi sono reso conto che determinati servizi li servo meglio anche se tiro forte. Però, ho ricordi di cinque o sei anni fa che volevo tirare fortissimo e magari sbagliavo di uno o due metri anche in larghezza. Negli ultimi due o tre anni, per quanto riguarda il caricamento delle gambe con Fabio ho fatto un lavoro importante perché avevo un movimento super dispendioso che ancora non abbiamo sistemato totalmente ma è in grosso migliorano.”

D. [Ubaldo Scanagatta, Ubitennis] Quel caricamento che fai con la schiena, parti da bassissimo, ti dà una spinta pazzesca. Non voglio portar male, ma non hai mai avuto problemi alla schiena?
Bellucci: “No, no. Sarà l’età, saranno i preparatori atletici bravi che mi curano e stanno attenti…”

D. [Vanni Gibertini] La foto del sito ATP…
Bellucci: “Lasciamo perdere, non ne voglio parlare…” [risata collettiva].

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